domenica 25 maggio 2008

odio, l'amore dell'uomo

25 maggio 2008


Chi predica amore suscita odio, o meglio destabilizza l'egoismo umano, mettendo in discussione il potere e con esso il valore ingiustamente datogli.


Italo Suris

sabato 24 maggio 2008

Mammà,....Facimm'ò colerà

24 maggio 2008

Mammà, sta arrivann’ o’colera”, dice il figlio alla madre che lo tiene per mano. Siamo in un’assolata via del centro di Napoli ed un bambino si rivolge con queste parole alla madre. Cosa sarà successo di così grave?, che sia nuovamente arrivata la peste come nel 400? No, non abbiate paura, niente di tutto ciò, o forse anche peggio, nel senso che sono arrivati i ministri di Berlusconi e tutti assieme fanno il colera, come si suol dire a Napoli quando si fa “ ammuine”, cioè confusione. In quanto alla peste ci pensa “bel sol”, termine puramente friulano che significa,” da solo”, lo stesso Berlusconi, chiamato appunto: “Silvio la peste”, come il famoso Pierino.

Ma le cose sono più serie e non bisogna scherzarci su, almeno non troppo. Il problema è “à munnezz”o forse una promessa tradita e, con essa, la speranza di un cambiamento indolore. Probabilmente Silvio conosce poco i napoletani, al di là d'aver cantato con Apicella “ anime e core”, una famosa canzone partenopea che inizia appunto così: “ tennimmace accussì, aneme e core, stù desiderio e te me fa pauraa”. Proprio in queste due righe si scopre il vero problema, una problematica psicologica irrisolta, il classico complesso di Edipo. Silvio non ha voluto abbracciare i suoi figli addottivi, i partenopei appunto.

I napoletani non sono mai riusciti ad abbandonare il complesso d’inferiorità, che si evince in modo evidente, proprio nella loro proverbiale creatività, la quale non è altro che un modo di farsi vedere, di sentirsi apprezzati e non traditi. Sono come gli americani, degli eterni bambini, ed è per questo che il loro modo di vivere è solo un gioco, un teatro continuo ed incompiuto, un presepe di vita. La riprova? i grandi talenti che questa generosa regione del nostro paese, la Campania appunto, ha donato alla cultura; nell’arte, nel teatro e nel canto, oltre che nella musica e nella poesia. Insomma, un vero popolo di poeti e di navigatori, il classico abbinamento che ha contraddistinto la gente italiana.

Non sto denigrando nessuno, sia ben chiaro, anzi! Io pure sono d’origine partenopea, non mi ritengo diverso da loro,tantè vero che mi definisco “un creativo” cui piace l’arte in tutte le sue forme. E’ l’emotività, il coinvolgimento dell’anima, che i teatranti di vita ricercano nel prossimo e hanno in se stessi, sono per questo molto sensibili e si accorgono subito quando uno tradisce la loro fiducia. Allora signori sono guai, incominciano a fare “o colera”, quella sceneggiata napoletana tanto cara ai cittadini delle terre vesuviane che però non è certo da sottovalutare. Hanno il bisogno di un riferimento e di un’autorità che li guidi, un padre putativo che soddisfi le loro attese. Non per niente sono ancora legati alla monarchia almeno con il cuore, proprio come ai tempi di Francischiello.

In Berlusconi, non solo per la statura, avevano identificato un moderno Francischiello, detto senza disprezzo, ma con la convinzione che queste fossero le loro reali attese. Aspettative che avrebbero dovuto essere, lavoro e benessere, pulizia e divertimento che poi è il pane dei napoletani e Silvio questo lo sa bene, visto che di cinema e di televisione un po’ se ne intende. Ma le truppe no, i militari non ci dovevano essere, nemmeno nei proclami e nelle leggi emanate frettolosamente dal governo che si è insediato nel palazzo reale di piazza plebiscito, quei ministri imposti dal nord e calati assieme alle truppe in un territorio non loro.

Ecco come si risvegliano dal loro sogno i cittadini campani, un risveglio brusco, fatto di manganellate e di trincee, di imposizioni e di appropriazioni di terreni per farne discariche, quei terreni assolati che hanno cibato con i loro frutti e per millenni, la popolazione locale. Pomodori, melanzane, limoni uva e fichi pesche e altro nettare della terra, questi sono i frutti che sono già stati avvelenati dalla camorra con le scorie ed i rifiuti solidi o liquidi derivanti dalla lavorazione dei prodotti dell’ imprenditoria veneta e lombarda. Volete levare a “pummarola o a e melanzane alla parmigiana” ai napoletani?. Pazzo, chi lo pensasse sarebbe veramente pazzo. Pensate che Napoli ed il suo litorale possa esistere, senza nocino, o il rosolio o “à pizza c'à pummarola ingoppa” e il limoncello?Impossibile!

Non è corretto prendere il posto della camorra seppellendo tonnellate di rifiuti nelle viscere della terra di Caivano o di San Giovanni a Teduccio. Tanto per fare dei nomi qualsiasi, che nulla hanno a che vedere con il problema, ma suonano bene, da nome di "sito" napoletano. Non si può proprio e tantomeno quando i treni che avrebbero dovuto portare “ ammunnezza” in Svizzera o in Germania o Francia e Austria, per qualche inspiegabile motivo sono stati bloccati, rimanendo a lungo inattivi. Ma il governo ha pensato anche a questo e di Gennaro, proprio in questi giorni è stato premiato per la sua fedeltà e professionalità. Speriamo di non dover vedere una nuova G8 a Napoli, il popolino se colto "d'acollora", potrebbe fare nuovamente “ o colera!”.


Italo Suris

Perdonatemi, migliorerò





Vedete questo trucco?, l'ho imparato da un blogger, serve a mettere in evidenza che ho raggiunto la meta prefissatami, il primo posto fra i 100 siti di fotografia. Eppure di fotografia non ne so molto, sarà piuttosto il fatto che quello che scrivo e immortalo nelle immagini del mio blog: "catturando momenti di vitahttp://vitaindiretta.blogspot.com/", non è altro che la rappresentazione dei momenti condivisi da ciascuno di noi, di noi e di voi, di tutti insomma.



Avrei con umiltà, potuto fare a meno di questa esibizione che nulla aggiunge al valore intrinseco dei sentimenti, anzi li sminuisce agli occhi del lettore, ma forse anche questo è un sentimento corretto se espresso con delicatezza, e non violentemente sbattuto in faccia a chichessia. E' come se chiedessi a tutti gli elettori, siete contenti?, quello che desidero offrirvi è il massimo e forse non è nemmeno troppo, anzi è troppo poco, questo è quello che sono riuscito a fare, perdonatemi, migliorerò. In poche parole, ora posso dedicarmi nuovamente ai lettori di questo sito per scambiare due chiacchere con loro.


Italo Suris

ci vogliono far sputare sangue

23 maggio 2008

Sono giorni ormai che non scrivo su questo blog. Mi sono dedicato in tutto questo tempo più all’altro, quello della fotografia, visto che mi ero prefissato di portarlo ai primi posti della classifica in breve tempo. Ho condotto una sfida contro me stesso, dato che questo sito è stato primo anche in quel contesto, fin quando ho fatto una scelta diversa. Ho pensato, giustamente, che le immagini potessero parlare anche da sole. L’interpretazione, come ha concordato una pittrice che conosco, è soggettiva, salvo che non si inserisca, come di mia abitudine, sotto ogni immagine due righe o una didascalia che ne illustri il pensiero, dando corpo tra l’altro all’emotività interiore, oltre alla capacità di coinvolgere emotivamente anche il lettore.

Questo è l’unico motivo per cui è nato il nuovo blog, dedicato alle immagini, intitolato:” catturando momenti di vita”, il ché, è tutto un programma. Ma non ho intenzione di vantarmi, solo di scusarmi con gli eventuali lettori. Ciò che m’interessa ora prendere in considerazione, sono alcuni aspetti sociali per analizzarli sotto un profilo esclusivamente critico. Intendo parlare delle prime iniziative intraprese dall’attuale Governo e soffermarmi su altri aspetti, uno fra i quali, l’insediamento ed il discorso di Emma Marcegaglia in qualità di primo presidente donna alla guida della Confindustria. Mi complimento con lei, è sicuramente molto brava, anche se personalmente le donne virili, come l’ha definita nell’articolo sulla repubblica di oggi Roberto Mania, non sono il mio forte.

Ma veniamo al sodo, ad alcune affermazioni e analisi estratte dal quotidiano che se corrispondenti al vero, mi lasciano un po’ perplesso. La prima che gli industriali non hanno bisogno di entrare in politica cosa che , si legge , era stata presa seriamente in considerazione da Montezemolo, il presidente uscente di Confindustria. Certo bisogna anche sottolineare come tale affermazione sia stata maggiormente messa in risalto dal manager-socio del gruppo Fiat, in un momento in cui il Governo Prodi era in grave difficoltà e proprio per attacchi da parte di alcuni appartenenti alla linea dura della stessa organizzazione sindacale industriale.

