mercoledì 13 ottobre 2010

il sesso come prova


Abbiamo già parlato precedentemente su questo blog di diversi argomenti di attualità. Ora ne vorrei riprendere uno che sembrerebbe essere stato messo in rilievo ultimamente anche da un politico del Pdl. Mi riferisco all'uso della propria avvenenza per far carriera. Il politico in oggetto, di cui non ricordo il nome, ha asserito che non c'è nulla di male nell'approfittare del proprio fascino e della propria fisicità per poter crescere nella società. Personalmente non sono un uomo affascinante, tutt'altro, ma non è questo il motivo per cui sono sempre stato contrario all'utilizzo delle doti che non siano quelle culturali, mentali, ed etiche, nella competizione sul lavoro o nella politica. Si osserverà che la bellezza ed il fascino possono benissimo essere accompagnati da intelligenza e capacità, una risposta ovviamente banale, ben vengano allora a parità di capacità e di meritocrazia, non tutti infatti possono essere brutti. Certo che se fosse solo l'avvenenza il parametro a cui attenersi, avremmo uno scollamento preoccupante fra le esigenze dell'imprenditoria seria, che dubito siano imperniate sulla bellezza, e quella della società. Il vivere in una comunità comporta doveri oltre che diritti. E' sinonimo di appartenenza alla società venire incontro ai bisogni della stessa e del paese. Posso capire l'importanza dell'immagine ai giorni nostri, ma spero che non sia l'elemento determinante per una scelta delicata come quella di eleggere funzionari e/o amministratori pubblici, soprattutto se incompetenti. Avete ben capito a che e a cosa mi riferisco, penso di essere stato abbastanza chiaro: "l'alcova non dovrebbe essere un sistema di valutazione". In caso contrario consiglio ai vari datori di lavoro e/o amministratori pubblici di far inserire nel curriculum dei singoli candidati anche il costo delle marchette o le misure degli attributi.

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