domenica 14 novembre 2010

un gigante dai piedi d'argilla


In questi giorni si sta assistendo all'agonia di un governo che non ha governato. Non è retorica, ma al di là delle singole idee politiche, un buon governo si vede soprattutto dalla coesione dei suoi componenti. I partiti che lo hanno creato sono ormai antagonisti alla maggioranza stessa, non si può quindi asserire che questo governo rappresenti la volontà degli elettori. Per dimostrare ciò, si dovrebbe nuovamente votare, cosa che si spera non avvenga nell'immediato. Sarebbe irresponsabile chiedere le elezioni anticipate, solo un partito che non rappresenti il popolo italiano potrebbe desiderare che ciò avvenga. E' un momento delicato per il nostro paese e per la nostra economia e lo stesso partito di maggioranza non può certo continuare a governare. Esso infatti non rappresenta come continua a dire Berlusconi e i rappresentanti più influenti del pdl, il volere del popolo sempre che si consideri valida l'ipotesi che i vari leader che hanno creato la maggioranza siano essi stessi l'espressione del loro elettorato. L'UDC da tempo sta lavorando per creare un terzo polo e dal governo, non dimentichiamolo si è allontanato Follini prima e Casini più tardi. Ora anche Fini sta abbandonando la barca, creando non pochi problemi al primo ministro in carica e a tutto il suo enturage. Gli elettori sono sgomenti, guardano attoniti e allarmati a ciò che sta avvenendo e temono per ciò che potrebbe avvenire in un prossimo futuro. Il nostro caro premier si è inimicato tutti, la Chiesa, gli industriali, i suoi stessi alleati, gli operai, i sindacati o il sindacato, gli immigrati, i pensionati, sì proprio tutti ad eccezione delle escort e dei direttori dei giornali e delle televisioni a lui vicini. Ecco che la cosa più logica è fare un governo tecnico, con i rappresentanti della stessa maggioranza, che permetta di traghettare il nostro Paese verso nuove elezioni. Se così non fosse si aprirebbero scenari inquietanti. Non si deve considerarlo un complotto, la maggioranza non è in vendita non si può allargare un consenso comprandolo o promettendo cariche ministeriali, è necessario tornare alle elezioni. Chi ha permesso che avvenisse la crisi politica a cui stiamo assistendo, non può continuare a guidare la Nazione solo per interesse personale che sia esso dettato da smisurato orgoglio o da un tornaconto di altra natura. L'Italia nonostante tutto è un grande paese e non merita di essere vittima di faide interne.

italosuris

lunedì 8 novembre 2010

lo abbiamo preso!


