mercoledì 22 dicembre 2010

avidità e arroganza


Conflitto d'interessi e conflitto fra generazioni. Questo è ciò a cui stiamo assistendo da un po' di giorni. Gli studenti sono convinti che questo governo voglia allontanare molti giovani dalla possibilità di crearsi un futuro basato sulla meritocrazia, a favore dei ricchi e potenti. Che vi sia apparentemente, come dichiarato dalla ministra Gelmini, come risultato della legge in approvazione al Senato, l'eliminazione del nepotismo e dei Baronati, mi lascia perplesso e scettico. Un nome per tutti" il trota" mi fa pensare che i nostri politici siano i primi ad usare il loro potere per allargare e rafforzare la loro influenza assumendo in posti chiavi parenti ed amici degli amici. E' anche questo cattivo costume e che io ricordi, nessun ministro o parlamentare si è dimesso perché un parente o un congiunto abbia occupato un posto altrettanto rilevante nell'amministrazione pubblica. Ricordiamoci di Mastella e della moglie, di Bossi e del figlio, di Dini e di molti altri. I ragazzi d'oggi vogliono spazio, ma anche legalità, pari opportunità, un futuro che non sia quello di operaio come lo è stato quello del padre. Desiderano legittimamente crescere, realizzarsi, concretizzare i propri sogni. Certo la realtà è diversa, la vita è più dura di quanto si pensi e la democrazia va salvaguardata giorno dopo giorno, lottando per valori supremi quali la libertà e l'uguaglianza. Siamo sicuramente in un periodo difficile per la nostra nazione, un momento importante e complicato. Il mondo attorno a noi corre vertiginosamente e stati e nazioni totalitarie per poter competere nel mercato globale sono costrette giorno dopo giorno a scendere a compromessi con la società civile. L'auto referenzialità dei nostri uomini di governo, la loro cieca ed abbietta presunzione, l'arroganza a cui ogni giorno siamo costretti ad assistere, non permettono un dialogo sereno fra le classi sociali. La smania di potere e l'orgoglio smisurato al quale si uniscono grossi interessi economici personali, la mancanza di una vera leadership nell'opposizione stanno creando un clima incandescente. Se a ciò aggiungiamo l'aumento della vita media e il conseguente allungamento dell'attività lavorativa, la corruzione, e la criminalità, è evidente quanto alto possa essere l'allarme in quei giovani che vedono precluse ogni possibilità di una vita decente. Fra uomini che si sono fatti da sé???? è facile pensare che chi ha testa e volontà può raggiungere il successo o farsi un futuro. Indubbiamente lo stato assistenziale in economia è un danno, la concorrenza dovrebbe sviluppare la crescita, certo, ma quando è sana e non si gioca a carte truccate, quando cioè non ci si mette in politica per essere agevolati negli affari di famiglia. Qui ovviamente ogni riferimento è puramente casuale. In Italia il 10% della popolazione possiede la metà della ricchezza e chi è ricco può permettersi di tutto in questo paese, anche comprarsi il futuro se non è già un presente. Allora il danaro è controproducente per il rilancio della nazione, altro che scuole private, tutti dovrebbero studiare nelle scuole pubbliche, anche i figli di papà i quali peraltro dovrebbero far gestire l'azienda di famiglia al compagno di classe più bravo, e anche come si faceva una volta qui in Friuli dargli una piccola partecipazione nella società, perché no?. Un consiglio ai ragazzi, l'Italia è perduta come Napoli e altre città d'Italia. Andatevene via ad imparare in nazioni in cui vengono premiate la meritocrazie, i risultati concreti e non la sudditanza. Imparate lavorate sodo e se proprio volete tornare in questo squallido paese fatelo dopo solo dopo, quando chiederanno di voi e saranno disposti ad ascoltare le vostre proposte, appoggiare le vostre idee, chiedere umilmente consigli; in poche parole amarvi e stimarvi per quello che siete e non solo per quello che sapete dare. Abbiate pazienza almeno finquando le cose si sistemeranno. Poi nel tempo tutto tornerà come prima, la presunzione e l'avidità prevarranno sull'intelligenza e la passione, ma questa è altra storia e toccherà ai vostri figli o ai vostri nipoti ribellarsi all' avidità e al malcostume delle vecchie generazioni. Auguri ragazzi.

