mercoledì 28 febbraio 2007

Gli ultimi legionari


28 febbraio 2007

Molto frequentemente ho dovuto parlare a me stesso, per capire. ma per capire, ho dovuto anche dialogare, con i giovani, che amo ascoltare più degli altri. Infatti i ragazzi come si sa, non sono ideologicamente radicati verso una o l'altra posizione. Appaiono invece come delle spugne che assorbono tutto ciò che sentono, questo sì, ma fortunatamente i loro interessi sembrano che siano, o dovrebbero essere, esclusivamente esistenziali e meno materialistici! Poco realisticamente, si aggrappano a sogni, che perseguono caparbiamente e con convinzione. Sogni con cui, prima o poi dovranno fare i conti. E' su questo realismo che il cittadino medio conta, quando dinnanzi a se trova un giudice o un giovanissimo magistrato.!

Lettera al magistrato

Scrissi una lettera sulla giustizia, una lettera che pubblicò un giornale locale, non la trovo più chissà dov'è ora. Peccato l'avrei ripubblicata volentieri in questo Blog. Era una lettera scritta a quattro mani prima delle elezioni di dieci mesi fa. Una lettera aperta a tutti gli elettori, un grido disperato di chi vedeva attorno a se una guerra fraticida, una guerra per il potere. E in mezzo alle battaglie unico baluardo i Magistrati, la legge con i suoi giudici ed i suoi procuratori, uomini che non hanno la possibilità, come qualcuno sbagliando ha fatto, d'esprimere pubblicamente le proprie angoscie, il proprio disappunto. L'errore non è stato tanto quello d'aver espresso pubblicamente le ansie e le personali convinzioni con il grido :"resistere, resistere". No!, è umano per chi ama il proprio Paese, quanto quello d'aver prestato il fianco alla giusta osservazione e all'attacco del potere politico. Proprio quel potere, che ha sempre definito la magistratura, come strumento in mano alla sinistra e scomodo perchè d'intralcio ai propri interessi di partito. Cosa quindi da imbavagliare o di cui sbarazzarsene. Può allora mi chiesi essere un giudice di destra o di sinistra? Sì, può!, può perchè un magistrato è innanzitutto persona, nel cui petto batte il cuore d'un essere umano; non può perchè il suo lavoro non lo permette, poichè egli stesso rappresenta la legge e per tal motivo non deve farsi coinvolgere dall'emotività, e dai pregiudizi. Questo nonostante la figura del magistrato resti per la Nazione, l' ultimo baluardo della libertà, l'ultima garanzia della Democrazia. Questo, anche quando l'arroganza del potere si fa più forte ed avanza prepotentemente, mentre il lavoro di chi veglia sulla giustizia viene minato da forze occulte, che subdolamente, cercano di sminuirne la credibilità agli occhi della gente. Uomini di sani principi, fermi nelle loro posizioni di garanti della legalità, mentre alcuni ambigui rappresentanti dello Stato stesso, li abbandonano al loro destino, privandoli dei mezzi indispensabili per lo svolgimento del loro operato. Giovani speranzosi e fiduciosi, che operano per una giustizia che possa essere giusta, mentre all'avanzare degli anni i loro capelli diventano canuti e i loro mantelli scivolano dalle spalle ormai ingobbite. Servitori dello Stato fedeli al giuramento prestato. Mai un lamento esce dalle loro labbra, nè stizza è visibile sui loro visi, ma serenità e pazienza!, ultimo coraggioso contingente, d' eroici difensori di una trincea assediata oltre la quale può esserci l'anarchia!. Sparuto e caparbio gruppo di nostalgici legionari, nel deserto del Sahara, GRAZIE!.

Italo Suris

martedì 27 febbraio 2007

SLURP!!!!




27 febbraio 2007



In piatto di un povero ricco!


Le fotografie di questo piatto erano rimaste a lungo nel mio cellulare. Lo uso come macchina fotografica e per ora mi va più che bene! Mi ero proposto di usarle nonappena avessi inserito la ricetta sul blog. Ecco ci siamo! Di seguito eccoti anche la procedura per realizzare questo piatto povero d’ingredienti, ma molto gustoso!


Carciofi con le patate


Per quattro persone:

Carciofi carnosi, 5 o 6
uno spicchio d’aglio
Prezzemolo q.b.
Olio e.v.o , quattro o cinque cucchiai da tavola.
Capperi salati, una manciata.
Patate, in base alla grandezza, da 5 a 7
Brodo di verdure

Esecuzione:

Sbucciare le patate, tagliarle a tocchetti e immergerle in acqua. Mondare i carciofi, levando le foglie esterne, accorciandone e spellandone anche il gambo. Tagliare i carciofi a spicchi levare anche la peluria centrale ed immergerli in acqua fredda, acidulata col limone. Lavare, asciugare e sminuzzare il prezzemolo. Sciacquare i capperi dal sale, sotto acqua corrente e a lungo, quindi asciugarli. Preparare il brodo di verdure.

Una volta che gli ingredienti sono pronti, versare in un capiente recipiente di acciaio col doppiofondo, l’olio d’oliva, metterlo a fuoco basso, facendo rosolare lo spicchio di aglio. Levare e far raffreddare! Versare nel contenitore i carciofi non sgocciolati e lasciarli cucinare a fuoco basso con il coperchio per una decina di minuti, allungando, se necessario con il brodo!. A metà cottura, aggiungere le patate, continuando a cucinare a fuoco medio. Versare il pepe, i capperi ed il prezzemolo tritato, controllare il liquido di cottura, non mescolare frequentemente con il cucchiaio di legno per non spappolare le patate. Aggiustare di sale.

Se volete fare un esperimento aggiungete anche delle olive nere di Gaeta snocciolate.

SLURP!!!!


Italo Sùris

"la corriera"


28 febbraio 2007






Alle sette di mattina..............




In piedi accalcati, un profumo di pulito li avvolge. Giovani studenti, procedono verso il futuro, mentre l’automezzo macina chilometri su chilometri lungo la striscia d’asfalto umida per la giornata uggiosa!


La radio gracchia una canzone d’altri tempi; l’autista, lo sguardo fisso nel vuoto, sbircia nel chiarore del mattino, il lungo tappeto grigiastro, che si srotola dinnanzi ai suoi occhi assonnati!


