domenica 30 settembre 2007

Dalla padella nella Mastella!


01 ottobre 2007



Oggi, Domenica, non ho proprio lavorato, se escludiamo la correzione del post di ieri, non ho aggiunto nulla di nuovo nel blog. Ma anche stasera voglio lasciare una traccia del mio passaggio, una piccola ricetta di critica autunnale E' tempo di funghi, e di piccole novità. La finanziaria ha detto il sindaco di Bologna Cofferati, si farà, lui ne è certo e anch'io! Penso che questo scoglio su cui la minoranza spera si sfasci la barca del Governo attuale, potrà essere superato. Ci sono novità per la casa ed il welfare, la scuola e il pubblico impiego.



Cofferati da buon sindacalista è fiducioso e ottimista, da sindaco si è rivelato pragmatico e intelligente. Una cosa di quello che ha detto in televisione questa sera mi ha colpito: "la legge è dalla parte dei più deboli!" e credere in essa è di sinistra. Che sperare e credere nella legge sia di sinistra, ne sono convinto, ma che le possibilità fra ricco e povero di difendersi in tribunale sia identica, questo mi lascia perplesso. Quindi sarà pur vero che la legge guardi con occhio benevolo la classe dei più deboli, ma che lo faccino anche gli avvocati, questo no!



Quelli preparati e famosi, sono tutti in politica ed il patrocinio gratuito, anche se a turnazione, non lo accettano poi tutti. Chissà poi se nella valutazione della capacità e professionalità di uno studio legale, pesino anche i rapporti politici, come potrebbe anche essere. Certo che da quel che so, alcuni amministratori che conosco , si faranno difendere in tribunale da un noto e bravo civilista. Un ex parlamentare e attivista politico. Forse è stato scelto perchè è considerato il più bravo, ma si sa in queste cose, anche la sua posizione sociale potrebbe aiutare. Chiamiamole pure coincidenze, ma alla fine un buon avvocato si fa pagare e parcelle anche salate!. Solo ad un santo o ad un professionista scrupoloso e corretto eticamente, può venir la voglia di lavorare gratuitamente o quasi.



Oltretutto, ne andrebbe del suo prestigio. Difendere un potente e farlo anche assolvere rende come immagine di marketing. Trattare casi di medio livello , di cui nessuno ne parla, sicuramente non fa gran pubblicità. Leggasi fra le righe il processo di Cogne con Taormina, che badate bene non è un gemelleggio fra due città, ma un caso emblematico di un infanticidio. Scommetto che qualsiasi avvocato, avrebbe voluto patrocinare il processo. Certo, la Magistratura, i Giudici ed i Procuratori, dovrebbero bilanciare questo gap, antecedendo la legge al potere economico, contrapponendo la celerità dei processi, alle innumerevoli ingiustizie che certo non commettono gli onesti.



Intimidazioni, trucchi e pressioni psicologiche, che solo un potente può permettersi di commettere, per insabbiare la vicenda giudiziaria o ammutolire l'accusatore. Purtroppo le leggi attuali non aiutano molto e tutto si gioca sui tempi di un processo che mediamente in Italia è superiore ai cinque anni. L'onorevole Mastella ha promesso di provvedere, fin'ora non si è visto nulla ed ho i miei dubbi che qualcosa in futuro cambierà. Dovrei analizzare e conoscere meglio i problemi del settore per fare una critica costruttiva del sistema giudiziario italiano. Per ora so solo una cosa, che anche in questo settore si viaggia a velocità variabile!




Italo Surìs


Qualcosa da Wikipedia.org ( oltre le foto)


« La corte suprema di cassazione assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni ed adempie gli altri compiti ad essa conferiti dalla legge »


Circa le origini della cassazione (fondamentali per capire la definizione sopra riportata) vi furono dispute tra chi ne ricercava tracce nel diritto romano o nel diritto intermedio e coloro che ne affermavano l'assoluta originalità. Da sempre si è sentita l'esigenza di giustizia nel senso più profondo del termine. Ma ciò non basta per scoprirne la derivazione. C'è qualcosa di più, sotteso dalla stessa definizione dell'articolo 65.
La cassazione è nata dal travaglio della rivoluzione francese. In Francia già esisteva il Conseil des parties, istituito nel 1578 come una sezione speciale del Consiglio del Re, per assicurare e conservare la legge. Ma l'Assemblea legislativa volle creare qualcosa di nuovo sulla base della filosofia espressa da Montesquieu prima e Rousseau poi.

belle si diventa



30 settembre 2007
E' proprio vero che le donne sono tutte belle, è la loro civetteria unita alla vanità a renderle tali.
meditate gente
Italo Surìs

il baro a rubamazzetto!!






30 settembre 2007

Allora, incominciamo col dire che se non sono proprio un fan di Beppe Grillo, ne condivido è vero alcune iniziative. Non amo il turpiloquio, ma conoscendo il mondo e il sistema che governa in Itali, convengo che non può essere ancora proponibile per un futuro. Sentivo alla televisione che in Egitto i lavoratori di una cartiera, peraltro statale, si sono ribellati al potere centrale, prendendo fra l'altro le distanze anche dai sindacati, non riconoscendone l'efficacia, l'impegno o quantomeno un potere contrattuale sufficientemente forte nei confronti del governo nazionale. La paga a fine mese, ammontava a 70 € circa, lontana sicuramente un mondo dalla nostra e non sufficiente per farli sopravvivere.



