mercoledì 20 ottobre 2010

una sfilza di cappelli

Posted by Picasa



Mi sono sempre piaciuti i cappelli, molto. Sembra che diano importanza, un senso di professionalità, o e di potere. Mi piacciono tanto i Borsalino con le falde larghe, i migliori, che ricordano i tempi del proibizionismo americano e le conseguenze. Personaggi discutibili boss, gente importante ricchi, ma anche gente che desiderava essere elegante, lo calzavano. Erano tutti imponenti questi copricapi, difficilmente piccoli, anche se la statura di chi lo calzasse non fosse elevata. Bene ne ho uno e mi pice sono contento dell'acquisto fatto e quando arriva l'occasione lo indosso più che volentieri.

mercoledì 13 ottobre 2010

il sesso come prova


Abbiamo già parlato precedentemente su questo blog di diversi argomenti di attualità. Ora ne vorrei riprendere uno che sembrerebbe essere stato messo in rilievo ultimamente anche da un politico del Pdl. Mi riferisco all'uso della propria avvenenza per far carriera. Il politico in oggetto, di cui non ricordo il nome, ha asserito che non c'è nulla di male nell'approfittare del proprio fascino e della propria fisicità per poter crescere nella società. Personalmente non sono un uomo affascinante, tutt'altro, ma non è questo il motivo per cui sono sempre stato contrario all'utilizzo delle doti che non siano quelle culturali, mentali, ed etiche, nella competizione sul lavoro o nella politica. Si osserverà che la bellezza ed il fascino possono benissimo essere accompagnati da intelligenza e capacità, una risposta ovviamente banale, ben vengano allora a parità di capacità e di meritocrazia, non tutti infatti possono essere brutti. Certo che se fosse solo l'avvenenza il parametro a cui attenersi, avremmo uno scollamento preoccupante fra le esigenze dell'imprenditoria seria, che dubito siano imperniate sulla bellezza, e quella della società. Il vivere in una comunità comporta doveri oltre che diritti. E' sinonimo di appartenenza alla società venire incontro ai bisogni della stessa e del paese. Posso capire l'importanza dell'immagine ai giorni nostri, ma spero che non sia l'elemento determinante per una scelta delicata come quella di eleggere funzionari e/o amministratori pubblici, soprattutto se incompetenti. Avete ben capito a che e a cosa mi riferisco, penso di essere stato abbastanza chiaro: "l'alcova non dovrebbe essere un sistema di valutazione". In caso contrario consiglio ai vari datori di lavoro e/o amministratori pubblici di far inserire nel curriculum dei singoli candidati anche il costo delle marchette o le misure degli attributi.

lunedì 11 ottobre 2010

un colore di un grande artista


I colori sono molto importanti. La loro vivacità crea allegria e spensieratezza, la diversità, appartenenza, la molteplicità, come nelle tavolozze, rende un assieme armonico pur se in presenza di tonalità fredde e piatte. Questa è la sottigliezza psicologica che si evince in talune manifestazioni diverse fra loro per il messaggio intrinseco che vogliono dare. La scelta camaleontica di più colori sta indicare l'intenzione di unire nella diversità di razza di sesso e di pensiero,anche se per qualcuno ciò può significare disordine e confusione. L'omologazione e la scelta univoca di un unico colore e a maggior ragione, se di tonalità neutra o scura, può invece dare l'impressione di ordine, compattezza, autoritarismo e precisione. Bene fra i colori di questi post, abbiamo inserito, fra gli altri, anche l'azzurro delle casacche di alcuni tesserati probabilmente sloveni. Uniamoci nella diversità, pur rispettando i ruoli ed i paletti costituiti dai singoli colori. Solo così potremo marciare uniti e compatti verso degli obbiettivi comuni: "il benessere e la crescita". Ricordiamoci che il grande affresco chiamato Italia, è stato creato da un geniale artista di fama internazionale non molti anni fa. Un artista di nome Giuseppe Garibaldi.

sabato 9 ottobre 2010

questa è la tomba di mamma, l'ho progettata e fatta fare io, ne sono fiero. Mamma ti voglio bene, ciao Mario

la guerra infinita

Apro l'articolo del mio blog con una immagine eloquente. Scrivo a ridosso di un gravissimo lutto che ha colpito la nostra comunità, la morte di quattro alpini della Julia di stanza a Belluno per un agguato di talebani. Altri giovane vite sono state immolate all'altare dell'interesse economico. Oppure irrealisticamente qualcuno pensa ancora che la nostra sia una missione di pace? Illusi grossi interessi hanno mosso le potenze di mezzo mondo, petrolio e minerali attendono coloro che hanno investito in mezzi e uomini, in sudore e lacrime e morte. Il capitalismo è come un mostro che si nutre di vittime innocenti e non tutte disincantate. Sicuramente uno dei militari deceduti realisticamente aveva intuito quanto la guerra nella sua logica potesse essere crudele. ma realisticamente il mondo gira così e non lo si può di certo cambiare. Ma alla fine a chi giova tutto ciò, non certo al 20% dei disoccupati, né ai pensionati e neppure ai malati i quali hanno altro a cui pensare, a un mondo di squali sicuramente si. Sta a noi trovare il giusto equilibrio anche in tempo ed in zona di guerra e questo equilibrio si chiama autodeterminazione e democrazia. Poi forse anche in Afghanistan verrà un tempo di pace.

