sabato 30 giugno 2007

Diamo lo Stato in....Pegno!


30 giugno 2007

Il numero degli statali in Italia è direttamente proporzionale al numero di posti liberi!!.....................DA IMPEGNI.

meditate gente



Italo Surìs

Ultima posa??




30 giugno 2007



Fra passato e presente, questa l'etichetta che ho dato alla pubblicazione di foto e stampe antiche o anche solo datate. Vi è infatti una continuità fra i due periodi temporali, fra le varie ere, le generazioni. Una continuità emotiva caratterile. E' inutile dire come spesso preciso che l'uomo è e resterà sempre lo stesso, con le sue passioni, con i suoi impulsi, con le nefandezze che sa così bene commettere, ma anche con l'orgoglio che lo caratterizza e la vanità. E proprio in questa foto come nelle precedenti che ho inserito sul mio blog,riferite al mio periodo militare, si evince l'orgoglio del protagonista d'indossare un'uniforme. L'uniforme si sa ha un suo fascino particolare esso è dovuto a dei fattori ben precisi, è indice di serietà, di appartenenza, di ordine, di coraggio, di responsabilità civile, qualsiasi uniforme possa essere. Lo sanno bene le donne che dall'uniforme sono attratte. Un uomo in uniforme è un vero uomo, un duro, un rambo. Il rispetto della stessa è nuovamente tornato di moda, forse perchè a ciò ha contribuito il cambiamento del sistema d'arruolamento. La ferma volontaria dura tre anni e vi sono buone possibilità di un inserimento definitivo nell'arma d'appartenenza. Il livello culturale è migliorato, non mancano i laureati in diversi settori delle varie armi. La possibilità poi di partecipare ad operazioni all'estero di peace Keeping, aumenta il prestigio personale dei nostri ragazzi di cui tutta l'Italia va fiera. Devo ammettere che da buonista o ex pacifista, incomincio ad avere una visione più realistica del problema, inerente al nostro intervento in zona di guerra. E' un problema certo, di non facile soluzione, che a parer mio e lo ripeto ancora, deve essere concordato prima a livello Europeo e poi con gli alleati d'oltreoceano. Non è possibile infatti intraprendere come obbiettivo l' unificazione dell' Europa, smembrata dai diversi interessi e difficoltà interne, che siano esse, di carattere politico o economico, senza condividere di comune accordo, responsabilità ed i costi per un intervento bellico, che interessa bene o male tutti gli stati europei. Nè trattare separatamente con gli Stati Uniti d'America. Detto questo, ritorniamo all'aspetto fiero del nostro militare ritratto nel periodo della prima guerra mondiale o forse anche prima. Penso che sia stato un alpino, un glorioso alpino immortalato da una camera fotografica a soffietto, quelle in legno e tela con la lastra per l'impressione in rame e ossidi d'argento. E' bello rivedere il nostro passato, se non si pensa alla carneficina che presto avrebbe coinvolto milioni di persone e tutti gli stati in una sanguinosa e distruttiva guerra mondiale. Ma pensiamo alle cose positive del mondo che fu, quello che si sogna e che vorremmo che fosse oggi. Ruscelli puliti, esenti dall'inquinamento, popolati da fauna ittica ormai estinata e che io ricordo d'aver visto nei nostri rii. Gamberi d'acqua dolce, quelli verdi, rane che gracidavano abbondanti lungo i fossi e le paludi. Trote enormi che pesavano fino a dieci chili ed i temoli, i lucci, senza pensare poi alle lepri selvatice ed agli altri stupendi animali che ora troviamo solo sottovuoto o in buste di plastica, ma a pezzi e congelati. Chissà se faremo anche noi la stessa fine;......siamo sulla buona strada.!



ciao

Italo Surìs

venerdì 29 giugno 2007

prigionieri del potere


29 giugno 2007

tanto è forte l'ira di chi vuol comandare, quanto grande è la delusione nel constatare che poi non se ne può fare più a meno.