italosuris

martedì 7 dicembre 2010

la caduta degli Dei


Come un ghiro dopo un lungo letargo, si sta risvegliando il bisogno di nuova politica. Dove guardo guardo, leggo sigle e nomi strani, movimenti associazioni, ulteriori richieste di appartenenza e di collaborazione. Mi domando, ma in questa Italia esistono ancora uomini liberi di decidere il proprio futuro senza doversi per forza schierare con un partito?Le difficoltà del nuovo governo, ad un attento osservatore e non, sono incontestabili. L'attività di proliferazione da parte dei vecchi e nuovi partiti è allo stato dei fatti anche troppo evidente e ciò vuol dire che si andrà a votare, bene o male e prima o poi, per riconfermare Berlusconi o eleggere un suo sostituto. Non credo o almeno è abbastanza improbabile che Silvio B. venga rieletto visto che a tutti gli effetti, direttamente o indirettamente, nel giusto o nel torto, rappresenta agli occhi dei partiti e di gran parte dell'opinione pubblica il motivo di scontri fra fazioni ed attriti fra nazioni. Tutto ciò anche se in politica estera le apparenze vengono salvate da dichiarazioni di grande amicizia, " fratelli coltelli", come si suol dire. E' innegabile infatti che un avvicinamento troppo interessato ad un partner non certo rispettoso degli equilibri economici e politici finora consolidati fra i paesi europei e gli Stati Uniti, quale potrebbe essere Putin , non è visto di buon occhio né dal partner alleato principale, né tantomeno al resto dei paesi occidentali. Parrebbe e infatti che il triangolo Berlusconi, Putin, Gheddafi potrebbe creare un nuovo assetto nell'area mediterranea ed influire pesantemente sull'approvvigionamento delle risorse naturali in gran parte del continente. Ognuno di questi potenti avrebbe, sempre a parer mio, il potere di influenzare stati limitrofi a discapito della leadership di quelli che erano nel mondo le nazioni simbolo. Parlo delle nazioni che avevano sconfitto nella 2^ guerra, accanto all'America, il Nazismo. Mi riferisco all'Inghilterra, da sempre alleata-cugina degli Stati Uniti; al Canadà, giardino di casa degli USA; all'Australia, feudo incontrastato del regno unito e di molti altri paesi del The Commonwealth britannico. Più di wikileaks, di Naomi di Rudy o della D'Addario; più del PD o di I.d.V., più dei magistrati, ritengo che la causa dell'eventuale caduta del nostro attuale primo Ministro potrebbero essere proprio lo stesso Berlusconi appoggiato in questo dallo stesso Putin, dalla confindustria, dall'America e l'Europa, nonché dalla chiesa...e forse anche un po' dai giovani e dagli operai che si sono riscoperti di sinistra. Certo che è buffo, un anticomunista sviscerato il cui potere potrebbe crollare solo per aver come alleato l'oligarca di una nazione comunista che desidera allargare la propria egemonia economica e politica su paesi già spartiti dalle potenze europee nel lontano 45 a Jalta.( Tra il 4 e l'11 febbraio dela 1945 nel palazzo imperiale di Livadia si tenne la Conferenza di Jalta, il più famoso degli incontri fra Stalin, Churchill e Roosevelt nei quali fu deciso quale sarebbe stato l'assetto politico internazionale al termine della Seconda guerra mondiale. In particolare, furono poste le basi per la divisione dell'Europa e del mondo in zone di influenza (per cui molti la ritengono il preludio della guerra fredda), per l'amministrazione della Germania occupata e per la successiva istituzione delle Nazioni Unite. )

