lunedì 14 luglio 2008

accettare per cambiare

14 luglio 2008





Avete mai pensato che per vivere in serenità, la società e quindi la gente che ci circonda, deve essere trattata come il coniuge? Si accetta per quello che è, senza a tutti i costi volerlo cambiare.


meditate gente


Italo Suris

mercoledì 9 luglio 2008

chi di pompino colpisce, in carriera finisce

09 luglio 2008



Fatemi un "pompino" e vi solleverò il mondo. Parafrasando la celeberrima frase, potremmo affermare come ormai il pompino, in latino faellatio, stia diventando l’occupazione preferita delle donne, e non, che vogliono fare carriera. E' l’unico lavoro che probabilmente sanno fare, rende molto con uno sforzo relativo e risulta anche piacevole. Un buon rapporto qualità prezzo, non c’è che dire "l'alta tecnologia degli anni tremila", una tecnologia che non costa in ricerca, un lavoro che provoca pochi incidenti e quindi poche "morti bianche!". Tutte fra l'altro prevedibili o prevenibili, perchè da soffocamento!

Non voglio fare polemiche, anche se il collegamento agli ultimi avvenimenti e alle indiscrezioni apparse sui giornali relative alle intercettazioni di politici nostrani, sorge spontaneo. Ma questa stesura di post, serve solo a fare un’analisi più approfondita di ciò che la” faellatio” o "pompa", ha significato nella politica di tutti i tempi, presso tutte le nazioni.

In Francia, nei regni e nelle monarchie Europee del 1500 esistevano, se ben ricordate, le cortigiane amanti del re o dei suoi ministri. Anche nell’antica Roma il potere durante gli anni del decadimento si gestiva più nelle alcove che nei luoghi istituzionali, mentre a Venezia negli anni del 700, sappiamo che mogli di potenti e commercianti, giravano di notte mascherate per trovarsi giovani amanti o partecipare a goderecce orge collettive.

Ma come ha detto la Guzzanti durante il raduno di piazza Navona a Roma, non facciamo i moralisti o i bigotti. Di ciò che sta succedendo nei palazzi del potere, ne ho abbondantemente parlato in modo critico nei mesi precedenti e non certo perchè mi considero un santo, quanto per motivi di etica, serietà e rappresentività che i nostri amministratori dovrebbero tenere per rispetto, nei confronti di chi li ha eletti. Ma sto rivedendo le mie posizioni, ora non mi scandalizzo più, nè m'incavolo. E’ quello che vorrebbe la politica e con essa il potere; sfiancarti, prenderti "per fame e per sete" per sfinimento o rassegnazione, non dandoti corda e obbligandoti alla fine ad accettare come normale tutto ciò che avviene. E' il vecchio sistema adottato anche dalle imprese, prima si fa e poi si vedrà.

Alla fine ogni stranezza, anche la più impensabile, verrà digerita e considerata normale, anzi chic o di moda. Non lo dico io, lo ha ammesso lo stesso presidente del Consiglio all'ombra del suo "panama", affermando che "agli italiani il galletto piace", si è dimenticato di dire come però. Ha ragione Lui, gli italiani sono un popolo di goderecci, viziati, corrotti ed inaffidabili; analisi della FBI americana, sfuggita erroneamente durante la riunione del G8 di questi giorni.
Noi siamo solo degli invidiosi che vorrebbero avere il potere ed i soldi di Silvio, la bellezza ed il fascino della Carfagna, la moglie di Mastella o di Fini, la ditta della Mercegaglia e l’intelligenza di D’Alema o di Tremonti. Uniche cose che ci farebbero meno piacere, potrebbero essere probabilmente: la statura di Brunetta, l’andatura e il fisico di Fassino, l’età d’Andreotti e i lineamenti del viso di La Russa o di Veltroni, e non ovviamente a tutti, visto che il canone di bellezza è soggettivo per ognuno di noi.

Ma si sa i ministri non sono degli extraterrestri né tantomeno extracomunitari, per cui fisicamente hanno le caratteristiche antropologiche della massa, del popolino intendo. "L’uccello no", quello è speciale, o è sempre in "tiro", o addirittura è d’oro con due grossi diamanti al posto dei testicoli. Ed è questo signori, l’unico vero motivo di tanto interesse per i nostri rappresentanti politici da parte della collettività. Tutto in loro risplende, meno ovviamente la testa, che ad eccezione di Schifani costretto a levarsi il riporto dal Berlusconi e a pochi altri, non soffrono di calvizie incipiente o alopecia.
Silvio invece, ha pensato di ovviare al problema con dei piccoli accorgimenti e alcuni colpi di pennarello. E' forse per questo, che taluni lo individuano sotto lo pseunonimo di "testa d'asfalto". Tutto qui signori, cosa ci vedete di così strano e di così amorale in quello che succede attorno a noi?. Il sesso è parte fondamentale della nostra esistenza e allora?. Aspettate in fila con pazienza, vedrete che arriverà anche il nostro turno, "prostata ed erezione" permettendo.
Italo Suris

venerdì 4 luglio 2008

un cero alla Madonna


03 luglio 2008


Ho provato a leggere in questi giorni i quotidiani, anzi il quotidiano che di solito acquisto, ma vi assicuro che non scorro più le righe dello stesso, con convinzione e curiosità. Mi fa tanta tristezza leggere ciò che i media sono costretti, per motivi di tiratura ma anche per mancanza di una reale libertà d’informazione, a pubblicare. Ci sono le solite notizie politiche che non trasmettono di certo all’italiano medio un senso di tranquillità e rasserenamento, ma che anzi iniettano nell’animo dello stesso, ulteriori angosce e preoccupanti dubbi sul proprio futuro economico e anche politico.

La diatriba nata recentemente fra il capo dello stato e il primo ministro, concernente la correttezza delle variazioni proposte nel disegno di legge sulle intercettazioni richieste dalla maggioranza, lascia presagire per il nostro martoriato paese, una guida della nazione a dir poco personalizzata o condotta, come nella precedente legislatura di destra, a colpi di maggioranza. Imposta, in altre parole, senza quel dialogo costruttivo che apparentemente le due forze contrastanti avevano promesso di attuare per il bene della comunità. Un progetto che avrebbe dovuto avere come premessa, lo smorzamento dei toni e un’opposizione compatta ma nel contempo ferma e dialogante, allo scopo di approvare congiuntamente quelle leggi che avrebbero permesso al paese di riprendersi dalla stagnazione economica.

La legge che si potrebbe a quanto sembra trasformare in decreto, se alcune premesse non venissero approvate, potrebbe, come tutti immaginano, provocare danni enormi all’intera collettività, oltre naturalmente al potere della Magistratura che tutto è tranne che politico. E’ la prima volta che in questo paese osserviamo una presa di posizione da parte della maggioranza così dura ed intransigente e sicuramente non sarà certo l’ultima. E’ impensabile che gli elettori non si attendessero questo comportamento da parte della maggioranza, vista la chiarezza degli intenti del vicepremier, su argomenti ben noti: l’intercettazioni e lo strapotere della Magistratura delle toghe rosse, oltre ovviamente l’impunità per determinati reati, almeno per le prime cariche dello stato, come se ancora ce ne fosse bisogno.

Come si è ben capito la minoranza è allo sfacelo, divisa com’è da continue lotte intestine, da correnti, da partiti e partitini, da interessi personali o di casta e l’unico che è consapevole che questo è il momento per agire indisturbato, è proprio Berlusconi. Il Pd non esiste se non sulla carta. E’ l’ embrione di una mantide, quell’insetto che dopo aver copulato, divora il compagno. Ed è proprio ciò che è successo all’Ulivo e che probabilmente accadrà ad altri partiti della sinistra, in una lotta fratricida o forse rigenerante.

Il giorno 8 luglio vi sarà a Roma, una dimostrazione promossa da Micromega, organizzata da Furio Colombo e benedetta da Umberto Eco e dalla maggioranza delle persone che non vedono più rispettati i principi di democrazia e di costituzionalità. Io ovviamente, per molteplici motivi, non ci sarò. Come non starò più a “chiacchierare” di politica, una parola che per me non ha più senso d’essere, anzi che abolirei dai dizionari nazionali, assieme a giustizia e democrazia, sviluppo e meritocrazia, ricerca ed imprenditoria, conscio che ciò comporterebbe il rischio di trasformare i vocabolari in piccoli bignami dei “contrari”.

Siamo finalmente riusciti a fare quello che non riuscì a fare Attila. Allora fu bloccato alle porte di Roma. Qualcuno ebbe il coraggio di fermarlo sollevando la croce. E forse è ancora la croce che ci può aiutare, rappresentata però dall’unione di persone impegnate sotto il segno di un credo etico e morale oltre che religioso, dedicandosi al prossimo disinteressatamente , per un senso di responsabilità e di giustizia. La vera costituzione è già stata scritta a caratteri cubitali duemila anni fa e sono le tavole con i dieci comandamenti, che alla fine se analizziamo bene sono i principi fondamentali del vivere in armonia.

Non dovrebbe essere difficile in questo modo far politica. Basterebbe assecondare i propri pensieri positivi, facendo seguire al pensiero i fatti dettati dalle parole dei saggi ed dal verbo di Dio. Non serve essere cattolici o protestanti o islamici per farlo, basta essere dei giusti, degli onesti, degli umili e buon lavoratori.

Allora consiglierei a coloro che saranno presenti a Roma, in piazza Navona o in qualunque luogo in cui si svolga la manifestazione, di vestirsi semplicemente con una tunica bianca, un saio della saggezza e della responsabilità, camminando lentamente e con serenità nel silenzio più assoluto. Un mutismo che rappresenterebbe, in modo originale e controcorrente, quell’urlo di rabbia che ogni cittadino onesto e consapevole, riesce ancora a trattenere. Un solo simbolo potrebbe accomunare i partecipanti: un cero o una fiaccola tricolore. Simboli di unità nazionale e di speranza che qualcuno dall’alto si accorga di noi.