meditate gente

Italo Surìs

Chi vivrà vedrà



29 giugno 2007

Il buonismo in politica! E' stato coniato un nuovo termine per individuare un aspetto della politica che onestamente faccio fatica a capire, è l'approccio che la stessa pensa debba essere corretto nei rapporti con gli elettori. Cosa si intende per buonismo?, perchè Veltroni è stato da tutti i media indicato come il nuovo elemento della sinistra?. Da che sappia Walter in politica c'è già da un pezzo ed è ormai da parecchio tempo che amministra la Capitale, e a quanto pare anche con ottimi risultati. Il suo buonismo quindi fin'ora non ha mai fatto comodo ad alcuno, il suo sistema di porre attenzione alle problematiche reali della gente, è stato fin'ora ritenuto non corretto o perlomeno inutile se non dannoso per il partito o le alleanze fin'ora fatte da parte della sinistra. Ma cos'è la politica se non il tener conto delle reali esigenze della Nazione, mi chiedo? La lotta per il potere che in questi ultimi tempi si è maggiormente acuita esacerbata?. Da quanto io ne sappia ciò succede solo in Italia, solo nel nostro bel paese si antepongono gli interessi di partito e dei politici a quello della società. Non ho avuto modo di sentire il discorso di Veltroni a Torino, un discorso durato un'ora e mezza e apprezzato persino dal buon Montezemolo, alla buon'ora !. Ma a quanto pare ha parlato di meritocrazia, una normalità negli altri paesi democratici. Di lotta al precariato, una piaga solo per l'Italia, di riappacificazione con l'opposizione, ma per far ciò c'è bisogno che lo faccino ambedue i leader degli schieramenti . Da che mi risulta il giornale Libero ha intitolato in prima pagina rivolgendosi alla figura del futuro segretario del nuovo partito :" che paraculo". Non mi è sembrato un modo carino per dimostrare una certa disponibilità da parte della destra al dialogo. Si sa a chi sta vicino e da chi sia controllata quella testata giornalistica. Non penso che i problemi siano tanto facilmente risolvibili, sia all'interno del partito stesso, dove penso la figura del Sindaco di Roma sia stata scelta più per equilibri interni e per unificare apparentemente, sotto l'egemonia di un unico leader, un partito democratico di sinistra. So che in regione per esempio ha presentato la sua candidatura come segretario del Pd. un politico della Margherita. Sono convinto che lo diventerà. Ecco allora che i vecchi meccanismi rimangono, come all'apparenza restano le contrapposizioni all'interno dello stesso costituendo partito, sussistono sicuramente delle problematiche interne, delle contrapposizioni, che alla fine si traducono in una spartizione dei poteri già consolidati. Potrebbe quindi succedere che il segretario regionale di un partito debba ubbidire ad una corrente che si muove all'interno della nuova struttura politica, in maniera del tutto diversa, se non contrastante con le linee generali del segretario nazionale. Ce la farà il nostro caro Weltroni a controllare ed ad addomesticare coloro che non sanno minimamente cosa si intenda per buonismo? Ho i miei dubbi. In fondo nell'esercito si sa comandavano più i marescialli che i colonnelli.


Italo Surìs

giovedì 28 giugno 2007

una potente fragilità


28 giugno 2007


Un potere fragile ha come base un'altrettanto fragile opinione di sè


meditate gente


Italo Surìs

Un punto da rispettare!:il punto" G"