Sono scesi in piazza e il governo ha preso delle decisioni immediate, licenziando apparentemente in tronco, il responsabile della gestione e aumentando gli introiti agli operai. Cosa voglio dire con questo; semplice che finchè l'acqua non tocca il culo, non si impara a nuotare. In Italia l'acqua cresce innarrestabile da parecchi anni e fin'ora si è potuto tirare avanti. Ora è giunto il momento di rivedere come ridistribuire le ricchezze e con esse i privilegi. Il modo? semplice eliminandoli! Ma per far ciò in un paese ove il voto è impostato su compromessi e scambi di favori, giocoforza è necessaria una modifica completa del sistema di far politica.




E' possibile far ciò senza azzerare la classe dirigente attuale e il carrozzone che si è creata?Come è possibile coadiuvare l'egualianza davanti allo Stato di tutti i cittadini e i privilegi di una casta, una corporazione di amministratori a vita? Sono domande a cui bisogna dare risposta e se possibile velocemente ed in modo responsabile. I giovani spingono per chiedere spazio mentre gli anziani ne occupano il doppio del necessario. E' alla fine uno scontro fra generazioni, succede quando il padre non vuol far condurre l'azienda al figlio, perchè ciò per lui non costituisce un lavoro, ma vi è inplicito un ritorno di carattere psicologico e identificativo. Un transfert maniacale fra l'essere e l'apparire.



Sto scrivendo queste righe per rispondere al breve scritto di Curzio Maltese dal titolo: perchè Grillo rischia la fine di Savonarola. Sappiamo tutti che fine abbia fatto e il perchè, vi erano gravi motivazioni per cui lo stesso ha pensato di scendere in politica. Le stesse motivazioni che ci sono anche oggi, una classe dirigente corrotta e anche il clero, privilegi e povertà, la necessità di un cambiamento con l'eliminazione di sopprusi e illecità. Sono mali endemici dell'essere umano, ma anche il malcontento se vogliamo lo è. Per cui si torna ai corsi e ricorsi storici. Quando il vaso è pieno trabocca! Non vi può esserci cambiamento finchè non vi è un motivo per cambiare.




Chi fuma in genere smette perchè è arrivato al limite della sopportazione e si accorge di non essere più in forma come una volta. Le scale si risalgono quando si è raggiunto il pianerottolo definitivo, il più basso. Solo in Italia saremmo capaci di scendere ancora incominciando a scavare! Io scrivo e so che non mi leggeranno, ma come a coloro a cui piace dire la propria ed esprimere un'opinione personale, continuo a battere sui tasti del mio computer. Curzio ribadisce nella sua analisi che sarebbe anticostituzionale non permettere ai partiti, di candidare i condannati in primo grado, adducendo giustamente che in una democrazia dovrebbe essere il popolo stesso ad evitarlo. Quindi se ne deduce che non siamo in un paese democratico. Sostiene pure che quando gli elettori erano liberi di scegliere, in parlamento di pregiudicati ve ne erano anche il quadruplo, rispetto ad ora.




Il popolo non guarda per il sottile, è cinicamente diventato amorale e pensa al proprio ritorno personale è vero, ma in lista, come primi, da quel che ricordo venivano inseriti dai partiti i disonesti , anche in collegi di altre città e questo proprio per farli sfuggire al giudizio della legge e dalle proprie responsabilità. Un modo per aiutare un amico o complice in difficoltà! Cosa si può dire? Mi sembra la storia del cane che si morde la coda. E' come quella degli evasori che hanno goduto di condoni e pochi controlli, e penso sia successo per qualche buon motivo o sbaglio?In ogni modo se è anticostituzionale per loro, lo dovrebbe essere per qualsiasi cittadino che voglia svolgere un lavoro statale. Oppure gli amministratori, di questo si tratta, possono rubare impunemente mentre i veri proprietari vanno in galera?



Che sia sempre stato così è un'altra cosa, che con i soldi si possa conquistare pure il paradiso, è risaputo ed è il motivo per cui mi sono rassegnato ad andare all'inferno,quando verrà. Ma che mi vogliano prendere per cog..ne, questo no!, non lo posso accettare. Ma analizziamo anche il fatto che il limite dei due mandati sia ingiusto, probabilmente è anche vero e sicuramente potrebbe in un futuro scegliere chi ci pare se capace, ma liberamente e non perchè imposto tramite un meccanismo di equilibri, ottenuto negli anni di gestione del potere. Alla lunga la gestione dell'amministrazione pubblica, come le ditte già sanno, può creare i presupposti per la formazione di una stirpe di poiccoli monarchi. Piccoli e grandi feudatari che si che si passano il trono di generazione in generazione, come fosse un normale lavoro o una proprietà privata. Fino a prova contraria è quello che succede ed è successo fin'ora. Ma poi per i sindaci la legge per un massimo di due mandati, c'è già. Non vedo perchè non si possa estendere ai Deputati o Senatori. Le connivenze fra il mondo imprenditoriale e politico non sono certo una novità, non è la prima volta che qualcuno ci ha rimesso la poltrona, tangentopoli insegna. E per una o più imprese avere il proprio cavallo vincente, anche a discapito della democrazia è solo convenienza.