Italo Suris

venerdì 20 giugno 2008

si scrive di più in ferie

20 giugno 2008

Signori buongiorno, devo sospendere per un pò di tempo questa piacevole attività. Ho intenzione di rompere con il quotidiano, spezzare il tan tran della vita moderna non con un cynar nè con un lucano ma con un viaggio a Lisbona. Parto domani, spero di trovare bel tempo e di poter fare parecchie foto da collocare sul sito di fotografie il cui piatto per ora langue. Mi riprometto di fare un piccolo sunto del viaggio e pubblicarlo sul blog, moglie permettendo. Non vorrei che il sole ed il mare risvegliasse gli istinti sessuali un pò repressi dall'ansia del vivere quotidiano. In questo caso, non potrei certamente usare la penna.
buone ferie a chi le fa

Italo Suris

giovedì 19 giugno 2008

Come produrre l'improduttività

19 giugno 2008



Al di là degli interessi personali e delle immediate pendenze giudiziarie del presidente del consiglio, ciò che più preoccupa l’opinione pubblica, cosciente che una rielezione di Berlusconi avrebbe sicuramente comportato leggi che non sarebbero certo andate a suo sfavore, è che con le stesse, molti altri processi e i relativi indennizzi in caso di danno perpetrato, saranno a rischio di blocco almeno per un anno, mentre centinaia di processi rischiano di essere congelati.

Ora è chiaro a chi veramente è andato il potere, chi comanda e suggerisce scelte impopolari che, almeno in tempi immediati, possano levare dagli impicci associazioni colpevoli di reati amministrativi ma anche penali. Sono loro e sempre loro, coloro in altre parole che resteranno per sempre impuniti essendo parte integrante e potente della politica di questo paese ma anche Europea o mondiale.

Diciamolo chiaro, di prigioni di Guantalamo, se ne faranno metaforicamente in continuazione ed il motivo per costruirle, la famosa pistola dalla canna fumante, lo si ritroverà, lo si cercherà o per meglio dire, lo si inventerà ogni qualvolta si fiuterà un affare, un mezzo comodo e veloce per far cassa sulla pelle di quella parte della comunità priva di potere contrattuale; i poveri. Ecco qual è il motivo per cui, più ce ne saranno, maggiore sarà la possibilità di arricchimento da parte di pochi, almeno nell’immediato visto che come qualcuno ha palesemente dichiarato, l’unico sicuro sistema per raddrizzare la baracca è, allo stato attuale, lo sfruttamento imposto dall’alto.

Poi si vedrà. Non a caso s’inizia a parlare sommessamente di maggior produttività, che badate bene non consiste come una volta si pensava nel lavorare di più nella stessa unità di tempo, cosa ormai impossibile visti i ritmi di lavoro ormai gestiti da macchine e tecnici e da lungo tempo sperimentati. La nuova produttività si otterrà non tanto nel creare i presupposti d’innovazione tecnologica, di ricerca, e di produzione di prodotti d’alto livello, cosa impensabile in un paese privo di strutture e condotto da un nugolo di corporazioni di cui molte potentissime, quanto nell’aumentare le ore lavorative, l’età pensionabile e mantenendo se non addirittura diminuendo il costo finale del prodotto anche con la diminuzione graduale della paga di fine mese. Come? semplice ci pensa l’inflazione ed il divario fra i pochi ricchi e la moltitudine che paga per sopravvivere.

E’ un sistema di macro economia ben congegnato quello che si sta attuando. Non illudiamoci nel prossimo futuro grosse novità, ma solo tanti ed altri sacrifici. L’unica possibilità, la ricerca di lavori più retribuiti, ma dove? non possiamo certo andare tutti in parlamento. I proverbi e gli aneddoti hanno sempre rappresentato lo specchio della verità, hanno raffigurato metaforicamente il pensiero e la realtà di tutti i tempi. Ne propongo qualcuno che ritengo molto attuale. “ ad un furbo un furbo e mezzo”, “ o così o carico” “ o ti mangi stà minestra o ributti dalla finestra.”.

Per non rassegnarsi all’evidenza e nel contempo per essere concreti e pragmatici, allo scopo di poter meglio difendere i propri interessi di lavoratori preparati e efficienti, bisogna fare proprie queste esperienze, analizzare il passato per prevenire il futuro utilizzando i propri errori per migliorare il proprio status quo o per meglio dire, per peggiorare il meno possibile o, nel più lungo periodo di tempo, la propria situazione economica. L’unità dovrebbe fare la forza, è il primo insegnamento di cui tener conto, ma forse è il più difficile da attuare che da dire, visto che esiste l’illusione in ognuno di noi, di essere invincibile o indispensabile e che ciò che di peggio può accadere, capiti solamente al prossimo. Per il resto, la formula ed il sistema del “dividi et impera” è sempre di moda ed è costantemente messo in atto da chi di dovere.

Purtroppo la realtà è più cruda di quel che si vuol credere. Altri proverbi infatti ci insegnano e dicono “ oggi tocca a me e domani toccherà a te” oppure, “fermati sulla riva del fiume e aspetta che passi il corpo del tuo nemico” , ma anche” ride bene chi ride ultimo” e ancora, “ ci rivedremo a filippi”. Frasi semplici ma di grande e profondo significato ed effetto se analizzate profondamente con occhio o orecchio critico e che, da sole, dovrebbero fare pensare anche coloro che ritengono di far parte “del vincitore” o “del giusto di turno”.

Italo Suris

venerdì 13 giugno 2008

Due palle di troppo 1°

13 giugno 2008


Sono costernato, è parecchio che non scrivo sul blog, se devo dire la verità me ne è passata un po’ la voglia, la passione è scemata dopo le attuali politiche, una vera delusione per chi come me sperava in una politica più vicina alle esigenze della gente ed in cui i ruoli dei singoli schieramenti, fossero ben distinti, sempre con la convinzione che il compito di ogni settore della società fosse quello insindacabile di dare una svolta repentina al sistema a favore dell’innovazione dell’intero paese. Purtroppo, a quanto sembra, è venuta a crearsi una forma ambigua di potere, in cui non si capisce chi sia la maggioranza, chi invece la minoranza e se, come qualcuno ha ventilato, l’opposizione data l’ incapacità della sinistra di mantenere il proprio ruolo, viene fatta solo dall’attuale capo dello Stato.

Ma ci sono più gravi motivi per cui mi sono messo parzialmente in standby, l’amore per l’immagine e la fotografia, una nuova passione per la quale ho aperto, lavorando alacremente, un nuovo sito intitolato : “ catturando momenti di vita”, oltre alle notizie sconvolgenti che affiorano da un substrato di limacciosa illegalità, che corrisponde alla fine all’intreccio ormai evidente, fra affari e politica. Ecco che alla fine il percolato reale , un sostantivo evidenziato nelle intercettazioni riguardanti le indagini in corso da parte della Magistratura campana, assomiglia sempre più, in modo stupefacente, a quello che trasborda dalle discariche virtuali di ogni settore pubblico, primo fra cui, la sanità. La stessa indicata e probabilmente nella maggior parte dei casi come una delle migliori del mondo, settore che però rileva in continuazione sgradite e orripilanti sorprese.

Bisogna avere una grande memoria per ricordarsi di tutto ciò che attorno alle strutture sanitarie è stato motivo d’indagine, dal tunnel che usava Riina costruito appositamente per entrare inosservato in una casa di cura privata, al numero di addetti nullafacenti in Sicilia, ai casi di morti e omicidi volontari di anziani e di degenti ma anche degli errori e delle insopportabili leggerezze con cui venivano trattati i degenti. Operazioni eseguite su arti sbagliati, analisi e diagnosi frettolose, medicinali scaduti, appalti truccati ed edilizia in disuso, insomma di tutto e di più. Ma ciò che ora viene a galla, quasi si vivesse in un incubo, è il fatto di scoprire all’improvviso che sulla pelle del malato si è lucrato cinicamente senza scrupolo alcuno.

Nella clinica privata di Santa Rita, e qui mi faccio il segno della croce visto che si associano i più gravi misfatti a nomi di Santi molto venerati, si pagava a percentuale sul numero di interventi effettuati. Sono stati asportati seni di giovani pazienti e polmoni intatti da malattie degenerative solo per lucro, ma quel che è grave è che nonostante le prove schiaccianti e le intercettazioni eseguite, qualcuno ha avuto il coraggio di dire che ciò che è stato fatto, lo si è fatto per il bene del paziente stesso. Certo tutto ancora è da vedere, le indagini sono tutt’ora in corso ed il processo non è neppure iniziato. Una cosa c’è da dire ed è che se tutto dovesse corrispondere a realtà, allora vuol dire che abbiamo superato veramente il fondo.

Ma mettendola sulla satira e fatti due conti, non vorrei essere preso io per cinico se dovessi ammettere che un fondo di verità potrebbe anche esserci, visto che un seno è più che sufficiente per vivere. Come anche un polmone e un rene e che tale sistematico processo avrebbe potuto sicuramente incrementare le entrate dei singoli medici, dei funzionari amministrativi, degli addetti vari, del direttore o del proprietario della clinica stessa e perché no, forse anche di amministratori pubblici. Cosa che è tutta da vedere ripeto e che rimane, per adesso e a tutti gli effetti, una minacciosa immaginazione collettiva, ma che alla fine potrebbe, se provata, chiudere il cerchio di un circuito costruito sul malato come elemento da sfruttare strutturalmente come fonte di guadagno.


Italo Suris

Due palle di troppo 2°

13 giugno 2008

Precede due palle di troppo 1°http://valcimoliana.blogspot.com/2008/06/due-palle-di-troppo-1.html


Un elemento di latta o di ferro oppure anche un pupazzo di legno da smontare o rimontare a piacimento da parte di un potere conosciuto, esistito solo durante il periodo nazista, nei lager in cui operava e faceva esperimenti sui vivi non ariani, il dottor Menghele. Un sistema di gestire, che altro non è che orribile onnipotenza legata al cinismo più abbietto ma anche alla malvagità che la Chiesa non riesce più a recidere completamente dall’animo dei portatori di un credo superficiale.

Mi aspetto, nel caso i responsabili venissero condannati, pene esemplari e perché no, anche scomuniche da parte dell’istituzione ecclesiastica. Poiché se la vita è alla base del credo cattolico ed elemento conduttore dell’intera religione, non si vede per cui chi commette tali orribili reati e o peccati, non debba bruciare fra le fiamme dell’inferno per il resto del tempo oltre la vita terrena. Non è un caso che si stia allargando l’inchiesta in Lombardia e le indagini si stiano estendendo ad altre dieci cliniche, a quando le altre regioni?. Quelle del sud sembrerebbe siano ormai out in quanto ad efficienza, e se i pazienti dovessero venire al nord, non lo farebbero certo con lo scopo di farsi tagliare a pezzi. Ma attendiamo con fiducia che le indagini seguano il loro corso, che i responsabili, anche politici, si dimettano e che si ritorni a vivere con più serenità.