domenica 14 novembre 2010

un gigante dai piedi d'argilla


In questi giorni si sta assistendo all'agonia di un governo che non ha governato. Non è retorica, ma al di là delle singole idee politiche, un buon governo si vede soprattutto dalla coesione dei suoi componenti. I partiti che lo hanno creato sono ormai antagonisti alla maggioranza stessa, non si può quindi asserire che questo governo rappresenti la volontà degli elettori. Per dimostrare ciò, si dovrebbe nuovamente votare, cosa che si spera non avvenga nell'immediato. Sarebbe irresponsabile chiedere le elezioni anticipate, solo un partito che non rappresenti il popolo italiano potrebbe desiderare che ciò avvenga. E' un momento delicato per il nostro paese e per la nostra economia e lo stesso partito di maggioranza non può certo continuare a governare. Esso infatti non rappresenta come continua a dire Berlusconi e i rappresentanti più influenti del pdl, il volere del popolo sempre che si consideri valida l'ipotesi che i vari leader che hanno creato la maggioranza siano essi stessi l'espressione del loro elettorato. L'UDC da tempo sta lavorando per creare un terzo polo e dal governo, non dimentichiamolo si è allontanato Follini prima e Casini più tardi. Ora anche Fini sta abbandonando la barca, creando non pochi problemi al primo ministro in carica e a tutto il suo enturage. Gli elettori sono sgomenti, guardano attoniti e allarmati a ciò che sta avvenendo e temono per ciò che potrebbe avvenire in un prossimo futuro. Il nostro caro premier si è inimicato tutti, la Chiesa, gli industriali, i suoi stessi alleati, gli operai, i sindacati o il sindacato, gli immigrati, i pensionati, sì proprio tutti ad eccezione delle escort e dei direttori dei giornali e delle televisioni a lui vicini. Ecco che la cosa più logica è fare un governo tecnico, con i rappresentanti della stessa maggioranza, che permetta di traghettare il nostro Paese verso nuove elezioni. Se così non fosse si aprirebbero scenari inquietanti. Non si deve considerarlo un complotto, la maggioranza non è in vendita non si può allargare un consenso comprandolo o promettendo cariche ministeriali, è necessario tornare alle elezioni. Chi ha permesso che avvenisse la crisi politica a cui stiamo assistendo, non può continuare a guidare la Nazione solo per interesse personale che sia esso dettato da smisurato orgoglio o da un tornaconto di altra natura. L'Italia nonostante tutto è un grande paese e non merita di essere vittima di faide interne.

italosuris

lunedì 8 novembre 2010

lo abbiamo preso!


Signori siamo nella cacca, sì avete capito bene; siamo nella merda più completa, lo abbiamo preso!. L'Italia arranca, i troppi scandali, l'egoismo ma più di tutti l'invadenza e lo sfrenato egocentrismo alla fine hanno prevalso sui valori che hanno fatto di questo paese nel seicento il paese guida nel mondo. Dove sono gli artisti, i poeti, gli architetti, gli inventori i politici illuministi, nomi di cui sono pieni i nostri archivi?. Dove sono gli operai i vari cipputi che hanno creato con il loro uro lavoro i presupposti di uno sviluppo economico del paese?, è vero che la classe operaia è scomparsa oppure è verosimile che tale categoria si sia allargata ad altri ceti e il concetto di operaio debba essere rivisto alla luce di nuove esigenze e categorie?. Ascoltando ieri su che tempo che fa, ho colto nel discorso di Susanna Camusso, nuovo leader della CGIL, il concetto che espressi su questo blog e sui giornali locali alcuni anni fa: "gli interessi economici, imprenditoriali-finanziari e politici, hanno fatto sparire la figura dell'operaio" del guadagno e dello sviluppo economico impostato sulla ricerca, sull'innovazione, sui progetti e sul lavoro, elementi che fanno parte di un unico sistema di cui la parte imprenditoriale ed economica sono soggetti di determinante importanza, ma senza i quali la stessa imprenditoria non è sufficiente a creare ricchezza per una società che sia essa una nazione o un continente. La globalizzazione ha aperto nuovi scenari, mai più che adesso è necessaria la coesione sociale, il cointeresse e la condivisione di un progetto unico e di cui tutti gli elementi ne godano moralmente e materialmente i risultati. Accennai in questo diario non cartaceo al bisogno di rendere partecipi la classe operaia dei risultati dell'azienda. Mi riferivo ai risultati economici pur sottolineando che gli stessi non sono determinanti, anzi possono causare come avviene nel mondo imprenditoriale italiano, invidie rotture ambizioni, conflitti invece di una competizione sana basata su elementi di etica professionale e morale. Allorché si scelse di approvare l'articolo 18 che a parer di molti rendeva più flessibile il mercato, fui attaccato violentemente per le mie critiche, dai soliti politologi da bar. Il ragionamento invece non faceva una grinza, la mancanza di sicurezza , ma soprattutto di speranze avrebbe nociuto alla stessa classe imprenditoriale, lo smembramento di un sistema, senza peraltro averne in mente uno nuovo e più moderno, avrebbe portato la nostra economia allo stallo, i cointeressi nelle società imprenditoriali, dei nostri amministratori pubblici avrebbe creato gravi distorsioni nelle decisioni necessarie ad amministrare correttamente il paese. Così è avvenuto e se non ci sarà un'inversione di rotta, il disastro sociale e le violenze saranno inevitabili. Allo stato attuale, tutto è in mano dei nostri amministratori pubblici, ai politici che attualmente governano il paese di maggioranza e di opposizione. Ci troviamo davanti ad un bivio che inevitabilmente ci costringerà a fare delle scelte indispensabili; dentro o fuori dall'Europa, rottura o coesione sociale, crescita e movimento o paralisi definitiva della nostra imprenditoria. Il cerino, come dice Bersani si sta spegnendo e nell'era post industriale probabilmente non sarà riacceso più alla stessa maniera.