Grillo non è uno stupido, anzi, non vuole secondo il mio parere impossessarsi del potere, ma creare i presupposti di un vero cambiamento generazionale. Una nuova generazione di politici eletti fra il popolo comune di cui egli avrebbe solo il compito di guida politica e spirituale, un pò come è avvenuto fra la Lega e Miglio. Questo è quello che penso che voglia realmente , una modifica che non sia solo apparente, con dei partiti in cui i fili si tirano da dietro le quinte, mentre nuove teste di legno apparirebbero in pubblico. Quello che Beppe desidera è vera democrazia, come esiste in altri paesi avanzati. Forse sarà possibile avere una reale possibilità di cambiamento, per spezzare definitivamente connivenze e rimediare agli errori di amministratori incapaci. Ripeto non ci credo nel nuovo Pd, mi sa tanto di minestra riscaldata, sarà una mia impressione però ho avuto il conforto di altre testimonianze più credibili delle mie.



L'unico vero problema è se i grossi gruppi imprenditoriali, che potrebbero aver sponsorizzato alcuni dei i nostri amminiastratori, permetteranno che qualcuno sparigli le carte sul tavolo da gioco. Ho grossi dubbi, ma non ci sono molte alternative, l'italiano della legalità se ne frega, se non lo tocca direttamente, se poi si muore in ospedale o in fabbrica oppure per droga, beh questo fa parte del gioco del capitalismo, vero??In fondo chi ha i soldi, intrallazza in Italia e vive a Montecarlo o in Austria. Non posso fare altro che guardare cosa succederà, augurando a tutti prosperità.


Italo Surìs

Pollo in umido con i porcini


30 settembre 2007

E' ora di funghi, i porcini sono fra i migliori e se non li usiamo ora che si trovano freschi , saremo costretti ad usare quelli coongelati. Quindi, rimbocchiamoci le maniche e andiamo in cucina a lavorare! Sono ottimi da fare come contorno con una semplice cottura a freddo in olio e aglio e prezzemolo, ma anche accompagnati a primi e secondi, per esaltarne il sapore. Un buon piatto veneto che ho fatto proprio recentemente, supportato da vecchie riviste è il pollo ai funghi. Vi assicuro che ne vien fuori un ottimo piatto da accompagnare, se proprio volete, con della polenta o ad un buon pezzo di pane fatto in casa. A proposito vi siete mai cimentati in questa operazione?. Per un periodo di tempo , un anno all'incirca, mi sono ingegnato a fare pagnotte quasi ogni giorno e mi son divertito un mondo, ve lo assicuro! Ma veniamo alla nostra ricetta.


Pollo ai funghi porcini:

ingredienti per sei persone:

1 pollastra pulita di circa 2 kg.
125 gr di burro
90 gr di olio extravergine d'oliva
500 gr di funghi porcini
500 gr di polpa di pomodoro
1 bicchiere di vino bianco secco
1 cipolla piccola
1 carota
1 costa di sedano
1 pizzico di cannella
3 chiodi di garofano
sale e pepe

Procedimento:

Lavate ed asciugate la pollastra e tagliatela nei pezzi necessari, intanto fate un trito di carote, sedano, cipolla e fatelo rosolare in una padella con l'olio d'oliva e quasi tutto il burro. Aggiungete ora i pezzi di pollo, lasciatelo rosolare per dieci minuti da tutte le parti, sfumate con il vino e fate evaporare. inserite un pizzico di cannella ed i chiodi di garofano, versate il pomodoro tritato, salate e pepate.


Fate cucinare per almeno mezzora aggiungendo se necessario del brodo vegetale. Intanto pulite con uno straccetto bagnato i funghi, tagliate il fondo del gambo, fateli a fette e in altro recipiente fateli andare a fuoco vivace in un cucchiaio di olio per dieci minuti, salateli ed uniteli al pollo che sta cucinando. Se necessario unite anche il burro rimasto, lasciando insaporire prima di servirlo.


Un vino consigliato potrebbe essere un bianco secco tipo chardonnay.

Buon appetito

Italo Surìs








sabato 29 settembre 2007

Ma fatemi la precarietà!!



Il Clochard

30 settembre 2007


Mi sono avvicinato alla coppia di colleghi che attendevano d’iniziare il lavoro, seduti comodamente su alcune sedie nell’atrio. In anticipo sull’orario, si erano concessi una breve pausa. Mi avvicino e li saluto:” ciao fannulloni, non avete proprio nulla da fare?”. La solita domanda idiota!. Mi era scivolata dalla bocca, come se la mente seguisse istintivamente e passivamente un meccanismo improprio, evitando un logico pensiero e scegliendo una prassi consolidata; quella di parlare prima di pensare. Ma ormai era fatta!, non si poteva più tornare indietro.


Quante cose si fanno meccanicamente senza rendersene conto nella vita, quante se ne dicono, gonfiandosi il petto o sollevandosi con arroganza sulla punta dei piedi. E logica, come altrettanto banale è arrivata la risposta! “ Eh ti va bene a te altrochè”. Porca miseria in che pasticcio mi sono ficcato, un botta e risposta di insulsaggini che ovviamente sarebbero continuate fintanto che non me ne fossi andato. "A dir la verità a me non va proprio bene", ho detto, "sono il meno ricco di tutti qua dentro. Anche di lei", indicando con l’indice proteso, l’ultima arrivata.


Una nuova graziosa collega che ha appena iniziato la nuova esperienza lavorativa, presso l’istituto, in qualità di tecnico. Ho notato nel suo volto una strana ombra di tristezza, la paura forse di un futuro incerto, ma continuo il discorso. "Lei almeno non è sposata, non ha figli all’università e tanto meno deve pagarsi un mutuo. Lo stipendio poi è lo stesso nonostante gli anni di differenza, non anagrafici, ma lavorativi". Non mi attendevo una risposta come quella che ho avuto.