In fondo direi di non farci un dramma, di tette ce ne sono anche fin troppe nel mondo e pensate che, fra le donne, ce ne sono anche di quelle che ne hanno ben due, una di troppo come hanno fatto capire ultimamente i nostri cari chirurghi. Per chi non lo sapesse di doppie nel corpo abbiamo altre parti e molte anche apparentemente inutili. Abbiamo due orecchie e perché mai?, visto che è meglio non udire. Infatti il caso in discussione presso il parlamento sull’opportunità di regolamentare le intercettazioni, fa capire come un orecchio sia anche troppo. Passiamo ora agli occhi, anche questi inutili visto che per lavorare ormai non servono più.

Il lavoro a termine consiste, in molti casi, nello svolgere attività telefoniche rispondendo al telefono o per meglio dire, “rompendo al telefono”. Si sa che i non vedenti sono sempre stati utilizzati nelle strutture, sia pubbliche che private, come telefonisti. Chiediamoci allora perché lasciare due occhi ad un individuo. Con uno, anche malfunzionante, ci vedrebbe lo stesso, userebbe occhiali e protesi per l’altro, avrebbe bisogno di continue visite specialistiche a pagamento da farsi con prestiti elargiti dalle banche o dalle finanziarie. Fra l’altro non si sposterebbero dal proprio posto di lavoro, il massimo!

Ma di doppio, oltre agli occhi e alle orecchie abbiamo altre cose. Le chiappe che si fanno anche di silicone, per cui levando quelle buone con cui fare bistecche, il vuoto potrebbe essere facilmente riempito con del materiale siliconico, schiumafix o polistirolo, il tutto ricoperto da fintapelle già tatuata per giunta, una cover intercambiabile come si usa per i cellulari. Di doppi abbiamo, continuando, anche gli arti.



Ma in questo caso ci pensano le presse di talune imprese a svolgere il lavoro dei chirurghi senza esborso alcuno. Avete visto com’è facile fare quattrini se il controllo delle strutture è unico e totale, privato o pubblico che sia? Ah, a proposito di parti del corpo doppie, le donne hanno le ovaie mentre noi maschietti i coglioni. Pochi danni in questo caso visto che alla fine, le prime con quelle parti ci ragionano, mentre anche se togliessero qualche coglione di troppo, in Italia ne rimarrebbero sempre troppi. So a cosa state pensando, fra questi ci sono anch’io e vi assicuro che ne sono anche convinto visto che sto qua a discuterne.

Italo Suris

piatti freddi come le morti bianche

13 giugno 2008

Diciamoci pure la verità, sarà meglio che inizi a cambiare genere tornando sulle ridcette di cucina. Sono molto gettonate e ritengo d'aver anche troppo trascurato gli appassionati di questa nobile arte, che poi nel settore, come al solito, sono principalmente di due tipi: chi mangia e chi lavora. Per oggi inserirò ancora qualche argomento riferito alla vita quotidiana, ai problemi che sembrano non finiscano mai.
Ogni giorno ne finisce uno e ne iniziano 1000. Sembra che qualcuno lavori per crearli, in una forma continua di eccitazione. E un meccanismo psicologico compulsivo ossessivo che sta coinvolgendo tutta la società per cui ritengo che per il futuro, ci sarà poco da fare, e la cucina dovrà a tutti gli effetti diventare per forza un argomento secondario.
italo Suris

giovedì 12 giugno 2008

I manipollatori II^

12 giugno 2008


Precede : I manipollatori I^http://valcimoliana.blogspot.com/2008/06/i-manipollatori-i.html

Soluzioni e tecniche degne dell’era tecnologica più avanzata, fantasiose idee irrealizzabili, senza peraltro tener nella minima considerazione la possibilità di applicare delle semplicissime e sensate norme. L’allontanamento definitivo, di chi si appropria di un gettone che non gli spetta,per esempio. Una diaria corrispondente al miserevole importo di €. 250 = , una str…zata, appunto. E non mi si dica che è difficile individuare chi siano, in trans-atlantico di telecamere ce ne sono e forse anche troppe.

Ma vediamo una per una, quali sono le fantasiose idee uscite dalle scatole craniche dei nostri deputati, per risolvere una volta per tutte questo annoso, se non centenoso problema. Fini , che di “double penetration” se ne intende, parlo ovviamente sotto il profilo elettorale, visto che si è impegnato a risolvere il caso e che, per il suo vissuto personale, è considerato uomo di mondo per nulla bigotto e anzi aperto ad ogni esperienza pragmatica , non si è certo scandalizzato. Anzi sua è l’idea di regolarizzare il vizietto fedifrago del pianista, proponendo di far ufficialmente votare a due mani. Ha ordinato la realizzazione di un congegno ad hoc in tal senso. Si dovranno usare quindi per votare ambo le mani. Una vota, la sinistra o la destra indifferentemente visto che politicamente è tutto ancora da vedere, e l’altra conferma quello che ha appena fatto la prima, sempre che vadano d’accordo. In Italia, si sa, una potrebbe essere gelosa dell’altra.


La lega dal canto suo non si è certo smentita nei modi e nei sistemi, propri di questo partito, nell’analizzare e per risolvere le cose. Ha proposto infatti, una cintura celtica con cui imbracare e fissare definitivamente il deputato alla poltrona, durante l’audizione, una sorta di cintura costrittiva di castità. E pensare che gli elettori fanno di tutto per staccarli dalle poltrone su cui rimangono incollati per lustri. Altri, più furbescamente, hanno pensato di mettere dei sensori sotto il culo di ciascuno dei presenti, allo scopo d’individuarne l’assenza o di segnalare ogni eventuale spostamento sospetto del politico infedele. Bella idea, l’unico neo sarebbe la taratura dello strumento visto che il peso minimo indicato come normale è di 40 kg.

E’, a parer mio, un espediente per eliminare i Senatori a vita. Andreotti ma soprattutto la Montalcini, che si sa è tutta pelle e ossa, per sostituirla possibilmente con dive più in carne che ossa, più maggiorate intendo dire e che fanno o hanno fatto “marcette”, tipo “Cucciolina mia”. Più culo insomma e meno cervello e qui, tanto per chiarirsi, ogni riferimento è puramente casuale. Direi che anche questa è un’idea da scartare. Alcuni, e questa sì è un’idea intelligente e come tale è stata subito scartata, hanno proposto di adottare strumenti che individuino l’impronta digitale del votante, ma chiaramente c’è da pensare che questa soluzione sia stata scartata perché, abbia dato a pensare, che qualcuno avrebbe potuto, attraverso il riconoscimento delle impronte, individuare un eventuale traditore.

Potrei proporre allora la soluzione delle gabbie. Profili di ferro in cui richiudere i deputati, costringendoli così a muoversi solo per votare e individuandone l’assenza, semplicemente guardando attraverso le sbarre. In questo caso l’unico rischio sarebbe quello che si ricorra al trucco dei manichini, figure in cera o in materiale plastico, perfettamente somiglianti al corrispondente amministratore di cui non si vorrebbe far scoprire l’eventuale assenza.

Certo signori non è un problema così semplice da risolvere, per cui non so proprio cosa penseranno di fare. Io una mezza idea l’avrei, posizionerei un unico pulsante di dimensioni differenti in base al sesso dell’eletto, posizionato proprio davanti alla poltrona e con il quale poter votare. Certo, anche questo sistema ha i suoi limiti, come la mancanza dello stimolo libidinoso nel caso l’argomento trattato fosse considerato troppo noioso da parte dei votanti di sesso maschile. Ora si capisce perché in Italia abbiamo le deputate più belle del mondo. In quanto alle femminucce sto pensando già ad una soluzione analoga, unico problema?, nell’era informatica cercare il “Gipoint”.

Italo Suris

I manipollatori I^

12 giugno 2008




Non so se i nostri politici abbiano scambiato il parlamento per un bordello, ma le mani, i nostri cari rappresentanti dovrebbero tenerle a posto. Capisco che potrebbero aver confuso “camera” per “alcova”, ma non posso pensare che siano arrivati a scambiare quella benedetta fessura per votare, con qualcos’altro di più caldo e carnoso. Mi riferisco, per chi non l’avesse capito, “alla patatina”, sapete quella cosetta che tanto piace al sesso maschile.

Eh già perché, se così non fosse, non si spiegherebbe questo vizio tutto italiano di fare il pianista. Un’abitudine che consiste nell’inserire sia la mano destra che la sinistra contemporaneamente in due fessure diverse e adiacenti durante le votazioni in parlamento. Personalmente se mi trovassi per caso vicino al furbetto di turno, gli direi: “ma fatti la fessura tua”, a meno che non goda nell’essere cornuto e anche mazziato. Fra l’altro, pensandoci bene, visto che queste benedette fessure non sono di carne, “che c’azzecca”, come dice il nostro caro Di Pietro, il voler a tutti i costi toccare i pulsanti inseriti in ognuna di loro. Da quel che so sono dei semplici pulsanti, mica delle protuberanze nervose, come forse qualcuno potrebbe pensare. A questo punto, per maggior chiarezza, direi che sia il caso che qualcuno spieghi loro a cosa servino veramente.

Cercherò di farlo io, anche se ne sono venuto a conoscenza leggendo i quotidiani in questi giorni. “Miei cari parlamentari”, quelle fessure che tanto vi piacciono collocate nella parte anteriore del seggio e che quindi avete davanti, ciò dicendo non ho alcuna intenzione di paragonarvi a dei trans-atlantici, non è altro che uno spazio in cui infilare la mano. Badate bene, ho detto la e non le, come qualcuno potrebbe aver capito. Le stesse, anche se vicine, sono posizionate su banchi diversi e uno di questi, state certi, non appartiene di certo a voi ma al vostro vicino di posto. Ascoltate me che un po’ me ne intendo.

E poi signori, che figura fareste con gli elettori che vi trovassero immortalati sui quotidiani con le mani nel vaso della marmellata?, se fossero marmellate diverse, beh allora capirei, ma sempre fessure e marmellate dello stesso tipo si tratta e quindi perché usare la fessura dell’altro?. Avete per caso freddo alle mani oppure, come qualcuno ha paventato, è un modo per far prendere la diaria al compagno di partito quel giorno assente, diaria e voto che competono solo ai presenti.