Attacchi che ovviamente hanno parecchio inciso sulla tenuta del Governo, lasciando libero spazio alle manovre politiche nel suo interno che, data la risicata maggioranza, sono servite a riportare alla guida del paese gli stessi rappresentanti politici dell’aquila, il simbolo appunto della stessa Confindustria. E in questo gioco di potere, quale ruolo hanno avuto gli imprenditori?, è difficile pensare che il loro potere economico-mediatico sia coinciso solo casualmente con le idee del massimo rappresentante della loro categoria, quel Silvio Berlusconi che innocentemente e pericolosamente, in qualità di presidente del Consiglio, riafferma la convergenza d’ opinioni con una parte importante dell’economia nazionale, gli industriali appunto.

Eppure anche la Marcegaglia ha parlato politichese, soffermandosi su temi sociali quali le pensioni, il lavoro delle donne, la lotta alla mafia e, per ultima cosa, esprimendo ferma condanna per le morti bianche. E’ un tema che riguarda da vicino la stessa, in prima persona e di cui come massimo rappresentante degli industriali si sente responsabile per il futuro, mentre come imprenditrice ne è responsabile nel presente. Staremo a vedere quali decisioni prenderà la magistratura e quali saranno le conseguenze dal punto di vista di immagine personale. Certo che l’attuale maggioranza, permetterà una migliore governabilità e di questo si sono resi conto anche gli elettori, visti i risultati politici della scorsa primavera.


Gli operai, fatto per me molto grave, sono rimasti senza rappresentanza politica, o meglio qualcuno ha occupato o lo sta facendo, gli spazi di quella parte politica definita marxista dall’attuale presidente del Consiglio. Un ripulisti totale, come si fa nelle fabbriche, della gente che dà fastidio e che rema contro quelli che, apparentemente sembrano, “gli interessi della comunità”. Ma chi è la comunità?, non sono mai riuscito a capirlo. Tutto ciò è avvenuto con la complicità, se così si può dire, della sinistra moderata. “L’Italia può rinascere, abbiamo uno scenario irripetibile”, ha esclamato la signora Emma”.

Sì, non ci sono dubbi, l’Italia può ripartire, ma chi farà la parte del carburante?la compattezza degli imprenditori o la massa degli operai?. Mi sembra che ancora una volta non ci siano dubbi su chi dovrà pagare per intero lo scotto del nuovo sviluppo. Un ri-rinascimento, visto che chi prima ha disfatto, ora dice di essere rinsavito. Già perché da che mondo e mondo politica ed imprenditoria sono sempre andate a braccetto, quindi ciò che è veramente mancata è stata la lungimiranza di chi ci ha guidato, aquila compresa.

Ora, come al solito, si cerca il capro espiatorio da dare in pasto al popolino, la colpa dell’inefficienza dello Stato sta tutta nel comportamento dei dipendenti pubblici, nelle loro paghe e nell’assenteismo di quelli che si allontanano durante le ore lavorative. “Persone che rappresentano un’offesa nei confronti dell’operaio serio e produttivo”, sono le testuali parole della lady di ferro, la nuova Tacher italiana. Non si dice quanti siano, né dove siano e si colpisce per scelta politica indiscriminatamente tutti, per dare l’esempio ed un contentino all’opinione pubblica.

Come? escludendo semplicemente gli stessi dall’incentivazione per la produttività, con la mancata riduzione al 10% sulla tassazione degli straordinari. Un controsenso, se veramente si desidera che siano produttivi. E’ una scelta opinabile, che personalmente ritengo ingiusta, discriminatoria e anticostituzionale, anche se i dipendenti pubblici dovessero essere in sovra numero, il che è tutto da provare. E visto che ci siamo, senza voler rincarare la dose, mi pare corretto ricordare per par condicio, che un comportamento immorale sta anche nell’eludere le tasse che alla fine è alla pari dell’assenteismo, vero furto a discapito dello Stato.

Ma si sa, di costituzione ormai non se ne parlerà più per un pezzo, nonostante la stessa sia stata, proprio come la stella polare, un riferimento per la conduzione corretta della politica nazionale. Certo che ora si dovrà finire il lavoro iniziato rivedendo e riscrivendo, in chiave moderna, la stessa. Non si lasciano i lavori a mezza strada, concordo. Ma vengano pure i cambiamenti, sgorghino anche se in ritardo le lacrime di coccodrillo, l’importante è che veramente si faccia sul serio. Ritengo che questo sia un obbiettivo raggiungibile, ma non tanto per la schiacciante sconfitta della sinistra, quanto per il fatto che la barca, appesantita dalla burocrazia imprenditopolitica, stia a tutti gli effetti facendo acqua.

Allora la scelta che apparentemente sembra politica, a tutti gli effetti diventa economica. Si è scoperto, anche se non ammesso che l’imprenditoria italiana, non ha scommesso sul fattore umano, sul sistema impresa dipendente, sulle risorse umane scarsamente retribuite e frustrate da comportamenti tipici di questa nazione e delle sue caste, lobby difficilmente intaccabili, visto che il denaro ed il guadagno sono collanti troppo resistenti. Ci vorranno vent’anni per risalire la china, si prospetta già una finanziaria di sangue, altro sangue dopo quello versato o meglio sputato, sotto il Governo Prodi. Sono diventato persino tubercolotico e tisico a forza di scatarrare rosso, chiaramente sugli abiti griffati “Prada”.


Italo suris

domenica 18 maggio 2008

quando è troppo trabocca

18 maggio 2008





Anche l'amore , come tutte le cose, se troppo infastidisce, e proprio come la schiuma di un boccale di birra che trabocca dallo stesso perchè in eccedenza, anche l'amore alla fine viene sprecato.




meditate gente

Italo suris

sabato 17 maggio 2008

il lenzuolo virtuale

17 maggio 2008



Lorena Cultraro, di appena 14 anni, se n’è andata in silenzio come ha vissuto in una città della Sicilia, in quella Sicilia legata ancora e nonostante tutto, ad arcaici concetti d’onore. Paesi del profondo sud come Niscemi, abitati da persone avvezze al timore di dover rendere conto del proprio operato ad una società alla fine ipocrita. Una collettività pronta ad accusare nel silenzio delle quattro mura di casa, l’operato altrui e ad essere invece apparentemente compartecipe del dolore e della riprovazione, nel caso di responsabilità collettive. Lorena ha incominciato proprio oggi il lungo viaggio verso una meta ignota, confortata dall’affetto dei genitori e di tanti giovani amici, compagni di scuola, e gente comune che hanno voluto salutarla per l’ultima volta.

Mancavano solo i suoi aguzzini ora in carcere, giovani minorenni accusati probabilmente di violenza di gruppo, stupro e forse d’omicidio premeditato. Se ne va in una bara di legno bianca, il colore dell’abito da sposa, simbolo di purezza fisica e interiore. Sono finiti in Sicilia i tempi in cui alle finestre, il giorno del matrimonio, veniva mostrato al pubblico il lenzuolo usato la notte in cui si era consumato per la prima volta il rapporto sessuale, macchiato del sangue provocato dalla lacerazione dell’imene. Forse una lacerazione dolorosa provocata non tanto dalla penetrazione violenta del corpo, quanto dalla consapevolezza di aver perso, con quel lembo di pelle, anche la gioventù o la speranza di poter passare il resto della propria vita accanto all’uomo veramente amato, scelto in modo autonomo e non imposto da volontà superiori.

La giovanissima sposa era conscia che dopo quella notte, sarebbe diventata per sempre schiava di un nuovo padrone, un uomo che l’avrebbe usata a proprio piacimento, come macchina di figli possibilmente maschi, serva e cameriera, prigioniera in casa e privata della possibilità di rivolgere un cenno del capo a chicchessia, soprattutto se di sesso maschile. Come sono lontane quelle notti in cui i picciotti davano prova della loro virilità legata al concetto d’onore. Una prova di mascolinità da mettere in risalto orgogliosamente e paradossalmente proprio con lo stesso lenzuolo steso alla finestra o sul balcone. Perché diciamocelo chiaro e tondo, era anche questo il motivo di tale esecrabile esibizione. Lo dimostra il fatto che colui che avesse per disgrazia trovato già il vuoto attorno a se, oppure, se la legge di Newton fosse stata la causa di una cilecca preannuncita, lo stesso sarebbe stato costretto a sgozzare la gallina di scorta, direttamente sul candido drappo da esporre in seguito al pubblico.

Si afferma che le giovani siciliane siano oggi, assieme alle campane, le più disinibite, quelle che amano provare sin da ragazzine le gioie e le emozioni legate al sesso, a divertirsi facendo all’amore, alla faccia di preconcetti, di tabù e di insopportabili usanze, di luoghi comuni e di ipocrisie. Una rivoluzione sessuale resa pubblica attraverso il best seller “ gli ultimi 100 colpi di spazzola"(100 colpi di spazzola prima di andare a dormire - ), un libro in cui un’adolescente catanese, ha raccontato tutte le sue performance sessuali, le sue avventure, anche di gruppo. Esprimendo pubblicamente, il piacere di diventare schiava del sesso, di godere donando liberamente e spontaneamente la gioia carnale intesa come amore per il prossimo e spontanea dedizione.