sabato 6 novembre 2010

pompei muore per la seconda volta?



Oggi alla televisione ho avuto la notizia che a Pompei è crollata la scuola dei gladiatori. Pompei Come sappiamo è unica al mondo ed è patrimonio culturale dell'intera umanità. L'ho visitata giust'appunto il mese scorso e, come prima tappa del lungo giro eseguito, ci siamo soffermati con la guida proprio davanti alla caserma in oggetto. Un edificio restaurato, come molti, in modo approssimativo. Non ho notato a dir la verità molte ditte che fossero incaricate della manutenzione dell'immenso patrimonio culturale ed economico che il sito archeologico rappresenta, anzi a dir la verità il personale addetto mi è sembrato insufficiente. Sembra che in questo paese non si dia più che tanto importanza ai beni artistici e archeologici probabilmente perché non sono privati e quindi non creano ricchezza personale. Bondi peraltro ha dichiarato che gli importi erogati dallo stato non coprono il fabbisogno. Tagli indiscriminati hanno colpito il settore culturale e sono il motivo delle recente agitazioni e scioperi degli addetti al settore, mentre all'estero un insignificante reperto anche se unico crea attorno a se un interesse di tutta la comunità e dell'amministrazione competente in materia che sovvenziona appunto iniziative e progetti per sviluppare e amplificare l'interesse dei media e della comunità internazionale. In Portogallo per esempio sono andato a visitare una vecchia centrale elettrica trasformata appunto in museo e a dir la verità non ho visto più di tanto. Qui in Italia vi sono reperti equivalenti al 50% di quelli esistenti nel mondo e l'attenzione dei pubblici amministratori è stata carente e ha lasciato che molte opere venissero trafugate e altre anche distrutte durante gli scavi dei tombaroli, mi riferisco alle tombe etrusche, ai siti archeologici abbandonati ai ritrovamenti casuali. Quando riusciremo a trasformare in ricchezza la nostra storia? Ognuno di noi ha una sua risposta, ma l'unica che mi sembra più adatta è la seguente:" quando capiremo che ogni giorno si perde un pezzo della nostra identità e dignità"

italosuris

mercoledì 20 ottobre 2010

una sfilza di cappelli

Posted by Picasa



Mi sono sempre piaciuti i cappelli, molto. Sembra che diano importanza, un senso di professionalità, o e di potere. Mi piacciono tanto i Borsalino con le falde larghe, i migliori, che ricordano i tempi del proibizionismo americano e le conseguenze. Personaggi discutibili boss, gente importante ricchi, ma anche gente che desiderava essere elegante, lo calzavano. Erano tutti imponenti questi copricapi, difficilmente piccoli, anche se la statura di chi lo calzasse non fosse elevata. Bene ne ho uno e mi pice sono contento dell'acquisto fatto e quando arriva l'occasione lo indosso più che volentieri.