A questo punto, se io fossi stato in Di Pietro, avrei chiamato di corsa Brunetta. Lui sì avrebbe preso la cosa di petto. E non mi riferisco alla vicenda assunta alle cronache in questi giorni, che si riferisce alla clinica di Milano nella quale di petti se ne sono presi anche troppi. Intendo solo dire che, nel caso specifico, avrebbe di sicuro denunciato e licenziato, come coerentemente ha ordinato di fare, non solo i funzionari che costruiscono canili da vendere, durante il normale orario di lavoro in una struttura pubblica sempre a Milano, ma anche chi la figuraccia da cani la fa già di suo.

Il leader dell’IdV ha preferito polemizzare, dando ad alta voce del truffatore a qualcuno rimasto ai più sconosciuto, in ogni modo se lo fa lui, ben venga. Sicuramente la sua osservazione, unita a quella dei radicali e agli appartenenti del Pd, ed il trambusto che ne è conseguito, sono serviti a alla fine a concretizzare pure qualcosa. Ne è nata una gara di idee, è successo un miracolo, e i deputati hanno fatto, almeno per questa volta, funzionare il cervello contemporaneamente.

In una catarsi collettiva e usando la tecnica del cervello impazzito, “brains stormyng”in inglese, sono andati alla ricerca di una soluzione per evitare che in futuro avvenga ciò che avviene attualmente e dallo studio, ne sono uscite di tutti i colori.



Italo Suris

venerdì 6 giugno 2008

caselli e i suoi castelli

Castelli difende spudoratamente e ridicolizzandosi, “i cattivoni del nord”, come li chiama lui, gli imprenditori che attraverso sistemi illegali, hanno contribuito a trasformare i territori del sud in una gigantesca discarica a cielo aperto. Non è certo una cosa graziosa ammettere le proprie responsabilità, ma è risaputo che le industrie in maggior parte si trovano nel nordest e nel nord produttivo, e gli imprenditori anche.

Non è una novità che i paesi poveri a livello nazionale e anche mondiale, si siano accollati l’onere di provvedere allo smaltimento e l’accoglimento di ogni genere di rifiuti, finanche quelli tossici e radioattivi. Vedasi l’africa o l’India e le eventuali regioni meridionali italiane. Chi come Caselli fa finta di non saperlo, è in malafede e per tale motivo non è indicato a rappresentare il popolo italiano in parlamento. Un suo silenzio sarebbe stato sicuramente più apprezzato. Maxidiscarica abusiva, dodici arresti a Foggia, si legge appena di sotto le dichiarazioni del presidente della Repubblica, quel Giorgio Napolitano che, con estremo equilibrio e moderazione, sta conducendo la sua battaglia per la modernizzazione di un paese di corrotti e corruttori.


E’ la più grande discarica abusiva di tutta l’Europa, arrestati 12 imprenditori , coinvolti nel traffico di rifiuti speciali e pericolosi. Imprenditori, ricordiamoci bene questo termine perché alla fine è solo questo sostantivo che crea la rete di interessi sulla gestione dell’oro dell’era moderna. Proprio ieri leggevo il post di un primario d’oncologia che sottolineava come la Emma Marcegaglia abbia grossi interessi nel settore, senza parlare della Impregiglio. Pecunia non olet dicevano i romani, ma sembra che non sia proprio così a quanto pare, visto il nauseabondo lezzo che si sprigiona dalle strade di Napoli e della Campania tutta.

Ora tutto è più chiaro, l’emergenza rifiuti, la conduzione della stessa, i mancati contratti con ditte straniere disposte ad incenerire gli stessi e, perché no, sta sommergendo l’intreccio d’interessi particolari fra alcune parti di poteri imprenditoriali, e politici di diversa inflessione dialettale e dislocazione territoriale. Non dimentichiamoci che le associazioni criminali non sono altro che ditte e quindi a tutti gli effetti, i capi ne sono gli imprenditori. E’ sotto quest’aspetto che la cosa deve essere analizzata, considerando che il nome della struttura imprenditoriale, alla fine diventa solo che un piccolo insignificante particolare. E sembra quasi che più la ditta sia grossa, più potrebbe casualmente o volutamente essere compartecipi di azioni illecite o al limite della legalità.

Tutto ciò rafforza la preoccupazione di coloro che vedono le forze economiche come uniche responsabili dello sviluppo politico ed economico del nostro paese, considerando fra l’altro che nel governo non mancano certo coloro che hanno dimostrato fiducia e subalternità ai poteri forti. Attenzione quindi a sostenere con tutta la forza e legalmente, nonostante lo stesso Berlusconi abbia dimostrato apertamente di non tollerare alcuna dimostrazione di malcontento, i nostri diritti, quello della salute per primo, quello del lavoro e per una paga decente, ma soprattutto quello di non essere schiavizzati dalla nuova dea Kalì, come qualcuno ha definito la regina del tubo.

Italo Suris

Il divo in eterno


06 giugno 2008

Ho avuto la fortuna di essere invitato alla prima di un film che avrà sicuramente molto successo fra il pubblico, diremo di più, è già stato premiato a Cannes ed è intitolato, come sicuramente molti di voi avranno capito, “ il Divo “, un film di Sorrentino, geniale regista partenopeo.

E’ un film che mi ha in un certo senso sconvolto. Mi ha lasciato perplesso l’interpretazione del politico, sette volte presidente del consiglio, un’interpretazione di un individuo surreale, un alieno, un essere apparentemente privo di morale e, cinico quel tanto, da giustificare ogni operazione, anche criminale, come necessaria alla crescita del paese. Sono relai le sue le dichiarazioni che elementi a lui vicino sospettati di frequentazioni che con un eufemismo si potrebbero definire poco attendibili, sono stati necessari a risolvere problematiche che avrebbero potuto rallentare lo sviluppo del paese.

Ho respirato per tutta la durata del film, il lato peggiore del potere e ho avuto personalmente l’impressione, che durante la prima repubblica, sia esistito un unico forte gruppo di potere che ha coinciso con la corrente andreottiana, gruppo di potere in cui esponenti della Chiesa erano coinvolti. Di colpo ho scoperto una terribile verità, l’essenza della politica, i giochi dei vari membri della stessa, forti del consenso del popolo e degli elettori. Un consenso giocato come potenziale motivo di ricatto, di forza occulta, una forza composta non tanto dal numero di schede e di preferenze scivolate nel buio dell’urna elettorale per il desiderio dell’elettore di fare una scelta accurata e responsabile dei propri rappresentanti, quanto da numeri intesi come forza militare da anteporre o contrapporre al nemico di una corrente antagonista.

Già, era ed è ancora questa, la politica in tutte le sue componenti sia partitiche che industriali, ma anche umane. Allora tutte le immagine e ogni riferimento anche casuale , mi sono apparse come un unico piano ben congegnato, ogni atto un elemento prestabilito e decisivo per la sopravvivenza del male assoluto rappresentato, secondo il mio parere, da un un’unica mente, un unico essere diabolico anche se forse così non è stato. Si è parlato nel film di P2, la famosa loggia massonica a cui ha appartenuto lo stesso Berlusconi, e di colpo ho fatto inconsciamente un parallelo. Ho rivisto uno stesso sistema di muoversi, il potere passato di mano, le stesse caratteristiche ma con nomi diversi e mi sono chiesto: “chi tira ora le fila di questa organizzazione collaudata ormai in modo definitivo sin dai tempi di Pisciotta e di Sindona?


E’ sparita sul serio la corrente andreottiana o la Dc, come qualcuno vuol far credere, oppure la stessa ha solo cambiato volto suddividendosi, come un fiume, in innumerevoli rigagnoli che confluiscono alla fine nello stesso immenso elemento, mare appunto, evitando così di essere individuato e controllato più facilmente?

Ho chiesto al regista se il film rappresentasse una forma di denuncia di un sistema, una critica nei confronti della politica attuale, la quale ha solo cambiato volto, ma non metodo. Se fosse l’accusa del comportamento illiberale e nefando della casta che è crollata allorché le è sparita la terra sotto i piedi improvvisamente, un crollo dovuto ai colpi violenti inferti dai magistrati, ma anche dai pentiti e dalle organizzazioni mafiose, le quali per bocca dello stesso Riina durante il processo, hanno ammesso che tutto rimane come prima e nulla è cambiato.



Ecco allora che se dobbiamo dare un merito a questo film, al di là delle interpretazioni dei singoli attori e alla bravura del regista il quale ha così ben saputo interpretare il meccanismo del potere nella nostra nazione, questo ultimo elemento è il merito più importante, un’accusa anche se indiretta di ciò che potrebbe essere stato, ma più di tutto di ciò che potrebbe avvenire. Ed è per questo motivo che ho sostenuto come fosse logico che gli spettatori del Divo potrebbero essere perlopiù, o anche massicciamente, giovani in cerca della verità. I grillino per capirci. Sorrentino come Grillo?, ho chiesto al regista, ha risposto di No.


Italo Suris

Napolitano un vero napoletano

06 giugno 2008


Vi è parecchia confusione sulle responsabilità di chi abbia portato allo sfacelo ecologico gran parte del paese, quello più povero, il meno attento alla sicurezza personale e alla salute, il paese dei poveri rassegnati al destino, una rassegnazione che viene da lontano dai tempi delle scorribande dei saraceni o dei turchi, dall’occupazione militare da parte dei francesi, dei normanni o degli aragonesi. Paesi e popoli eternamente condizionati dal fato, convinti che il destino è superiore alla volontà di riscatto.

La mafia e la camorra hanno preso il posto dei borboni, Masaniello è stato ucciso, sconfitto per sempre e non ce ne sarà un altro o forse incominciano proprio adesso ad apparire sotto altre forme. Sono scrittori, giornalisti, attori, magistrati, ma pochi politici, i quali denunciano lo scempio del territorio, mettendo continuamente in pericolo la loro vita per un riscatto che si spera avvenga al più presto, il riscatto della propria dignità della cultura meridionale, riscatto dei sentimenti del bel canto dell’amore per la natura per il mare una distesa d’acqua che è diventata una pozza putrescente in cui non esiste più vita e che non dà più da vivere.

Si è alzata una voce una voce autorevole per denunciare apertamente le responsabilità dei padroni del territori italiani, gli unni discesi dal nord con i loro camion colmi di liquami, di scarti, i loro scarti, quelli della loro coscienza soffocata dal cinismo e dall’ingordigia. Sono loro e non tutti, la solita e stolta ovvietà di non fare di tutta l’erba un fascio, i complici della camorra se non addirittura i loro inconsapevoli datori di lavoro, inconsapevoli? Resterà forse un mistero, ma non troppo visto che ci sono delle intercettazioni che dimostrano quanto il tutto fosse a conoscenza di chi doveva gestire l’eterna urgenza dello smaltimento dei rifiuti.