Sarà quello descritto, il sentimento che ha spinto la bella e dolce Lorena ad appartarsi con quelli che credeva dei cari amici, a cui voleva probabilmente bene, e di cui incoscientemente non ne aveva capito la pericolosità e la grettezza?, penso proprio di sì. Sicuramente è l’unico aspetto di tutta questa faccenda da poterle rimproverare, non certo quello di aver consumato qualche attimo d’intenso piacere in casolari luridi e isolati, in una coreografia che ha sminuito la bellezza e la purezza del rapporto avuto.

Cosa certamente più grave è di aver voluto bruciare i tempi, e d'aver iniziato a frequentare ragazzi di cui non ne aveva, per inesperienza appunto, intuito la pericolosità e l’immaturità. Insomma non aver intuito le loro angosce interiori, e il rifiuto di prendersi le proprie responsabilità, nel caso avessero dovuto in qualche modo rispondere del loro operato nei confronti della famiglia della vittima, delle fidanzate e di tutta la società. Ecco allora che, come d’incanto, ritorna l’ancestrale simbologia del lenzuolo sporco di sangue, e non semplicemente macchiato , un lenzuolo nefando che sono stati costretti a estrarre dalle loro coscienze e ad esporre, dopo i molteplici tentativi di depistaggio, nella caserma dei carabinieri. E’ questo il vero problema, il gioco dell’amore può creare spiacevoli conseguenze delle quali si deve essere in grado di risponderne, senza dover tirare a sorte o costringere chicchessia a fare la prova del DNA per scoprire l’eventualità paternità di un figlio mai desiderato, visto che per chi non lo sapesse, un figlio può essere il frutto di un atto d’amore consenziente o anche no.

A Palermo poi recentemente non sarà stata certo presa in considerazione dalla giovanissima adolescente, l’eventualità che le foto hard scattate dal fidanzato durante i rapporti consumati nell’abitacolo della propria auto, sarebbero poi state trasmesse via etere, a tutti gli amici dello stesso. Così anche in questo frangente si vede sbucare, nel trentesimo secolo, l’atavico costume di esporre il lenzuolo macchiato di sangue. Lo si è fatto in questo caso mediaticamente, usando un pezzo di stoffa virtuale, lo schermo di un cellulare. Alla fine si scopre come tutto il mondo è paese e che, il grande fratello, non è altro che il perpetrarsi di un’antica tradizione esibizionista tutta italiana e forse neppure più tanto maschilista.

Italo Suris

Il colpo di spugna



17 maggio 2007




Compro il giornale un giorno sì e l’altro no, non per risparmiare, anche se i giornali costano come mezzo pasto, quanto perché vorrei leggerli con calma ed analizzarne i contenuti. Potremmo parlare di un sacco di problemi, sviscerandoli e riducendoli a concetti più semplici e quindi maggiormente assimilabili dai lettori. Gli argomenti in questi giorni convulsi, non mancano, si tratta solo di decidere da dove iniziare. Parliamo di politica?sarà meglio che i nostri politicanti lavorino in silenzio e noi potremmo piuttosto, controllare il loro operato, le scelte apparentemente proposte dai ministri in pectore e le controproposte del governo ombra tanto apprezzato dal primo ministro,da non capire più se il lupo ha perso il pelo, ma anche il vizio. Gli italiani sono stanchi di baruffe fra amministratori e la mancanza di fatti concreti e provvedimenti importanti e veloci.

E’ estremamente chiaro il progetto portato avanti in questi mesi, concretizzatosi con l’eliminazione di componenti politiche oltranziste ed ideologiche,sia di destra che di sinistra, portato avanti dalla coppia di topo Gigio e di testa d’asfalto, come li chiama con mancanza di rispetto l’eroe dei palchi e delle giornate tematiche, Beppe Grillo. Quale potrebbe essere il pericolo di un accordo sottobanco e quali invece le opportunità, e ancora fa bene Di Pietro a non fidarsi?sicuramente, conoscendo l’animale ( si fa per dire).

L’ex magistrato di mani pulite ha ragione a non dare una fiducia preventiva e a vegliare sull’operato dei due parlamenti, quello reale e il clone inventato all’occasione. Italia dei Valori, e l’UDC sono ormai gli unici partiti a poter contrastare eventuali accordi bipartisan, che non rispettino le esigenze degli esclusi. Un’occasione politica da non perdere da parte dei giustizialisti in parlamento che proprio come la lega, hanno ottenuto dalle politiche una crescita di consensi, voti strappati dai delusi dell’estrema sinistra e dagli scettici del nuovo Pd.

Il dubbio è che non ci sia reale contrapposizione e che un numero consistente d’elettori, rimangano esclusi da ogni decisione visto che sono rimasti orfani di rappresentanti in parlamento, Mentre un unico partito con il 70% di consensi potrebbe alla fine fare il bello ed il cattivo tempo a discapito dei più deboli, contrattualmente parlando. Infatti, alla fine, il maximegapartito, potrebbe come sembra abbia iniziato a fare, sbilanciarsi su scelte più care al gruppo imprenditoriale che al resto della società. La speranza? È che finalmente si siano messi in testa di fare le cose in modo equilibrato, considerando che gli interessi dell’intera collettività, altro non rappresentano che un possibile miglioramento di tutto il sistema Italia.

Per far ciò è ovvio che si dovrebbe assumere nuovi atteggiamenti, più costruttivi da parte di quelli che hanno il potere economico in mano, rinunciando a parte degli introiti ed investendoli in ricerca e migliorando la produttività che è diminuita ultimamente per i motivi che tutti conosciamo, sperperi, costi elevati del carrozzone pubblico, ma anche di quello privato, l’ingerenza della malavita negli affari,e la mancanza di equità sociale, unita alla corruzione e al nepotismo. Di ieri è la notizia che nonno Cossiga, si è scagliato contro Di Pietro ed il suo partito definendolo l’Italia dei non valori. Ma nelle sue esternazioni qualcosa di giusto lo avrà pur fatto, il picconatore di memorabile fama, si è trovato nel governo affianco al figlio, che probabilmente fa parte del Cdl.

Cerchiamo d'essere alla fine ottimisti, incominciando a credere che Berlusconi abbia risolto o sia certo di risolvere, i suoi problemi ed interessi personali e si dedichi in futuro anche alla ricostruzione del paese agonizzante. sembrerebbe che si sia dato un colpo di spugna sul passato di molti amministratori rincominciando forse da zero. Un po’ come è stato fatto in Argentina dopo il triste periodo dei colonnelli, si sono congelati i diritti dei desaparecido, è stato fatto qualche processo morbido e tardivo, e tutti hanno incominciato a lavorare dimenticando il passato. Tutti tranne le mamme coraggio, quelle che girano con le foto dei congiunti implorando giustizia o almeno la verità.

Italo Suris

giovedì 15 maggio 2008

morire in silenzio





15 maggio 2008



Una foglia cadente è forse più bella di quelle nel pieno della freschezza. Ha il suo vissuto da raccontare o da portare per sempre con se. Ma io l'ho colta nell'attimo in cui la flebile voce, mentre la vita sfuggiva dal corpo, le permetteva di raccontare sommessamente il passato. "Sono nata in una lontana primavera, abitavo in un cespuglio assieme ad altre ragazze come me, ah come eravamo belle allora, ci divertivamo un sacco a spingerci vicendevolmente per farci largo, fra i rami e le spine, delle donne più ricche dell'ambiente, le rose. Sapessi com'erano belle, quando si mettevano in tiro. Profumavano di fresco ed inebriavano gli esseri umani, ma anche noi seppur della plebe, non eravamo poi così male. Il colore della nostra pelle era brillante, la forma oblunga o leggermente arrotondata, metteva in rilievo le nostre curve. Una sottile linea centrale, sottolineava la nostra voglia di vivere e di far l'amore. Il sole dall'alto allorchè ci vedeva, ci sorrideva strizzandoci maliziosamente l'occhio, mentre la pioggia ci bagnava tutte, facendoci venire un brivido lungo tutto il corpo" Già mia dolce vecchia foglia di un roseto che ti sta abbandonando al tuo destino, ora non servi più e come un limone spremuto, scivoli nell'oblio delle piante e dell'uomo.