Alla fermata, un urlo di disappunto esce rauco dalla sua gola, allorché un qualche ragazzo, con giovanile irruenza, spinge l’ammasso di corpi stipati in piedi nel corridoio, verso il fondo del mezzo!


Eppur, in questo frastuono, è facile udir il brusio di due ragazze che parlano civettuosamente d’amore, mentre le loro gambe, abbandonate scompostamente sulle ginocchia del loro compagno di viaggio, sembra ne vogliano rivendicare il possesso.



Mani e dita curiose esplorano discretamente, celate da indumenti e da cartelle compiacenti i corpi, tesi per l’emozione, del partner.

Quanti nuovi amori nascono, quanti ne finiscono, fra il popolo variegato e spensierato degli adolescenti. !



Voci sommesse, labbra socchiuse, cinguettii, apparente indifferenza, sguardi che si alzano, libri che si chiudono, quasi non vogliano vedere quel crogiuolo di suoni, idiomi, passioni, emozioni in quella fetta di mondo curioso, chiamato “ CORRIERA”!!!!!


Italo Sùris

lunedì 26 febbraio 2007

Facciamoci un master








26 febbraio 2007

Lo studio di casa


Se mi seguite, cercheremo d’arredare assieme uno studio mansardato.Il vano, come si evince, sia dalla foto, che dagli schizzi, non ha una superficie calpestabile elevata, ma il corretto posizionamento degli arredi, in parte costruiti su misura, ha fatto in modo che l’agibilità risultasse poco compromessa. Anzi, alla fine l’ambiente si è dimostrato alquanto funzionale.

Per raggiungere tale scopo, si sono sfruttati tutti gli spazi liberi, adattando ad essi le suppellettili. Un mobile contenitore per le cartelle ed i documenti delle dimensioni 160x60x115, a quattro ante, inpiallicciato in ciliegio, è stato incassato in una nicchia ricavata appositamente nel sottotetto ed isolata con un pannello in cartongesso,fissato a muro su listelli in legno d’abete delle dimensioni di mm. 50x30. fra i listelli è stato collocato un pannello isolante di stiferite di spessore adeguato. Il tutto è stato stuccato con stucco plastico e carteggiato, prima di tingerlo con pittura tempera. Tale accorgimento, da me eseguito, è stato necessario per la comparsa di muffa sulla parete stessa, non avendo l’esecutore del lavoro, provveduto ad isolare la parete in maniera corretta.

La lunga scrivania ad angolo che si sviluppa per circa quattro metri, e sulla quale vi trovano naturale collocazione le attrezzature informatiche, è supportata da due mensole quasi di pari lunghezza e di generosa larghezza, poste con perni che si avvitano a muro in robusti tasselli in acciaio di adeguata lunghezza e spessore. La stessa ha piano in nobilitato color ciliegio mentre l’angolo di raccordo fra i due piani che la compongono e il pezzo che si raccorda al muro, sono verniciati in nero, con vernice opaca antigraffio.
Di fronte all’entrata, si può scorgere una libreria eseguita su misura con legno di ciliegio, e parzialmente con truciolare impiallacciato in nobilitato di ciliegio leggermente dorato. La profondità, a dir il vero non generosa, è sufficiente per poter contenere la maggior quantità di libri di misura standard. L’altezza della stessa non supera i 150 cm.,essendo stata la stessa , addossata alla parete frontale; la più bassa del vano. La libreria termina, alla sua sinistra, con un modulo incassato in una nicchia a muro, di dimensioni abbastanza generose.
Un mobiletto a muro, porta CD-ROM delle dimensioni di 150x80x15, è stato addossato alla parete su cui si accosta la porta in legno paduk pieno. I battiscopa e la cornice della stessa, sono del medesimo materiale, mentre il pavimento è stato realizzato con listoni in legno dello spessore di mm.20 di rovere di Slavonia, inchiodati a listelli annegati nella caldana.

Una finestra nel sottotetto, tipo velux, completamente motorizzata, sia per l’apertura dei vetri, come delle tendine e utilizzati per la chiusura degli avvolgibili in alluminio posti all’ esterno e scorrevoli su binari, forniti fra l’altro di sensori per la pioggia, illumina l’ambiente di giorno. Le pareti sono state tinte contraspirante giallo e decorate da stencil in tinta. Gli spigoli delle pareti della stanza, sono ricoperti in paraspigoli di legno tinta noce. Delle lampade a muro emettono all’occorrenza , una luce diffusa. La canaletta posta sotto il piano della scrivania, collega le varie apparecchiature hardware attraverso le molteplici prese distribuite agli angoli della stanza. Le stesse con doppio frutto Biticino, sono ricoperte da eleganti placche in ottone .



Italo Sùris

Li maccheruni




26 febbraio 2007

Goduria sulla spiaggia

Il sapore dell’estate della mia infanzia, è tornato per un sol giorno in casa mia. Mia moglie Rosa, ha fatto per noi la pasta al forno. Ricordo dei tempi passati, quando la portavamo in spiaggia a Mondragone e la si mangiava annaffiata con del buon vino “ Falerno”. Un vino corposo ad alta gradazione. Non era forse il piatto ideale per fare i bagni nel mare periglioso, lungo le coste del tirreno, in provincia di Caserta . Ma sicuramente la provola, i pomodorini freschi, il salamino piccante ed il sugo di polpettine, emanavano un profumo che ancora oggi dopo quarant’anni, solleticano i miei sensi, risvegliando i miei ricordi.....

