giovedì 19 giugno 2008

Come produrre l'improduttività

19 giugno 2008



Al di là degli interessi personali e delle immediate pendenze giudiziarie del presidente del consiglio, ciò che più preoccupa l’opinione pubblica, cosciente che una rielezione di Berlusconi avrebbe sicuramente comportato leggi che non sarebbero certo andate a suo sfavore, è che con le stesse, molti altri processi e i relativi indennizzi in caso di danno perpetrato, saranno a rischio di blocco almeno per un anno, mentre centinaia di processi rischiano di essere congelati.

Ora è chiaro a chi veramente è andato il potere, chi comanda e suggerisce scelte impopolari che, almeno in tempi immediati, possano levare dagli impicci associazioni colpevoli di reati amministrativi ma anche penali. Sono loro e sempre loro, coloro in altre parole che resteranno per sempre impuniti essendo parte integrante e potente della politica di questo paese ma anche Europea o mondiale.

Diciamolo chiaro, di prigioni di Guantalamo, se ne faranno metaforicamente in continuazione ed il motivo per costruirle, la famosa pistola dalla canna fumante, lo si ritroverà, lo si cercherà o per meglio dire, lo si inventerà ogni qualvolta si fiuterà un affare, un mezzo comodo e veloce per far cassa sulla pelle di quella parte della comunità priva di potere contrattuale; i poveri. Ecco qual è il motivo per cui, più ce ne saranno, maggiore sarà la possibilità di arricchimento da parte di pochi, almeno nell’immediato visto che come qualcuno ha palesemente dichiarato, l’unico sicuro sistema per raddrizzare la baracca è, allo stato attuale, lo sfruttamento imposto dall’alto.

Poi si vedrà. Non a caso s’inizia a parlare sommessamente di maggior produttività, che badate bene non consiste come una volta si pensava nel lavorare di più nella stessa unità di tempo, cosa ormai impossibile visti i ritmi di lavoro ormai gestiti da macchine e tecnici e da lungo tempo sperimentati. La nuova produttività si otterrà non tanto nel creare i presupposti d’innovazione tecnologica, di ricerca, e di produzione di prodotti d’alto livello, cosa impensabile in un paese privo di strutture e condotto da un nugolo di corporazioni di cui molte potentissime, quanto nell’aumentare le ore lavorative, l’età pensionabile e mantenendo se non addirittura diminuendo il costo finale del prodotto anche con la diminuzione graduale della paga di fine mese. Come? semplice ci pensa l’inflazione ed il divario fra i pochi ricchi e la moltitudine che paga per sopravvivere.

E’ un sistema di macro economia ben congegnato quello che si sta attuando. Non illudiamoci nel prossimo futuro grosse novità, ma solo tanti ed altri sacrifici. L’unica possibilità, la ricerca di lavori più retribuiti, ma dove? non possiamo certo andare tutti in parlamento. I proverbi e gli aneddoti hanno sempre rappresentato lo specchio della verità, hanno raffigurato metaforicamente il pensiero e la realtà di tutti i tempi. Ne propongo qualcuno che ritengo molto attuale. “ ad un furbo un furbo e mezzo”, “ o così o carico” “ o ti mangi stà minestra o ributti dalla finestra.”.

Per non rassegnarsi all’evidenza e nel contempo per essere concreti e pragmatici, allo scopo di poter meglio difendere i propri interessi di lavoratori preparati e efficienti, bisogna fare proprie queste esperienze, analizzare il passato per prevenire il futuro utilizzando i propri errori per migliorare il proprio status quo o per meglio dire, per peggiorare il meno possibile o, nel più lungo periodo di tempo, la propria situazione economica. L’unità dovrebbe fare la forza, è il primo insegnamento di cui tener conto, ma forse è il più difficile da attuare che da dire, visto che esiste l’illusione in ognuno di noi, di essere invincibile o indispensabile e che ciò che di peggio può accadere, capiti solamente al prossimo. Per il resto, la formula ed il sistema del “dividi et impera” è sempre di moda ed è costantemente messo in atto da chi di dovere.

Purtroppo la realtà è più cruda di quel che si vuol credere. Altri proverbi infatti ci insegnano e dicono “ oggi tocca a me e domani toccherà a te” oppure, “fermati sulla riva del fiume e aspetta che passi il corpo del tuo nemico” , ma anche” ride bene chi ride ultimo” e ancora, “ ci rivedremo a filippi”. Frasi semplici ma di grande e profondo significato ed effetto se analizzate profondamente con occhio o orecchio critico e che, da sole, dovrebbero fare pensare anche coloro che ritengono di far parte “del vincitore” o “del giusto di turno”.

Italo Suris

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