27 giugno 2007





Nel blog ognuno ci mette quello che il suo bagaglio di vita gli permette di fare, è uno strumento di massa ormai, uno strumento per comunicare liberamente, senza scoprirsi completamente, proprio come nel seicento facevano gli abitanti di Venezia. Costoro celavano il volto con delle maschere, per vincere ogni paura, per esprimersi liberamente e liberamente fare all'amore con chiunque potesse piacere. Internet è la nostra maschera, al di là della rete nessuno ci vede se proprio non lo vogliamo, il nikname ci permette l'anonimato, i post ci danno la possibilità di dire ciò che sentiamo, quello che si voleva sempre dire e non si è mai detto, cose anche intime, scabrose, in una esasperata forma di narcinismo se vogliamo o come forse è più giusto pensare, per un grosso problema di comunicazione da risolvere. Già è la mancanza di comunicazione che non permette di vivere in serenità, la mancanza della stessa non aiuta la coppia a risolvere i nodi che spesso diventano enormi macigni che ostacolano la strada per il proseguimento di una vita in comune. Il falso orgoglio, quello di ammettere gli errori, quello dettato dalla falsa convinzione di essere nel giusto, quello per cui, avvalorando una tesi contraria, si rafforza in sè stessi la convinzione di aumentare il potere del partner su sè stessi, non porterà altro che alla disgregazione di una società " normale". Io parlo spesso anche troppo di sesso nei miei post, ma ripeto il sesso forse anche se importante,non è certo determinante per una serenità di coppia, ci vogliono altri elementi ancora più importanti, sentimenti di perdono, di condivisione, di accetazione, di comprensione, di immedesimazione nella sofferenza di tutta l'umanità, quella che la società e la vita stessa ti impone nel suo lungo cammino verso il assolvimento del compito per cui sei stato generato: la continuità della specie, il benessere della famiglia, quello psicologico e morale, anche economico è vero, ma certo non solo. Troppi divorzi e troppe separazioni ci sono ormai in Italia, dei motivi ne abbiamo parlato, quasi tutti son dovuti alla mediocre o del tutto inesistente conoscenza del partner. Conoscenza che il più delle volte interessa solo la sfera sessuale. Penso che fra ogni donna ed ogni uomo ci possa essere la possibilità di costruire una famiglia su solidi principi morali, l'importante è aver chiaro l'obbiettivo finale;il lavoro?, la famiglia, i figli?. Quale di questi importanti obbiettivi devono avere la priorità?, cosa si vuole da un uomo, il successo, i soldi, prestigio, oppure una vita di coppia serena econdivisa e sessualmente appagante. Le nuove tecnologie, sotto alcuni aspetti hanno agevolato il lavoro dell'
essere umano, hanno risolto anche grossi problemi, sia nel campo della ricerca che in quello del lavoro e della sanità. Ma hanno anche allontanato le persone, non hanno permesso che si conoscessero profondamente, che si apprezzassero nonostante le grandi possibilità di aggregazione che la rete permette attraverso i forum o altre forme di contatti che si possono avere contemporaneamente in tutto il globo. Si,si può parlare delle proprie passioni, o dei propri sogni, dei desideri e delle speranze, si può fare sesso anche virtualmente, attraverso il video con le web- cam, scambiandosi video e foto, masturbandosi sognando di possedere colei o colui che vedi sul monitor o alla vista del sesso in bellamostra al massimo dell'eccitazione. Ma è amore virtuale, è conoscenza tecnologica è una trasmissione di sentimenti fattisi bip. Sono reali o virtuali queste emozioni?Abbiamo ancora bisogno di capirci di conoscerci profondamente valutando esplorando anche solo con lo sgurdo conoscendoci a lungo da piccole cose, decifrando messaggi inconsci, sprofondando nell'anima di chi ci è di fronte, percependo il calore o i tremiti di paura o di vergogna e timidezza. Tutto ciò il computer non ce lo può dare e mai forse ce lo potrà dare. Una volta non c'era bisogno di andare troppo alla ricerca dell'anima gemella, in cui cercare l'illusione di una completezza che mai si potrà avere, quella che apparentemente calzasse con le proprie esigenze personali ed egoistiche, proprio come può calzare un guanto che però poi è facile perdere. So di donne meridionali che sono rimaste accanto al loro uomo con devozione, con rispetto, con amore, nonostante tutto, nonostante il cosidetto maschilismo. Donne che hanno prolificato in abbondanza, giungendo anche ad avere nove, dieci e più figli , con il consorte. Irresponsabilità o amore?. Sicuramente sacrifici condivisi. I figli ormai grandi,miei coetanei,hanno ora una famiglia, con gli stessi valori e figli sistemati, anche meglio degli stessi genitori. Dialogo, dialogo, dialogo e umiltà ecco il segreto penso per la riuscita di un buon matrimonio. L'accettazione delle manie e delle fobie, ma anche la volontà di cambiare assieme per correggere ciò che può diventare motivo di scontro. Dialogare e capire divenire consapevoli dei propri limiti e dei propri e altrui difetti. Le scelte si fanno prima assieme, poi si corre, anche inciampando ma risollevandosi, aiutandosi a rialzarsi, senza lasciarsi alle spalle il più debole. Sentivo alla radio oggi Fede che parlava di amore con la A grande. La solita frase ad effetto, che sa di rotocalco o di Fiction. la a di amore è invece piccola anzi alcune volte lascia lo spazio ad altre lettere dell'alfabeto; la D e la S, queste sì grandi perchè realistiche che alla fine non sono altro che la D di disagio e di Dolore e la S di sofferenza ma anche di Serenità, poi vedrete verranno anche la p di piacere e la G...di????. Fate un pò voi.




Io proporrei........




Il Punto G (Punto Gräfenberg, dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg) è un punto particolarmente sensibile della vagina, sebbene non vi sia ancora alcuna conferma scientifica sulla presenza in questa zona di una forte concentrazione di terminazioni nervose.
Sin dai tempi più remoti, nella cultura orientale era conosciuta, nel corpo della donna, una zona che - oltre al clitoride - era determinante per il suo piacere sessuale: negli antichi testi filosofico-religiosi quest’area era definita “Punto del Sole” o “Punto del Piacere”.
In occidente, nella seconda metà del XVII secolo, un medico e speziale olandese, Reigner de Graaf (1641-1693), in un suo trattato di medicina - poi andato perduto, ma ricordato negli scritti di vari autori suoi contemporanei - riferì la presenza di un’area, in prossimità della vagina, di particolare