mercoledì 13 ottobre 2010

il sesso come prova


Abbiamo già parlato precedentemente su questo blog di diversi argomenti di attualità. Ora ne vorrei riprendere uno che sembrerebbe essere stato messo in rilievo ultimamente anche da un politico del Pdl. Mi riferisco all'uso della propria avvenenza per far carriera. Il politico in oggetto, di cui non ricordo il nome, ha asserito che non c'è nulla di male nell'approfittare del proprio fascino e della propria fisicità per poter crescere nella società. Personalmente non sono un uomo affascinante, tutt'altro, ma non è questo il motivo per cui sono sempre stato contrario all'utilizzo delle doti che non siano quelle culturali, mentali, ed etiche, nella competizione sul lavoro o nella politica. Si osserverà che la bellezza ed il fascino possono benissimo essere accompagnati da intelligenza e capacità, una risposta ovviamente banale, ben vengano allora a parità di capacità e di meritocrazia, non tutti infatti possono essere brutti. Certo che se fosse solo l'avvenenza il parametro a cui attenersi, avremmo uno scollamento preoccupante fra le esigenze dell'imprenditoria seria, che dubito siano imperniate sulla bellezza, e quella della società. Il vivere in una comunità comporta doveri oltre che diritti. E' sinonimo di appartenenza alla società venire incontro ai bisogni della stessa e del paese. Posso capire l'importanza dell'immagine ai giorni nostri, ma spero che non sia l'elemento determinante per una scelta delicata come quella di eleggere funzionari e/o amministratori pubblici, soprattutto se incompetenti. Avete ben capito a che e a cosa mi riferisco, penso di essere stato abbastanza chiaro: "l'alcova non dovrebbe essere un sistema di valutazione". In caso contrario consiglio ai vari datori di lavoro e/o amministratori pubblici di far inserire nel curriculum dei singoli candidati anche il costo delle marchette o le misure degli attributi.

lunedì 11 ottobre 2010

un colore di un grande artista


I colori sono molto importanti. La loro vivacità crea allegria e spensieratezza, la diversità, appartenenza, la molteplicità, come nelle tavolozze, rende un assieme armonico pur se in presenza di tonalità fredde e piatte. Questa è la sottigliezza psicologica che si evince in talune manifestazioni diverse fra loro per il messaggio intrinseco che vogliono dare. La scelta camaleontica di più colori sta indicare l'intenzione di unire nella diversità di razza di sesso e di pensiero,anche se per qualcuno ciò può significare disordine e confusione. L'omologazione e la scelta univoca di un unico colore e a maggior ragione, se di tonalità neutra o scura, può invece dare l'impressione di ordine, compattezza, autoritarismo e precisione. Bene fra i colori di questi post, abbiamo inserito, fra gli altri, anche l'azzurro delle casacche di alcuni tesserati probabilmente sloveni. Uniamoci nella diversità, pur rispettando i ruoli ed i paletti costituiti dai singoli colori. Solo così potremo marciare uniti e compatti verso degli obbiettivi comuni: "il benessere e la crescita". Ricordiamoci che il grande affresco chiamato Italia, è stato creato da un geniale artista di fama internazionale non molti anni fa. Un artista di nome Giuseppe Garibaldi.

sabato 9 ottobre 2010

questa è la tomba di mamma, l'ho progettata e fatta fare io, ne sono fiero. Mamma ti voglio bene, ciao Mario

la guerra infinita

Apro l'articolo del mio blog con una immagine eloquente. Scrivo a ridosso di un gravissimo lutto che ha colpito la nostra comunità, la morte di quattro alpini della Julia di stanza a Belluno per un agguato di talebani. Altri giovane vite sono state immolate all'altare dell'interesse economico. Oppure irrealisticamente qualcuno pensa ancora che la nostra sia una missione di pace? Illusi grossi interessi hanno mosso le potenze di mezzo mondo, petrolio e minerali attendono coloro che hanno investito in mezzi e uomini, in sudore e lacrime e morte. Il capitalismo è come un mostro che si nutre di vittime innocenti e non tutte disincantate. Sicuramente uno dei militari deceduti realisticamente aveva intuito quanto la guerra nella sua logica potesse essere crudele. ma realisticamente il mondo gira così e non lo si può di certo cambiare. Ma alla fine a chi giova tutto ciò, non certo al 20% dei disoccupati, né ai pensionati e neppure ai malati i quali hanno altro a cui pensare, a un mondo di squali sicuramente si. Sta a noi trovare il giusto equilibrio anche in tempo ed in zona di guerra e questo equilibrio si chiama autodeterminazione e democrazia. Poi forse anche in Afghanistan verrà un tempo di pace.