Ecco tutti mi dicono così, ma io sono precaria e quello che prendo devo conservarlo per il futuro, se vorrò avere figli, farmi famiglia e come voi, anche una casa!" Ma il precariato per lei, entrata nella scuola, è rappresentato da un lavoro perlomeno annuale. Un periodo lavorativo che col turnover degli anziani, si trasformerà quasi sicuramente, in un prossimo futuro, in rapporto continuativo. Ed è quello che le ho poi detto. Ah, se solo sapesse che nella scuola mi sono licenziato dopo tre anni, appena entrato in ruolo come bidello.


L’ho fatto per passare nella fascia superiore come tecnico informatico, in un periodo sfigato. Proprio durante i pochi mesi in cui era cambiata la legge che permetteva a coloro che avessero voluto migliorare la loro posizione, di mettersi in aspettativa. Ecco quindi che rientravo, dopo sette anni di lavoro instabile, nella precarietà. Altri cinque anni a tempo determinato e poi, a due o tre anni dalla pensione, mi ritrovo finalmente assunto a tempo indeterminato. Giusto in tempo per perdere un po’ di quattrini per via di un calcolo della buonuscita un po’ inusuale nel resto del mondo lavorativo.


Ecco che dopo tredici anni di lavoro nella pubblica istruzione e altri ventiquattro nel privato, mi ritrovo nella busta paga né più né meno la stessa cifra di quella giovane ragazza. Ma al di là di ciò, non è che dal punto di vista di stabilità lavorativa, le mie esperienze nel settore privato siano state molto migliori. Ho schivato, cambiando ditta, ben cinque fra fallimenti e riduzione d’organico. Come tipologia di lavoro ho fatto, anche se per brevissimi tempi, dall’operaio al tappezziere, all’aiuto magazziniere, al rappresentante, al designer.


Sono passato da assistente a capocantiere, al venditore e a bidello, ma anche informatico, intermediario e consulente finanziario, agente immobiliare e, aiutando mia moglie , come secondo o terzo lavoro, anche tecnico d’infortunistica stradale oltre che rappresentante di vari prodotti , procacciatore per varie ditte e venditore di travi lamellari. Non si contano gli trasferimenti in sedi e zone del settentrione. Una decina!! Ma non è detto che sia finita, chissà cosa questo o altri governi mi riserveranno in futuro prima di compiere i miei sessant'anni.


E’ questo uno spaccato della mia vita, steso in pochissime righe, trentasette anni di lavoro in un foglio formato A4. Un concentrato di sentimenti contrastanti. Che vanno dalla rabbia alla disperazione, dall’insicurezza al coraggio. Emozioni nascoste fra le righe di questo scritto. Che l’abbia fatto per vantarmi?. Purtroppo non c’è proprio nulla di cui vantarsi nella vita , anzi!. Forse allora per trasmettere dei messaggi? Ecco , questo sì. Dire come è la vita è un obbligo delle vecchie generazioni, trasmettere le proprie esperienze può essere d’aiuto per meglio capire. Ma c’è ancora gente che vuole ascoltare e valutare con serietà ciò che si dice nel bene e nel male? Pochi ritengo, solo quelli più umili, coloro che sanno trarre dalle esperienze altrui, stimoli e informazioni necessarie per affrontare il futuro con maggior serenità.


E voi mi chiederete o vi interrogherete sul motivo per cui questo vecchio bacucco venga a mettere in piazza i fatti personali. Ma sono realmente solo fatti miei? Oppure in una comunità sana i problemi di uno devono interessare anche gli altri, solo quando si tratta di disprezzare o schernire?Bene, il libro è aperto, ognuno legga fra le righe ciò che più gli fa comodo, non sono più fatti che mi riguardano. Non ho problemi nel mettere in piazza la mia esistenza, sono un uomo e non voglio sembrare che tale! Ma una cosa è certa, ciò che intendo dire in questo mio piccolo testamento di ex lavoratore è quello che ho riferito stamattina alla ragazza, e che anche alcuni economisti hanno affermato.


E’ ciò che con il racconto del mio trascorso lavorativo, ho cercato di farvi capire. La precarietà è sempre esistita perché è la vita stessa un’ illusione di sicurezza. In essa non potrà mai esserci certezza, né di continuità di lavoro, né tantomeno di salute o della stessa esistenza, in questo mondo. Esiste appunto solo l’ opportunità di cambiare, di mutare continuamente come un camaleonte, adattandosi alle esigenze che la vita stessa richiede. Solo questa continua metamorfosi creerà i presupposti di una sicurezza pressoché totale, quella interiore e personale. Questa non esiste, come ho già detto, solo per coloro che non vogliono crescere, per chi non scommette nemmeno su sé stesso e sul proprio futuro.


Non c’è per chi non si fida delle proprie capacità intellettuali ed operative, per colui che ha paura e disistima di sé. “Ma va all’estero, cercati un altro lavoro, corri e non fermarti!.” Ecco cosa ho gridato alla ragazza, che pensa di essere precaria e non lo sarà forse mai . Ognuno, dicevo tanti anni fa a mia moglie Rosa, è imprenditore di sé stesso e come tale si deve comportare. Unici limiti?, quelli caratteriali, le problematiche psicologiche che pur si possono imbrigliare e controllare. E anche così si può ancora vincere diventando, proprio come il paraplegico australiano che ha vinto una corsa di velocità il migliore, uno veramente speciale! Sì manca solo il lavoro in Italia e l’opportunità di usufruire di ammortizzatori sociali che pur la legge Biagi aveva previsto.