INGREDIENTI:

Rigatoni
Provola affumicata 400 gr.
Uova sode
Polpettine di carne
Formaggio grana gr.250
Salamino piccante napoletano o Spianata calabrese
Prosciutto crudo o cotto
Sugo con i piselli
pepe
sale fino
sale grosso ( per la pasta)
Per le polpettine
Carne macinata di manzo gr.500
Latte
Mollica di pane
Formaggio grana q.b.
Aglio
prezzemolo
olio per friggere
pan grattato
Per il sugo
Piselli freschi o congelati
Pepe
Sale fino
basilico
aglio
pelati dipomodoro a pezzettini

PROCEDIMENTO

Mettere a lessare in abbondante acqua salata, i rigatoni.Prima però, preparare delle polpettine del diametro di un cm. con: carne macinata, pane raffermo ammollato nel latte,formaggio grana, sale, pepe, prezzemolo e aglio tritati. A parte preparare un sugo abbondante con i pelati, aglio, basilico, sale fino. Friggere le polpettine dopo averle eventualmente passate in pane grattugiato, in abbondante olio di semi o e.v.o.
Scottare i pisellini in acqua bollente e farli cucinare per un paio di minuti, versarli nel sugo (eventualmente assieme alle polpettine di carne) lasciare cucinare. Togliere dal fuoco. Lessare a parte le uova, tagliare a pezzettini il prosciutto, ( anche crudo se si ama spendere), il salamino, affettare la provola affumicata.. Versare la pasta al dente o meglio lasciata un po’ dietro di cottura, in una pirofila da forno. Aggiungere a strati alterni: Sugo con i piselli e le polpettine, formaggio grana grattugiato, formaggio provola, i pezzettini di prosciutto e spianata o salamino, le uova sode tagliate a fettine o a spicchi. Ricoprire con sugo, altra pasta, lasciando che la parte superiore sia ricoperta dal formaggio dei due tipi. Infornare per cinque o dieci minuti badando che la pasta non si secchi. Eventualmente coprire con carta da forno.Per una buona riuscita, Rosa usa mescolare nella pentola, la pasta con parte del sugo, prima di versarla a strati nella pirofila.

In quest'occasione il mio contributo è stato molto modesto!

Buon appetito

Italo Sùris

GRISU

26 febbraio 2007





“GRISU”


Ho rivisto i miei fantasmi, mi sveglio al mattino e rivivo quei momenti d’angoscia, di paura. Rivivo l’ansia del passato, che avvolge nel presente il mio corpo, bloccandone i muscoli ed il respiro.
Gli occhi si dilatano e cresce l’attenzione assieme all’adrenalina e all’eccitazione, mentre come in un sogno irreale, sollevo le braccia quasi a proteggere il capo da immaginari violentissimi colpi. E’ il passato il motore del presente? Ci muoviamo fra le strade intasate da ingorghi e pericoli.

I veleni della modernizzazione asfissiano i nostri polmoni, bruciano gli occhi che lacrimano di pietà, mentre subdolamente penetrano nei tessuti profondi degli alveoli, e nei bronchi. Come nei minatori d’altri tempi, il pulviscolo nero che avvelena la nostra esistenza, macchia, misto a saliva, il fazzoletto di cotone candido che con ipocrita speranza, accostiamo alla bocca verificando ciò di cui inconsciamente siamo consci. E’ il segno della nostra scelta di vita che ci appare! Essere neri dentro! e subire la violenza dell’illusione di una flaccida partecipazione al benessere che trova linfa nell’egoismo.

E’ la violenza, il male che si respira, il carbonchio delle miniere a cielo aperto. Sguardi ostili ci circondano e osservano criticamente la nostra figura. Conviviamo in un stretto monolocale, senza piacersi, estranei fra le stesse sbarre, ognuno con il proprio mondo, ognuno con le sue paure, ciascheduno con le proprie speranze, mentre i confini della libertà, si fanno sempre più stretti.
Avvolgiamo noi stessi la corda attorno al corpo, una corda mentale che ci imprigiona, che impedisce di muoverci in scioltezza,di ragionare liberamente.

Le mandibole serrate e la tensione dei muscoli delle mascelle, negano al nostro volto di distendersi, Impediscono che il sorriso evidenzi il bisogno di aprirsi e di esprimersi completamente.
Soli con noi stessi, nella prigione delle fobie, della sfiducia nel prossimo, quasi che i troppi tradimenti abbiano intaccato e minato la speranza e la volontà di credere nel vicino!.
Restano imperterrite e durature, tutte le paure. L’ambiente ostile non rassicura.
Nell’anno tremila, come nel passato più remoto, uomo solo nella giungla, umanoide che con, nulla come arma, si difende dall’ammasso scuro ed implacabile che ha nome “ CIVILTA’”


Italo Sùris

domenica 25 febbraio 2007

Ciao Mariangela


25 febbraio 2007


Oggi non ho avuto tempo di scrivere qualcosa. Ho riesumato una vecchia lettera scritta ad una giovane ragazza per alleviare le sue angosce e la tristezza, dopo che l'innamorato l'aveva lasciata!
Ecco la lettera!


Ciao Mariangela, non avrei mai voluto sentirti piangere, il pianto è sofferenza, ma nel contempo è sintomo anche di rabbia, frustrazione e disperazione. Si piange per parecchie cose, si piange per un lutto, si piange per amore, si piange per gioia, per ilarità, ma soprattutto si piange per dolore.

Dolore dovuto quasi sempre alla perdita di una persona cara, quindi ad un lutto. Il lutto è vissuto con più o meno intensità in base alla personale sensibilità, al concetto di moralità, di correttezza, di giustizia, di fiducia e onestà. Ma questi sono sentimenti che variano da persona a persona, da età ad età, in base al proprio status quo, alla cultura ma soprattutto al vissuto.

Una persona gretta, insensibile, amorale con un senso di onnipotenza e uno smisurato concetto di sé, unito ad abbietto cinismo, ed eccessivo edonismo e , caratteristiche che alla fine si riassumono in due o tre semplici parole: immaturità, egoismo, e materialismo, non può conoscere la sofferenza di chi ha vissuto con il mal d’amore. Un amore che pensi sempre di raggiungere e che immancabilmente sempre ti sfugge. Ma non è così.