la guerra è in casa

La guerra è un evento sociale e politico generalmente di vaste dimensioni che consiste nel confronto armato fra due o più soggetti collettivi significativi. Ho trovato questa breve descrizione di guerra, in wikipedia. Non cercavo minimamente un riferimento alle guerre combattute nel passato, come quella raffigurata nell'immagine, questo concetto mi è venuto in mente ascoltando la radio e leggendo i giornali di questi giorni. Cercherò di scrivere in modo imparziale, senza farmi prendere da preconcetti, ma attenendomi ai fatti e cercando di dare agli avvenimenti una corretta interpretazione. Probabilmente avrete già intuito quale sia l'argomento a cui mi riferisca, parlo, anzi scrivo della guerra fra potenti dell'imprenditoria fra la confindustria e il gruppo che fa capo al nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Oggi ho telefonato ad un amico che pare sia molto vicino alla Marcegaglia, per lavoro o per legami interpersonali, non so, di certo mi ha lasciato a bocca aperta sentendolo dire che non sussiste alcuna rottura fra il presidente della confindustria ed il primo ministro in carica, e che il tutto si possa semplicemente catalogare come un semplice e confidenziale scambio di battute fra il vicedirettore del giornale Porro e l'addetto stampa della confindustria al quale Porro ha telefonato. Ovviamente sarebbe perlomeno riduttivo pensare ad una cosa del genere, stiamo assistendo ad una rottura fra i principali sostenitori del nostro premier e il governo da lui presieduto. E' un dato di fatto. L'intervento della magistratura, le intercettazioni non sono altro che fatti dovuti. Ma al di là dei fatti le parole intercettate fanno capire come la politica italiana sia basata ormai su questioni futili e di interesse personale piuttosto che di effettiva responsabilità sociale. " non si può in questo momento così delicato innescare una guerra mediatica e legale fra poteri forti di un paese che forse nonostante le rassicurazioni del ministro dell'economia, non è ancora uscito dal tunnel di una crisi economica. D'altronde è questa l'accusa mossa dal presidente della confindustria al governo attuale, accusa che ha scatenato l'ira dei giornali vicini a Berlusconi ed alla sua famiglia. " O con me o contro di me, non ammetto critiche né osservazioni" sembra sia il messaggio lanciato dal Premier in questi ultimi tempi. Certo questo atteggiamento lo ha portato a scontrarsi oltre che con altre forze politiche della maggioranza, UDC, e AN, anche con altri poteri forti, quali la Chiesa e ora gli industriali. Non è certo il massimo in questo momento e questo braccio di ferro che in apparenza dovrebbe rafforzare la sua figura nei confronti dell'elettorato, in realtà lo rende sempre più ostaggio degli alleati di sempre, quelli che in questa situazione ci sguazzano e ci guadagnano: la Lega e forse anche quei poteri occulti di cui tanto si parla, che della situazione di incertezza politica, ne fanno profitto. Non è quello che mi aspettavo dalla politica, mi attendevo dagli amministratori responsabilità e non smisurato orgoglio, pacatezza e non turpiloquio, realismo e non negazione. Purtroppo tutto iniziò con l'elezione dell'attuale ministro del consiglio il quale si sente autorizzato, in forza di un consenso avuto dalle precedenti elezioni, ad eliminare eventuali " voci di dissenso " e possibili concorrenti politici. Ricordiamoci alcune parole dette dalla Marcegaglia ed indirettamente sottolineate da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari" ora basta dal 1994 questa maggioranza ha guidato il paese senza alcun risultato, siamo stanchi e scenderemo direttamente in campo". Penso che più di altre queste dichiarazioni, e soprattutto nella parte finale della frase, indichino in maniera lampante quale sia il problema reale che ha provocato la reazione dei giornali killer di proprietà del presidente del consiglio che vede allontanarsi sempre più la sua corsa al Quirinale.

mercoledì 6 ottobre 2010

ritrovare sè stessi

Questa sera la nostalgia mi ha preso il cuore, ho rivissuto momenti del passato in cui, attraverso il mio blog, ho avuto la possibilità di discutere con tanti amici, di illustrare il mio pensiero politico e umano, di esternare con sfrontata arroganza e sicurezza i miei convincimenti. Quanta acqua è passata dal giorno in cui ho abbandonato il mio diario informatico, sono cambiato caratterialmente e anche un po' fisicamente. Non ho più quelle certezze che mi accompagnavano e di cui il mio ego si alimentava, ho meno capelli e quelli rimasti sono di un candore che ormai è quasi impossibile trovare, la vista non è più quella di prima, non mi interessa vedere né più sentire, il mondo mi scivola addosso, le passioni si sono smorzate e come un vecchio seduto su una panchina guardo senza vedere, sento senza udire, parlo senza che un filo di voce esca dalla mia bocca.
Già ma non pensiate che la mia sia una fuga mondo e dalla società, no anzi, è solo il desiderio di godermi serenamente i giorni che verranno.

un abbraccio

italo suris
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