Una bacio a tutte



Italo Surìs

mercoledì 27 giugno 2007

La perla d'oriente II^


27 giugno 2007

L’harem 2°

Altri arabi, berberi e tuareg cavalcavano a briglia sciolta, proteggendosi dal lancio delle frecce nemiche, con minuscoli scudi di forma circolare con una mezzaluna centrale. Su alcuni di essi, in alcuni casi, erano rimasti infilzati i dardi delle balestre scagliati da combattenti crociati appiedati. Attorno , sotto gli arazzi o dinnanzi alle nicchie incassate nei muri ricoperti da piccole piastrelle in ceramica smaltata di colore azzurro e dai bordi dorati, vecchi eunuchi versavano latte di capra acido e altre bevande, alle magnifiche donne discinte. Donne che si allontanarono in fila indiana e con passo veloce e silenzioso, allorché un giovane uomo dall’enorme mole, malcelata dai larghi abiti di foggia ottomana, fece entrare con un cenno del capo, seguito da un piccolo colpo di mani, una bellissima figura di donna. Un velo leggero e trasparente di colore dell’acqua marina le copriva il capo e parte del volto, lasciando solo scoperti i suoi bellissimi occhi di un colore color del carbone. Due occhi grandissimi che luccicavano di luce interiore. Sovente coperti pudicamente da un soffice manto di lunghissime ciglia, nere arcuate ed invitanti ciglia, il cui impercettibile battito celava l’intensa emozione di quel magico momento. Un lembo della leggerissima stoffa colorata, era trattenuta da dei bianchissimi denti del colore della perla più pura. I capelli di un nero appena accennato, e leggermente arricciati, ne evidenziavano la provenienza africana. Incrocio di arabi erranti e di una bellissima donna Masai. Il lunghissimo e sottile collo, adornato da un gigantesco pendente con un diamante da sessanta carati, confermava quale fosse la sua etnia. Il velo proseguiva e scendeva lungo i suoi fianchi, fino alla caviglia destra a cui si allacciava per mezzo di un piccolo nastro di seta dello stesso colore del velo. Il seno si intravèdeva appena, quando durante i suoi movimenti, il velo si discostava. Due seni dorati , color dell’ambra, sorretti solamente dal supporto della sua gioventù. Cingeva il fianco generoso, una magnifica cintura di perle, le stesse perle che portava attorno all’esile caviglia del piede sinistro. Il ventre era scoperto e al centro dello stesso faceva sfoggio un ulteriore rubino incastonato nella plasticità delle sue carni. Il pube e il resto della natura erano celati allo sguardo dell’unico spettatore, da una sottile striscia di lucida stoffa color turchese.Gli eunuchi, i guardiani dell’harem si muovevano con grazia assoluta in quell’ambiente al femminile, nonostante la loro mole. Uomini castrati al bisogno in tenera età e divenuti capponi da ingrasso. In cambio, oltre la voce femminea, essi ottenevano i favori del gran sultano e l’onore di poter godere della vista di ciò che di supremo avveniva in quel mondo incantato. Sui piccoli tavolini posti lateralmente, vi erano appoggiate teiere fumanti colme della classica bevanda araba. Il tè alla menta, che gli eunuchi versavano afferrando le stesse con mani sudate e dalle dita grassocce, facendolo precipitare da un’altezza che variava col variare del movimento del braccio.


alla prossima puntata


Italo Surìs

martedì 26 giugno 2007

Chi troppo vuole....



26 giugno 2007


Volere è potere, dicono! Peccato che il più delle volte il potere resti agli altri, mentre a noi non rimane altro che il solo il volere.

meditate gente


Italo Surìs

la vera scoperta dell'America





26 giugno 2007

Qualcuno forse non lo sa ancora, ma la scoperta dell'America fui io a farla, così per caso, stavo cercando con la mia fidanzata un posto appartato, dove discutere un pò delle cose filosofiche ed esistenziali della vita. Poi........l'ammaraggio in una terra sconosciuta e lontana; la costa del Cilento!