babe in rosa


15 maggio 2008
Un numero di rose si stanno confrontando allegramente, sollevate da ogni pensiero. Si sono ritrovate in questo giorno particolare e, come ogni sabato, prima di fare la spesa al mercato si sono fermate un minuto, all'angolo della piazza alberata, per raccontarsi di tutto e di più. Parlano velocemente di corna e di amore, di litigi e di cucina, di gioie e di dolori, ma sempre civettuosamente, con un sorriso sulle labbra e la luce negli occhi profondi.
Certo, anche i fiori s'incontrano a discutere delle cose quotidiane, delle più semplici come di quelle più impegnative, parlano del figlio e della scuola o del lavoro dell'uomo che amano e forse tradiscono, rendendosi l'un l'altra complici di piccoli ingenui giochi ed inganni. Ma sappiamo che tutte le donne sono dei fiori, delle magnifiche rose che non appassiscono nemmeno con l'avanzare del tempo.
Sono belle e la loro pelle è sempre fresca, delicata e profumata come i petali dei fiori ritratti nell'immagine di cui sopra. Una sola cura, un piccolo grande segreto, le fa illuminare nel volto e nel corpo. Un elisir chiamato amore, gioia di sesso di moglie e di amante, felicità di madre o di nonna, affetto di improvvisa e maliziosa amica, anche se per un giorno soltanto.

la rosa e l'autobus

15 maggio 2008

Ogni mattina faccio a piedi la strada che mi porta al lavoro, due passi all'andata alle ore 07.30 circa, una corsetta al ritorno verso le 13.35. Non ho molto tempo per cercarmi soggetti per le mie foto. Lungo la strada però ci sono delle belle villette, con il loro giardino ben curato e con tanti fiori, rose perlopiù nel mese di maggio.
Rose a cespuglio, ad alberello, arrampicanti e di tutti i colori e varietà. Gialle, arancio, rosa, rosse, bianche , di verdi non ne ho viste fin'ora. Vi assicuro che una o due al giorno, le ho fotografate proprio tutte, solo due minuti per inquadrare con il mio cellulare, uno scatto e via, altrimenti perdo la corriera. Vale una rosa un'ora e più d'attesa?, io penso proprio di si. Ma non rallegratevi, alcuni scatti non sono venuti certo bene, ma almeno sono arrivato alla fermata del bus sempre in orario.

sole profeta del buio






15 maggio 2008 Ore 19.30, Signori un attimo di riflessione, mi assento e vado a battere al computer qualcosa di carino, sempre che mi venga l'ispirazione.
Intanto fatevi un'ulteriore indigestione di fiori e di piante, sapete tanto per dare un pò di tono e di colore al blog. Il colore è tutto per me, ha fatto in modo di tenermi in vita in tutti questi anni, luci, colori, sogni, astratti e un poco anche concreti, hanno fatto si che la mia mente non scivolasse nel buio più profondo.
E' per troppo tempo rimasta sommersa dai pensieri di un passato che si sta allontanando, mentre contemporaneamente il buio naturale mi tallona ormai sempre più vicino.
Cche grande soddisfazione per me, me ne andrò per sempre da questa valle di lacrime chiudendo gli occhi e scivolando nell'oscurità più assoluta, ma dopo aver visto per un attimo la luce del sole e i milioni di colori di una notte che è durata un'eternità. Godetevi i colori e l'artista che li ha generati.










Italo Suris



dita protese



15 maggio 2008

In primo piano dita raggrinzite dalla fatica si elevano verso il cielo chiedendo di essere ascoltate dal creatore, perchè si chiedono tanta ingiustizia? cos'è che ci differenzia da loro?, indicando con lo sguardo la parte più verdeggiante che si estende a vista d'occhio dinnanzi a loro. Dacci anche a noi un abito così elegante, facci scaldare con una coltre di verdeggianti foglie, coprici con la tua misericordia e non lasciarci qui sole, spoglie perfino del nostro stesso amore. Non sanno che saranno anche loro così belle e forse di più, come tutti i giovani in questa terra non hanno la pazienza di attendere che la terra le fecondi facendole alla fine rivivere una seconda gioventù.

una massa di velluto


15 maggio 2008
Certo guardando il fianco sinistro di questa montagna, sembra di vedere e toccare un manto di soffice velluto. Un velluto di colore verde dai riflessi più vari. Dei giochi di chiaroscuro rendono più prezioso il pezzo di soffice e verdeggiante stoffa tessuta dalla natura, che protegge dal gelo notturno, i fianchi scoperti della terra che s' inerpica verso il cielo.

un nastro d'argento



15 maggio 2008

Molto bella quest'immagine delle montagne friulane. e' un ambiente ancora incontaminato, dove la natura esprime il meglio di sè, lentamente , senza fretta alcuna, il ruscello scorre placidamente verso la vallata, lambendo gli argini che si arrampicano lungo i lati scoscesi dei monti, dagli stessi scendono di notte gli animali dei boschi per abbeverarsi. Peccato non poterli vedere e fotografare in questo momento.

per solo due patate


15 maggio 2008
In montagna non è comodo arare nè seminare quel che si desidera. Bisogna aiutarsi l'uno con l'altro ed è questo il motivo della solidarità che accomuna gli abitanti delle nostre montagne. Hanno sofferto e ancora per lavorare, sono costretti ad allontanarsi dai loro paesi natali. Chi resta o ritorna coltiva i campi ingenerosi lavorando di braccia, dissodando il duro e magro terreno per seminarvi qualche pianta di fagioli o alcune decine di patate. Forse anche qualche verza, tanto per gradire.

nubi di limo




La sottoesposizione di questa foto eseguita con il cellulare, come d'altronde ormai capita spesso, crea una suggestiva ed inquietante atmosfera. Siamo a Claut, non lontano dal monte Toc dove fu costruita la famosa diga del Vajont, dalla quale tracimarono a causa di una frana, milioni di mc. di acqua mista alimo e a detriti su Longarone, Erto e Casso. Morirono sommersi dal fango e dai detriti circa tremila persone. Era il 1962 se non erro o giù di lì. Questa foto rievoca in me quell'episodio ed un brivido mi corre lungo il filo della schiena, ripensando a quei giorni di disperazione. Le nubi bianche assomigliano all'acqua che sta tracimando con violenza dalla diga, in questo caso rappresentata dalle figure minacciosamente scure delle montagne in lontananza, che si stagliano nette nel cielo.

una battaglia persa



15 maggio 2008

La natura ha sempre esercitato un fascino particolare su di me. La considero essenziale per la sopravvivenza dell'uomo, un elemento indispensabile per creare nell'essere vivente l'equilibrio psicofisico di cui necessita. Guai quindi a sfruttarla indiscriminatamente, sarebbe come rivoltare un'arma contro se stessi, farsi dell'inutile male, usarla per uscire alla fine sconfitti dalla battaglia per la sopravvivenza.

la caccia alle streghe

14 maggio 2008

A dir la verità sono un po’ inquieto. Dopo il risultato delle precedenti elezioni, sento attorno a me un clima ostile, come se regnasse su di noi una cappa d’insicurezza perenne. Dubbi si affacciano alla mia mente, interrogativi che si trasformano in constatazioni, poi confermate da dichiarazioni di ministri e presidenti. Sento attorno a me un’aria di smarrimento, mentre esclamazioni inneggianti al fascismo mai pronunciate precedentemente anche in presenza di governi di destra, si fanno sempre più frequenti.

Ragazzini irrequieti rispolverano simboli e motti del Duce. Squadre di giovani dal volto coperto ed armati di mazze e coltelli, irrompono nei campi dei Rom creando terrore e scompiglio. Gli extracomunitari camminano in silenzio con il viso tirato e gli occhi abbassati verso il selciato, scivolando lungo i muri velocemente, sperando che qualcuno non si accorga della loro presenza. Eppure la violenza è figlia della paura e c’è da scommettere che paradossalmente, anziché diminuire, con l'attuale amministrazione, si acutizzerà, sarà ampliata dal megafono dell’intransigenza e dal desiderio di stravolgere in tempi brevi, ciò che non si è neppure mai pensato di risolvere con un colpo di bacchetta magica.

Ordine e disciplina, sembra sia l’imperativo delle prime giornate dell’insediamento dei nuovi amministratori, mentre continua la pubblicità ininterrotta di proclami e atteggiamenti che dimostrano come la campagna elettorale continuerà a far parte della nostra quotidianità. E’ uno stratagemma che serve a creare un clima di continua insicurezza, squarciato solo da lampi di inconsistente approvazione, qualsiasi sia l’argomento, e qualsivoglia il provvedimento che si pensi di adottare. Dalla caccia al clandestino, alla distruzione dei campi nomadi, all’inasprimento delle pene per gli irregolari, al licenziamento di statali fannulloni. Comportamenti forse corretti, che però come impostati e presentati, danno l’impressione di una generalizzazione di problemi anche marginali, che si vuol far credere causa di tutti i mali.

E’ come se l’attuale Governo stesse cavalcando la tigre di un pensiero comune e ricorrente, sviando l’attenzione da quei problemi economici e di risanamento che il Governo Prodi aveva iniziato ad affrontare con successo. L’evasione fiscale e il welfare , per esempio, l’abbattimento del debito pubblico e l’apertura a nuovi programmi di democratizzazione e di innovazione del nostro paese. Paradossalmente il Papa segue una strada parallela e convergente con le attuali strategie politiche, condannando apertamente i DICO, la legge 194 e demonizzando l’Islam, fino a far erigere una statua o collocare una targa ricordo a nome della Fallaci, per i suoi scritti contro la cultura islamica.