Il mondo è pieno di gente che vuol bene, ma che ha paura di dirlo, l’amore infatti è da tutti vissuto come una debolezza e non come una forza, l’unica vera forza che fa muovere il mondo. Tutti ormai hanno paura di questo sentimento, lo sfuggono hanno paura di sembrare deboli, fragili, ridicoli, inadeguati ad affrontare le prove che il nordest ricco ed opulento richiede ai propri figli viziati.
Costoro disprezzano l’amore come disprezzano la loro terra e le cose belle, come la natura, come i fiori.
Il tuo errore è quello di essere un fiore, nato e cresciuto in un terreno arido di valori. E i fiori si possono anche calpestare, se non ami la natura. Non vorrei più vederti o sentirti piangere, lo so è inevitabile in questo periodo per te così triste, ma serbo il ricordo di quando a …. ( eri una piccola bambina molto graziosa ), una mia parola di conforto scatenò in te una crisi di pianto liberatorio. Anche allora si trattava di ciò che tu consideravi un vuoto d’amore, quello della figura paterna. Io l’avevo inconsciamente capito e mi bastò dirti:” Non ci pensare, tuo padre è fatto così, ma anche se alza la voce, ti vuole molto bene”.
Ecco, ora nell’abbandono, hai inconsciamente rivissuto quel dolore, ti sei sentita ancora una volta tradita, proprio come ti sentivi tradita allora, e ti sei chiesta: “ma come, io ho fatto tanto per lui, gli ho voluto bene , ho trascurato me stessa, le mie cose, ho rinunciato a tutto per avere il suo amore, ho dato tutto, proprio tutto……e questa è la sua risposta?????” Si hai dato tutto, molto responsabilmente a tutti, è un vizio di famiglia, è una forma di debolezza, di fragilità, è come annullare la propria personalità, per avere in cambio almeno un briciolo di quell’affetto mai provato, mai avuto, che si pensa di non meritare. E' un questo un meccanismo infernale da cui sembra non si riesca mai ad uscire.

Non se ne vede una via d’uscita, non si vede la luce. Ma la luce c’è, è all’interno di noi stessi è amarci e stimarci da soli, scegliere la nostra strada consapevolmente, con la maturità che deriva dalle piccole e grandi sconfitte, dal cadere e sapersi rialzare, dalla consapevolezza di ciò che si è fatto, come lo si è fatto, dove si è sbagliato, dove si vuol arrivare.
Questo è il nocciolo del problema, l’ errore è sempre il nostro, o perché ci siamo comportati come genitori che riversano il loro innaturale amore sui figli, al solo scopo di riempire il vuoto che è in noi, o nell’aver negato le avvisaglie di un rapporto che non sarebbe mai dovuto cominciare, o i segnali di un’imminente rottura.

Questo atteggiamento si chiama negazione. I figli dei non amati, negano la realtà poiché per loro la consapevolezza di una vita senza amore sarebbe un’ inferno.
Bene piangi pure quanto vuoi, disperati, tirati i capelli, pitturati la faccia di nero, le unghie di viola, ma reagisci; incomincia a costruire la tua vita su basi più solide, sul rispetto per te stessa, sul lavoro; dando a questo la giusta importanza, sullo studio e la cultura che rappresentano, questi sì, gli elementi essenziali e portanti per una vera libertà dalla sofferenza.
Vedrai tutto ciò che ti ho scritto lo studierai più avanti. Intanto fidati e se vuoi confidati. Lo sai, io ti voglio tanto bene. La vita è scuola continua ,ma offre anche gioie , Attese e speranze ,ma alla fine …..!!!!!!

Ricordati se vuoi arrivare ,tutto dipende dal lavoro che farai su te stessa!!!

Ciao un grosso bacio !
Italo suris

sabato 24 febbraio 2007

Imprenditoria in rosa

24 febbraio 2007

Imprenditoria in rosa


Il mondo politico e quello imprenditoriale, hanno scoperto la donna! Ecco il placebo dei mali del nostro tempo: “ Manca una donna al potere”. Che strano ed io che pensavo che le stesse, sia per natura, sia per carattere, il potere lo avessero sempre avuto. Nella gestione della casa, nell’educazione dei figli, nelle scelte più importanti, nel rapporto con il partner. Non è mai esistito un grande uomo senza che questi avesse alle spalle una grande donna. E allora? se le responsabilità sono state sempre equamente distribuite, i compiti ben definiti, quale mi domando io è il problema?? Sembrerebbe quasi che le donne tutte abbiano pensato: “ Basta!, adesso tocca a noi essere il centro dell’attenzione”. Se così fosse vorrebbe dire che l’imprenditoria ed il mondo dei Vip è attualmente monopolizzata da dei vanesio, da prime donne dello spettacolo. Allora tutto si spiegherebbe. Si sa la civetteria è Femmina, quindi, ritengo sia giusto che le donne reclamino il posto che compete loro.
Condurre una ditta non è certo facile, come non dovrebbe essere uno scherzo amministrare i beni pubblici, soddisfacendo le esigenze più svariate di sessantamilioni di cittadini. Allora cosa spinge queste moderne Giovanna D’Arco?, la gratificazione, l’insicurezza di una stabilità familiare, il desiderio d’autonomia?, o la voglia di prestigio e l’egocentrismo che ormai pervade convulsamente ognuno di noi, qualunque sia il sesso d’appartenenza?
Sembra quasi che ci si voglia identificare con il lavoro svolto, e che il proprio valore debba essere misurato dal termometro del successo socioeconomico ottenuto. Ma si sa i termometri misurano la febbre , e questa è la febbre del terzo millennio.
Un nuovo femminismo che cerca di liberarsi dai vincoli di ogni genere, dai tabù residui , dai preconcetti di un vecchio maschilismo già in disuso, come già avviene nei paese socialmente più avanzati ( Danimarca, Norvegia, Svezia). Tutto ciò ci condurrà forse verso un mondo più equo nella suddivisione delle ricchezze, ma sicuramente meno stabile emotivamente.
Ma questa ipotesi è stata presa in considerazione dal mondo femminile?, l’autonomia è realmente il loro obbiettivo, oppure i messaggi dei media fanno apparire il successo come il Viagra della felicità in rosa? Conosco gente che ha fondato un’associazione politico culturale di sole donne, il cui simbolo è un tenero cuoricino al quale a parer mio manca la freccia di cupido, riposta in un cassetto poiché non utilizzata o probabilmente troppo scomoda!.
A questo punto dico, non sarebbe meglio che i maschietti escludessero le donne da ogni iniziativa sociopolitica e iniziassero una seria ricerca medica per far si di autoconcepirsi, ed ingravidarsi? Ciò per aumentare, dopo accurata selezione il numero di nascituri di sesso maschile ed equilibrare di conseguenza il divario numerico che forse ancora separa i due sessi? E non sarebbe una bella cosa se cercassero,nel contempo, il sistema di far nascere le femminucce almeno quattro anni dopo ( con una gestazione allungata per legge, in presenza di cromosomi femminili), per far si che la mortalità di ambo i sessi, sia questa volta a favore dei maschietti? e vincere di conseguenza eventuali elezioni???
Ovviamente tutto ciò per determinare una vera democrazia ed equità in questo paese di pulcinella, ove già il gentil sesso, si fa per dire, gode di molti privilegi. In ogni modo bando alle ciance ,perché , si sa, fra i due litiganti, il terzo,….Goooo….deeee!