ciao


Italo Surìs

Le pensioni dal fruttivendolo


25 giugno 2007


Siamo in ferie ormai, l'Italia è un paese sudamericano, da giugno tutte le attività si paralizzano, anzi è meglio dire che subiscono un rallentamento. Un ritmo inferiore di vita, dovuto ovviamente alla temperatura, all'afa che taglia le gambe, che toglie il respiro, che spezza la volontà anche dei più forti, dei più coraggiosi degli stakanovisti incalliti, quelli per capirci che vivono per il lavoro, che del lavoro hanno fatto la loro vita, lo scopo della loro esistenza. Il successo, l'ambizione, la gratificazione ed il potere assorbono tutte le loro energie, tutto il loro tempo, tempo ed energie che levano alle loro famiglie. E' un discorso che non vale più solo per gli uomini, è una frenesia che ormai sempre di più s'impossessa anche della donna, dell'altro sesso, quello che fin'ora doveva servire, con il suo comportamento e la sua femminilità, a bilanciare questa anomalia comportamentale dovuta dicono alle necessità del mercato. Ma è vero? mi chiedo? o questa è solo una scusa, un alibi per celare l'obbiettivo reale e la relativa sofferenza psicologica di coloro che asseriscono ciò?. Dalla mia esperienza personale, conoscendo, dopo un'attenta analisi, sia me stesso che le motivazioni che fin'ora mi hanno spinto a tralasciare, per arrivismo, tutto ciò di cui l'essere umano ha realmente bisogno, posso dire che l'uomo sta perdendo il senso della misura. Oppure è proprio questo ciò che lo spinge a compiere atti autolesionisti. La misura, sì intesa come unità, unità di misura a cui rapportarsi, in cui identificarsi. Il potere ed il danaro rappresentano questa unità di misura. Ecco spiegato l'arcano, l'inganno psicologico, per cui tutto va in vacca; amicizie, matrimoni, rispetto, decenza, politica, legalità. E proprio per questo, due notizie di questi giorni mi fanno riflettere; il costo al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli e la diatriba sulle pensioni. Due argomenti che a prima vista non c'entrano, non hanno nulla apparentemente in comune, ma che io con un mio ragionamento, apparentemente contorto, voglio cercare di collegare. Vediamo se ci riesco. E qui chiedo l'ispirazione ed il conforto, immaginandone il volto ed il sorriso , al mio angelo custode di sesso ovviamente femminile e di fattezze ormai a me note. Un'spirazione che serve a far sì che io doni, amando, la cosa più bella che tento di poter fare; scrivere possibilmente bene. Anche i commercianti si amano,sopratutto quelli che vendono frutta e verdura. Sono arrivati al dunque, hanno capito che volersi bene vuol dire possedere ricchezza e tempo, un lavoro autonomo, un'indipendenza economica che altri, anche nell'imprenditoria, non possono avere. I cinesi per adesso non vendono ortaggi di loro produzione, e se anche dovessero divenire in futuro un reale problema, sarebbero subito assorbiti dal sistema, che neutralizzerebbe il pericolo, facendone diventare parte integrante. Facendoli cioè diventare a loro volta fornitori dei negozianti a condizioni ben definite. Ecco il trucco!. Il prezzo imposto, senza una reale concorrenza di mercato, senza bisogno di rompersi il cu...o a faticare, come dicono a Napoli; tanto se calano i clienti, aumenta il prezzo del prodotto in vendita. Anzi meglio così, vendendo solo una cassetta di zucchine, ottengono lo stipendio dell'intero mese. Non so se l'ho detto, ma una persona mi ha riferito d'aver fatturato in mezza giornata, quello che io guadagno in un mese. Alla faccia dello studio di settore, io studierei come mandare questa gente a vangare i campi al posto dei marocchini o dei Ghanesi. In fondo non esiste più il rischio d'imprenditoria, il guadagno è quello, e deve rimanere tale, punto e basta!. Siccità, o pioggia, sciopero o terremoto, sia che i clienti siano tanti, sia che siano pochi è un punto insindacabile, un imperativo! E poi dicono che il lavoro statale o dipendente è l'unico senza rischi. Certo per costoro , il rischio c'è, ed è quello di divertirsi o di poter farsi le ferie nei paesi esotici o di sniffare cocaina o di trovare lavoro. Non esiste,e forse non è mai esistito, come qualcuno mi ha insegnato, il meccanismo dell'equilibrio dei prezzi, dovuto al rapporto fra la domanda e l' offerta. La domanda può essere quella che si vuole, l'offerta resta invariata, proprio come per la benzina. Cento clienti possono comprare un chilo di carote