Sembra quasi che una xenofobia sociale stia prendendo il sopravvento sulla ragione di chi ci deve governare ed indirizzare verso atteggiamenti di paziente sopportazione. Che non vuol dire, state attenti, sottomissione o sottovalutazione di problemi sicuramente gravi, quanto un atteggiamento responsabile ed equilibrato nei confronti delle problematiche urgenti del paese. soluzioni da adottare solo dopo aver ben ponderato quale sia il miglior metodo per non peggiorare lo stato esistente. Ponderatezza quindi e non impulsività.

Ieri il Rom che abita dietro casa mia, mi ha salutato dicendomi che forse se ne andrà, non sa ancora dove, non ne capisco il motivo, ma una cosa ho intuito; si è reso conto che l’aria, per lui e per molti come lui, si è fatta irrespirabile. Non so come viva e di cosa viva, me lo immagino, ma personalmente non mi ha mai creato problemi, al di là del volume eccessivo delle note provenienti dalle casse acustiche delle loro apparecchiatura musicali. Saranno contenti i vicini che si vedranno rivalutata la casa, io un po’ di meno visto che proteggeva con la sua presenza il vicinato da malintenzionati. In fondo ogni cosa ha il suo rovescio. Ricordo ancora come una mattina in cui ero assente, fece fuggire un malvivente che si era intrufolato, con intenzioni non proprio pacifiche, nella mia proprietà. In fondo mi ero abituato alla sua presenza, al suo gioviale saluto, all’odore di cipolla fritta e di carne alla brace, chissà se tornerà nuovamente in Romania.

Italo Suris

martedì 13 maggio 2008

spruzzo di colore


13 maggio 2008
Ddal basso compare all'improvviso uno spruzzo di colore, macchie di rosso cardinale mi guardano incuriosite mentre con il cellulare riprendo l'espressione incantata del loro viso. Mi osservano fiduciose, sanno che di me posssono fidarsi e sorridono mentre immortalo i colori della loro gioventù.

rosso sangue



13 maggio 2008


In spagna il torero getta una rosa fra il pubblico, la raccoglie al volo una graziosa fanciulla, capelli e sopracciglie nere, un sorriso che spicca invitante sul viso abbronzato dal sole dell'Andalusia. E' una rosa rossa come il sangue, una promessa d'amore eterna che il torero rivolge alla sua bella, sprezzante del pericolo a cui volge le spalle.
Un toro sofferente e inferocito per le banderillas infilzate nel corpo, impietoso incorna e solleva con violenza l'esile corpo del coraggioso innamorato, scaraventandolo agonizzante nella sabbia dell'arena. L'uomo con gli occhi sbarrati dall'incredulità, allunga lentamente una mano afferrando un pugno di sabbia, come per afferare la vita che gli sfugge, mentre sul terreno si forma una macchia di sangue che si apre come i petali di una rosa, ultimo dono per la sua bella.


trasportata dalle nuvole


13 maggio 2008
E' l'alba il sole accenna a spuntare dalle nuvole ancora oscurate dalla notte, che spaventata rifugge dai luoghi della confusione terrena per farsi trasportare dalle nuvole dove innocenti bambini attendono di addomentarsi far le braccia di una giovane mamma.

un lupo solitario


13 maggio 2008
solo come una cane, abbandonato in mezzo alle piante selvatiche ed infestanti, risplende di suo questo piccolo cucciolo di tulipano, ha il capo inclinato, lo sguardo che fissa il terreno, che sia vergogna, oppure dolore, no è solo paziente attesa che si aprino i petali per dimostrare la sua sconvolgente e magnifica semplicità

sorelle stelle


13 maggio 2008
Se ci fosse San Francesco, s'inginochierebbe davanti a questo cielo di verde simile all'universo in cui splendono come stelle delle magnifiche rose di un giallo splendente, e pregherebbe Iddio per aver fatto dolcemente calare dal cielo una galassia profumata di stelle.

una vita serena


13 maggio 2008
fiori che sanno assaporare per un breve periodo la loro esistenza, eppure sembrano sorridere alla luce della vita per loro così immediata. Guardano il cielo terso e si alimentano dei raggi del sole, radicati con la forza della disperazione nel ricco e argilloso terreno, protesi verso il futuro con ottimismo e serenità.

il brutto anatroccolo


13 maggio 2008
ripropongo questa foto che apparentemente raffigura due semplici fiori, due gladioli. Ma se ben osserviamo mentre uno sta appassendo e l'altro e nella fase di maggiore freschezza, altri due boccioli stanno spuntando, figli della stessa pianta ma rispettosi del tempo che la natura detta per la loro maturità.

pietre fiorite


13 maggio 2008
Anche le pietre sanno essere gentili, fra le pieghe del muro a secco, aggrappati al magro terreno che li alimenta, crescono come orfani, fiori di una bellezza inaudita.

pioggia di petali


13 maggio 2008
scivolano da un tetto di foglie, sono goccie profumate, petali di glicine che allagano di inebriante profumo lo spazio che gli sta attorno.

il sole in una rosa


13 maggio 2008
non c'è molto da dire ma solo da ammirare

L'età reale e quella virile

13 maggio 2008

Bisogna avere pazienza con il sesso femminile, la prova del nove fugherà ogni dubbio sulla reale capacità affettiva del maschio contemporaneo.


meditate gente

Italo Suris

la cultura come badante

13 maggio 2008

Da quando si è insediato il nuovo governo, già si vedono le conseguenze mediatiche e anche medianiche . E' chiaro che mi riferisco alla trasmissione di Fabio Fazio “ che tempo che fa”, quella in cui è stato intervistato Marco Travaglio, lo scomodo scrittore di “se li conosci li eviti”. Ma cosa è successo di così grave da creare un putiferio negli schieramenti e componenti politici, sia di destra che della sinistra?, nulla che non si sappia o si immagini, niente di così grave per un paese che ci ha abituato a convivere con amministratori il cui passato non è del tutto cristallino.

Personaggi che nessun’altra nazione al mondo, avrebbe fatto arrivare ai posti delle più alte cariche istituzionali. Nello specifico, il nostro spericolato giornalista, rispondendo ad una domanda di Fazio, ha apertamente dichiarato come Schifani, la seconda carica dello Stato, sia stato negli anni novanta socio in affari di personaggi inquisiti di collusione con la mafia, se non addirittura indicati come tali. Apriti cielo, Fazio si è scusato immediatamente con il pubblico per le dichiarazioni espresse dal giornalista, definendole offese. E’ intervenuto finanche il direttore della Rai, per prendere le distanze da quanto è avvenuto.

Politicamente Travaglio è stato criticato aspramente da esponenti del nuovo partito Pd alla stessa stregua di quelli del Pdl. Schifani poi, sembrerebbe che abbia dato mandato ai suoi legali per denunciare Travaglio per calunnia. Ora sfiderei chiunque ad accusare Travaglio d’ingenuità o di malafede. Per chi lo conosce, come appunto è stato sottolineato anche per Vittorio Sgarbi, ciò che è successo era prevedibile. Ma di che cosa pensate che potesse parlare un giornalista impegnato nella ricerca di verità, che nel caso specifico erano già a conoscenza di un vasto pubblico di lettori, attraverso la lettura di libri di altri scrittori e di riviste quali l’espresso? E’ chiara l'intenzione di eliminare, come lo stesso Travaglio ha previsto, una voce scomoda come la sua da trasmissioni televisive della Rai. Per far ciò sono andati in cerca di un pretesto, un meccanismo che non è andato a buon fine con il precedente invio di Vittorio Sgarbi ad Anno Zero, un alibi che se non sussiste, lo si inventa.

E’un vecchio sistema conosciuto ormai dai più, prima ti denuncio o ti licenzio e poi si vedrà. Ecco spiegata la decisione di Schifani di ricorrere alla Magistratura, un atto che molto probabilmente resterà solo una semplice dichiarazione e anzi si tramuterà in un gesto di clemenza, da parte di una delle più alte cariche dello Stato, a favore della libertà di stampa. Ma anche gli zerbini scrivono e ormai non c’è un giornale che non assomigli, nei temi e nel contenuto all’altro, tutti a quanto pare condizionati pesantemente dal potere. Oggi su Affari Italiani, leggevo le dichiarazioni del regista Sorrentino, il quale sta girando un film su Andreotti intitolato “Il Divo”. Nell’articolo di presentazione del nuovo film, ha fatto una corretta considerazione su chi avrà il potere un domani.