Italo Suris

venerdì 23 febbraio 2007

Tavolino Hight-Tech



un porta TV di prestigio.




Ho disegnato, per un richiedente, un tavolino porta TV, classico nei materiali, ma che rispetta una certa modernità di linee.

Con gli stessi materiali ho fatto eseguire, su ordinazione, un ulteriore tavolino da salotto, di stile più classicheggiante e di base ottagonale, il cui disegno e le cui foto, inserirò su questo sito in un prossimo periodo.

Materiali Usati

Il tavolino tecnico è stato ideato per potersi integrare in un ambiente caratterizzato da colori decisi, ma caldi. Il pavimento in cotto e le porte in colore noce creano un bel contrasto rispetto al bianco della pietra d’Istria e alla trasparenza dei cristalli. I supporti di sostegno in metallo e il design accattivante, ne sottolineano il profilo decisamente Hight-Tech. Anche le linee sobrie ed il taglio preciso ed accurato dei cristalli, appena stondati agli angoli, ne suggeriscono inconfondibilmente l’utilizzo.

Il piano maggiore per la collocazione di uno schermo LCD anche di grandi dimensioni, è in cristallo dello spessore di ben tredici millimetri , una lunghezza di 1200mm. ed una larghezza di mm. 700. Questo, verrà semplicemente appoggiato su due supporti in pietra d’Istria bocciardati e levigati ai bordi, delle misure di mm.300x470x150. Per maggior sicurezza quattro ventose applicate nella superficie superiore di ogni basamento, garantiranno una migliore stabilità per il piano sovrastante. Dei semplici feltrini, verranno posizionati sotto le basi stesse a contatto del suolo, per salvaguardare da eventuali danni, sia il pavimento, che le basi medesime. Il ripiano inferiore, sempre in cristallo, ha dimensioni di mm.600x600x13 e viene trattenuto da quattro supporti fissati lateralmente ai basamenti in pietra. I supporti, ovviamente, saranno collocati in numero di due per singolo basamento, tramite viti e tasselli in plastica. E’ ovvio che la distanza dal pavimento sarà la stessa per ogni coppia, in modo d’ottenere un ripiano perfettamente in bolla.
La distanza da me considerata ottimale fra ripiano superiore e quello inferiore è di circa mm.200.Ciò non toglie che le misure possano variare in base alle singole esigenze e/o al numero di ripiani da inserire.

Costi Approssimativi dei materiali

Cristallo di mm.1200x700x13 n°1.00 x Euro 135.00= Euro 135.00=
Cristallo di mm. 600x600x13 n°1.00 x Euro 60.00= Euro 60.00=
Basi in pietra d’Istria n°2.00 x Euro 140.00= Euro 1 40.0
Supporti in alluminio cp. n°2.00 x Euro 7.50= Euro 15 .00=

Totale escluso montaggio Euro 350.00=

evviva i Bigoiii!




23 febbraio 2007


Una ricetta facile facile







Non serve addobbare la tavola con merletti in lino o bicchieri in cristallo di Swarovski, né tantomeno usare posateria d’argento o stoviglie in fine ceramica , per assaporare il piatto che vi propongo.
Un piatto povero, semplice, ma molto gustoso, in uso presso le cucine di molte famiglie venete e friulane.


I Bigoli in Salsa.


INGREDIENTI:

80 Gr. A testa di Bigoli, anche di pasta fresca.
Quattro o cinque alici sotto sale
Prezzemolo q.b.
Olio d’oliva extravergine
Aglio, due spicchi
Sale grosso e fino ( se serve)

PROCEDURA.

Far cucinare la pasta in acqua bollente, salata, per il tempo necessario.Intanto in una padella antiaderente versare quattro cucchiai d’olio e.v.o. ( ogni cucchiaio corrisponde a circa 30 gr.).
Farvi soffriggere due spicchi d’aglio tagliati a fettine o interi , e sempre a fuoco basso, farli dorare. Versare poi nel recipiente le alici precedentemente diliscate e lavate abbondantemente sotto acqua corrente.

Rimestare il tutto spappolando le alici con un cucchiaio di legno. Far insaporire per alcuni minuti, scolare la pasta al dente e versarla nella padella per farla saltare. Aggiungere del prezzemolo tritato ed eventualmente del sale ( occhio, le alici sono salate di suo!)

Ho gustato questo piatto proprio oggi e ( pur vergognandomi), devo confessare che all’ultima forchettata rimasta nel piatto, ho aggiunto, per esperimento, una spolverata di parmigiano. NON MALE, ANZI !!


Ciao a tutti


Italo Suris

giovedì 22 febbraio 2007

nuotando con le seppie





22 febbraio 2007


Questo il piatto di ieri. Oggi pane e mortadella!


Nuotando in un mare di piselli

Seppie con piselli, sicuramente avrete capito quale sarà il piatto proposto per il menù quotidiano.

Ingredienti per quattro persone:

Per le seppie:


1Kg. di seppie fresche.
600 gr. Di pisellini surgelati.
Concentrato di pomodoro.
Aglio.
Olio e.v.o. 1,5 decilitri
Prezzemolo q.b.
Sale fino
Pepe nero macinato

Per la polenta:


300-400 gr. di polenta bianca o gialla
Sale grosso


Procedura: In un capiente tegame in acciaio con il doppio fondo, far rosolare uno spicchio d’aglio a fuoco basso, appena avrà preso un colorito dorato, toglietelo. Intanto mentre l’olio si raffredda, pulite le seppie levando pelle, occhi ed interiora e sciaquatele sotto l’acqua corrente.
In un’altra capiente pentola in cui precedentemente avrete versato dell’acqua, fate scongelare i piselli tuffandoli a freddo e togliendoli all’orchè il liquido comincerà a bollire.
A freddo nel tegame ove si avrà soffritto l’aglio, si adagiate le seppie tagliate a pezzi, staccando dal corpo i tentacoli. Mentre le stesse si rosolano a fuoco basso, versate nel recipiente un bicchiere di vino bianco. A parte avrete preparato con una carota piccola, mezza cipolla ed un po’ di sedano, del brodo vegetale che userete come liquido di cottura nel caso di bisogno.
Sciogliete a questo punto il concentrato di pomodoro in una tazza d’acqua o brodo caldi.
Versate nelle seppie il tutto e mescolate dopo aver aggiustato di sale. Versate i piselli scolati, aggiungete il pepe ed eventualmente di tanto in tanto allungate con brodo bollente. E’ possibile per chi lo gradisse anche aggiungere del pomodoro o dei pelati.