Esiste invece un diffuso precariato, di cui il governo precedente , ne ha fatto cinicamente uno strumento di ulteriore guadagno, con lo sporco gioco delle tre carte. Oggi lavori un po’ tu , domani il tuo amico. Lavorate sì tutti, ma a mezza pensione!, se così si può dire. Con questo piccolo giochetto e sulla pelle degli ingenui che ci credono, sono sempre gli stessi che guadagnano. Le agenzie interinali e gli imprenditori, i commercianti e le banche ma anche i politici che fanno credere sia aumentato il numero di occupati. Se poi in Italia fra poco saranno tutti precari, tanto meglio, più gente ha paura e si scanna per un pezzo di pane, più è facile giocare al ribasso , mentre il pane, quello reale, aumenta di prezzo.


Una pastoia in cui tutti i maiali mangiano fino a farsi scoppiare le budella!. Correre velocemente, liberarsi da inutili zavorre, galoppare verso il futuro, liberi da balzelli, da legacci inutili, tagliando i rami secchi. E’ quello che vogliono le imprese per sé stessi, ma che esigono che il lavoratore non abbia. Hanno creato un motore a due tempi, mentre il resto del mondo ha scoperto il reattore nucleare! Un motore il nostro che badate ha le valvole che battono in testa, rappresentate da un governo impossibilitato a reagire e a governare. Che va a gasolio come rendimento e velocità di risposta, rispetto alle reali richieste dei cittadini. E’ un carburante che costa come la super, anzi il doppio e rende di meno. Sì l’Italia è un’auto malcarburata, con troppi passeggeri a bordo, l’autista senza patente ed un serbatoio bucato.


Non c’è altro da aggiungere, se ne sono accorti pure gli extracomunitari, quelli che hanno voglia di lavorare, cambiano aria, nazione in cui operare. Gli altri incominciano a scioperare, sostituiti poi dai precari. Ma nonostante tutto, qualcuno resta nel nostro paese. Sono due categorie di persone: gli spacciatori i criminali con i poveri e coloro che la droga l’assumono sotto forma di stupefacente o di potere. Costoro sono gli unici che non hanno nulla da dire e da dare, e moriranno abbracciati, soffocati da uno stivale che affonda sempre di più nella melma della miseria. Finché non si troverà la forza di modificare il sistema, sostituendo perlomeno, le valvole difettate di quel motore che sbuffa scompostamente.


Aspetto invano che, come in Birmania, anche da noi incomincino a sfilare in silenzio, con il capo chino e l’abito talare, centinaia e migliaia di clerici e prelati. Per dimostrare che sono con il popolo, per dar manforte anche ai politici seri, a chi vuole un cambiamento coerente, a chi desidera un precariato reale supportato da meccanismi che permettano un continuo motivo di crescita , di guadagno e di cambiamento. Allora sì il precariato da grave problema, potrà diventare un’opportunità di crescita personale. Ma se i preti dovessero essere i primi a raccomandare ad inserire in banca, in politica o in ospedale, per amor di carità, l’ipocrita credente, sarà sicuramente più difficile per tutti trovare pace.



Italo Surìs

Rami d'acciaio


29 settembre 2007

Gelide e ferree braccia afferrano il cielo
chiome di fili ritorti nel nulla
ceramiche goffe, oblunghe dita, le prendono al volo
e il vento soffiando nel cielo trastulla.

Flebili luci diffuse nel buio, di colpo si accendono
fiamme ardono nei bulbi fra filamenti
sono ombre notturne che alla fine si arrendono
e svelano al mondo nuovi tormenti.

Spalle larghe e robuste di rigido e solido acciaio
si ergono in cielo con ponti squadrati
arditi profili ferrosi aggregati nell' intricato vespaio
spuntano in macchie di boschi assai diradati.

Il tronco là in alto è robusto e pure elegante
Raccordansi in vita a solidi fianchi
le cosce di ferro lo rende ancor più imponente
unico piede profondo in ciottoli bianchi.

Fu concepito dall’uomo moderno per dare energia
Colmare la fame di macchine enormi
sfornando freneticamente oggetti con finta allegria
in veloci passaggi obbligati e conformi.

Il verde dei prati composto di faggi e di noci
Con forzata violenza è stato divelto
Sono state create le panche, i quadri e le croci
Che colmano il vuoto nei luoghi di culto.

Ma mai alcun amore potrà nascere ed essere più degno
Sotto una rigida pianta di ferro e cemento
Ciò che in passato per amanti fedeli equivaleva ad un pegno
Non potrà mai più avere un minimo di sentimento.

Non si vedranno più cuori da frecce trafitti, incise nel tronco
Né si farà l’amore su coltri di foglie e di muschio
In luride stanze d’albergo consumeremo un frenetico incontro
Rimpiangendo l’odore di erba di fiori e di vischio.

ItaloSurìs




bersaglieri con piume di gallo e occhio di falco!






