venerdì 6 giugno 2008

Napolitano un vero napoletano

06 giugno 2008


Vi è parecchia confusione sulle responsabilità di chi abbia portato allo sfacelo ecologico gran parte del paese, quello più povero, il meno attento alla sicurezza personale e alla salute, il paese dei poveri rassegnati al destino, una rassegnazione che viene da lontano dai tempi delle scorribande dei saraceni o dei turchi, dall’occupazione militare da parte dei francesi, dei normanni o degli aragonesi. Paesi e popoli eternamente condizionati dal fato, convinti che il destino è superiore alla volontà di riscatto.

La mafia e la camorra hanno preso il posto dei borboni, Masaniello è stato ucciso, sconfitto per sempre e non ce ne sarà un altro o forse incominciano proprio adesso ad apparire sotto altre forme. Sono scrittori, giornalisti, attori, magistrati, ma pochi politici, i quali denunciano lo scempio del territorio, mettendo continuamente in pericolo la loro vita per un riscatto che si spera avvenga al più presto, il riscatto della propria dignità della cultura meridionale, riscatto dei sentimenti del bel canto dell’amore per la natura per il mare una distesa d’acqua che è diventata una pozza putrescente in cui non esiste più vita e che non dà più da vivere.

Si è alzata una voce una voce autorevole per denunciare apertamente le responsabilità dei padroni del territori italiani, gli unni discesi dal nord con i loro camion colmi di liquami, di scarti, i loro scarti, quelli della loro coscienza soffocata dal cinismo e dall’ingordigia. Sono loro e non tutti, la solita e stolta ovvietà di non fare di tutta l’erba un fascio, i complici della camorra se non addirittura i loro inconsapevoli datori di lavoro, inconsapevoli? Resterà forse un mistero, ma non troppo visto che ci sono delle intercettazioni che dimostrano quanto il tutto fosse a conoscenza di chi doveva gestire l’eterna urgenza dello smaltimento dei rifiuti.

Ma ora ci sono dei morti, le coscienze si ribellano ed il presidente del consiglio fa credere che sia tutto sotto controllo, anche la rabbia soffocata nei cuori e nelle ,menti dei prigionieri dell’arroganza. I politici settentrionali si scandalizzano, difendono gli interessi di pochi o di tanti spregiudicati affaristi involontariamente o consci che salvare la faccia sia più importante che correre ai rimedi. C’è da dire che in un paese serio, questi potrebbero corrispondere a risarcimenti enormi e non solo nei confronti dello Stato, quanto per chi volesse considerarsi parte in causa in una possibile richiesta da intentarsi in tribunale, nei confronti dello Stato stesso e di eventuali imprenditori collusi con funzionari infedeli e organizzazioni mafioso camorriste.

Non meravigliatevi se metto spesso il punto interrogativo alla fine di parole che dovrebbero essere decisamente indiscutibili, ma ormai tutto mi suona così strano, incomincio a pensare che le leggi e lo Stato tutto, rappresentino un gigantesco mercato, un bazar, un suk, già forse un immenso enorme suk in cui ogni cosa è in vendita, la giustizia, le regole, il lavoro, la casa, l’educazione e la cultura, la sicurezza sul lavoro, i clandestini, le droghe, la camorra, le bande armate e non armate o armate dagli stessi rappresentanti eletti dai cittadini, che in parallelo armano altre persone non certo più propense a rispettare o solo a prender atto delle innumerevoli inutili leggi di questo Stato.

Uno stato o meglio un paese in cui il giusto, se non vuol diventare martire o santo, ha da star zitto “ adda tacè”, come si dice a Napoli, adesso ora e per sempre e così sia. E’ un sogno, un incubo o c’è qualcosa di vero in ciò che mi passa nella mente in questo momento?. Non so, solo che tutto ormai si sta muovendo così velocemente che sembra quasi che tutto sia da lungo tempo già conosciuto e che le decisioni attuali, più che una volontà di risolvere determinati problemi, sia un sistema per creare “ammuine”, confusione, come nel gioco delle tre carte, dove tutto si muove troppo velocemente per l’unico ed esclusivo motivo che già si sa dove si andrà a parare.


Certo la prima cosa da fare o quella da fare in contemporanea alle leggi in via di approvazione , è da scoprire e da definire di chi siano le reali responsabilità, senza trovare capri espiatori come la mafia o la camorra, strutture composte da uomini in carne ed ossa che pur si muovono col sistema imprenditoriale e usufruiscono di collegamenti e strutture, anche comuni, in un intreccio in cui non si riesce a capire bene dove finisca il lecito e inizi l’illecito.




Ecco allora che individuati i responsabili al sud come al nord, all’est , come all’ovest, in Italia o nel resto del mondo, allora dovrebbe intervenire la giustizia o quella parte sana di essa e con lei tutto il paese che in essa si riconosce. Quindi se dovessero esserci responsabilità di ditte e politici del nord, se le assumano fino in fondo, risarcendo i colpiti, riprendendosi i rifiuti e pagando legalmente e penalmente, altro non c’è da dire, il resto sono solo chiacchiere e prese in giro. Questa E questa è la risposta che avrei voluto sentire da Galan e da Franco Manzato o dai leghisti di turno alla tirata d’orecchi di napolitano.

Italo Suris

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