Per la polenta:

Mettete sul fuoco un litro d’acqua, quando questa bolle, versatevi del sale grosso e la polenta a pioggia mescolando contemporaneamente con una frusta in modo che la stessa non faccia grumi. Fate cucinare per una decina di minuti badando di mescolare continuamente. La polenta sarà pronta allorquando in superficie appariranno delle bolle d’aria.


un motivo per amarsi

22 febbraio 2007

L'argomento è sempre quello, ma oggi alla fermata dell'autobus, ho incontrato una ragazza che ha cercato d'ingannare me, ma sopratutto se stessa. A lei dedico questo post!

Un buon motivo per volersi bene


Vedo, vicino al distributore delle bevande una ragazzina. E’ triste perché il giorno di San Valentino non ha avuto accanto a se un amichetto con cui condividere effusioni d’affetto.
E’ mai possibile mi chiedo che la felicità sia sempre legata alla presenza o alla mancanza di qualcosa o di qualcuno? E che i sentimenti, anche se molto forti, possano incidere in maniera determinante sul nostro umore? Capita ovviamente anche a me!

Dopo aver letto il post da me scritto e pubblicato sul blog, il giorno di San Valentino per l’occasione, e colpita dal contenuto esistenziale del successivo, la malinconia che incombeva su quelle poche righe l’ha spaventata, l’ha avvilita. Lungi da lei i problemi, gli scritti malinconici, l’infelicità.

Mi ha guardato amareggiata, come se avesse voluto gridare giustamente a pieni polmoni: “io sono qui!, sono giovane, cerco la vita, non la morte, cerco la luce, non l’oscurità, l’amore non la solitudine”.

E’ forse questo l’annoso dilemma? L’amore è vissuto dai più come vita e la sua mancanza equivale alla morte. Una morte subdola, una fine orrida?

Ricordo mia madre, mentre stava morendo, la malattia e le medicine non avevano intaccato la sua profonda bellezza. I lineamenti del suo volto erano ancora dolci. Solo i suoi occhi trasmettevano un messaggio di profonda tristezza. Forse ciò era dovuto alla percezione di una fine imminente, o forse inconsciamente si stava spegnendo la luce nel suo cuore. Non vi era più spazio, per altri, nella dimora della sua grande generosità.

Aveva capito che doveva rassegnarsi a morire senza quell’affetto che se pur esistente attorno a se, non era riuscita a percepire, a far suo, sempre in una costante e compulsiva ricerca di sazietà affettiva. Eppure le sarebbe bastato fermarsi, cullarsi fra le proprie braccia, accudire sè stessa, allontanandosi dalla necessità di bere dall’altrui fonte. Forse è questo l’unico vero segreto per potersi inerpicare serenamente lungo gli argini della vita. Portare ogni giorno un San Valentino con sé stessi, l' amante che mai ti abbandona: il proprio piccolo, che di tanto in tanto fa capolino, reclamando tutto ciò che gli viene negato anche da noi stessi.

Ecco il vero miracolo, il quale si avvera ,solo allontanando gli spettri della nostalgia, dimenticando il passato, non pensando al futuro ma sorridendo invece costantemente al presente.


In poche parole : Vivendo l’attimo fuggente!



Italo Suris

martedì 20 febbraio 2007

Un tuffo fra le pentole






20 febbraio 2007

Indubbiamente sviluppare un proprio hobby, se non serve ad essere felici, aiuta a trovare la serenità. Finalmente si fa qualcosa per sè stessi, si può crescere, migliorare e sorridere nonostante la busta paga sia rimasta pressochè invariata.








A capofitto nei maccheroni



Cambiamo argomento del post odierno, parliamo un po’ di cucina, un hobby non solo al femminile, anzi!!!…….Se le donne fuggono verso l’imprenditoria e la politica, gli uomini furbescamente si appropriano di spazi lasciati liberi e reputati fino a poco tempo di dominio esclusivo delle donne. Ovviamente sbirciando contemporaneamente, sornioni ed con malcelata ironia, l’ascesa verso il successo dei nuovi Dei in gonnella. Ops!…volevo dire in gessato!…. ( va avanti ti che a mi me sarissa da rider!)

E’ il fornello il nuovo hobby e il luogo ove la creatività ha libero sfogo è la cucina. E’è qui che un folto numero di mariti, delusi ed irritati dai troppo frequenti mal di testa delle proprie consorti in carriera ( ma le italiane non sono quelle che in Europa fanno più sesso?…ummmh), sfornano in continuazione piatti su piatti.

C’è ormai chi ha raggiunto livelli quasi professionali, chi ha frequentato corsi per Chef, altri come me si arrabattano fra i quattro o più fornelli. A proposito, vado veloce, mi aspettano le seppie da fare per stasera, assieme ai piselli. Ricetta, che inserirò nel blog nei prossimi giorni.

Per ora accontentatevi di una semplicissima ricetta, un primo molto gustoso e saporito: Pasta all’Arrabbiata”, un piatto, molto veloce da preparare e di difficoltà bassa.


Ecco la mia ricetta!!!



Ingredienti:

1 Cipolla bianca ( al posto dell'aglio )
3 Cucchiai d’olio e.v.o
Pancetta a cubetti q.b.
Peperoncino rosso piccante q.b.
Sale fino q.b.
Pomodoro in scatola a pezzettini
Pasta grossa tipo penne o rigatoni di ottima qualità; 80 gr. a persona
Sale grosso per la pasta
Parmigiano meglio se pecorino
Prezzemolo a chi piace










Procedimento:



In una padella inaderente, far dorare a fiamma bassa, in tre o quattro cucchiai d’olio e.v.o., una cipolla media tagliata a fettine sottilissime. Aggiungere, nell’eventualità, per non farle dorare, un pizzico di sale e un cucchiaio d’acqua.
Nel contempo fate bollire circa due litri d’acqua in una capiente pentola d’acciaio. Ad ebollizione avvenuta aggiungete una manciata di sale grosso e la quantità di pasta desiderata. Mescolate subito e lasciate cucinare.