Ma ora ci sono dei morti, le coscienze si ribellano ed il presidente del consiglio fa credere che sia tutto sotto controllo, anche la rabbia soffocata nei cuori e nelle ,menti dei prigionieri dell’arroganza. I politici settentrionali si scandalizzano, difendono gli interessi di pochi o di tanti spregiudicati affaristi involontariamente o consci che salvare la faccia sia più importante che correre ai rimedi. C’è da dire che in un paese serio, questi potrebbero corrispondere a risarcimenti enormi e non solo nei confronti dello Stato, quanto per chi volesse considerarsi parte in causa in una possibile richiesta da intentarsi in tribunale, nei confronti dello Stato stesso e di eventuali imprenditori collusi con funzionari infedeli e organizzazioni mafioso camorriste.

Non meravigliatevi se metto spesso il punto interrogativo alla fine di parole che dovrebbero essere decisamente indiscutibili, ma ormai tutto mi suona così strano, incomincio a pensare che le leggi e lo Stato tutto, rappresentino un gigantesco mercato, un bazar, un suk, già forse un immenso enorme suk in cui ogni cosa è in vendita, la giustizia, le regole, il lavoro, la casa, l’educazione e la cultura, la sicurezza sul lavoro, i clandestini, le droghe, la camorra, le bande armate e non armate o armate dagli stessi rappresentanti eletti dai cittadini, che in parallelo armano altre persone non certo più propense a rispettare o solo a prender atto delle innumerevoli inutili leggi di questo Stato.

Uno stato o meglio un paese in cui il giusto, se non vuol diventare martire o santo, ha da star zitto “ adda tacè”, come si dice a Napoli, adesso ora e per sempre e così sia. E’ un sogno, un incubo o c’è qualcosa di vero in ciò che mi passa nella mente in questo momento?. Non so, solo che tutto ormai si sta muovendo così velocemente che sembra quasi che tutto sia da lungo tempo già conosciuto e che le decisioni attuali, più che una volontà di risolvere determinati problemi, sia un sistema per creare “ammuine”, confusione, come nel gioco delle tre carte, dove tutto si muove troppo velocemente per l’unico ed esclusivo motivo che già si sa dove si andrà a parare.


Certo la prima cosa da fare o quella da fare in contemporanea alle leggi in via di approvazione , è da scoprire e da definire di chi siano le reali responsabilità, senza trovare capri espiatori come la mafia o la camorra, strutture composte da uomini in carne ed ossa che pur si muovono col sistema imprenditoriale e usufruiscono di collegamenti e strutture, anche comuni, in un intreccio in cui non si riesce a capire bene dove finisca il lecito e inizi l’illecito.




Ecco allora che individuati i responsabili al sud come al nord, all’est , come all’ovest, in Italia o nel resto del mondo, allora dovrebbe intervenire la giustizia o quella parte sana di essa e con lei tutto il paese che in essa si riconosce. Quindi se dovessero esserci responsabilità di ditte e politici del nord, se le assumano fino in fondo, risarcendo i colpiti, riprendendosi i rifiuti e pagando legalmente e penalmente, altro non c’è da dire, il resto sono solo chiacchiere e prese in giro. Questa E questa è la risposta che avrei voluto sentire da Galan e da Franco Manzato o dai leghisti di turno alla tirata d’orecchi di napolitano.

Italo Suris

le incertazioni

06 giugno 2008



Sul gazzettino di oggi è comparso stranamente, e non si spiega il motivo, un parere del professore di diritto penale, il Vicerettore Luiss Paola Severino, la quale si è espressa negativamente sull’abitudine troppo usata, a suo dire, dell’intercettazione telefonica quale sistema di tecnica investigativa. Le tesi a supporto di tale negativa considerazione, si basano sull’alto costo per l’esecuzione delle stesse, costo che hanno raggiunto una percentuale del 33% del totale delle spese di giustizia. Un ulteriore motivo a sfavore dello spionaggio telefonico è, sempre secondo le tesi dell’esimio esponente universitario, la perdita graduale di altre forme di investigazione più tradizionali, quali il confronto e l’investigazione, le prove testimoniali e quelle scientifiche.

Da una lettura delle prime affermazioni, sembrerebbe ad un lettore distratto, che le intercettazioni possano sostituire a tutti gli effetti quest’ultime come unica prova di colpevolezza nel giudizio finale, e di questo onestamente non ne sono per nulla certo.anzi tale affermazione mi risulta alquanto azzardata. Sono invece convinto che il mondo tecnologico abbia cambiato totalmente il sistema per tutelare l'intera società e per la salvaguardia degli interessi economici e anche fisici dei cittadini, e questo non certo per volere dei magistrati, ma per una evoluzione tecnologica che sta sostituendo appunto vecchi sistemi di prevenzione.

Non esisterebbero altrimenti scudi spaziali o satelliti spia, in uso non solo nell’ambiente militare, ma anche in quello scientifico e imprenditoriale. la negazione di ciò equivarrebbe al rifiuto, in un processo, delle prove del DNA o quelle scientifiche, di nuova concezione, come appunto le ricostruzioni in laboratorio di avvenimenti, traiettorie o movimenti , ricreando fisicamente , ma anche al computer l’ambiente interessato al crimine sottoposto ad indagini. Cosa ovviamente improponibile, visto che ormai sono sistemi che in futuro contribuiranno a scoprire gli autori di delitti rimasti impuniti.

Un caso che fa pensare e all’ordine del giorno è il delitto Pedron, un omicidio avvenuto ben vent’anni fa il cui omicida potrebbe essere stato individuato attraverso la ricerca genetica su elementi organici trovati sul luogo del delitto in quel periodo. Si osserverà che, al di là di tutto, queste sono a tutti gli effetti delle prove scientifiche. Bene, ciò conferma che le stesse non solo sono state abbandonate o hanno perso la loro importanza, ma anzi si sono evolute come sistema di ricerca e di comparazione. Per quanto riguarda il diritto alla libertà personale, un piccolo fatto farà pensare che i metodi al di là della tecnologia usata , non sono di certo cambiati e anzi la libertà di ognuno di noi è sempre stata rispettata solo in parte.


Quando ho chiesto di fare il militare come ufficiale, ho scoperto che nel mio fascicolo personale in mano agli esaminatori, vi era un piccolo neo secondo quello che è stato riferito. Aavevo partecipato come semplice spettatore ad un comizio di Almirante, senza peraltro esser mai stato iscritto a partito alcuno. Potrebbero esserci stati altri motivi non di mia conoscenmza, ma quello che è importante sapere è che qualcuno aveva controllato i miei movimenti, almeno dal momento in cui ho fatto domanda.
E’ noto quanto durante il regime comunista e non solo, e qui mi riferisco ai periodi della guerra fredda, siano stati usati uomini all’interno e al di fuori delle istituzioni per tenere sotto controllo i sospetti. Una forma di intercettazione visiva che non ha nulla a che invidiare con quella in atto nei tempi attuali. In URSS esistevano due spie del KGB per ogni cittadino, forse come oggi in Italia se consideriamo tali i cittadini invidiosi, incapaci e disonesti.

Non si usano le intercettazioni se non con elementi ben precisi derivanti da sospetti precedentemente ottenuti con il classico sistema delle prove o con degli indizi ottenuti attraverso sistemi classici, almeno mi auguro. I cittadini che vogliono prendersi la briga di rischiare la pelle per la giustizia sono pochini, al di là forse della stessa prof.ssa Severino e i casi di malcostume e corruzione sono aumentati a dismisura, sia fra i cittadini comuni, sia ed è quel che più preoccupa, nelle stesse istituzioni che dovrebbero proteggerci dalle illegalità.


Personalmente penso che sia difficile che mi vengano ad ascoltare mentre chiacchero al telefono con una delle mie molteplici amanti, a meno che non ci siano esposti e denunce circostanziate. A proposito, se avessero intercettato le comunicazioni della rumena che ho segnalato alla finanza per i suoi comportamenti a dir poco ortodosssi, sarebbe finita in galera molto prima di quanto è avvenuto ed io non avrei dovuto patteggiare per un esposto, forse impreciso, considerato calunnia nei suoi confronti. Il prossimo lo farò fare dal Vice Rettore Luiss professore di diritto penale.

Italo Suris

da giovani si è anche peggio

06 giugno 2008


Se per caso non doveste piacere ad una donna a causa dell' età, fate una cosa sensata, mostratele una foto di quando eravate giovani, potrebbe cambiare idea,.....anche in peggio!


meditate gente


Italo Suris

giovedì 5 giugno 2008

Proci con le ali

04 giugno 2008


La Ue boccia il prestito ponte per l’Aliatalia, si sono perduti giorni preziosi per il risanamento della nostra flotta aerea di bandiera. Una questione solo e prettamente politica in cui è evidente quanto fosse più importante mantenere una compagnia ed un hub in Lombardia, piuttosto che risolvere le problematiche economiche ed occupazionali dei dipendenti. Vero è che sia stato preteso un ridimensionamento del personale, personale che a quanto pare è in soprannumero non certo per loro scelta, anzi. Ma è altrettanto vero che la voragine creata dai manager susseguitesi alla guida della compagnia e di quelle collegate, non hanno mai risposto per la loro incompetenza.

Ora bloccato il progetto di Prodi e di Bersani, torna il nome della compagnia aerea Francese come probabile pretendente e socia della scalata di acquirenti italiani fra cui si fanno i nomi della Air One e probabilmente della Myair. L’incarico di Advisor per controllare i conti della compagnia e procedere alla privatizzazione, è stato delegato al gruppo SanPaolo, il che è tutto un programma. la Consob in concerto con le borse italiane, non certo le nostre,quelle umane intendo,potrebbe sospendere il titolo dal momento della pubblicazione del decreto approvato dal governo a fine maggio.

Resta però alla fine il dubbio sulla possibilità di utilizzare il personale in sovrappiù in altre mansioni. I tagli accompagnati dagli ammortizzatori sociali, potrebbero interessare migliaia di lavoratori che avrebbero potuto sicuramente essere già stati ricollocati in altri ambiti, in base al progetto originale della compagnia aerea d’oltralpe.



