martedì 6 novembre 2007

silenziosa fra le onde



Monumento al pescatore vista laterale e superiore

06 novembre 2007

Ecco i disegni della tomba ordinata dal figlio per il decesso, dopo lunga malattia, del padre di un mio collega. Faceva il pescatore in un paese della Sicilia, ed il suo sudore ha permesso al figlio di laurearsi e di trasferirsi qui al nord per trovare un lavoro. Ritengo che il cuore di quel ragazzo sarà per sempre colmo di gratitudine e di affetto per un genitore, che come i miei, hanno lavorato tenacemente per una vita intera allo scopo di dare ad un figlio un futuro migliore del suo.
Un pescatore avezzo ai pericoli della natura, alla fatica di un lavoro che ora nessuno fa quasi più, un uomo di mare che nelle maglie delle reti trascinate dalla sua imbarcazione di legno, ha visto in ogni creatura dei fondali un pò di speranza e serenità. Lo immagino svegliarsi la mattina alle prime luci del sole e trascinare a forza di braccia l'imponente e pesante scafo di legno massiccio tinto dei colori del mare e del cielo, sopra la sabbia fino all'arenile spingendola, con i calzoni sollevati sopra il polpaccio e appena bagnati dalle onde del mare leggermente increspato, fino al punto in cui la chiglia si è distaccata d'incanto dal fondale amico.
Vista posteriore del monumento funebre
Ora nel mio pensiero è là che pesca felice sotto il sole cocente d'estate, in mezzo alle onde incantevoli di un mare color dell'acqua marina un mare di pace in cui una barca silenziosa solca le onde alla ricerca di una eterna quiete. E nello scafo con le braccia allargate a forma di croce, con il vento che gonfia la stoffa della tunica candida LUI, il caronte cristiano l'uomo misericordioso che accompagna gli ultimi nel mondo verso lidi incantati in cui mai nessuno potrà mai più soggiogare altro essere umano.
Vista anteriore
Perchè lì non ci sarà spazio per loro, per i pescatori di frodo, per i cacciatori insaziabili di fauna marina. Non è per loro che ho disegnato il lapideo traghetto, ma per i poveri per coloro che nella vita il pane lo hanno guadagnato con gli stenti e con il sudore, dignitosi uomini di un mondo in cui anche le acque si rivoltano sollevandosi e ribellandosi ai misfatti dell'uomo non più abbronzato dal sole e dalla salsedine che cola col sudore dalla fronte contornata da spine che si chiamano dovere e fatica.




Italo Surìs

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