ad un euro, ( le carote, quelle che una volta si davano agli asini!, quelli veri!), mentre cinquanta sono costretti ad acquistarle a due euro e mezzo, anzichè due, tanto per non sbagliare ed andare sul sicuro!. Il risultato non cambia, come non cambia il calcolo di chi va in pensione. E' l'eterna storia della media ponderata, quella della statistica delle galline: In Italia si mangia una gallina a testa; uno ne mangia due e l'altro nemmeno una. E guarda caso chi ne mangia due è sempre lo stesso, appartiene al ceto abbiente, quello che per intenderci è abituato solo ad avere o a prendersi ciò che non gli spetta, quello a cui abbiamo concesso troppo potere! In pensione, pensandoci bene!! Centomila con tremila euro; e trecentomila con un euro, tre milioni con trent'anni di lavoro, ed i restanti quindici milioni, con cinquant'anni. Infatti proprio oggi parlando alla TV, uno sprovveduto studioso ha cercato di inculcare nella mente di spettatori sprovveduti, che in Italia si vive fino a novant'anni e più. Per cui , se si dovesse lavorare solo per quarant'anni, chi ci manterrebbe più per i restanti cinquanta?. Si è dimenticato di dire che un dipendente in quarant'anni versa contributi pari a300.00= Euro!!! Caz...o, sono pronto a fare il contratto con gli Italiani. Sì un contratto come quello che fece il nostro amato e caro Berlusca. Giuro che resto a lavorare fino a settantacinque anni, e divertirmi andando a donne e facendomi seg...e per gli altri quindici restanti, ma a due condizioni. Primo che le carote scendano di prezzo, poi che mi tengano in vita e in buona salute gratuitamente per i restanti quarant'anni. Ma voglio un contratto fatto sul serio e per iscritto, con penali in caso di recesso!. Stavo pensando:" peccato che ai miei amici, quelli che mi aspettano senza far nulla, bighellonando a Sacile o altrove, non hanno pensato, con il resto, di fornire loro , anche la salaTV , o altri spazi ricreativi". Che l'abbiano fatto perchè ai morti non serve?? Ma chi lo dice CHE SON MORTI, non dovevano vivere fino a novantacinque anni??. Qui c'è qualcosa che non quadra, sarà meglio che ognuno di noi si faccia, come faccio io, una bella statistica personale. Contiamo le epigrafe e annotiamo l'età dei deceduti, poi discuteremo di pensioni con il Governo. Ecco il motivo per cui Epifani, criticato dalla stampa anche di sinistra, ha ribadito che le leggi sulle pensioni, non si fanno solo con la calcolatrice. Le pensioni sono una cosa troppo seria per discuterne considerandone esclusivamente l'aspetto economico. Proprio come la sanità e la salute, e poi chi vieta ad uno che va in pensione di prendere solo ciò che ha versato? Allora coloro che hanno versato contributi per quindicimila euro all'anno, potrebbe, se volesse andare in pensione molto prima, rinunciando ad una parte dei versamenti. Chi va in pensione ad un'età media attorno ai cinquant'otto anni, è tutta gente che ha lavorato sodo, che non ha goduto di sconti o prebende. E' gente che ha amato il proprio lavoro, ma che non ce la fa più. Non resiste perchè il rapporto qualità prezzo, non è più conveniente, dal punto di vista economico ma sopratutto psicologico. Non c'è serenità nell'ambiente di lavoro e per questo non si sente motivato, anche perchè trattato come cosa. Anzi , più che trattato, maltrattato come una cosa. Un oggetto preso a calci, da giovani sapientoni impudenti, arroganti ed irrispettosi, malati di arrivismo. Si sentono abbandonati a sè stessi, non protetti e bistrattati da amministratori o manager i quali non tengono più in considerazione il lato umano, le reali necessità di un anziano, quelle fisiche e quelle esistenziali. E che hanno dimenticato il passato, che si sono impossessati della vita della creatività, dell'intelligenza dei propri dipendenti e che ora guardano cinicamente altrove. Datori di lavoro che non difendono i più anziani, e che giocano al massacro fra i dipendenti, in una logica distruttiva del dividi et impera. Ma si sa , tanto il prezzo non cambia, il rapporto è sempre costante: un dipendente esperto e capace a 1500 Euro, equivale per le imprese a tre giovani assunti con contratto a progetto e pagati 500 Euro al mese. E fra l'altro quest'ultimi possono essere licenziati in qualsiasi momento. Questo è il problema diceva qualcuno, ma visto che ci siamo, dati i prezzi degli ortaggi, mi chiedo: quando baratteranno le carote con le pensioni???