la guerra è in casa

La guerra è un evento sociale e politico generalmente di vaste dimensioni che consiste nel confronto armato fra due o più soggetti collettivi significativi. Ho trovato questa breve descrizione di guerra, in wikipedia. Non cercavo minimamente un riferimento alle guerre combattute nel passato, come quella raffigurata nell'immagine, questo concetto mi è venuto in mente ascoltando la radio e leggendo i giornali di questi giorni. Cercherò di scrivere in modo imparziale, senza farmi prendere da preconcetti, ma attenendomi ai fatti e cercando di dare agli avvenimenti una corretta interpretazione. Probabilmente avrete già intuito quale sia l'argomento a cui mi riferisca, parlo, anzi scrivo della guerra fra potenti dell'imprenditoria fra la confindustria e il gruppo che fa capo al nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Oggi ho telefonato ad un amico che pare sia molto vicino alla Marcegaglia, per lavoro o per legami interpersonali, non so, di certo mi ha lasciato a bocca aperta sentendolo dire che non sussiste alcuna rottura fra il presidente della confindustria ed il primo ministro in carica, e che il tutto si possa semplicemente catalogare come un semplice e confidenziale scambio di battute fra il vicedirettore del giornale Porro e l'addetto stampa della confindustria al quale Porro ha telefonato. Ovviamente sarebbe perlomeno riduttivo pensare ad una cosa del genere, stiamo assistendo ad una rottura fra i principali sostenitori del nostro premier e il governo da lui presieduto. E' un dato di fatto. L'intervento della magistratura, le intercettazioni non sono altro che fatti dovuti. Ma al di là dei fatti le parole intercettate fanno capire come la politica italiana sia basata ormai su questioni futili e di interesse personale piuttosto che di effettiva responsabilità sociale. " non si può in questo momento così delicato innescare una guerra mediatica e legale fra poteri forti di un paese che forse nonostante le rassicurazioni del ministro dell'economia, non è ancora uscito dal tunnel di una crisi economica. D'altronde è questa l'accusa mossa dal presidente della confindustria al governo attuale, accusa che ha scatenato l'ira dei giornali vicini a Berlusconi ed alla sua famiglia. " O con me o contro di me, non ammetto critiche né osservazioni" sembra sia il messaggio lanciato dal Premier in questi ultimi tempi. Certo questo atteggiamento lo ha portato a scontrarsi oltre che con altre forze politiche della maggioranza, UDC, e AN, anche con altri poteri forti, quali la Chiesa e ora gli industriali. Non è certo il massimo in questo momento e questo braccio di ferro che in apparenza dovrebbe rafforzare la sua figura nei confronti dell'elettorato, in realtà lo rende sempre più ostaggio degli alleati di sempre, quelli che in questa situazione ci sguazzano e ci guadagnano: la Lega e forse anche quei poteri occulti di cui tanto si parla, che della situazione di incertezza politica, ne fanno profitto. Non è quello che mi aspettavo dalla politica, mi attendevo dagli amministratori responsabilità e non smisurato orgoglio, pacatezza e non turpiloquio, realismo e non negazione. Purtroppo tutto iniziò con l'elezione dell'attuale ministro del consiglio il quale si sente autorizzato, in forza di un consenso avuto dalle precedenti elezioni, ad eliminare eventuali " voci di dissenso " e possibili concorrenti politici. Ricordiamoci alcune parole dette dalla Marcegaglia ed indirettamente sottolineate da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari" ora basta dal 1994 questa maggioranza ha guidato il paese senza alcun risultato, siamo stanchi e scenderemo direttamente in campo". Penso che più di altre queste dichiarazioni, e soprattutto nella parte finale della frase, indichino in maniera lampante quale sia il problema reale che ha provocato la reazione dei giornali killer di proprietà del presidente del consiglio che vede allontanarsi sempre più la sua corsa al Quirinale.

mercoledì 6 ottobre 2010

ritrovare sè stessi

Questa sera la nostalgia mi ha preso il cuore, ho rivissuto momenti del passato in cui, attraverso il mio blog, ho avuto la possibilità di discutere con tanti amici, di illustrare il mio pensiero politico e umano, di esternare con sfrontata arroganza e sicurezza i miei convincimenti. Quanta acqua è passata dal giorno in cui ho abbandonato il mio diario informatico, sono cambiato caratterialmente e anche un po' fisicamente. Non ho più quelle certezze che mi accompagnavano e di cui il mio ego si alimentava, ho meno capelli e quelli rimasti sono di un candore che ormai è quasi impossibile trovare, la vista non è più quella di prima, non mi interessa vedere né più sentire, il mondo mi scivola addosso, le passioni si sono smorzate e come un vecchio seduto su una panchina guardo senza vedere, sento senza udire, parlo senza che un filo di voce esca dalla mia bocca.
Già ma non pensiate che la mia sia una fuga mondo e dalla società, no anzi, è solo il desiderio di godermi serenamente i giorni che verranno.

un abbraccio

italo suris
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