domenica 17 giugno 2007

La bastiglia





17 giugno 2007

Non si parli di regicidio in Italia, è molto pericoloso, anche se la frase a dire di chi l’ha pronunciata, anzi del suo portavoce, sia stata buttata là, scherzosamente. Sappiamo tutti che non è così, fa parte di un piano ben preciso, di una logica politica portata avanti sapientemente da Berlusconi e dal suo fedele alleato o servitore. La presa della bastiglia è già avvenuta figurativamente , i leghisti hanno occupato la Camera dei Deputati. Ora il Robespierre di turno inizia la fase della resa dei conti, anche se solo verbale. Evoca, scherzosamente come dice lui, il regicidio, l'esecuzione con l'uso della pena di morte, tramite ghigliottina, di Luigi XVI°( alias Prodi) e della consorte Maria Antonietta( D'Alema?). Giocoforza il Murdoch italiano, attraverso frasi ad effetto, atti ed operazioni portate avanti di comune accordo fra alleati, o anche separatamente, tende a suggestionare positivamente la gente, facendo in modo d'essere identificato quale nuovo Robespierre degli anni tremila. Si sa quanto Berlusconi ami la storia Francese ed i suoi personaggi, ivi compreso sopratutto Napoleone, e come, attraverso messaggi inconsci e mediatici, solletichi nel popolino, come qualcuno ama definire il nobile popolo italiano, il desiderio di rivolta, di ribellione. Cosa già fatta recentemente con l'evocazione di uno sciopero fiscale. Anche quella, una provocazione scherzosa, una ribellione nei confronti di una monarchia sprecona ed ingiusta, verso un re tiranno e viziato, sordo alle esigenze del popolo affamato e gravato da tasse e balzelli inutili. Peccato che a provocare il disastro economico sia satata la conduzione economica del suo enturage politico. L'associazione d'idee fra i fatti storici, non sfugirebbe nemmeno ad un bambino di tre anni, anzi forse no, ma solo perchè a quell'età non si è ancora avuto modo di studiar la storia. Evviva la rivoluzione, lo sventolio delle bandiere, l'assalto comune del popolo affamato, donne ed uomini scalzi, semivestiti armati di forche badili, sciabole ed armi improprie, per abbattere le spesse mura della Bastiglia, di palazzo Chigi. Bene non può essere certo il nostro caro ex presidente del Consiglio a rivendicare il ruolo di salvatore della patria, nè quello di rivoluzionario e democratico. Lui al massimo potrà seguire Prodi nello stesso destino che gli ha augurato, e con lui tutti i nuovi monarchi o nobili al seguito suo o di chichessia. E' il cittadino italiano ormai a pensarla proprio come il presidente del consiglio e lui lo sa , come lo sanno ormai tutti i politici, fino all'ultimo sindaco, all'ultimo assessore. Sì il popolo italiano non ne può veramente più, è stanco di questo sistema, delle continue baruffe all’interno della maggioranza e contro la maggioranza stessa da parte di un’opposizione altrettanto irriverente, irrispettosa e irresponsabile. Ma il nostro rivoluzionario lo si può più paragonare a Francesco II di Borbone, re delle due Sicilie, che a Bonaparte, poichè quest'ultimo, anche se piccolo di statura, era per lo meno un grande imperatore e condottiero. Se ne stia pure in esilio, fintando che le elezioni, democraticamente, non lo eleggano ancora, il novello Francischiello, attendendo con tutto il suo enturage di tornare alla guida del paese. Per questa eventualità sono state date già da parte di Bondi severe disposizioni alla ciurma intera, queste!:"Facite ammuina";



Francesco d'Assisi Maria Borbone (Napoli, 16 gennaio 1836 - Arco, 28 dicembre 1894) è stato re del Regno delle Due Sicilie assumendo il nome di Francesco II di Borbone dal 22 maggio 1859 al 13 febbraio 1861.
Figlio di Ferdinando II di Borbone e della prima moglie Maria Cristina di Savoia (figlia di re Vittorio Emanuele I, che morì dandolo alla luce, sarà il quinto e ultimo Borbone sul trono di Napoli.