A questo punto aggiungete alle cipolle ormai diventate traslucide, il peperoncino e i cubetti di pancetta. Lasciate rosolare il tutto finquando gli stessi saranno ammorbiditi, dopodiché li leverete dal fuoco mettendoli al caldo. Alzate la fiamma dopo aver versato nella padella i pezzettini di pomodoro, aggiustate di sale, e lasciate cucinare per circa cinque sei minuti, finché l’acqua in eccesso sarà evaporata.

Ci siamo???…Bene!!….Adesso aggiungete la pancetta precedentemente messa da parte, lasciate sul fuoco altri cinque o sei minuti, aggiustate di sale e se la pasta è cotta, fermatene la cottura spegnendo il fuoco e versando nel recipiente un bicchiere d’acqua.
Scolate, amalgamate ai maccheroni nella pentola due o tre cucchiai di sugo pronto e un po’ di formaggio.

Versate nei piatti il contenuto e su ognuno aggiungete del condimento ed una bella manciata di formaggio grattugiato. Eventualmente guarnite con due foglie di prezzemolo.

Buon appetito!! E tanti saluti




P.S. Se il piatto risulterà gradito, attendo un invito a cena. Altrimenti, non cercate di scoprire il mio indirizzo e-mail.




Italo Suris

lunedì 19 febbraio 2007

Rinfreschiamo l'ambiente











RISULTATI









budoia,19 febbraio 2007

Oggi voglio proporvi di condividere un'esperienza da me fatta nel campo della decorazione e del fai- da te. La riqualificazione di una vecchia camera da letto. ecco il post!





Decorazione della Camera Da Letto


Oggi voglio parlarvi dell’avventura durata parecchi mesi, per riqualificare ed abbellire la camera da letto. Il tempo impiegato avrebbe potuto essere di gran lunga inferiore, ma considerando la cosa come un divertimento e non necessitando della camera , abbiamo deciso di spostare i mobili e non stressarci più di tanto. A cinquant’anni infatti si dovrebbe ormai pensare più al nostro benessere che al bisogno d’approvazione.
La camera è posizionata a nord, e se pur arredata con mobili di pregio, comò, comodini ed armadi stile old america, laccati in bianco , un lettone di Annanora in ottone, e da pesanti tendaggi di un rosa pesca, il tutto sfigurava sullo sfondo delle pareti di un banale bianco.
Era mia intenzione fare, come per le altre, una trasformazione radicale, in modo da dare a questa camera l’importanza ed il pregio che meritava. Premetto che vivo in una villetta bifamiliare e che la stanza in oggetto non è molto grande, anzi misura appena quattro metri per quattro.Non era quindi molto facile trovare qualcosa che la rendesse importante rispettando i canoni del buon gusto.
Mi ero incapricciato nel voler a tutti i costi richiamare le decorazioni delle vecchie ville
venete del 400.

Scelta dei colori

Per ovvii motivi di abbinamento, essendo le tende rosa, escludendo le varie tonalità dello stesso colore, avendo le porte ed i battiscopa di legno paduk già un color rossastro ed il pavimento in cotto, escludendo chiaramente il bianco, non mi restava che andare sul verde. E qui ci è cascato l’asino, nel senso che sono iniziate le discussioni con la mia gentile consorte sulla correttezza di questa scelta a suo dire azzardata. Alla fine l’ho spuntata. Ho deciso di usare la tecnica dello spatolato a calce. Lo stesso avrebbe richiamato la tecnica di decorare le case di Venezia.
Ma il solo spatolato sarebbe stato un giochetto da ragazzi, per cui alla fine ho come al solito voluto complicarmi la vita! Ho acquistato in fabbrica, dopo una ricerca dei produttori più vicini alla mia zona di residenza, delle cornici in gesso, sia ad angolo ( per il soffitto), sia piatte, da collocare a parete, per creare dei riquadri con appositi angoli

Materiale ed attrezzi usati


Stucco
Vernice per sottofondo
Carta vetrata di diverse grane
Pennelli di vario tipo
Seghetti per cornici, dime in legno per il taglio delle stesse.
Taglierina
Spugne, stracci, giornali
Spruzzatore
Calce rasata pronta
Rotolo di cartone
Telo di plastica
Guanti
Metro, cacciaviti, attrezzi vari
Cornici in gesso
Colla per cornici ( stucco)
Nastro adesivo

Tecniche d’applicazione, lavorazioni

Dopo aver pulito e stuccato il vecchio muro, si applica a pennello il sottofondo aggrappante diluito al 25% o in base allo stato e alle caratteristiche del supporto. Prima ovviamente si saranno incollate le cornici in gesso, su una superficie resa ruvida da un passaggio di carta vetrata da 100.Le stesse verranno incollato con l’apposito stucco fornito dalla ditta produttrice delle cornici in gesso.La colla verrà formata addizionando una piccola quantità d’acqua alla polvere di gesso caolino fornito, finché questo avrà una consistenza adeguata. Una volta che il sottofondo sarà asciutto, si procederà all’applicazione delle varie mani di calce antica, badando bene a non lasciare grumi o imperfezioni ed applicandola come si dovesse spalmare della nutella su una fetta biscottata.
Il movimento circolare, della spatola ripulirà la parte abbondante di calce già applicata sulla parete, spingendola verso la parte della stessa ancora grezza. Si cercherà di eliminare le imperfezioni anche usando della carta vetrata da 120 o da 240, questo ovviamente allorché la calce sarà completamente asciutta. Sarebbe meglio non grattare poiché il pulviscolo che si forma è micidiale e c’è il rischio di trovarselo in ogni dove. Man mano che si applicano ulteriori mani di calce, la parete diventerà sempre più liscia al tatto, ma si farà anche più fatica a distribuire la mano successiva. Guardare sempre controluce se ci dovessero essere delle imperfezioni, che andrebbero eliminate una volta che il materiale applicato si sarà asciugato.
Protezione degli infissi con nastro, posa della cornice a soffitto, applicazione di calce rasata con spatole di diversa misura.
Alla terza o quarta mano ( meglio), si passa alla lucidatura. La quarta mano dovrà essere applicata con attenzione, cercando di non creare sbavature. Per far ciò si dovrà pulire spesso la spatola usata con uno straccio o una spugna inumiditi. Altro accorgimento da prendere è la pulizia costante della calce che resta nel vaso, da impurità costituite dall’essiccazione della calce sui lati o sulla parte interna del coperchio del vaso. Alla sera si consiglia di pulire bene gli attrezzi con acqua, di coprire la calce rimanente con uno straccio bagnato, in modo che rimanga umida e non ci cadano corpi estranei. Se alla fine la calce risultasse troppo asciutta è possibile aggiungere qualche goccia d’acqua. Per le rifiniture, si consiglia di verniciare con lavabile bianco le cornici in gesso, dopo aver protetto la parete in calce rasata con del nastro in carta, usando dei pennelli di misura adeguata. Per gli angoli della parete concavi, si distribuirà la calce con un dito per gli angoli convessi, si userà la spatola, tirando la calce verso di sé.