ciao


Italòo Surìs














ma mi faccia la carità



26 giugno 2006


Chi ama troppo il potere odia la carità.


meditate gente


Italo Surìs

lunedì 25 giugno 2007

Vecchio ardore VIII^







26 giugno 2006





L’amore non ha età 8°


Una ricerca che porta alla tomba. Dove appunto finì quella cara e sfortunata ragazza, figlia di un padre ignobile, che anch’io ho amato e venerato, ma che mai, conoscendone la fragilità emotiva e la situazione familiare, ho posseduto. Per rispetto, per amore, per non ferirla con il fievole alito di inutili ed ipocrite parole d’amore. Era bella, anzi bellissima Anita nella sua fragilità, come può essere bella una libellula. I suoi occhi sul viso magro e smunto sembravano ancora più grandi, più dolci, immensi, come bella e carnosa mi pareva la sua bocca dai lineamenti perfetti. Ricordo i suoi capelli castani, li sento ancora adesso sotto le mie dita, sottili come la seta, lucidi come un filo d’oro o d’argento. Il nostro era un amore inconsueto, strano, un rapporto che già sapevo non sarebbe mai durato, in un contesto di una famiglia così disastrata. Amava suo padre, lo amava tanto quell’uomo e soffriva. Aveva un orco malvagio come padre, che ha impedito persino che sposasse tenendo con sé, il ragazzo con cui ha concepito un figlio. Ciao mia dolce e fragile farfalla, non rivedrò più i tuoi bellissimi occhi scuri, né il tuo candido sorriso. Non bacerò più le tue dolci labbra, non ti accarezzerò i capelli ed il magrissimo corpo, nell’intimità dello spazio ristretto dell’ascensore bloccato volontariamente fra due piani. Ciao amore mio, farfalla dalle ali spezzate, che giaci nella fredda terra la quale ha permesso al tuo corpo di riposare, allora e per sempre. Povera ragazza, le è stato tolto tutto, fin dalla primissima infanzia, oppure no!,non l’è stato tolto, ciò che mai è stato dato, l’affetto la sicurezza, la comprensione, un aiuto fraterno un fidanzato fedele, un marito e un figlio. L’anoressia, malattia della mente micidiale e mortale che non lascia scampo se non nella tomba. Già una farfalla che non ha mai avuto il suo fiore, che ha continuato a volare girovagando disperata alla sua ricerca, nei verdeggianti prati, poggiandosi su ogni frutto che fosse pronto o disposto a donare. Un frutto che sempre e caparbiamente si è richiuso, demolendo in lei ogni speranza, sgretolando la fiducia verso il mondo intero, verso l’uomo, verso sé stessa. Fragile farfalla dalle ali spezzate o bruciate fra le fiamme di una vita bastarda, nata, cresciuta, vissuta, fino alla morte con la fame, fame di un briciolo d’affetto. Un sistema di vivere contorto, strano, cercando nella continua illusione mentale, un appagamento, attraverso il meccanismo creatosi. L’illusione di piacere solo se magra, d’essere amata solo se bella, solo se fragile, come voleva quell’orco, un mangiatore di piccole e fragili creature. Forse è questa la chiave di lettura del mio dramma, fame, sazietà; vuoto, pieno; freddo, caldo. Falena è il mio nome. Ecco, sì questo è il mio nome, il mio vero e definitivo nome, Edipo il mio cognome, forse come quello di Casanova, amante insaziabile,e sempre alla ricerca di un nuovo amore, una nuova illusione, un nuovo tormento.




alla prossima puntata





Italo Surìs

domenica 24 giugno 2007

attenti alla lingua



Le Ascolane sono calde

Ritorniamo per un attimo alla cucina, a quella marchigiana. Avevamo precedentemente inserito, se non sbaglio, due ricette; una di pesce e l’altra, un antipasto di pasta ripiena, i Calcioni. Vediamo oggi, sempre restando in tema di antipasti, come si fanno le famosissime olive ripiene, quelle che vendono agli angoli delle strade di paesi affascinanti come Ascoli Piceno. Si gustano camminando per la città, vendute in cartocci di carta grezza, quella che si usava una volta dai macellai. Ovviamente si mangiano calde , appena estratte dall’olio bollente. Si dice delle ciliegie, che una tira l’altra, è un detto molto comune in posti dove non hanno mai assaggiatole “ascolane”.Infatti più se ne mangia, più se ne vorrebbe mangiare. Sappiamo tutti che si possono trovare nei supermercati già congelate, pronte solo per essere dorate nell’olio caldissimo. Ma farle da sé è ovviamente un’altra cosa. Proviamoci:

Dosi per otto persone:

per le olive

40 olive verdi molto grandi.
1uovo.
Farina “00”.
Pangrattato.
Olio di semi per friggere.

Per il ripieno

50 gr. Di carne di maiale.
50 gr. Di carne di vitello.
50 gr. Di carne di pollo.
50 gr. Di prosciutto crudo.
100 gr. Di pancetta.
2 cucchiai di parmigiano.
1 cucchiaio di pangrattato.
1 uovo.
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva.
2 cucchiai di salsa di pomodoro.
Latte.
Noce moscata.
Sale.

Procedura:

Tritate la pancetta e rosolatela in padella con un pò d’olio d’oliva, aggiungete i vari pezzi di carne e il prosciutto crudo tritato finemente. Versate la salsa di pomodoro. Mescolate e portate a cottura a fiamma moderata. Ora togliete la carne dal fuoco e tritatela a coltello molto finemente, riunitela al fondo di cottura e amalgamate il tutto con un po’ dell’uovo. Aggiungete il parmigiano, il pangrattato, un pò di latte, un pizzico di sale e di noce moscata fino ad ottenere un composto omogeneo. Levate l’osso alle olive e riempitele con il composto ottenuto. Passate le olive prima nella farina, quindi nel rimanente uovo sbattuto ed infine nel pangrattato. Friggetele quindi in abbondante olio di semi bollente, scolatele appena dorate, asciugatele con carta assorbente da cucina e servitele calde. Vi è già passata la voglia???