Ora mi chiedo a che pro tutto questo ritardo?, si sono persi dei mesi preziosi e pantalone alla fine, ne pagherà come al solito le conseguenze. Certo in previsione di uno stravolgente aumento del trasporto aereo, anche Malpensa ha il suo peso nelle scelte politiche immediate. Scelte che come si sa sono frutto di appetiti immediati. Il prezzo alla fine fa la differenza e più si aspetta più ovviamente le azioni calano e nel buio assoluto di un congelamento della trasparenza contrattuale, chiunque potrebbe trarne grossi vantaggi.
Italo Suris

Sinti un pò, ma che vò?

04 giugno 2008



S’incominciano a vedere i risultati di una campagna politica basata esclusivamente su proclami, divulgati non tanto per le reali possibilità di realizzare quelle riforme necessarie al paese, quanto come espedienti per convincere gli italiani moderati ed indecisi a votare un partito coeso solo sulla carta e diviso al suo interno. Un partito di politici il cui unico collante potrebbe essere solo la voglia del potere, per amministrare un paese in via di evoluzione o forse di estinzione.

Già alcune cose potrebbero essere a mio avviso criticate duramente. Prima fra tutte menzionerei l’esclusione della detassazione sugli straordinari per tutti gli statali, decisione a tutti gli effetti incostituzionale, la massiccia campagna contro i fannulloni della stessa categoria escludendo quelli che con la loro assenza in parlamento, hanno permesso che il decreto per salvare rete 4 non andasse a buon fine. Una vergogna questa, per una maggioranza forte come non mai nei numeri. Ma fra le altre riprovevoli cose, aggiungiamoci anche la postilla inserita in decreto, per salvare per l’ennesima volta il presidente del consiglio dai suoi guai giudiziari.

Le dichiarazioni della Carfagna, ottima ballerina ma pessima politica, secondo il mio parere, ostile alle unioni di fatto fra omosessuali, è un ulteriore elemento che denota desiderio di protagonismo e scarso senso pratico. Sommiamo a tutto ciò la diminuzione degli investimenti sulla sanità, con il risultato di sfavorire a tutti gli effetti proprio quegli anziani che si diceva di voler aiutare, e le dichiarazioni per l’esecuzione di improbabili impianti nucleari i quali già di vecchia generazione, non intaccheranno minimamente le necessità energetiche del nostro paese e anzi creeranno future problematiche per lo smaltimento delle scorie radioattive. Non per ultimo c’è da valutare attentamente la convenienza per l’esecuzione del ponte di Messina di cui nessuno ne riesce a percepire la reale necessità nell’immediato, né tantomeno i costi reali e la ricaduta occupazionale per il mezzogiorno, al di là della convenienza per le imprese in odore di mafia. Sono tutti problemi affrontati con estrema superficialità, ma anche con pericolosa frettolosità.

Non è un caso che quasi tutta la Campania si sia ribellata all’esecuzione di nuove discariche in siti ritenuti inadatti nelle precedenti gestioni e o commissariamenti, senza fra l’altro voler sottolineare la recente azione giudiziaria, da parte dei magistrati, nei confronti di alcuni funzionari responsabili della gestione e dell’organizzazione della raccolta e dello smistamento dei rifiuti. Si spera che non ci sia quel cambio di guardia che in molti temevano.
Bassolino da indagato è sparito dalla circolazione, il suo nome non viene quasi più pronunciato, di Mastella non se ne sa più nulla, nemmeno se ha avuto recentemente un raffreddore, mentre il nome di sua moglie è ancora riscontrabile per un motivo o per un altro, sui quotidiani nazionali. Fra le altre cose, la scuola non decolla, e le tre famose “i”, che stando alla volontà del nuovo e vecchio presidente del consiglio Berlusconi, avrebbero dovuto significare ;” inglese, informatica ed impresa”, sono alla fine rimaste come sinonimo di; “indifferenza, inedia ed ignoranza”.

Ma parliamo invece della trovata più geniale, la stessa che ha fatto vincere i soliti ambiziosi, quelli come , Maroni, Castelli, Brunetta, Tremonti, ed il figlio del dentista nonché marito dell’ospite preferita di “Marchette”, il Dr. Calderoli, escludendo di Berlusconi, che rimuginavano da parecchio tempo e provando con tutte le forze, di tornare sugli scranni del potere, della guerra all’illegalità di matrice extracomunitaria..

Parliamo della caccia alle streghe, della giustizia applicata con energia e prontezza, a discapito ovviamente dei deboli, dei clandestini, unici elementi di disturbo e motivo di estesa illegalità. Siamo diventati lo zimbello d’Europa, si stanno moltiplicando nel nostro paese, e nessuno lo può negare se ragionasse in modo oggettivo, le forme di razzismo ed intolleranza, che badate bene non riguardano più Rom o Sinti, ma tutti coloro che non si conosce e di cui si teme il modo diverso di pensare. Forme di violenza e di disprezzo che, per adesso, si possono individuare nelle categorie degli omosessuali, dei politici di diverso pensiero, ma che in un prossimo futuro potrebbero interessare molto probabilmente anche in donne di diversa etnia, educazione e ceto sociale. Di ciò si hanno le prime avvisaglie nonostante quello che si voglia far credere.

Ma fra gli stessi un’ottica di riguardo potrebbe essere data anche agli immigrati che già hanno un lavoro o semplici rifugiati senza permesso provvisorio. “Guerra all’Islam”, è ormai il ritornello che si sente frequentemente rimbalzare di bocca in bocca per le strade di ogni città e di ogni paese.

Ultimamente a Mestre, hanno fatto un picchetto per impedire che si costruisse un campo per una comunità Sinti., persone integrate nella società da oltre dieci anni, che lavorano raccogliendo rottami di ferro e pagano regolarmente le tasse. Non si è voluto dar loro la possibilità di trovare un posto dove alloggiare, sono tanti, è stato detto, i poveri italiani che hanno le stesse necessità, dimenticandosi che questi in taluni casi, sono stati vittime de sistema capitalista il quale li ha allontanati dalle abitazioni popolari, situate in centro di grosse città. Politici e speculatori edilizi hanno messo gli occhi addosso alle zone edificabili più appetibili occupate appunto da vecchie case popolari.


E’ alla fine il solito ritornello, i ricchi ed i potenti che occupano con protervia e prepotenza i terreni dei contadini, la foresta Amazzonica, i giacimenti petroliferi, le montagne attraversate dalle vene di oro e diamanti, rame ed uranio, argento. Questa è la verità: quello che hai tu non potrà essere che mio, quello che pensavo potesse essere mio non lo potrà essere fintando qualcuno occuperà quegli spazi.

Una proposta ci sarebbe, quella di costruire nuove case popolari per tutti, anche per i Sinti o i Rom, farli studiare in modo che si integrino nell’attuale società eliminando motivi di conflittualità e possano anzi rendersi utili alla stessa. Cosa che a Milano è stato impedito, come si evince sulla repubblica di oggi. Lo si può leggere in un articolo a pagina 11 il quale sottolinea come ormai molti rom abbiano lasciato la scuola per timore di ritorsione e per le continue minacce.



E’ l’unica strada da affrontare per risolvere un problema spinoso e di difficile soluzione, l’integrazione pacifica diverrebbe come una forma di esorcismo, un modo di conoscere il diverso ed apprezzarne i lati positivi. Tutto ciò senza ovviamente trascurare la legalità, la quale andrà fatta rispettare in modo autorevole iniziando ovviamente infliggendo pene esemplari a coloro che dovrebbero dare l’esempio, ai corrotti e ai complici di malefatte contro gli interessi della comunità tutta, ai truffatori legalizzati.


Italo Suris

un guasto alla fiducia


05 giugno 2008


Un guasto all’impianto di raffreddamento di una centrale nucleare della vicina Slovenia, sta creando ansia, paura, angoscia in tutta l’Europa e maggiormente nel nostro paese. Qui in Friuli penso che la paura si tagli con il coltello, anche se alla fine nessuno ne parla apertamente. Ma siamo ad appena un centinaio di chilometri dalla località in cui è avvenuto il danno al circuito in questione e vi assicuro non c’è da starsene allegri anche se le notizie sembrano rassicuranti visto che si dice che non ci siano state fughe radioattive. A Trieste ho mio figlio che studia, è l’unico figlio che ho e temo per la sua salute.

In Italia il problema è anche maggiore, non tanto quello puramente pratico o tecnico, quanto quello mediatico e legato all’a corretta informazione dei fatti. E’ vivo ancora il ricordo del disastro di Cernobyl in Ucraina, la temperatura dei reattori nucleari spinti al massimo durante una prova, superò il limite di sicurezza, creando quello che è stato definito uno dei maggiori disastri di natura ambientale dovuto alla negligenza umana.

Ero in Francia in quel periodo ed ebbi la fortuna, se così si può dire di venire a conoscenza della cosa alla radio, telefonai a mia moglie in Italia e nella nostra beneamata nazione il problema, estremamente grave, non era stato neppure menzionato. Sicuramente per non fare allarmismo, certo però che la nube radioattiva non aveva rispettato le regole di civile convivenza, arrogandosi la decisione di espatriare irregolarmente oltre i confini dei paesi dell’est europeo, raggiungendo la Svizzera e anche la Francia.

A risolvere il problema di Cernobyl, fu concesso un appalto ad una ditta locale, una ditta meccanica specializzata nella produzione di macchinari di alta tecnologia che servirono per seppellire, sembra inutilmente sotto uno strato di tonnellate di cemento, l’intero impianto. Non penso che la ditta in questione fosse preparata ed attrezzata per tali interventi, soprattutto quanto a personale specializzato nel trattamento delle scorie radioattive. Per quello che si dice infatti, sembrerebbe che il lavoro più pericoloso sia stato eseguito dagli operai del luogo, pagati profumatamente e coscienti che la loro morte sarebbe servita a migliorare il tenore di vita dei familiari rimasti.

Chissà se tutto ciò corrisponde a verità o a fantasia. ancora oggi, mi chiedo che fine abbia fatto il ferro radioattivo smantellato dagli impianti della centrale. Visto che di discariche si sta parlando con preoccupazione in questo periodo, vuoi vedere che sono finite nel Casertano? Battutaccia a parte, sicuramente questo imprevisto si inserrà nella diatriba politica sull’opportunità di costruire centrali nucleari di terza generazione nel nostro paese.