Ha fatto un ragionamento che non fa una piega e che condivido pienamente, questo: “Il potere lo possiederà chi avrà in mano la comunicazione, i giornali, il mondo digitale e le televisioni.”. Peccato che si sia dimenticato di aggiungere qualche altro elemento importante quale; la cultura, la scuola, la multimedialità e quindi l’arte, la musica e soprattutto il cinema, proprio quello che fa lui. E’ iniziato un revisionismo non solo storico, ma anche culturale ed ideologico. Personaggi che si etichettano di destra si stanno impossessando, fase iniziata già nella passata legislatura e sospesa temporaneamente dal Governo di Prodi, dei punti strategici del sistema culturale Italiano, quello che era elemento caratterizzante della sinistra.

Ecco perché è iniziato l’attacco agli ultimi irriducibili “anarchici”: parlo di Grillo e di Travaglio, di Santoro e di pochi altri. Sta prendendo il via l'assalto finale e la conquista da parte della casta azzurra, della televisione pubblica. Fra diciotto giorni vi sarà l’elezione del nuovo CdA della Rai e nulla può essere lasciato al caso, nemmeno due trasmissioni che puzzano tanto di “ alibi”, quella precedente di Santoro e quest’ultima di Fazio, che spero in buonafede o inconsapevole strumento di poteri nemmeno tanto occulti. Aspettiamoci di vedere a breve Santoro e Travaglio, in giro per l’Italia assieme a Grillo. Per quel che mi riguarda ritengo che Di Pietro debba dissociarsi completamente dal nuovo partito di sinistra, per vigilare attentamente sulle leggi e le scelte che il nuovo Governo farà nell’immediato futuro, a salvaguardia della democrazia.



Italo Suris

lunedì 12 maggio 2008

pulire la pietra



12 maggio 2008

Un problema pratico che mi è capitato di risolvere recentemente, è stato quello di dover far rivivere, ripulendola in profondità, la struttura in pietra della fioriera esterna all’abitazione contenente piante aromatiche. A tale scopo, mi è stato consigliato di usare la pasta che è usata per la lucidatura delle carrozzerie delle auto.

Ma non è stata la soluzione da me presa in considerazione, mi sono infatti rivolto ad un negozio di vernici, il cui proprietario mi ha consigliato di usare un metodo ed un prodotto adatto allo scopo, una cera liquida da applicare a pennello, sul supporto precedentemente pulito con un sistema semplice e molto pratico.

Ho proceduto all’eliminazione della patina grigiastra, creatasi sulle lastre che ricoprivano il manufatto in cemento sia su tutta la superficie del perimetro, sia sulla parte superiore, tramite un cappello dello spessore di ben 6 cm. Fra il cappello, in pietra rossa di Verona e il rivestimento verticale delle pareti, in pietra d’Istria, completava l’abbellimento della fioriera, una fila di riquadri in pietra verde alpi, delle dimensioni di cm. 10X10X1.

Per eliminare il calcare, ho utilizzato della semplice carta vetrata da carrozziere di diversa granulometria. Ho iniziato a levigare il manufatto con fogli di grana da 240, inumidendola in acqua e insaponando la pietra per fare in modo che la carta vetrata scivolasse più agevolmente e risciacquando ogniqualvolta lo ritenessi necessario. Dopo ho ripassato il tutto con fogli di grana più fine, tipo 400, fino ad ottenere la completa eliminazione della patina grigiastra. Ho completato l’opera usando anche una polvere per lucidare, procurata presso un marmista.

Dopo aver risciacquato il tutto, ho distribuito con un semplice pennello del liquido impregnante a base di cera che ha permesso alla pietra di diventare idrorepellente e di assumere un aspetto di bagnato. Nelle immagini allegate potrete vedere il risultato ottenuto.




Italo Suris

domenica 11 maggio 2008

il panettiere


11 maggio 2008
Una vecchia immagine su cartoncino ritrae il panettiere che con una gerla sulle spalle carica di pane appena sfornato, s'incamminava per le vie della città di Milano per consegnare il pane alle famiglie.

mercoledì 7 maggio 2008

curiamo l'alimentazione




07 maggio 2008

Proprio ieri stavo scrivendo questo pezzo, poi di colpo il computer è andato in tilt e ho perso, oltre che ciò che avevo scritto, anche il canovaccio che mi ero creato in mente, la mia fantasia aveva incominciato a vagare, la mia mente a farneticare immagini orribili e nel contempo realmente avvenute. Ho quindi voluto dare almeno a questo post, un taglio ironico e un po’ macabro, ma vediamo di ricordare……………..

Si sa il cibo è indispensabile per l’essere umano, per la sua crescita iniziale e per mantenerlo in attività. Esso rappresenta a tutti gli effetti una fonte importante di energia, che se non correttamente dosata, può provocare scompensi e vere malattie di cui la principale è l’obesità. Si intende come obesità un peso superiore a quello normale, calcolato empiricamente tramite idonee formule, del 20%, mentre se è al di sotto, si parla di semplice sovrappeso.

Allora badiamo a ciò che si mangia e cerchiamo di controllare sempre le etichette che sono due. La prima è come ci si comporta in società, quello che negli anni sessanta era chiamato galateo, un insieme di comportamenti e di regole trascritte in un libricino. Questo, non mancava mai nelle case italiane, e noi giovani adolescenti, eravamo costretti ad impararne il contenuto a memoria, allo scopo d'acquisire quello che oggi si chiama bon ton!. Lo stesso che si vede ora nelle città Italiane dove, in mezzo alle strade trovi di tutto, dai preservativi usati, ai fazzolettini clinex e se uno dovesse proprio andarne in cerca, anche liquido denso chiamato catarro, qualche indumento intimo, mentre per il resto lasciamo all'immaginazione. L'altra etichetta è quella che si trova appunto appiccicata in genere alle confezioni in vendita nei grossi supermercati.

Ma torniamo al cibo. Almeno su questo possiamo stare tranquilli e mangiare ciò che desideriamo visto, che sicuramente, tutto ciò che si vende è naturale e di produzione biologica. Sì, ci sono state delle piccole eccezioni dovute ad incidenti di percorso, ma si sa bisogna metterlo in conto. In fondo l’uomo non è fatto né di legno né di ferro altrimenti, o marcirebbe o potrebbe arrugginirsi, meglio così. Non ci si dovrebbe quindi allarmare per le mozzarelle alla diossina recentemente venute alla ribalta e scomparse improvvisamente, le scorie ed i rifiuti nocivi a cosa dovrebbero servire se non come concime? Lo sapete che nella vita non si butta via nulla.

Se vi ricordate bene inoltre, vi è stato anche il periodo di un esagerato allamismo dovuto al morbo della così detta mucca pazza. La carne proveniente dai paesi del nord Europa creava, in chi se ne era cibato malattie molto gravi, tremolii intensi e perdita d'orientamento e delle forze. Patologie che conducevano alla morte anche dopo molti anni dal periodo in cui la dose di carne era stata assunta. Ma per non essere da meno, sia come immagine e come prova di forza fra animali di genere diverso, in una sorta di sfida fra Davide e Golia, i volatili cinesi oltre a portarci la recessione, ci hanno regalato anche la viaria. Una malattia simile all'influenza( da non confondersi con diaria), la quale se presa, ti freddava lasciandoti secco all’istante.

Continuando in questa hit parade del cibo più sostanzioso e nutriente, visto che abbiamo preso in considerazione i latticini e la carne oltre che la cacciagione, non rimangono da analizzare che la qualità della verdura e delle bevande. Di verdura, fra i prodotti della terra che consiglierei di gustare, ci sarebbero i funghi, quelli sequestrati recentemente in una grossa ditta di congelamento o surgelamento diTorino. Non si capisce bene il tipo di lavorazione in uso nello stabilimento, visto che gli stessi prodotti venivano scongelati e ricongelati da quasi vent’anni, per immetterli poi sotto forma di crema di porcini, sul mercato Trentino.

Ma non disperatevi, non è giunto ancora il momento, in Italia di buono c’è il vino, quello per esempio di una cantina del Veneto che qualche decennio fa fulminò, già al primo sorso, alcuni affezionati clienti del “got di rosso” o “di un bicchiere di bianco” al metanolo s’intende. Quella del vino è una fissazione tutta Italiana, una truffa sui generis è stata scoperta proprio recentemente. Acqua di pozzo e colorante riuscivano a contenere sicuramente i prezzi della bottiglia di vino, mentre non ci riuscivano con lo "scagotto" che coglieva tutti coloro che ne bevevano un sorso. Penso che basti come lezione per iniziare a fornirsi di prodotti biologici e a far da sé ciò che è possibile fare.
Per esempio coltivare un orto, concimandolo con humus derivato dal compostaggio di residui di cibo avariato e materiale che va in decomposizione, l’umido tanto per capirci. Si può fare il pane in casa, con alimenti semplici e farina biologica mista a gesso. si può anche fare persino il lievito naturale usufruendo degli enzimi naturali formatisi con la mamma del pane stesso. Lievito che altro non è che pasta acida rigenerata all’infinito, ciò vale per lo yogurt e i gelati. Ma non andate troppo lontani con la fantasia, per la carne potete allevare animali da cortile, ma non farli da voi. Già perché tutta questa tiritera, nasce dal sospetto che qualcuno abbia voluto esagerare cibandosi, per maggior sicurezza, di carne fresca e certificata.