Italo Surìs

la coppia d'assi








22 giugno 2007

Francesco Giuseppe I° d'Asburgo Lorena. Vienna 1830-1916, imperatore d'Austria e re d'Ungheria Assertore dell'assolutismo, soffocò i movimenti nazionalistici e istituì in tutto l'impero un vero règime poliziesco. Nel 1859 perse la Lombardia nella fuerra contro la Francia e il Piemonte. Mentre nel 1866 perse, nella guerra austro-prussiana, anche il Veneto.Nel 1882 concluse la triplice alleanza; nel 1908 si annettè la Bosnia e l'Erzegovina; nel 1914 lanciò alla Serbia l'ultimatum che condusse alla I^ guerra mondiale. Morì quando l'impero asburgico stava crollando.




Italo Surìs









sabato 23 giugno 2007

il culo del gambero


23 giugno 2007


Ho notato che se un uomo, uno qualsiasi, e quindi nè giovane nè tantomeno ricco, dovesse per caso sfiorare le terga di una collega un pò civettuola, la stessa si risentirebbe denunciandolo. Se costui fosse invece, ricco, bello ma indifferente, sarebbe la donna stessa a prendere l'iniziativa a costo di camminare all'indietro come un gambero!.


meditate gente


Italo Surìs

Due righe alle nuvole XIII^


23 giugno 2007

Lettera ad un bambino mai nato. Capitolo 13


Non lo era nemmeno San Francesco che parlava con gli uccelli, con gli animali , con le piante, persino con i lupi. Già mi pare d’aver letto che dicesse: “fratello lupo”, “sorella luna”, “sorella acqua”, guardandosi attorno nel verdeggiante panorama nei dintorni d’ Assisi. Aveva abbandonato le cose terrene per la natura per il creato. Dormiva in un giaciglio di pietra, sì sulla nuda pietra, della cui durezza, ne faceva impegno indispensabile per la purificazione del corpo intossicato dagli eccessi di una vita dissoluta durante la giovinezza. Gli stessi miei eccessi, consistenti nella ricerca spasmodica della felicità attraverso la carne, per mezzo del calore, ma anche del dolore. Il dolore fisico che un rapporto carnale provoca e si accompagna al sentimento d’amore. Voglio sentire il mio corpo fremere, irrigidirsi, inarcarsi, per poi sgonfiarsi completamente come un sacco svuotato del suo contenuto. Non si gode senza provar dolore, amare in fondo è anche morire, abbandonarsi completamente all’altro, aver fiducia nel partner, chiudere gli occhi e desiderare di morire dentro! Morire sì, ma con sofferenza la sofferenza e il dolore-piacere che deriva dai sussulti incessanti ed inarrestabili di tutto il corpo e che terminano solo con il dono totale di ciò che la natura ha serbato per ogni donna; il seme abbondante creato appositamente per essere donato, desiderato, voluto. Voglio sentire tutta l'energia accumulata nel mio corpo rompere gli argini della decenza. Provare a cavalcare quell’onda inarrestabile di elettroni che attraversa corpo e mente come una vera scarica elettrica, anzi di più, molto più potente e prolungata, incessante, magnifica esilarante. Proprio come quella di una saetta, di un fulmine preceduto dal tuono. Un urlo di liberazione lacerante, che fuoriesce partendo, non dalla gola o dal petto o dallo stomaco, ma dal cuore, dalla mente, un urlo che per essere trattenuto ha bisogno che si stringano dolorosamente le mascelle, che si inserisca un bavaglio di stoffa fra i denti, soffocando purtroppo oltre che il respiro, anche una parte dell’amore stesso, quella liberatoria. Che invece dovrebbe essere gridata, urlata al mondo intero, ai quattro venti, da tutti, contemporaneamente, in un meccanismo di liberazione totale, di svuotamento dell’anima, di ringraziamento al creato. “Oh, Dio, oh Dio,Dioo, Diooo, sì, sììì, sììììììì, Dioooo,....Un fulmine che partendo dal cervello, coinvolge tutto il mio essere, attraversando tutti i miei muscoli, completamente. Desidero sentire il dolore che si prova per l’irrigidimento totale della mia massa muscolare, dei tricipiti, dei polpacci , dei muscoli pettorali e di quelli in addominali. Ho bisogno di sentirmi svuotato completamente, fra le braccia di ognuna delle donne a cui penso in questo momento, versando in esse, con un ultimo colpo di reni, fino all’ultima goccia, di sangue. Come vorrei qui adesso, che questo bosco così silenzioso, fosse interrotto da grida di vero piacere, da urla di godimento che si espandano, rimbalzando fra i monti, in tutta la valle. Affinché tutti sappiano, tutti immaginino, tutti sentano come la natura è generosa con me!.


Al prossimo capitolo

Ciao
Italo Surìs
pub-9734653329526511