E qui non sto nemmeno più a discutere del perché e del come debbano a parer mio restare per sempre a casa. I leghisti hanno occupato la Camera, cosa molto seria, in un paese che si illude d'essere democratico. E’ come se avessero voluto occupare con la forza la Capitale, i punti nevralgici del paese, imponendo una dittatura. Forse questi signori non hanno ben chiara la situazione, non sanno ancora a cosa potrebbe andare incontro il paese in un prossimo futuro. Sarà meglio che qualcuno glie lo spieghi. I sintomi anche se molti lo vogliono negare ci sono, dalla nascita dei movimenti spontanei, allo sciopero dei pensionati, a quello dei tassisti, alla protesta sullo studio di settore da parte dei commercianti. Montezemolo cavalca l’onda, parlando e straparlando come un politico, e gli affiliati di confindustria lo seguono a ruota, nell’anonimato, nascondendo talvolta fra le ali dello stemma della stessa associazione rappresentata dall'aquila, le tessere di appartenenza politica. Ecco chi sono i veri Borboni, i nemici della democrazia, coloro che usano la propria posizione di forza per influenzare l’elettorato. Un esempio?, nasce un nuovo ulteriore partito, con la benedizione del Cavaliere, con già una radio, un giornale, con dei capitali. Perché senza capitali e quattrini non si può fare un partito e fra l’altro ci vogliono anche un numero di elettori ben definito. Brava la nostra cara Brambilla, imprenditrice nata e cresciuta nella bambagia, che conosce le esigenze del popolino così bene, da cavalcarne i malumori. “ Il partito della libertà” sarà chiamato il nuovo partito, come se di partiti non ne avessimo già a sufficienza. Ma questo partito nasce per rubare voti alla sinistra, al costituendo partito democratico. Un lupo travestitosi d’agnello, ma mica tanto, visto che i colori, il motto, lo sfondo, la musica e i registi della trasmissione che la presentatrice, soubrette, candidata politica, riformista, rivoluzionaria, presidentessa, conduce, sono gli stessi di canale 5. L’On. Bondi le ha dedicato una poesia , romantica dicono. la Brambilla gli ricorda una ragazza della sua giovinezza, anch’essa con i capelli rossi. Viè qualcosa che il nostro Bondi si è dimenticato di scrivere nella sua poesia, che il rosso che amava in quei tempi non era solo il colore dei capelli della sua amata, ma anche e soprattutto il colore del partito d’appartenenza. Ecco l’unico punto stridente, la cosa fuori posto di questa grande montatura mediatica, camuffata da movimento populista. E' il rosso dei capelli della sua leader, ma anche il suo portamento, l'atteggiamento decisionale ed autoritario, tutto l’oro che porta addosso, con disinvoltura come chi è abituato ad indossarlo senza pudore, abitualmente!. Vada dalle casalinghe , dalle impiegate, dalle bidelle o da qualsiasi altra donna che vive di stipendio o sia single o separata, vada a parlar loro di sofferenza, della difficoltà di vivere, dei pianti e della disparazione, che l'esistenza quotidiana porta con se. Ma se lo facesse, è pregata di levarsi l'anello dai cento carati e la collana d'oro del peso di venti chili. I capelli sì, quelli sì li può tenere , anche se rossi. Un nuovo programma il suo che invita la gente a denunciare fatti e misfatti della politica, della finanza, dell’amministrazione, di enti locali. “ venite gente a far sentire la vostra voce, le vostre lamentele, i vostri sfoghi, venite a condannare a vituperare a denunciare ciò che non va”. E così nasce ciò che non dovrebbe nascere un feto già malformato perché partito politico, con i suoi mezzi di comunicazione e di persuasione subdola. Ma cosa è stato fatto realmente concretamente in tutti questi anni??, in cinquant'anni di politica da prima seconda e terza repubblica? Baruffe interessi privati, scalate, intercettazioni, ma di concreto per il popolo che tanto si tira per la giacca?, per i pensionati ridotti in miseria?, per i dipendenti statali e non?: UN BEL FICO SECCO!!. Si è pensato a dilapidare i soldi con megaprogetti; il ponte di messina o invece quell'altro. Questa è la verità, la verità per cui vistisi scoperti e costretti temporaneamente a soprassedere, sindaci hanno gridato al falso allarmismo. E in questo caso parlo del cementificio che si doveva fare in Friuli con deposito o trasporto degli” inerti” dal mio paese : Budoia. Non è stato il sindaco a scendere in piazza, non è stato lui a chiedere a priori la fattibilità del trasporto facendo analizzare l’impatto ambientale. Non è stato lui ad opporsi, ma tutta la gente di buona volontà, quella che con responsabilità ha voluto vederci chiaro, quella che è scesa in piazza, che ha fatto battaglie legali. Ecco cosa si deve fare , approfondire i problemi, vederci chiaro, chiedere trasparenza e chiarezza, pretendere di poter decidere sul proprio futuro sul futuro della propria città o regione o nazione tutta. Leviamo il potere a tutti coloro che si illudono di essere re o monarchi, ai despoti bugiardi, presuntuosi e arroganti, ai politici indegni. Non parli di regicidio Berlusconi, ne inizi invece a parlare il popolo tutto, che ne ha più diritto. Quindi se regicidio ci deve essere ebbene ci sia, ma che sia il popolo a decidere, la gente tutta a determinarne il momento ed il sistema, mettendo al patibolo virtuale tutti indistintamente, sia i nuovi re ma anche le nuove regine.!

Italo Surìs


Luigi XVI di Francia (Versailles, 23 agosto 1754 - Parigi, 21 gennaio 1793) fu re di Francia e di Navarra dal 1774 al 1789; continuò a regnare con il solo titolo di re dei Francesi, per decreto dell'Assemblea nazionale, dal 10 ottobre 1789 al 10 agosto 1792, quando fu "sospeso" ed arrestato durante l'insurrezione del 10 agosto, processato dalla Convenzione Nazionale, trovato colpevole di tradimento, e ghigliottinato il 21 gennaio 1793.



Robespierre fece parte dal 1789, del club Bretone, diventato, in seguito allo spostamento del re e dell'Assemblea da Versailles a Parigi (6 ottobre 1789), Club dei Giacobini. Nell'aprile del 1790 gli venne data la presidenza del Partito Giacobino, che egli spostò su posizioni rivoluzionarie (oggi si direbbe di estrema sinistra). Inoltre, in questa veste, egli chiese a gran voce l'abolizione della monarchia e l'approvazione di alcune riforme che abrogavano i privilegi della clero. Si guadagnò così il favore delle correnti più estremiste che in quel momento realizzavano la Rivoluzione Francese.





Il vero Robespierre:


Strenuo difensore dei diritti dei più deboli (soprattutto operai e contadini), Robespierre entrò nel Comitato di Salute Pubblica il 27 luglio 1793. In questa veste iniziò una manovra politica volta ad alleviare la miseria delle classi più umili e a recepire le indicazioni dei sanculotti. Seppure contrario alla guerra, fu tra i più attivi nel rafforzare militarmente l'esercito repubblicano attraverso provvedimenti di economia controllata (per esempio, la razione minima sul pane, sul sale e sulla farina). Questi ed altri provvedimenti, tutti di carattere democratico, saranno immortalati nella Costituzione del 1793 e saranno ricordati come le riforme più giuste e più eque dell'intero sistema costituzionale francese.
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