Uno dei primi a farlo è stato sicuramente quell’omosessuale tedesco che, durante una cena intima a luce di candela e con il consenso del compagno, si è cibato dopo averlo anestetizzato, del pezzo più tenero del corpo dell’amico. Ha lavorato alacremente a sezionare il resto, per saziarsi a cena con del bollito misto fatto in giornata. Dei pezzi rimasti, ha pensato bene di conservarli nel freezer per i tempi di magra. Ecco la dimostrazione che la fantasia di alcuni abitanti dei paesi di lingua tedesca, non ha nulla a che invidiare rispetto a quella di alcuni creativi locali. Infatti, per non essere da meno, anche una donna di una cittadina dell’ovest della Germania, ha pensato bene di prendersi in anticipo in segno dell’autarchia alimentare. Ha partorito tre figli e li ha ficcati freschi freschi nel frizeer. In poche parole si è premunita per tempi peggiori.

Ora probabilmente l’industria di elettrodomestici dovrà tener conto della nuova moda tedesca, progettando congelatori diversi e un po’ più capienti. Scusate la macabra ironia, ma ritengo che piuttosto che spararsi, sia di gran lunga meglio buttarla sul piangere.

Italo Suris

martedì 6 maggio 2008

bigoli col nero


06 maggio 2008

Ho ascoltato questa sera il dr. Andreoli, lo psichiatra e psicoterapeuta di fama internazionale, così strano con quei capelli arruffati e sempre scomposti, ma così bravo e preparato che è sempre un piacere ascoltarlo.

Ha analizzato la causa della violenza nel nostro paese, in special modo nel nord est, e incalzato dal conduttore ha ammesso che vi sono dei simboli ai quali i giovani fanno riferimento, in genere quelli nazisti o fascisti. Lavoro in una scuola statale e ho constatato come oramai sia radicato nei ragazzi, il concetto di ordine assoluto, un ordine imposto con la forza, identificandosi appunto in schemi ideologici di un passato non più recente.

Il ricordo delle sofferenze patite dalla nostra gente durante l’occupazione nazista, e forse nello stesso periodo anche fascista, è scomparso nell’oblio. Ormai i vecchi militari, coloro che hanno combattuto non solo sui monti come partigiani, ma anche nelle battaglie in tutto il globo, sono quasi tutti scomparsi e, a quei pochi ancora in vita, si tende ad inviare in omaggio un paio di stampelle, come fossero un mazzo di rose.

Ecco una dimostrazione di mancanza di tatto e d’ignoranza, i giovani d’oggi non sanno più che le rose si regalano in numero dispari e quindi non meno di tre, lo stesso dovrebbe valere allora anche per le stampelle. Vi è un motivo per cui il paese di CarloV°, è una delle poche nazioni con un governo di sinistra. E' ancora vivo, in quel paese il ricordo del Franchismo, periodo nero per la spagna, in tutti i sensi. Molti italiani, sia dall’una che dall’altra parte, da quel che mi raccontava mio padre fascista convinto ed irriducibile, si arruolavano nelle varie fazioni. Molti combattevano con i franchisti altri con i comunisti nella Spagna degli anni trenta.



Partivano come volontari facendo a gara per essere arruolati, poichè il governo spagnolo e forse anche quello italiano, pagavano bene i mercenari. Molti giovani volontari fra cui mio padre, non riuscendo ad arrualarsi per la guerra civile spagnola, dovettero combattere in Libia, sempre come camicie nere. Ora non ci sono più guerre o eserciti che si contrappongano, eppure si muore, si lascia la pelle per una sigaretta, un alibi sciocco, un pretesto per imporre il proprio potere, quello di leader , di capo, di condottiero e salvatore dell’onore italico. Sembra quasi d’essere ripiombati nel passato buio, nero e doloroso.

Sono finiti i tempi in cui si poteva tranquillamente girare per le vie delle nostre città, scherzando ma anche azzuffandosi, fra gruppi avversari di ragazzi, per motivi di donne. Come giustamente ha detto Andreoli, il nord est è cresciuto economicamente, ma nel contempo non è maturata la convinzione che star bene non significa imporre con la forza la propria volontà. Ecco perché nel mio blog, ripeto continuamente e ossessivamente che il capitalismo, così concepito, è solo autodistruttivo.

E’ l’identificazione fra potere e denaro che crea i presupposti della violenza. L’assioma che chi ha più soldi debba comandare ed imporre la propria volontà è errato, è un atteggiamento irresponsabile per chiunque lo metta in atto, sia nelle industrie sia fuori delle stesse. Ora c’è scappato il morto, per una sigaretta?, no per un falso concetto di sé e del rapporto con il denaro. E più propriamente c'è la convinzione che sia doveroso punire chiunque si permetta d' infangare ciò che più si avvicina all'immagine che si ha di sè stessi o di ciò che ci rappresenta. Nel caso specifico di Michele, il ventinovenne deceduto quest’oggi, la piazza della città di Verona era considerata out per i diversi, per coloro che non appartenevano al gruppo.

Cos' ha fatto Michele di così grave?, niente si è solo seduto sui gradini di una scalinata. Ecco che i camorristi del nord si chiamano Ultra o naziskin, fascisti o bulli di periferia, bambocci. Chiamateli come volete, ma stateci alla larga, sono a quanto pare molto pericolosi. Uccidono anch’essi per furto come gli extracomunitari, così pericolosi durante la campagna elettorale, quelli per cui si chiedevano le ronde. Ognuno a modo suo ruba ciò che può servirgli. In questo caso non necessitava la refurtiva composta da cellulari, bracciali o portafogli, ma la vita di un coetaneo, al solo scopo di dimostrare la propria potenza o meglio il delirio di onnipotenza. Ora basta, su questo argomento ho scritto anche troppo, speriamo che le cose in futuro cambino.


Intanto un pò di storia:


« Sono padrone di un Impero su cui il sole non tramonta mai »
( Carlo V del Sacro Romano Impero)
« Parlo in spagnolo a Dio, in italiano alle donne, in francese agli uomini, e in tedesco al mio cavallo. »
( Carlo V del Sacro Romano Impero)



Italo Suris

rifiuti corsi e ricorsi storici


06 maggio 2008


Sembra farlo apposta ma già nel mese di maggio dell'ottantacinque, Forattini aveva ipotizzato il futuro e cioè il presente. Il cavallo di battaglia per le recenti politiche è stato il rifiuto, anzi i rifiuti e l'emergenza che il loro smaltimento comporta. Non vorremmo trovarci come nella vignetta, sommersi anche noi da ogni tipo di spazzatura.

gnocchi alla romana

06 maggio 2008

Ingredienti per 4 persone:

250 gr. di semolino di grano duro.
1 l di latte
30 gr di burro
1 uovo
30 gr. di parmigiano grattuggiato
sale

Preparazione:

In una pentola mettete il latte con un cucchiaio di sale grosso e portate ad ebollizione. Ora unitevi il semolino, versandolo a pioggia e mescolando con una frusta in modo che non si creino grumi. Fate cucinare il tutto per una ventina di minuti, mescolando ininterrottamente. Spegnete il fuoco ed aggiungete l'uovo, amalgamandolo bene.

Su un grosso piatto da portata, dopo averlo inumidito, verstevi il composto e stendetelo ad uno spessore di circa un centimetro e fatelo raffreddare per bene. con uno stampino a forma circolare, formate tanti dischetti, ora dopo aver imburrato una pirofila da forno, adagiatevi sul fondo uno strato di gnocchi che cospargerete di burro e parmigiano.

aggiungete altri dischetti fino ad esaurimenti ricoprendone la superficie con burro e parmigiano grattuggiato. mette i gnocchi a dorare nel forno già caldo a 250 °C e servite.

lunedì 5 maggio 2008

Minestra del trentino orzo e speck

06 maggio 2008

Ingredienti per 4 persone:

150 gr. di orzo perlato
200 gr. di speck a fettine
1 grossa cipolla
1 ciuffo di prezzemolo
2 coste di sedano
2 carote piccole
1 porro piccolo
1 spicchio d'aglio
dado di carne
sale e pepe

Preparazione:

sbucciate la cipolla, lavate il sedano ed il prezzemolo, le carote sbucciate ed il porro e tritate il tutto. Ora lavate anche l'orzo, metteteli in una pentola con due litri di acqua. Aggiungete la cipolla, il sedano, le carote, il prezzemolo, il porro e l'aglio tritato oltre a metà dello speck, a dadini.

Mette la pentola sul fuoco e fate cucinare per un'ora a fuoco basso, mescolando spesso. A metà cottura, unite una puntina di estratto di carne diluito in un pò di brodo di cottura, regolate di sale a piacere aggiungete del pepe, versate la minestra nei piatti aggiungendo in ognuno lo speck rimasto, come decorazione.