29 settembre 2007

La kakata di una giornata del 1971



Sono passati trentanove anni da quando ho fatto questa foto, è stata scattata durante un periodo di ferie ma a quei tempi abitavamo a Sacile. Una di quelle sere, a casa, prima di andare in ferie, portai l'allora fidanzatina dai miei, e mentre i genitori dormivano ci venne voglia di fare all'amore, lì in cucina con la luce accesa davanti alla finestra completamente spalancta in piena estate.
Non c'era pericolo che qualcuno ci vedesse, abitavamo all'ultimo piano di un condominio di sei, e la finestra dava direttamente sulla strada. Dal lato opposto, c'era solo la caserma dei bersaglieri a quell'ora di notte, illuminata da alcune luci accese delle camerate. Ma rispetto all'altezza in cui ci trovavamo, era decisamente molto più bassa e anche la distanza era notevole.
Bene ci mettemmo in piedi e in una posizione comoda ma animalesca, consumammo il rapporto carnale. Non avevamo nemmeno finito la nostra performance erotica, che dalla caserma si sollevarono grida, applausi, hurrà e una miriade di grida di giubilo e fischi di gioia. Bravi, bravi, gridavano quegli stronzi. Bravi, bis, bis si sollevò da un coro di insospettabili osservatori, non ci sembrò il caso di deluderli poveri,....e bis fu!



Italo Surìs

Divoriamo il leone



29 settembre 2007


Si suppone sempre che il più grosso e potente l'abbia sempre vinta, come in natura. Succede però che, un leone possa essere divorato vivo, da una quantità immensa delle voraci e temibili formiche rosse.

meditate gente

Italo Surìs

venerdì 28 settembre 2007

Veneto: Fegato alla veneziana



29 settembre 2007

Chi non conosce il fegato alla veneziana, alzi la mano!; vedo che siete in pochi, meno male, un piatto così famoso da gustare con una buona polentina calda, non si può che non conoscere. In ogni modo abbiamo a che fare con amici d'oltralpe e di tutto il globo . Purtroppo non so se riusciranno a leggere ciò che scrivo è una grossa pecca quella di non saper scrivere in Inglese.


Ma davanti alle fotografie e con un buon traslator, si può far di tutto. Sappiate che a casa mia il fegato si è sempre mangiato ora quasi mai. Lo faceva mia madre, si usava fare in meridione mentre negli anni cinquanta, nel primo dopoguerra qui non veniva utilizzato e lo si regalava. Poi si sono fatti più furbi, ora troppo furbi e domani chissa! anche ladri.


Così va la vita e si sa il danaro non basta mai agli ingordi. Io per non essere di meno ora mi faccio un bel piatto di fegato alla veneziana con una delle tante ricette. La foto che vedete l'ho trovata in un vecchio foglio di giornale , una ricetta conservata nel quaderno di casa, un modo per ricordarmi come si fa anche se non è certo possibile dimenticarlo. Meno chiacchere e più fatti.


Fegato alla veneziana:


Ingredienti per 4 persone:

650 gr. di fegato freschissimo di vitello

500 gr di cipolle bianche

50 gr di burro

prezzemolo tritato

250 gr olio di oliva extravergine

aceto 1/2 bicchiere


Preparazione.

Tagliate a fettine finissime le cipolle, dopo averle sbucciate, poi lavate e tritate il prezzemolo, tagliate a listarelle il fegato e intanto fate scaldare l'olio ed il burro in un tegame. Versatevi le cipolle a rosolare, bagnandole nel caso con un cucchiaio d'acqua per renderle più digeribili, aggiungete il fegato che farete cucinare per qualche minuto, affinchè non indurisca, versate poi l'aceto di vino bianco ( si può fare a meno) e a fine cottura il prezzemolo sminuzzato.


Servite su piatti caldi accompagnando i piatti con una polentina morbida gialla, fatta versando apioggia 350 gr. di farina di mais in acqua salata bollente e girando sovente finchè non risulti cotta al punto voluto. Si può accompagnare con un buon cabernet Franc.


Buon appetito



Italo Surìs








l'oro in una stanza




28 settembre 2007

Mi viene chiesto un esempio di una parete decorata con stucco color oro, penso che sia giallo oro quello che intendono, anche se ultimamente vi sono prodotti color porpora porpora in commercio. Con questi ovviamente si eseguono piccole metrature o nicchie. Servono più per evidenziare un particolare che per tingere o decorare una parete. Potrebbe essere anche un colore interessante abbinato ad altre tipologie di tinte e con altre tonalità, azurro, verde, rosso bruno . Bisogna studiare bene il contesto.

Da parte mia ho relizzato una cameretta completamente con la tecnica dello spatolato a calce, ho infatti eseguito una traccia che poi ho ricostruito con tavelle in cotto dello spessore di 20 mm. per tutta la lunghezza di due parti allo scopo di installare uno split dei tre che ho inserito nella mia abitazione, condizionatori d'aria calda e fredda con inverter di un'ottima marca giapponese. Il motore molto ingombrante l'ho collocato sul terrazzo esterno incassato nel tetto spiovente e con una pendenza di ben 50°. Ho fatto un ottimo lavoro, visto che dopo l'intonaco non è rimasta traccia alcuna dell'intervento.


Ma il contrasto fra la vecchia pittura e l'intonaco mi ha quasi costretto ad optare per una pittura che facesse abbastanza spessore, cosa di meglio che lo spatolato, mi son detto? Detto fatto mi son messo all'opera e pur con poca esperienza alle spalle sono riuscito ad ottenere un buon risulatato. La stanza ora è graziosa , ho lasciato il soffitto colorato con pittura normale traspirante bianca, in viasta di coibentarlo eventualmente un domani, con doghe in legno o similare. Il letto e il comodino nonchè lo scrittoio laccati in bianco spiccano piacevolmente sul colore da me prescelto dando all'ambiente un tono assai raffinato pur non completo degli arredi e dell'illuminazione che all'occasione ho modificato creando due punti luce per future lampade a muro.



