mercoledì 13 giugno 2007

due ciglia sulla sabbia



08 giugno 2007

Sai, non devi abbassare i tuoi bellissimi occhi, quando involontariamente i nostri sguardi s'incrociano.

Non arrossire nel profondo dell'animo, un animo puro come i sentimenti che celano.

Sai già che non mi serve scrutare nell'iride per sapere ciò che a te stessa nascondi, sai che so, lo percepisco da piccole cose, lo intuisco e ne conosco i segnali.

Sono i medesimi che fanno muovere il mondo, gli stessi che lo rendono bello e per cui esistono il sole e le stelle!

Mi sento come pesce nell' acqua. Guizzo veloce fra i tormenti dell'animo, mi immergo nei tuoi sentimenti profondi, che come flutti di un mare in tempesta s'infrangono sulle rocce della mia esistenza.

Osservo il moto ondoso di immense distese d'acqua marina, l'innalzamento del loro livello per l'alta marea e il conseguente lento riflusso delle acque dall'arenile. Gli stessi movimenti che celi nel cuore tuo immenso.

Lascia sempre un segno la risacca, lungo le coste, un segno che è una carezza, un piccolo dono d'amore. Un piccolo abitante dei mari, un granchio, una conchiglia, un'alga o una meravigliosa stella marina.

Sì una stella, una stella che come la sirena incontrata da Ulisse, con armoniosi suoni, incanta l'animo mio. Ciurma slegate il mio corpo dall'albero maestro, lascitemi andare con lei nel profondo del mare fra i flutti, per morire finalmente, struggendomi il cuore.

Le onde creano sempre sull'arenile, un impercettibile impronta che svela la vera natura dell'uomo, la generosità e l'affetto che dona a poco a poco, quasi con vergogna, abbassando appunto lo sguardo.

Il mare tutto è come una magnifica palpebra con delle stupende ciglia, che si dischiude su una spiaggia incantata di finissima sabbia scura, come le tue guance.

Non abbassare il tuo capo o donna, la luna non lo fa mai, quando splende nel cielo attorniata da donzelle par suo, che noi chiamiamo poi stelle.

Anzi rispecchia vanitosa la luce carpita al sole che dorme, per rifletterla compiaciuta negli occhi di amanti, che a lei, rivolgono il supplichevole sguardo colmo di lacrime di gioia.

Fa come la luna , mia bella signora, dona la luce che sprigiona il tuo sguardo. Illumina le rughe del mio volto, godendo tu stessa del calore del sole che si sprigiona dalle cavità del tuo petto.

Schiarisci con i tuoi grandissimi occhi, lembi di spiaggia, sulla quale, protetti allo sguardo indiscreto di estranei dalle carcasse di vecchie scialuppe, giacciono nell'arenile i corpi avvinghiati di giovani amanti.

Fallo, ti prego, magnifica stella marina, trascinata dalle onde di notte e adagiata dolcemente nel silenzio assoluto e nel buio più profondo dalla risacca, su questa magnifica spiaggia di nome natura.


sigh!
Italo Surìs

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