Jota

06 maggio 2008

La jota è un piatto triestino, si fa con riso e orzo e fagioli o in altre maniere. Qui una ricetta con ingredienti diversi.

Ingredienti per questa ricetta per 4 persone:

250 gr. di fagioli borlotti
200 gr. di crauti
150 gr di lonza di maiale tritata grossolanamente
100 gr di pancetta affumicata a dadini
50 gr. di lardo
1 cipolla
2 spicchio di aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
20 gr. di farina gialla
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale

Preparazione:

Tritate la cipolla ed il prezzemolo con il lardo. Lessate i fagioli in una pentola in abbondante acqua salata e fateli lessare dolcemente. Rosolate in un tegame l'olio, la lonza di maiale, salatela, amalgamatevi la farina, mescolando, aggiungete il trito preparato e fate rosolare per 10 minuti; versate il composto nei fagioli e cucinate ancora per circa un'ora.

In un ulteriore tegame, fate rosolare la pancetta con i crauti, unitela ai fagioli una decina di minuti prima di toglierli dal fuoco, mescolate e aggiustate di sale e di pepe, servite.


Canederli

06 maggio 2008

Non vi sono belle notizie, in giro per il mondo, ma pensiamo positivo per cui rincomincio a scrivere qualche ricetta imparata dai numerosi libri dell'argomento in mio possesso. Sono circa 200 e ho intenzione di prenderne ancora. La cucina è arte e poesia se fatta con il cuore. Come tutte le cose d'altronde.
Ingredienti per 4 persone:
1lt di brodo di carne
20 gr di burro
200 gr di pane raffermo
1 rametto maggiorana
80 gr di spek in un'unica fetta
1 piccola cipolla
1 uovo
1 mazzetto di erba cipollina
1 pizzico di noce moscata
50 gr di farina
1 lt di latte
sale pepe
Preparazione:
tagliate il pane a cubetti, mettetelo in una terrina, bagnatelo con il latte e fatelo ammorbidire per due ore, finchè risulterà gonfio, ma abbastanza asciutto. Tritate lo speck e la cipolla. Tagliuzzate l'erba cipollina e la maggiorana.
In un tegamino, fate apassire la cipolla con il burro fino a che sarà leggermente dorata, aggingendo se necessario un cucchiaio di brodo perchè si ammorbidisca, mettela in una terrina, aggiungete la farina, il pane strizzato, lo speck tritato, un poco di erba cipollina, l'uovo ed insaporite di sale, pepe e noce moscata.
Bagnatevi le mani e formate delle palline di diametro di 3-4 cm., conservateli da parte in un recipiente senza che si tocchino. In una pentola abbastanza capiente, fate bollire l'acqua salata e fatevi cuocere i canederli per 6-7 minuti.
Fate scaldare il brodo aggiungendovi l'erba cipollina rimasta e la maggiorana, scolayte i canederli, disponeteli in una zuppiera da tavola versatevi il brodo bollente e serviteli.

domenica 4 maggio 2008

circondato dai prigionieri

04 maggio 2008

Prego, vuol ballare con me, grazie preferisco di no, non ballo il tango con il caschè però, prego, grazie, prego tornerò. Probabilmente è la canzone che, subito dopo la cocente sconfitta subita dalla sinistra a Roma, ha cantato per consolarsi Rutelli, in coro con Veltroni.

Roma era, come si dice in politica e non ne ho mai capito il motivo, una roccaforte della sinistra da più di quindici anni. Ora è stata espugnata, si è infranto un tabù, è successo qualcosa d’impensabile che qualcuno potrebbe paragonare solo alla Lombardia comunista, al veneto marxista e all’Emilia Romagna e la Toscana fasciste. E’ stato politicamente parlando, un capovolgimento della situazione, ma solo all’apparenza per chi non lo sapesse. Se dovesse risultare vera, la cosa potrebbe ricordare una vecchia barzelletta, quella del soldato tedesco che circondato dai nemici e imbracciato il fucile rivolgendolo verso gli stessi gridava ai camerati fuggiti per tempo: “ presto, presto, venite, ho fatto un centinaio di prigionieri”

Sembrerebbe se confermata la situazione politica romana, che per il voto disgiunto, sia stato eletto sindaco un uomo di An, un politico serio e preparato, mentre i consiglieri ed i funzionari sarebbero di sinistra। Sicuramente lavoreranno per la città assieme e in modo egregio, ma per quel che io sappia è un sistema che in molte parti non ha funzionato granché bene. In ogni modo mi auguro che, se così fosse, il camerata Alemanno riesca a controllare i prigionieri, fino all’arrivo dei rinforzi.
ciao

Italo Suris

Uno show Sgarbatissimo

04 maggio 2008

…….E, qui comando io e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere, ogni dì voglio sapere…Ci risiamo, Santoro ha nuovamente e deliberatamente provocato il cavaliere. Già perché visto che non può più cantare liberamente oh bella ciao, oh bella ciao , bella ciao, bella ciao ciao ciao, ieri ha trovato una soluzione fantasiosa e strafottente per prendere due piccioni con una fava, il cavaliere ed il cavallo. Su diciamoci la verità i milioni di piccoli berluschini, da non confondere con degli insignificanti bruscolini, se la sono presa a morte. Con chi? con il conduttore che non ha filtrato la ripresa dell’esibizione di Grillo a Torino e con tutti coloro che non si sono indignati per la trasmissione del giornalista televisivo.

E’ stata una puntata difficile da gestire, visto l’atteggiamento inopportuno del belloccio di turno, un programma che fra l’altro ha avuto un successo strepitoso, uno Share de 15%. Mi chiedo, che sia stato così elevato il numero di spettatori, sapendo che per Santoro ci potrebbe essere, a breve, un ulteriore periodo di disoccupazione?, probabile. Nessuno dei presenti ha però, purtroppo per i molti, raccolto le provocazioni dell’educatissimo critico d’arte Vittorio Sgarbi. Un gentiluomo nei modi e nei costumi, che da ex condannato per una piccola magagna con lo Stato, avrebbe voluto in maniera delirante, giudicare di tutto e di più, smentendo finanche sé stesso.

Ha iniziato ridicolizzando in "modo educato" Beppe Grillo, del quale ha criticato il suo passato di giovane scapestrato, viziato e donnaiolo, amico di famiglia o meglio di sorella, definendolo un comico fallito e un personaggio che fa politica denunciando politici inquisiti, quando egli stesso a sua volta è stato condannato. Mi aspettavo che si parlasse d’attentato alla costituzione, ma è stato attento a non menzionare il delitto di cui si è macchiato il comico negli anni della sua gioventù, un incidente mortale provocato mentre correva con la sua porche. Un ragioniere fallito e nemmeno tanto bravo come comico questo il quadro, visto che siamo in tema, dipinto dal critico d’arte.

Un bel quadro non c’è che dire per delegittimare il capopopolo, peccato che nemmeno lui, sia riuscito a dare di sé quell’immagine positiva, di persona paziente e rispettosa. Chi ha potuto assistere alla bagarre televisiva e alle inopportune interruzioni durante l’intervento di Travaglio, avrà potuto giudicare personalmente. Per quanto mi riguarda, ritengo che la trasmissione possa essere anche stata considerata come provocazione politica e di amplificazione, attraverso una rete pubblica, di un avvenimento di cui tutti hanno parlato e di cui è responsabile per i contenuti il comico e non certo Santoro. Grillo per quel che mi risulta, si è ben guardato dal calunniare chicchessia, si può discutere del metodo ma non del contenuto, possiamo criticare il feroce e offensivo sarcasmo del comico che potrebbe diventare politico, ma non certo sottovalutare il fenomeno.

Un fenomeno che proprio Sgarbi, con il suo capriccioso ed infantile atteggiamento è riuscito a rafforzare con l’aiuto dei media. Non penso che possa considerarsi calunnia o mancanza di rispetto il dichiarare che Veronesi sia compartecipe di società di ricerca biotecnologia, né l’affermare la sua propensione a considerare gli inceneritori come impianti esenti da pericolo, seppur minimo, d’inquinamento. Personalmente per quel che so troverei la cosa miracolosa. In natura come si sa, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Sono ignorante in materia e quindi lascio che altri traggano le dovute conclusioni, oncologi compresi.

Ma tornando a noi, il grillo parlante, anzi urlante, non è stato l’ unico capro espiatorio dell’ ira incontrollata dell’ex parlamentare bipartisan. A discesa, sono stati offesi e provocati sia il conduttore, sia Travaglio e quest’ultimo in modo talmente volgare da sfiorare anche l’ingiuria. Vi confesso che è da tanto che non mi divertivo così. Se continua in questa maniera, il nostro Sgarbi rischia di farsi venire veramente un infarto. Mi domando, ma chi glie lo fa fare?, non certo i 120.000 ragazzi presenti a Torino.


Itao Suris
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