Inserisco alcune foto dell'ambiente.
Come si può forse notare il giallo dello spatolato veneziano, sembra quasi aimile al color dell'oro, e il comodino ad angolo ben si sposa e si armonizza con la parete e con il lume di vetro di murano spruzzato in oro. Anche le placche in ottone non sfigurano e la luce diffusa è sensibilmente rosat per via del riflesso del centrino posto sul comodino. Verso l'uscita per il terrazzo,il termosifone anch'esso bianco è ricoperto da un termosifone dello stesso colore e materia del centrino stesso. Accanto la scrivania libreria che accoglie la parte di libri dedicata ad una lettura rilassante. In altra foto si nota il soffitto tinto in bianco e la porta di entrata massiccia di legno padouk, con cerniere e maniglia di ottone. Il pavimento chiaro in doghe lunghe 120 cm. dello spessore di 20 mm. è stato posato su cantinelle annegate nel cemento, per renderlo più elastico.
cliccate sul link sottostante per sapere come si fa lo spatolato

http://valcimoliana.blogspot.com/2007/02/rinfreschiamo-lambiente.html
Italo Surìs

Travarsine & traversoni!


28 settembre 2007

Una notizia che spero non sia stata detta a vanvera, come spero che il governo non cada per la finanziaria, ma non per estrema simpatia pro Prodi, quanto perchè vorrei vedere realizzato qualche progetto concreto. Per la pensione non fa nulla, se mi mancheranno soldi alla fine della mia attività lavorativa, saprò a chi prenderli. AGLI STESSI CHE LI HANNO MALGESTITI!, vi assicuro che non serve andare lontani!. Questo è quanto! In ogni modo torniamo a noi, alla proposta di agevolare chi voglia costruire la prima casa.


Era ora, da tanto che ne parlo, sono ormai trent'anni, da quando non si fa più edilizia agevolata. vi assicuro che le prime decenti villette, in LOTTI di seicento metri quadrati, le ho viste costruire a Cordenons, belle villette unifamiliari, pulite e semplici nella loro praticità. Esistevano anche le cooperative edili, società formate da più interessati che compravano il terreno e si facevano realizzare strutture abitative più complesse. Bene si torna forse al passato. Da tanto mi chiedevo cosa fosse successo, dove siano andati i soldi che ancora versiamo nella busta paga sotto altra voce , quelli appunto che servivano allo scopo, l'ex trattenuta gescal. Non si vuol regalare niente a nessuno m, la politica è fatta di diritti e doveri, non di inciuci.


In questi anni sono nate come funghi imprese e strutture immobiliari. Il prezzo del terreno è andato alle stelle, idem delle abitazioni, per un meccanismo tanto complicato, quanto ben oliato, in cui ogni ingranaggio serviva allo scopo. Penso senza dir altro d'aver reso l'idea!. Mi immagino già un ritorno al passato tempi in cui il terreno veniva concesso direttamente ai proprietari a prezzo di mercato, un mercato vero, non una bolla speculativa. E chi non ci stava, poteva quando voleva pascolarci le pecore, almeno fino all'esproprio. Siamo fortunati qui a Budoia ad avere una giunta di sinistra, sarà la prima suppongo a seguire le nuove direttive e a dimostrare la propria vocazione sociale, senza però deturpare il terreno con scempi obrobriosi ed inutili castelli di cemento.


Infatti sarà possibile per i fortunati destinatari, scegliersi sia il professionista sia la ditta che ritiene più idonei ed economici. Previo il controllo delle disposizioni in materia e dei progetti di massima ed esecutivi, da parte dell'ufficio comunale acompetente . Ecco che si tornerà man mano alla disgregazione di corporativismi e legami inconsueti. Penso già alla zona che potrebbe servire allo scopo, zone non recintate da staccionate di legno cresotato, peraltro probabilmente, pericoloso per la salute e vietato dalle leggi vigenti???. E' un dubbio il mio non una affermazione. Quindi E' una domanda che rivolgo agli organi amministrativi competenti in primis all'assessore competente. Nel caso che riuscissi a documentarmi in modo più preciso. Certo che quando lavoravo nella ditta in appalto alla Sip, i pali cresotati furono sostituiti da altri impregnati sottoclave probabilmente per questo motivo e anche per altri suppongo. Prego coloro che ne sappiano qualcosa, di indicarmi i riferimenti di legge e le norme, in modo che possa agevolare i nostri rappresentanti comunali dell'amministrazione locale in una eventuale ricerca.


Bene, una casa per tutti e prezzi adeguati al reale valore. E' un regalo che ci attendiamo da questo governo o da quello che verrà, su cui non vi nego ho molta fiducia. Intanto a Budoia siamo fortunati, abbiamo un'ottima giunta di sinistra, quindi al di là dell'attuazione delle eventuali zone P.e.p, pregherei per adesso il sindaco Zambon, l'assessore al bilancio prof.ssa Gianelli e qualche consigliere imboscato, di prendere seriamente in considerazione i miei dubbi, fugandoli con dati alla mano, affinchè possa placare l'ansia che mi coglie improvvisa!


