martedì 5 giugno 2007

Due righe alle nuvole XI

05 giugno 2007


Lettera ad un bambino mai nato. Capitolo 11

Ma se è questo il paradiso, Dio perché non mi fai morire??, perché non mi fai correre nudo con loro anch’esse senza veli, come bambini gioiosi che, felici, si scambiano effusioni d’amore, senza remore o paure, ma con la tua benedizione?. Cosa c’è in questo strano mondo terreno, che impedisce di godere della propria sessualità liberamente, ma senza eccessi, sentimentalmente, ma senza turbamento d’animo; di quell’anima fattasi corpo di ognuno di noi?. Forse qui troverò finalmente quello che inutilmente ho cercato per tutta la mia esistenza, l’Eden che durante le ore di catechismo, mi è stato descritto nella primissima infanzia. Alberi e frutti dolcissimi, ninfe sdraiate nei prati, fauni , putti, angeli, veneri, foglie multicolori e variopinti fiori. E poi ancora, verdeggianti cespugli, rii, ruscelli, torrenti impetuosi, placidi laghi dalle acque trasparenti, appena appena increspate e ricolme di magnifica fauna acquatica. E sulle rive verdeggianti di muschio e licheni, un numero immenso di volatili dalle penne multicolori e colorate, pappagalli, pavoni giganteschi, piccoli pettirossi, e tanti tanti Adamo ed Eva abbracciati, che colgono senza timore di Dio la mela mai acerba, ma anzi sempre pronta e matura per godere d’amore. Questo per me è il vero paradiso, ove sugli alberi non crescono dollari o lire, né dinari o marchi, verdi anch’essi ma solo per malcelata vergogna, altrimenti color degli inferi. Finto fogliame inventato dall’uomo per possedere ciò che c’è già, che si può raccogliere in abbondanza, come la manna dal cielo, senza limiti finché ne è sazio il corpo e lo spirito. Ma si sa, l’uomo per godere della serenità che già è stata a lui donata, ha bisogno di allontanarla, rifuggirla, eliminarla per sempre dalla sua vita. Per poi godere dell’illusione sadica e masochista, di poterla riacciuffare, senza però privarsi di quel surrogato di felicità, chiamato ricchezza. E con essa comprarsi quel corpo di donna che naturalmente si donerebbe, proprio per appagare la sua stessa esigenza. Come siamo stolti, noi ricchi occidentali!. Amiamo oggetti e cose che invece dell’amore, iniettano sentimenti opposti e sgraditi. Quello dell’odio, anche fra coppie, del risentimento, del rancore, fino a rendere arido qualsiasi rapporto, anche quello più naturale, quello carnale, divenuto ormai una forma d’esibizionismo, uno sport del corpo, senza la componente affettiva, quella più importante, quella indispensabile. Quel sentimento che esalta l’orgasmo stesso, lo eleva alla massima potenza, ne amplifica notevolmente gli effetti, fino quasi a divenire l’unica forma di godimento rendendo efficace e piacevole anche l’autoerotismo. Forse condannato dalla Chiesa, come se Dio stesso avesse voluto mettere delle barriere invisibili, fisiche e mentali, fra mano e genitali, fra labbra e seno, fra pelle e dita, per impedire l’esplorazione di nuove emozioni, godendo della conoscenza del proprio corpo, con ridicole imposizioni!.


Al prossimo capitolo

Ciao

Italo Surìs

Nessun commento:

pub-9734653329526511