venerdì 6 giugno 2008

caselli e i suoi castelli

Castelli difende spudoratamente e ridicolizzandosi, “i cattivoni del nord”, come li chiama lui, gli imprenditori che attraverso sistemi illegali, hanno contribuito a trasformare i territori del sud in una gigantesca discarica a cielo aperto. Non è certo una cosa graziosa ammettere le proprie responsabilità, ma è risaputo che le industrie in maggior parte si trovano nel nordest e nel nord produttivo, e gli imprenditori anche.

Non è una novità che i paesi poveri a livello nazionale e anche mondiale, si siano accollati l’onere di provvedere allo smaltimento e l’accoglimento di ogni genere di rifiuti, finanche quelli tossici e radioattivi. Vedasi l’africa o l’India e le eventuali regioni meridionali italiane. Chi come Caselli fa finta di non saperlo, è in malafede e per tale motivo non è indicato a rappresentare il popolo italiano in parlamento. Un suo silenzio sarebbe stato sicuramente più apprezzato. Maxidiscarica abusiva, dodici arresti a Foggia, si legge appena di sotto le dichiarazioni del presidente della Repubblica, quel Giorgio Napolitano che, con estremo equilibrio e moderazione, sta conducendo la sua battaglia per la modernizzazione di un paese di corrotti e corruttori.


E’ la più grande discarica abusiva di tutta l’Europa, arrestati 12 imprenditori , coinvolti nel traffico di rifiuti speciali e pericolosi. Imprenditori, ricordiamoci bene questo termine perché alla fine è solo questo sostantivo che crea la rete di interessi sulla gestione dell’oro dell’era moderna. Proprio ieri leggevo il post di un primario d’oncologia che sottolineava come la Emma Marcegaglia abbia grossi interessi nel settore, senza parlare della Impregiglio. Pecunia non olet dicevano i romani, ma sembra che non sia proprio così a quanto pare, visto il nauseabondo lezzo che si sprigiona dalle strade di Napoli e della Campania tutta.

Ora tutto è più chiaro, l’emergenza rifiuti, la conduzione della stessa, i mancati contratti con ditte straniere disposte ad incenerire gli stessi e, perché no, sta sommergendo l’intreccio d’interessi particolari fra alcune parti di poteri imprenditoriali, e politici di diversa inflessione dialettale e dislocazione territoriale. Non dimentichiamoci che le associazioni criminali non sono altro che ditte e quindi a tutti gli effetti, i capi ne sono gli imprenditori. E’ sotto quest’aspetto che la cosa deve essere analizzata, considerando che il nome della struttura imprenditoriale, alla fine diventa solo che un piccolo insignificante particolare. E sembra quasi che più la ditta sia grossa, più potrebbe casualmente o volutamente essere compartecipi di azioni illecite o al limite della legalità.

Tutto ciò rafforza la preoccupazione di coloro che vedono le forze economiche come uniche responsabili dello sviluppo politico ed economico del nostro paese, considerando fra l’altro che nel governo non mancano certo coloro che hanno dimostrato fiducia e subalternità ai poteri forti. Attenzione quindi a sostenere con tutta la forza e legalmente, nonostante lo stesso Berlusconi abbia dimostrato apertamente di non tollerare alcuna dimostrazione di malcontento, i nostri diritti, quello della salute per primo, quello del lavoro e per una paga decente, ma soprattutto quello di non essere schiavizzati dalla nuova dea Kalì, come qualcuno ha definito la regina del tubo.

Italo Suris

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