Riutilizzo di traversine [modifica] Da wikipedia.org


Negli anni ottanta sono state utilizzate traversine di scarto come materiale di costruzione per il giardinaggio o paesaggistico. Servivano come muro di sostegno, come parete di protezione alla visuale, come supporto per sedersi, ecc. A causa dell'elevato contenuto di olio impregnante, le traversine sono catalogate tra i materiali inquinanti e non ne è consentito l'utilizzo come legna da ardere.


Italo Surìs

due perle e una conchiglia



27 settembre 2007



Inserisco le ultime serie di occhiali, in modo che mi vedano bene in faccia , una volta per tutte. O per salutarmi, o per evitarmi. In fondo gli occhiali servono a questo. A veder chiaro nelle cose!. Quando anni fa ho lavorato come assistente tecnico in una cooperativa dove gli amministratori, divisi in due gruppi, si facevano guerra con politiche imprenditoraiali diverse, sono stato giocoforza e mio malgrado travolto nelle loro guerre personali. Ma io ero un timido, un pacifico a cui interessava fare molto bene il proprio lavoro e basta!
Ma non è possibile in questo paese. In esso regnava e regna ancora il concetto che uno da qualche parte debba stare, o con gli uni o con gli altri, l'ubiquità non è mai esistita. Bene, dopo aver disegnato la serie di occhiali, posso ben dire di vederci un pò più chiaramente. Ho deciso che che in fondo i miei ex manager non avevano poi torto, per cui chi sta con me è bene accetto e gli altri fin che possono a casa loro! Ma questo vale per tutti, per cui ho imparato a scegliermi gli amici, in base al loro comportamento, alle risposte che danno, ma anche a quelle che non danno. La mancanza di una risposta chiara è infatti un'ammissione, una precisa indicazione e corrisponde ad un chiaro messaggio non sicuro conciliante!
Bene tutto ciò unito all'educazione e al sistema adottano verso me, la mia famiglia e la classe in cui mi identifico; i poveri!, mi permetteranno di valutare la buona fede delle persone, e il loro vero e definitivo obbiettivo. Evviva gli occhiali, possono come vedete servire a più cose e se sono scuri, non c'è più nemmeno il bisogno d'indovinare cosa pensino dietro le lenti le persone che ti stanno di fronte. Non hanno il coraggio di guardarti fisso negli occhi, da cui temono si possano percepire segnali di malessere o peggio di ostilità.
Inserisco la prospettiva della serie " conchiglia" non ne rimangono poi molti ancora da vedere, ma ora ripeto tutto è più chiaro per tuttti, Vero????????

Italo Surìs

Arista di maiale al latte di vacca!










28 settembre 2007

Non posso abbandonare gli amici golosi, o coloro a cui serve un'idea per il pranzo o per la cena e cercano nel mondo web qualche ricetta che possa soddisfarli. Ho inserito alcune ricette fatte da me che ho potuto notare, sono state molto apprezzate, e gettonate. Cerco nelle mie scelte d'inserire ricette facili, alla portata di tutti e poco costose. In quanto alle foto, non essendo ancora in pensione, posso solo inserire ogni tanto quelle che riesco a fare.


Non sono una baba che sta da mattina a sera dietro i fornelli, nè una ditta organizzata , tantomeno un editore, sono solo un appassionato di cucina, che ormai può dedicare a questo hobby solo un pò del suo tempo. Una cosa che abbiamo fatto in casa recentemente è l'arista di maiale al latte. era in offerta per i soci della coop a cinque euro al kg. e ne abbiamo acquistato 1,1/2 Kg.


Sapete benissimo che l'arista non è altro che il carrè di maiale che potrete far dissossare, ottenendo così un arrosto. Potrà essere fatto al latte, per renderlo più morbido eventualmente aggiungendo dei funghi, visto che siamo in stagione, al forno o in tegame, o non dissossato al forno. Iniziamo a fare quello al latte nella maniera più semplice, ecco la ricetta:


Arista di maiale al latte:

Ingredienti per sei persone:

1,50 kg di arrosto di maiale, carrè disossato ( Arista)
1 carota

1 gambo di sedano

sale

pepe

1/2 lt di latte

1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva ed un pezzettino di burro

1 cipolla media

Preparazione:

In una casseruola versate l'olio d'oliva, fatevi soffriggere la cipolla tritata finemente a fiamma bassa. Aggiungete la carota intera ed il gambo di sedano, lavati e privati della buccia e dei filamenti. Fate rosolare dolcemente, aggiungete il pezzo di arrosto in cui potreste inserire con il lardatoio alcuni pezzetti di lardo per renderlo più morbido.





Lasciate che si rosoli a fiamma più alta per alcuni minuti, dopodichè aggiungete il latte tiepido, incoperchiando. Allungate ogni tanto con un mestolo di latte, aggiustate di sale e di pepe e fate restringere il sughetto. Lo stesso procedimento lo si può ottenere cucinando l'arrosto al forno anzichè sulla fiamma. Affettate l'arrosto e accompagnatelo con purea di patate o patate al forno. In una prossima ricetta vedremo come si può fare una versione leggermente diversa con l'aggiunta di funghi.


Buon appetito


Italo Surìs

giovedì 27 settembre 2007

più precisi di un porcello




27 settembre 2007

L'ordine dell'uomo a primo acchito sembrerebbe migliore di quello della natura, ma si sa la natura non è mai stata maniacale!


meditate gente


Italo Surìs
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