giovedì 27 settembre 2007

anche i potenti sudano

lurlo di Edward Munch


26 settembre 2007

L'urlo, o anche Il grido, è un celebre dipinto di Edvard Munch (cui egli diede il titolo originario Der Schrei der Natur: in tedesco Il grido della natura).
Realizzato nel 1893 su cartone con olio, tempera e pastello, come per altre opere di Munch è stato dipinto in più versioni; quella collocata alla Nasjonalgalleriet di Oslo ha dimensioni 91 x 73,5 centimetri.


Ho seguito ieri sera la trasmissione Ballarò, come penso molti fra noi. Mi è sembrata un tiro al piccione, un volatile di quasi un quintale, seduto, innervosito ed inquisito! Povero onorevole Mastella, non ha fatto certo una bella figura, pur essendosi già preparato all'esame che gli spettatori e gli alleati politici, avrebbero fatto attraverso gli schermi. Doveva elegantemente dimostrare la sua professionalità e correttezza amministrativa e politica, ne è uscito a pezzi. Pensate è stato graziato perfino dalla minoranza, tanto faceva tenerezza.



Un bambinone di quasi un quintale, che cercava le risposte fra le righe di una pagina di quaderno sgualcito e nascosto fra le pieghe dei pantaloni o negli slip. Proprio come fanno i nostri ragazzini all'esame di riparazione. "Mastella ti odio"era scritto in un blog, e allora? forse che non è cosa normale essere anche odiati, forse che chi più chi meno , non lo siamo un pò tutti? E cosa dovrebbe dire allora Berlusconi, mettersi a piangere? Un ragazzino impreparato che non è riuscito nemmeno a copiare per bene!. Il suo è stato un compito da 3--, un'esame fallito che ha mostrato al popolo un re nudo, mentre i suoi stessi alleati sembravano prendessero loro stessi le distanze , dalla persona e dal suo scomposto e miserevole comportamento. Isolto e solo con la sua coscenza!


Conosciamo il duello fra il suo blog e quello di Grillo, botta e risposta, accuse e contraccuse, un modo elegante per alimentare il potere già in aumento del comico. Sembrava che si difendesse come lo farebbe un bambino colto sul fatto dalla mamma, mentre ruba la marmellata. Già questa sembrava fosse l'espressione del suo volto, un viso contratto all'inizio, per non esplodere nella rabbia comune alle persone deboli. E' successo all'apertura della trasmissione, quando il comico lo ha pesentemente e spietatamente distrutto con le sue battute a dir la verità molto pesanti.



Ma non doveva sudare in modo così appariscente durante la trasmissione, sembrava che gli mancasse il fiato, che stesse per piangere, che volesse scappare, fuggire chissà dove. Non doveva così apertamente mostrare il suo terrore e nemmeno pronunciare quella frase che èsembrata una profezia sciagurata. E' apparso evidente ai più, un atteggiamento di timore che probabilmente attanaglia il suo animo, senza motivazione. " Non farò la fine di Craxi nè di Biagi", ha detto. Strana frase, potrebbe sembrare un messaggio in codice rivolto a qualcuno, quasi volesse dire: " state attenti a non abbandonarmi in pasto alla gente, non mi farò ammazzare per voi!, vi trascinerò con me!. Potrebbe questa essere una chiave di lettura del suo atteggiamento, anche se mia personale.


Non vorrei essere nei suoi panni, non è bello vivere con queste paure. Impastato, un ragazzo di appena trent'anni a Palermo, ha sfidato la Mafia senza sudare. Lui, il ministro di grazia e giustizia che tanto bene ha fatto ai malavitosi con l'indulto, ha sudato di terrore assalito dal panico e dall'ansia, davanti a milioni di spettatori, gente civile.


Non dovrebbe preoccuparsi per la sua salute, proprio lui, il re dell'entroterra Campano, il probabile figlio di De Mita. Troverà certo fra i suoi nuovi e molteplici fans esperti in materia, chi si prenderà cura di lui difendendolo dalle minacce che la sua mente intravvede e dai nemici dai quali è convinto d'essere attorniato!



Descrizione dell'attacco di panico, da parte dell'artista: Edward Munch


« Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul fiordo neroazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. »

Italo Surìs

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