Il timore Europeo sta a dimostrare che la paura sussiste e a tutti gli effetti le soluzioni tecniche adottate per garantire l’efficacia e la perfetta funzionalità di questi impianti, non sono ancora perfezionate. Allora perché farle in Italia?, perché mi chiedo doversi cagare addosso per il resto della nostra breve esistenza? Personalmente il problema più di tanto non mi tange, anzi, appena costruiranno la prima centrale atomica italiana, mi metterò a vendere pannoloni per incontinenti. Radioattivi sì, ma almeno ricchi.


Italo Suris

domenica 25 maggio 2008

odio, l'amore dell'uomo

25 maggio 2008


Chi predica amore suscita odio, o meglio destabilizza l'egoismo umano, mettendo in discussione il potere e con esso il valore ingiustamente datogli.


Italo Suris

sabato 24 maggio 2008

Mammà,....Facimm'ò colerà

24 maggio 2008

Mammà, sta arrivann’ o’colera”, dice il figlio alla madre che lo tiene per mano. Siamo in un’assolata via del centro di Napoli ed un bambino si rivolge con queste parole alla madre. Cosa sarà successo di così grave?, che sia nuovamente arrivata la peste come nel 400? No, non abbiate paura, niente di tutto ciò, o forse anche peggio, nel senso che sono arrivati i ministri di Berlusconi e tutti assieme fanno il colera, come si suol dire a Napoli quando si fa “ ammuine”, cioè confusione. In quanto alla peste ci pensa “bel sol”, termine puramente friulano che significa,” da solo”, lo stesso Berlusconi, chiamato appunto: “Silvio la peste”, come il famoso Pierino.

Ma le cose sono più serie e non bisogna scherzarci su, almeno non troppo. Il problema è “à munnezz”o forse una promessa tradita e, con essa, la speranza di un cambiamento indolore. Probabilmente Silvio conosce poco i napoletani, al di là d'aver cantato con Apicella “ anime e core”, una famosa canzone partenopea che inizia appunto così: “ tennimmace accussì, aneme e core, stù desiderio e te me fa pauraa”. Proprio in queste due righe si scopre il vero problema, una problematica psicologica irrisolta, il classico complesso di Edipo. Silvio non ha voluto abbracciare i suoi figli addottivi, i partenopei appunto.

I napoletani non sono mai riusciti ad abbandonare il complesso d’inferiorità, che si evince in modo evidente, proprio nella loro proverbiale creatività, la quale non è altro che un modo di farsi vedere, di sentirsi apprezzati e non traditi. Sono come gli americani, degli eterni bambini, ed è per questo che il loro modo di vivere è solo un gioco, un teatro continuo ed incompiuto, un presepe di vita. La riprova? i grandi talenti che questa generosa regione del nostro paese, la Campania appunto, ha donato alla cultura; nell’arte, nel teatro e nel canto, oltre che nella musica e nella poesia. Insomma, un vero popolo di poeti e di navigatori, il classico abbinamento che ha contraddistinto la gente italiana.

Non sto denigrando nessuno, sia ben chiaro, anzi! Io pure sono d’origine partenopea, non mi ritengo diverso da loro,tantè vero che mi definisco “un creativo” cui piace l’arte in tutte le sue forme. E’ l’emotività, il coinvolgimento dell’anima, che i teatranti di vita ricercano nel prossimo e hanno in se stessi, sono per questo molto sensibili e si accorgono subito quando uno tradisce la loro fiducia. Allora signori sono guai, incominciano a fare “o colera”, quella sceneggiata napoletana tanto cara ai cittadini delle terre vesuviane che però non è certo da sottovalutare. Hanno il bisogno di un riferimento e di un’autorità che li guidi, un padre putativo che soddisfi le loro attese. Non per niente sono ancora legati alla monarchia almeno con il cuore, proprio come ai tempi di Francischiello.

In Berlusconi, non solo per la statura, avevano identificato un moderno Francischiello, detto senza disprezzo, ma con la convinzione che queste fossero le loro reali attese. Aspettative che avrebbero dovuto essere, lavoro e benessere, pulizia e divertimento che poi è il pane dei napoletani e Silvio questo lo sa bene, visto che di cinema e di televisione un po’ se ne intende. Ma le truppe no, i militari non ci dovevano essere, nemmeno nei proclami e nelle leggi emanate frettolosamente dal governo che si è insediato nel palazzo reale di piazza plebiscito, quei ministri imposti dal nord e calati assieme alle truppe in un territorio non loro.

Ecco come si risvegliano dal loro sogno i cittadini campani, un risveglio brusco, fatto di manganellate e di trincee, di imposizioni e di appropriazioni di terreni per farne discariche, quei terreni assolati che hanno cibato con i loro frutti e per millenni, la popolazione locale. Pomodori, melanzane, limoni uva e fichi pesche e altro nettare della terra, questi sono i frutti che sono già stati avvelenati dalla camorra con le scorie ed i rifiuti solidi o liquidi derivanti dalla lavorazione dei prodotti dell’ imprenditoria veneta e lombarda. Volete levare a “pummarola o a e melanzane alla parmigiana” ai napoletani?. Pazzo, chi lo pensasse sarebbe veramente pazzo. Pensate che Napoli ed il suo litorale possa esistere, senza nocino, o il rosolio o “à pizza c'à pummarola ingoppa” e il limoncello?Impossibile!

Non è corretto prendere il posto della camorra seppellendo tonnellate di rifiuti nelle viscere della terra di Caivano o di San Giovanni a Teduccio. Tanto per fare dei nomi qualsiasi, che nulla hanno a che vedere con il problema, ma suonano bene, da nome di "sito" napoletano. Non si può proprio e tantomeno quando i treni che avrebbero dovuto portare “ ammunnezza” in Svizzera o in Germania o Francia e Austria, per qualche inspiegabile motivo sono stati bloccati, rimanendo a lungo inattivi. Ma il governo ha pensato anche a questo e di Gennaro, proprio in questi giorni è stato premiato per la sua fedeltà e professionalità. Speriamo di non dover vedere una nuova G8 a Napoli, il popolino se colto "d'acollora", potrebbe fare nuovamente “ o colera!”.


Italo Suris

Perdonatemi, migliorerò





Vedete questo trucco?, l'ho imparato da un blogger, serve a mettere in evidenza che ho raggiunto la meta prefissatami, il primo posto fra i 100 siti di fotografia. Eppure di fotografia non ne so molto, sarà piuttosto il fatto che quello che scrivo e immortalo nelle immagini del mio blog: "catturando momenti di vitahttp://vitaindiretta.blogspot.com/", non è altro che la rappresentazione dei momenti condivisi da ciascuno di noi, di noi e di voi, di tutti insomma.



Avrei con umiltà, potuto fare a meno di questa esibizione che nulla aggiunge al valore intrinseco dei sentimenti, anzi li sminuisce agli occhi del lettore, ma forse anche questo è un sentimento corretto se espresso con delicatezza, e non violentemente sbattuto in faccia a chichessia. E' come se chiedessi a tutti gli elettori, siete contenti?, quello che desidero offrirvi è il massimo e forse non è nemmeno troppo, anzi è troppo poco, questo è quello che sono riuscito a fare, perdonatemi, migliorerò. In poche parole, ora posso dedicarmi nuovamente ai lettori di questo sito per scambiare due chiacchere con loro.


Italo Suris

ci vogliono far sputare sangue

23 maggio 2008

Sono giorni ormai che non scrivo su questo blog. Mi sono dedicato in tutto questo tempo più all’altro, quello della fotografia, visto che mi ero prefissato di portarlo ai primi posti della classifica in breve tempo. Ho condotto una sfida contro me stesso, dato che questo sito è stato primo anche in quel contesto, fin quando ho fatto una scelta diversa. Ho pensato, giustamente, che le immagini potessero parlare anche da sole. L’interpretazione, come ha concordato una pittrice che conosco, è soggettiva, salvo che non si inserisca, come di mia abitudine, sotto ogni immagine due righe o una didascalia che ne illustri il pensiero, dando corpo tra l’altro all’emotività interiore, oltre alla capacità di coinvolgere emotivamente anche il lettore.

Questo è l’unico motivo per cui è nato il nuovo blog, dedicato alle immagini, intitolato:” catturando momenti di vita”, il ché, è tutto un programma. Ma non ho intenzione di vantarmi, solo di scusarmi con gli eventuali lettori. Ciò che m’interessa ora prendere in considerazione, sono alcuni aspetti sociali per analizzarli sotto un profilo esclusivamente critico. Intendo parlare delle prime iniziative intraprese dall’attuale Governo e soffermarmi su altri aspetti, uno fra i quali, l’insediamento ed il discorso di Emma Marcegaglia in qualità di primo presidente donna alla guida della Confindustria. Mi complimento con lei, è sicuramente molto brava, anche se personalmente le donne virili, come l’ha definita nell’articolo sulla repubblica di oggi Roberto Mania, non sono il mio forte.

Ma veniamo al sodo, ad alcune affermazioni e analisi estratte dal quotidiano che se corrispondenti al vero, mi lasciano un po’ perplesso. La prima che gli industriali non hanno bisogno di entrare in politica cosa che , si legge , era stata presa seriamente in considerazione da Montezemolo, il presidente uscente di Confindustria. Certo bisogna anche sottolineare come tale affermazione sia stata maggiormente messa in risalto dal manager-socio del gruppo Fiat, in un momento in cui il Governo Prodi era in grave difficoltà e proprio per attacchi da parte di alcuni appartenenti alla linea dura della stessa organizzazione sindacale industriale.

Attacchi che ovviamente hanno parecchio inciso sulla tenuta del Governo, lasciando libero spazio alle manovre politiche nel suo interno che, data la risicata maggioranza, sono servite a riportare alla guida del paese gli stessi rappresentanti politici dell’aquila, il simbolo appunto della stessa Confindustria. E in questo gioco di potere, quale ruolo hanno avuto gli imprenditori?, è difficile pensare che il loro potere economico-mediatico sia coinciso solo casualmente con le idee del massimo rappresentante della loro categoria, quel Silvio Berlusconi che innocentemente e pericolosamente, in qualità di presidente del Consiglio, riafferma la convergenza d’ opinioni con una parte importante dell’economia nazionale, gli industriali appunto.

Eppure anche la Marcegaglia ha parlato politichese, soffermandosi su temi sociali quali le pensioni, il lavoro delle donne, la lotta alla mafia e, per ultima cosa, esprimendo ferma condanna per le morti bianche. E’ un tema che riguarda da vicino la stessa, in prima persona e di cui come massimo rappresentante degli industriali si sente responsabile per il futuro, mentre come imprenditrice ne è responsabile nel presente. Staremo a vedere quali decisioni prenderà la magistratura e quali saranno le conseguenze dal punto di vista di immagine personale. Certo che l’attuale maggioranza, permetterà una migliore governabilità e di questo si sono resi conto anche gli elettori, visti i risultati politici della scorsa primavera.


