lunedì 11 giugno 2007

Tarrallucci e vino





10 giugno 2007


Cari concittadini, oggi il blog vuole assumere l’ aspetto di un quotidiano libero, un foglio di carta che vuole essere di stimolo per i cittadini affinché si interessino più del loro paese. Parlo della città ovviamente, ma anche considerando che la stessa è inserita in un contesto più vasto che comprende l’area metropolitana, il circondario, la provincia e la regione. Il territorio comunale in questo contesto ha da assumere i connotati politici di un ente assolutamente autonomo nelle decisioni relative al proprio territorio. Ci si può collocare ovviamente in una o l’altra corrente politica, ma senza prevaricare le nostre necessità a discapito di scelte dettate da altri e quindi pericolose per il paese. La salute e la salvaguardia delle esigenze della popolazione locale ha anzi nell’insieme, diritto di priorità. Emblematico quindi, a questo riguardo, il comportamento di tutta l’attuale amministrazione, in riferimento al parere positivo dato in primis dal sindaco e dalla stessa giunta comunale ovviamente, ad una ditta, per il trasporto di materiale inerte. Tale materiale sarebbe stato estratto dalle cave di Sarone, allo scopo apparente, di una riqualificazione ambientale delle cave stesse. Progetto di cui si parla da anni e che io stesso ho cercato di promuovere dal punto di vista progettuale presso l'amministrazione comunale molto tempo fa. Le cave infatti, sono state per Sarone, un disastroso motivo di degrado territoriale. Le stesse assomigliano più a morsi dati ad una mela, lasciata poi in vista che ad un ordinata attività estrattiva. Un corretto sistema di riqualificazione consiste, nel creare terrazzamenti, scalinate nella collina, fra le cave stesse, come si è sempre usato in terreni montani o collinari sia in Friuli nella zona di Nimis che in altre zone d’Italia. Il risanamento sarebbe stato completato con la successiva piantumazione di verde: Uliveti o vigneti. Vi sono già in zona infatti produttori di olio e di vino, a cui il progetto potrebbe anche interessare o essere interessato. Tutto sta a vedere se il terreno sia o no adatto; sembra proprio di sì, visto che nel progetto si parlava anche di piantumazione di ulivi. Allora giocoforza per la zona di Caneva, sarebbe positivo tale intervento, al di là di tutto. Il fatto è che tale operazione è stata fin’ora subordinata alla costruzione del nuovo cementificio di Torviscosa. In questo contesto suppongo, il materiale asportato, già peraltro frantumato, sarebbe stato trasportato via camion, con un numero elevato di viaggi al giorno, fino alla stazione di S. Lucia di Budoia. Nella stessa, sarebbe stato creato un deposito o eventualmente il materiale sarebbe stato caricato direttamente sui vagoni con destinazione suppongo Torviscosa, nel cui nuovo cementificio sarebbe stato utilizzato per la formazione di cemento. Non è un mistero che il cemento serve per le costruzioni, anche di grandi opere appunto; come la TAV. Ma anche questo va bene se se ne dimostrano i vantaggi per la comunità, un ritorno immediato, duraturo nel tempo e non effimero. Tutto ciò che è della comunità deve anche con l’apporto di investimenti privati, ritornare alla comunità sotto forma di lavoro e guadagno o sottoforma di apporto economico agli enti interessati. E’ in questo contesto che chiedo personalmente al Sindaco( un Verde?) e alla giunta tutta, due o tre cose: 1° se prima di concedere il permesso di transito dei mezzi, abbiano fatto fare uno studio d’impatto ambientale e chiesto il parere degli enti previsti; 2° perché visto che il progetto è datato 2001, la comunità non ne sia stata messa a conoscenza; 3° Cosa ne viene in tasca alla comunità interessata direttamente alla cosa, per i disagi ed i pericoli a cui sarebbero stati esposti, nonché dal deprezzamento dei beni o dalla mancata opportunità di un futuro guadagno. 4° se il sig. sindaco ha valutato se il materiale trasformato avrebbe nuovamente interessato il tragitto ferroviario di Budoia, questa volta sotto forma di polveri di cemento. 5° se le polveri e lo stesso materiale inerte, avrebbero costituito pericolo per la salute dei cittadini, sia durante il trasporto, sia durante lo scarico. 6° se si è mai accertato cosa trasportassero questi camion , visto che il passaggio degli stessi in via stazione è già stato segnalato da concittadini anni addietro. Vi saranno molte altre risposte da dare in seguito , ne sono convinto!, ma non certo più a me. Ma all' intera comunità di S.ta Lucia di Budoia e di tutto il paese, di cui io sono uno dei tanti componenti, Forse la gente guarda come al solito solo il suo piccolo orto, ma mi chiedo non è che il CO2 e l'inquinamento acustico, possano riguardare anche Budoia e Dardago??
meditate gente.





I dati sotto citati sono stati estrapolati da una ricerca effettuata su: www. It.Wikipedia.org, il WWF ha però altri dati, sicuramente meno ottimisti!



Inquinamento


Un impianto di produzione di cemento negli anni '30 poteva avere importanti effetti sulla salute a causa delle sostanze rilasciate dai processi di lavorazione, oltre che dalle attività accessorie (traffico di camion, estrazione con esplosivi). Al giorno d'oggi l'evoluzione della tecnologia e la legislazione adottata da tutti i principali paesi sviluppati ha permesso di ridurre al minimo tali rischiIn particolare la cottura del clinker richiede gradi quantità di combustibile, spesso carbone, che assieme alle impurità presenti nella calce provoca una significativa emissione di inquinanti, tra cui gas serra, ossidi di azoto (NOx), biossido di zolfo (SO2), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili e polveri fini (PM10 e PM2,5). Non esistono prove scientifiche riguardanti emissioni significative di arsenico, piombo e mercurio.
L'industria del cemento in passato era ritenuta causa di problemi polmonari e circolatori, tra cui asma, bronchite, attacchi cardiaci nonché tumori. Al giorno d'oggi i controlli sanitari e le analisi on-line 24 ore su 24 dei cicli di produzione da parte degli Enti Competenti hanno eliminato tali rischi. Il cromo esavalente presente nel cemento, comporta rischi per l'operatore (che ne venisse a contatto sulla pelle) solo nella fase di impasto della malta o calcestruzzo. Ad oggi sono presenti degli additivi che trasformano il cromo esavalente (dannoso) in cromo trivalente (non dannoso). Questi addittivi hanno un tempo di efficienza che varia da tre a sei mesi


ciao

Italo Surìs


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