Signori siamo nella cacca, sì avete capito bene; siamo nella merda più completa, lo abbiamo preso!. L'Italia arranca, i troppi scandali, l'egoismo ma più di tutti l'invadenza e lo sfrenato egocentrismo alla fine hanno prevalso sui valori che hanno fatto di questo paese nel seicento il paese guida nel mondo. Dove sono gli artisti, i poeti, gli architetti, gli inventori i politici illuministi, nomi di cui sono pieni i nostri archivi?. Dove sono gli operai i vari cipputi che hanno creato con il loro uro lavoro i presupposti di uno sviluppo economico del paese?, è vero che la classe operaia è scomparsa oppure è verosimile che tale categoria si sia allargata ad altri ceti e il concetto di operaio debba essere rivisto alla luce di nuove esigenze e categorie?. Ascoltando ieri su che tempo che fa, ho colto nel discorso di Susanna Camusso, nuovo leader della CGIL, il concetto che espressi su questo blog e sui giornali locali alcuni anni fa: "gli interessi economici, imprenditoriali-finanziari e politici, hanno fatto sparire la figura dell'operaio" del guadagno e dello sviluppo economico impostato sulla ricerca, sull'innovazione, sui progetti e sul lavoro, elementi che fanno parte di un unico sistema di cui la parte imprenditoriale ed economica sono soggetti di determinante importanza, ma senza i quali la stessa imprenditoria non è sufficiente a creare ricchezza per una società che sia essa una nazione o un continente. La globalizzazione ha aperto nuovi scenari, mai più che adesso è necessaria la coesione sociale, il cointeresse e la condivisione di un progetto unico e di cui tutti gli elementi ne godano moralmente e materialmente i risultati. Accennai in questo diario non cartaceo al bisogno di rendere partecipi la classe operaia dei risultati dell'azienda. Mi riferivo ai risultati economici pur sottolineando che gli stessi non sono determinanti, anzi possono causare come avviene nel mondo imprenditoriale italiano, invidie rotture ambizioni, conflitti invece di una competizione sana basata su elementi di etica professionale e morale. Allorché si scelse di approvare l'articolo 18 che a parer di molti rendeva più flessibile il mercato, fui attaccato violentemente per le mie critiche, dai soliti politologi da bar. Il ragionamento invece non faceva una grinza, la mancanza di sicurezza , ma soprattutto di speranze avrebbe nociuto alla stessa classe imprenditoriale, lo smembramento di un sistema, senza peraltro averne in mente uno nuovo e più moderno, avrebbe portato la nostra economia allo stallo, i cointeressi nelle società imprenditoriali, dei nostri amministratori pubblici avrebbe creato gravi distorsioni nelle decisioni necessarie ad amministrare correttamente il paese. Così è avvenuto e se non ci sarà un'inversione di rotta, il disastro sociale e le violenze saranno inevitabili. Allo stato attuale, tutto è in mano dei nostri amministratori pubblici, ai politici che attualmente governano il paese di maggioranza e di opposizione. Ci troviamo davanti ad un bivio che inevitabilmente ci costringerà a fare delle scelte indispensabili; dentro o fuori dall'Europa, rottura o coesione sociale, crescita e movimento o paralisi definitiva della nostra imprenditoria. Il cerino, come dice Bersani si sta spegnendo e nell'era post industriale probabilmente non sarà riacceso più alla stessa maniera.

sabato 6 novembre 2010

pompei muore per la seconda volta?



Oggi alla televisione ho avuto la notizia che a Pompei è crollata la scuola dei gladiatori. Pompei Come sappiamo è unica al mondo ed è patrimonio culturale dell'intera umanità. L'ho visitata giust'appunto il mese scorso e, come prima tappa del lungo giro eseguito, ci siamo soffermati con la guida proprio davanti alla caserma in oggetto. Un edificio restaurato, come molti, in modo approssimativo. Non ho notato a dir la verità molte ditte che fossero incaricate della manutenzione dell'immenso patrimonio culturale ed economico che il sito archeologico rappresenta, anzi a dir la verità il personale addetto mi è sembrato insufficiente. Sembra che in questo paese non si dia più che tanto importanza ai beni artistici e archeologici probabilmente perché non sono privati e quindi non creano ricchezza personale. Bondi peraltro ha dichiarato che gli importi erogati dallo stato non coprono il fabbisogno. Tagli indiscriminati hanno colpito il settore culturale e sono il motivo delle recente agitazioni e scioperi degli addetti al settore, mentre all'estero un insignificante reperto anche se unico crea attorno a se un interesse di tutta la comunità e dell'amministrazione competente in materia che sovvenziona appunto iniziative e progetti per sviluppare e amplificare l'interesse dei media e della comunità internazionale. In Portogallo per esempio sono andato a visitare una vecchia centrale elettrica trasformata appunto in museo e a dir la verità non ho visto più di tanto. Qui in Italia vi sono reperti equivalenti al 50% di quelli esistenti nel mondo e l'attenzione dei pubblici amministratori è stata carente e ha lasciato che molte opere venissero trafugate e altre anche distrutte durante gli scavi dei tombaroli, mi riferisco alle tombe etrusche, ai siti archeologici abbandonati ai ritrovamenti casuali. Quando riusciremo a trasformare in ricchezza la nostra storia? Ognuno di noi ha una sua risposta, ma l'unica che mi sembra più adatta è la seguente:" quando capiremo che ogni giorno si perde un pezzo della nostra identità e dignità"

italosuris
pub-9734653329526511