Materiali e analisi dei costi


Con un litro di calce è possibile fare tre mani per 1,7 mq. Per una stanza di circa 45 mq. Applicando quattro mani di calce, ho acquistato circa 45 litri di prodotto.
1. Un vaso da lt. 30 di verde…………..Euro 36.00=
2. Tre vasi da lt. 5 di verdino chiaro…Euro 36.00=
3. Un vaso da lt 5 di rosa……………Euro 12.00=
Totale calce = Euro 84.00=
Altri materiali

Spatola n° 1 in acciaio……………………….Euro 24.00=
Rotolo cartone da mt. 50……………………..Euro 15.00=
Rotolo carta adesiva n° 4……………………..Euro 8.00=
Carta vetrata…………………………………..Euro 2.00=
Stucco…………………………………………Euro 1.20=
Materiale di consumo…………………………Euro 5.00=
Totale altri materiali = Euro 55.20=
Cornici in gesso e colla

ml. 45 cornici e n° 16 angoli in gesso + kg. 5 stucco Euro 176.00=


COSTO COMPLESSIVO = Euro 315.20=


Risultati

Al di là del Tempo impiegato che come avevo messo in conto non è stato certo breve, data l’inesperienza ed il desiderio di operare in tranquillità,devo dire che i risultati sono stati ottimi. E’ un lavoro quasi professionale per certi aspetti! Le difficoltà maggiori le ho avute nel fare il soffitto ( quasi nessuno lo fa).
Per applicare lo stucco a soffitto, ho dovuto realizzare, dopo essere anche rovinato a terra, riportando un’incrinatura ad una costola e 3 punti di sutura ad un occhio, una specie di tra battello in legno. Ho usato tavole di legno e due cavalletti in ferro. Ho delimitato il tutto con ulteriore tavole, in modo che fungessero da fermo-piede, ho applicato inoltre dei supporti con una catena per un maggior sostegno. Una scala a destra ed una a sinistra, mi permettevano di salire e scendere da un lato e dall’altro. Le gambe in ferro dei cavalletti si richiudevano a libro in modo che potessi spostare l’arcano anche da solo.

Foto

Visione dei riquadri e di tutte le cornici.Si vedono i colori usati: per il soffitto nella foto ; il verdino chiaro, per il riquadro un rosa salmone e fra le cornici un verde muschio, eseguito con spatola da 4 cm. Per le pareti un verde un po’ più carico, ma in tonalità con il precedente, applicato in cinque mani su sottofondo aggrappante con spatola da 8x20 cm.




Bene spero d’esservi stato utile, ci risentiamo al prossimo post che tratti d’arredo o design.

Un cordiale saluto a tutti

Italo Suris

venerdì 16 febbraio 2007

la luce del giorno: Assieme serenamente

la luce del giorno: Assieme serenamente



raramente ci si sofferma a pensare alla nostra esistenza, al nostro modo di procedere, alla strada da percorrere e a quella già percorsa. Raramente alziamo lo sguardo verso nuovi orrizzonti. Il più delle volte procediamo nel nostro cammino a testa bassa, QUASI RASSEGNATI.

Assieme serenamente

16 febbraio 2007
Oggi, dopo aver letto un articolo su un settimanale, che parlava del disagio giovanile, e dopo esser stato coinvolto da parte di una collega in una lunga serie di disquisizioni circa il malessere dei ragazzi, sul loro sistema di vita a nostro dire trasgressivo e disordinato, privo di valori condivisi ed impostato al raggiungimento del successo economico e d'immagine, sono stato colto da un lieve velo di malinconia.

Ogni sicurezza è svanita, ogni certezza si è volatizzata di colpo come un gas a lungo compresso e liberatosi improvvisamente! Dalla profondità del mio inconscio è nato questo controverso dilemma.

.......Vivere di sogni, che all'improvviso affiorano come il profumo di lavanda racchiuso per troppo tempo in un cassetto di candida biancheria. Inebriarsi di illusioni, di speranze e di ricordi, sempre nel passato che non c'è mai stato o in un futuro che mai verrà.
.......Galleggiare sospesi fra le nuvole dei propri pensieri, allontanare per sempre la realtà che non corrisponde mai alle fantasie che rendono felici???.......esattamente come le droghe, di cui, una volta svanito l'effetto, scarnificano l'anima lasciando l'amaro di un vuoto difficile da colmare????
.......O calpestare a piedi nudi il terreno, percependone piacevolmente le asperità, le protuberanze, gli oggetti impropri ed estranei che l'essere umano dissemina , in senso metaforico o reale e in modo dissennato??
.......Cos'è meglio; l'accettazione di un mondo di sacrifici, di piccole e grandi sofferenze, di gioie terrene e piccole cattiverie e lastricato da brevi tratti di serenità, piacevoli, continui, ma sempre eguali o invece l'intensa emozione di un sogno che, seppur duri l'arco di una breve e malvissuta esistenza, regali un apparente appagamento all'arsura di una mancata felicità?????

Questo è l'annoso ed emblematico dilemma che ognuno di noi dovrà affrontare nella ricerca del proprio benessere psicologico e dell'agognata felicità.


Italo Sùris
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