Gli operai, fatto per me molto grave, sono rimasti senza rappresentanza politica, o meglio qualcuno ha occupato o lo sta facendo, gli spazi di quella parte politica definita marxista dall’attuale presidente del Consiglio. Un ripulisti totale, come si fa nelle fabbriche, della gente che dà fastidio e che rema contro quelli che, apparentemente sembrano, “gli interessi della comunità”. Ma chi è la comunità?, non sono mai riuscito a capirlo. Tutto ciò è avvenuto con la complicità, se così si può dire, della sinistra moderata. “L’Italia può rinascere, abbiamo uno scenario irripetibile”, ha esclamato la signora Emma”.

Sì, non ci sono dubbi, l’Italia può ripartire, ma chi farà la parte del carburante?la compattezza degli imprenditori o la massa degli operai?. Mi sembra che ancora una volta non ci siano dubbi su chi dovrà pagare per intero lo scotto del nuovo sviluppo. Un ri-rinascimento, visto che chi prima ha disfatto, ora dice di essere rinsavito. Già perché da che mondo e mondo politica ed imprenditoria sono sempre andate a braccetto, quindi ciò che è veramente mancata è stata la lungimiranza di chi ci ha guidato, aquila compresa.

Ora, come al solito, si cerca il capro espiatorio da dare in pasto al popolino, la colpa dell’inefficienza dello Stato sta tutta nel comportamento dei dipendenti pubblici, nelle loro paghe e nell’assenteismo di quelli che si allontanano durante le ore lavorative. “Persone che rappresentano un’offesa nei confronti dell’operaio serio e produttivo”, sono le testuali parole della lady di ferro, la nuova Tacher italiana. Non si dice quanti siano, né dove siano e si colpisce per scelta politica indiscriminatamente tutti, per dare l’esempio ed un contentino all’opinione pubblica.

Come? escludendo semplicemente gli stessi dall’incentivazione per la produttività, con la mancata riduzione al 10% sulla tassazione degli straordinari. Un controsenso, se veramente si desidera che siano produttivi. E’ una scelta opinabile, che personalmente ritengo ingiusta, discriminatoria e anticostituzionale, anche se i dipendenti pubblici dovessero essere in sovra numero, il che è tutto da provare. E visto che ci siamo, senza voler rincarare la dose, mi pare corretto ricordare per par condicio, che un comportamento immorale sta anche nell’eludere le tasse che alla fine è alla pari dell’assenteismo, vero furto a discapito dello Stato.

Ma si sa, di costituzione ormai non se ne parlerà più per un pezzo, nonostante la stessa sia stata, proprio come la stella polare, un riferimento per la conduzione corretta della politica nazionale. Certo che ora si dovrà finire il lavoro iniziato rivedendo e riscrivendo, in chiave moderna, la stessa. Non si lasciano i lavori a mezza strada, concordo. Ma vengano pure i cambiamenti, sgorghino anche se in ritardo le lacrime di coccodrillo, l’importante è che veramente si faccia sul serio. Ritengo che questo sia un obbiettivo raggiungibile, ma non tanto per la schiacciante sconfitta della sinistra, quanto per il fatto che la barca, appesantita dalla burocrazia imprenditopolitica, stia a tutti gli effetti facendo acqua.

Allora la scelta che apparentemente sembra politica, a tutti gli effetti diventa economica. Si è scoperto, anche se non ammesso che l’imprenditoria italiana, non ha scommesso sul fattore umano, sul sistema impresa dipendente, sulle risorse umane scarsamente retribuite e frustrate da comportamenti tipici di questa nazione e delle sue caste, lobby difficilmente intaccabili, visto che il denaro ed il guadagno sono collanti troppo resistenti. Ci vorranno vent’anni per risalire la china, si prospetta già una finanziaria di sangue, altro sangue dopo quello versato o meglio sputato, sotto il Governo Prodi. Sono diventato persino tubercolotico e tisico a forza di scatarrare rosso, chiaramente sugli abiti griffati “Prada”.


Italo suris

domenica 18 maggio 2008

quando è troppo trabocca

18 maggio 2008





Anche l'amore , come tutte le cose, se troppo infastidisce, e proprio come la schiuma di un boccale di birra che trabocca dallo stesso perchè in eccedenza, anche l'amore alla fine viene sprecato.




meditate gente

Italo suris

sabato 17 maggio 2008

il lenzuolo virtuale

17 maggio 2008



Lorena Cultraro, di appena 14 anni, se n’è andata in silenzio come ha vissuto in una città della Sicilia, in quella Sicilia legata ancora e nonostante tutto, ad arcaici concetti d’onore. Paesi del profondo sud come Niscemi, abitati da persone avvezze al timore di dover rendere conto del proprio operato ad una società alla fine ipocrita. Una collettività pronta ad accusare nel silenzio delle quattro mura di casa, l’operato altrui e ad essere invece apparentemente compartecipe del dolore e della riprovazione, nel caso di responsabilità collettive. Lorena ha incominciato proprio oggi il lungo viaggio verso una meta ignota, confortata dall’affetto dei genitori e di tanti giovani amici, compagni di scuola, e gente comune che hanno voluto salutarla per l’ultima volta.

Mancavano solo i suoi aguzzini ora in carcere, giovani minorenni accusati probabilmente di violenza di gruppo, stupro e forse d’omicidio premeditato. Se ne va in una bara di legno bianca, il colore dell’abito da sposa, simbolo di purezza fisica e interiore. Sono finiti in Sicilia i tempi in cui alle finestre, il giorno del matrimonio, veniva mostrato al pubblico il lenzuolo usato la notte in cui si era consumato per la prima volta il rapporto sessuale, macchiato del sangue provocato dalla lacerazione dell’imene. Forse una lacerazione dolorosa provocata non tanto dalla penetrazione violenta del corpo, quanto dalla consapevolezza di aver perso, con quel lembo di pelle, anche la gioventù o la speranza di poter passare il resto della propria vita accanto all’uomo veramente amato, scelto in modo autonomo e non imposto da volontà superiori.

La giovanissima sposa era conscia che dopo quella notte, sarebbe diventata per sempre schiava di un nuovo padrone, un uomo che l’avrebbe usata a proprio piacimento, come macchina di figli possibilmente maschi, serva e cameriera, prigioniera in casa e privata della possibilità di rivolgere un cenno del capo a chicchessia, soprattutto se di sesso maschile. Come sono lontane quelle notti in cui i picciotti davano prova della loro virilità legata al concetto d’onore. Una prova di mascolinità da mettere in risalto orgogliosamente e paradossalmente proprio con lo stesso lenzuolo steso alla finestra o sul balcone. Perché diciamocelo chiaro e tondo, era anche questo il motivo di tale esecrabile esibizione. Lo dimostra il fatto che colui che avesse per disgrazia trovato già il vuoto attorno a se, oppure, se la legge di Newton fosse stata la causa di una cilecca preannuncita, lo stesso sarebbe stato costretto a sgozzare la gallina di scorta, direttamente sul candido drappo da esporre in seguito al pubblico.

Si afferma che le giovani siciliane siano oggi, assieme alle campane, le più disinibite, quelle che amano provare sin da ragazzine le gioie e le emozioni legate al sesso, a divertirsi facendo all’amore, alla faccia di preconcetti, di tabù e di insopportabili usanze, di luoghi comuni e di ipocrisie. Una rivoluzione sessuale resa pubblica attraverso il best seller “ gli ultimi 100 colpi di spazzola"(100 colpi di spazzola prima di andare a dormire - ), un libro in cui un’adolescente catanese, ha raccontato tutte le sue performance sessuali, le sue avventure, anche di gruppo. Esprimendo pubblicamente, il piacere di diventare schiava del sesso, di godere donando liberamente e spontaneamente la gioia carnale intesa come amore per il prossimo e spontanea dedizione.

Sarà quello descritto, il sentimento che ha spinto la bella e dolce Lorena ad appartarsi con quelli che credeva dei cari amici, a cui voleva probabilmente bene, e di cui incoscientemente non ne aveva capito la pericolosità e la grettezza?, penso proprio di sì. Sicuramente è l’unico aspetto di tutta questa faccenda da poterle rimproverare, non certo quello di aver consumato qualche attimo d’intenso piacere in casolari luridi e isolati, in una coreografia che ha sminuito la bellezza e la purezza del rapporto avuto.

Cosa certamente più grave è di aver voluto bruciare i tempi, e d'aver iniziato a frequentare ragazzi di cui non ne aveva, per inesperienza appunto, intuito la pericolosità e l’immaturità. Insomma non aver intuito le loro angosce interiori, e il rifiuto di prendersi le proprie responsabilità, nel caso avessero dovuto in qualche modo rispondere del loro operato nei confronti della famiglia della vittima, delle fidanzate e di tutta la società. Ecco allora che, come d’incanto, ritorna l’ancestrale simbologia del lenzuolo sporco di sangue, e non semplicemente macchiato , un lenzuolo nefando che sono stati costretti a estrarre dalle loro coscienze e ad esporre, dopo i molteplici tentativi di depistaggio, nella caserma dei carabinieri. E’ questo il vero problema, il gioco dell’amore può creare spiacevoli conseguenze delle quali si deve essere in grado di risponderne, senza dover tirare a sorte o costringere chicchessia a fare la prova del DNA per scoprire l’eventualità paternità di un figlio mai desiderato, visto che per chi non lo sapesse, un figlio può essere il frutto di un atto d’amore consenziente o anche no.

A Palermo poi recentemente non sarà stata certo presa in considerazione dalla giovanissima adolescente, l’eventualità che le foto hard scattate dal fidanzato durante i rapporti consumati nell’abitacolo della propria auto, sarebbero poi state trasmesse via etere, a tutti gli amici dello stesso. Così anche in questo frangente si vede sbucare, nel trentesimo secolo, l’atavico costume di esporre il lenzuolo macchiato di sangue. Lo si è fatto in questo caso mediaticamente, usando un pezzo di stoffa virtuale, lo schermo di un cellulare. Alla fine si scopre come tutto il mondo è paese e che, il grande fratello, non è altro che il perpetrarsi di un’antica tradizione esibizionista tutta italiana e forse neppure più tanto maschilista.

Italo Suris
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