giovedì 13 dicembre 2007

Intermodalità e sviluppo

13 dicembre 2007


La Caporetto dei trasporti

Ieri avevo fatto una premessa che come al solito da breve che doveva essere, ha occupato, come quasi ogni mio scritto, un intero foglio formato A4. Purtroppo per voi sono un prolisso un chiacchierone anche quando scrivo. Il motivo è semplice ed intuitivo, non voglio lasciar addito a dubbi o fraintesi, voglio parlar chiaro e altrettanta chiarezza, desidero dall’interlocutore. Ecco il motivo per cui taglio con chi cerca di menarmela tanto.



Abbiamo analizzato le reali motivazioni del caos attuale, che non dipende ovviamente dal colore politico che gestisce la nazione, ma, come ho sentito dire e come tutti sanno pur negandolo, da ognuno di noi, dalla caparbietà di voler a tutti i costi coltivare il proprio orticello, cercando di ampliarlo furbescamente spostando di notte i paletti che delimitano il confine del terreno del vicino. Non è difficile intuirlo, in fondo la politica e l’amministrazione, come pure le leggi, sono dettate da esigenze e paure umane, logici interessi primordiali, o come asserisce qualcuno, sull’istinto Darwiniano di sopravvivenza.


E’ questo, di là dalle giuste motivazioni dei trasportatori, che hanno in questi giorni messo in ginocchio l’Italia bloccando merci deperibili o no, carburanti, ma, quel che è peggio anche medicinali, uno dei motivi che ha spinto forse la più potente corporazione attualmente esistente, ad ottenere di più di quanto abbiano ottenuto altre categorie. Soldi e promesse, anche analiticamente e oggettivamente dovuti. Ma con questo la categoria ha incassato anche l’assegno della riprovazione e la sfiducia duratura di tutti i ricattati che sono poi i più deboli, quelli che non potevano permettersi di fare provviste alimentari. Parlo di vecchi, poveri, operai, casalinghe, malati. In Italia a quanto pare si ottiene tutto con la forza ed il ricatto, vale il detto: “Occhio per occhio, dente per dente”. Peccato un’altra opportunità persa per dimostrare e far valere i propri diritti civilmente. I danni ingenti li pagheranno tutti gli italiani purtroppo, ma alla fine ogni nodo tornerà al pettine, questo è sicuro.



Forse non si sono resi conto di essere stati probabilmente strumentalizzati, o di aver fatto scioccamente un grosso errore. E’ stato dato al Governo un grosso motivo per accelerare la politica d’innovazione dei trasporti, è stata concessa maggior forza ai sostenitori dell’alta velocità e della ricerca di un nuovo equilibrio per i trasporti differenziandoli. Non a caso si parla delle due autostrade del mare, della riorganizzazione dei trasporti aerei e ferroviari. Che posso dire? È giusto che sia così, sarebbe stato molto meglio che tale innovazione fosse incominciata prima, in modo graduale. L’apertura di nuovi mercati e la concorrenza degli stessi nella globalità della produzione non lascia molto tempo per riflettere ormai. E’ una lotta per la sopravvivenza e l’economia nazionale e mondiale ha le sue esigenze. Alla fine bisogna accettare il fatto che noi tutti non siamo altro che dei piccoli pesci, i quali, fra l’altro, abboccano facilmente all’amo del più furbo, in questo caso la triade: politico- sindacale- imprenditoriale. Avremmo potuto fare le cose, prima, meglio e più razionalmente, ma ripetiamo il problema è sempre lo stesso, un Governo inattendibile, probabilmente ricattato e ricattabile, incapace ormai di gestire poteri economici troppo forti.



Bisogna anche dire che in Italia vi sono una miriade di ditte di autotrasporti, e il trasporto su ruote equivale all’ 84% del globale, cosa impensabile in ogni altro paese moderno. Il ricatto ha funzionato, la gente ha capito e ha preso paura rendendosi conto della propria vulnerabilità e probabilmente fra non molto la vedremo in piazza a chiedere la testa di coloro con cui proprio ieri hanno solidarizzato. Cosa posso dire?, niente, solo che leggendo distrattamente il forum di un sito specializzato in trasporti, aperto per caso il giorno prima degli scioperi, ho capito che c’è fra gli addetti del settore la consapevolezza di un cambiamento nel settore. Non per nulla si parla di una legge Europea che imporrà l’uso di mezzi, a parità di carico, della lunghezza di 24 mt. Per motivi di trasporto, ma anche ambientali. L’obbiettivo dichiarato è quello di far diminuire l’inquinamento da CO2, diminuendo i mezzi in circolazione, ma probabilmente non sarà certo l’unico. A Voi ora il compito di trovarne altri.

Italo Suris

Sguazzando nella me..lma

12 dicembre 200

Certo non si può affermare che l’Italia sia un paese tranquillo, ogni giorno c’è né una. Prima lo sciopero dei farmacisti, poi quello degli statali, infine gli artigiani ed i commercianti, i tassisti, poi gli operai ed infine ieri si sono fermati anche i camionisti. A dir la verità non bisogna dimenticare i medici e i qualcun altro. Gli unici a non scioperare, stranamente, sono stati i militari ed i politici. Chissà forse questi ultimi o non avranno interesse, oppure potrebbero conoscere l’assenteismo fin troppo bene per sentirne la nostalgia.


Ma veniamo al dunque. Il nostro si sa è un paese che galleggia da lungo tempo in un lago di m..da, un immenso e acquitrinoso spazio, in cui ognuno nuota a piacere e liberamente. Area che si vorrebbe chiamare spazio liberal- democratico. Insomma una vera schifezza. Sì signori siamo apparentemente liberi di sguazzare come le donnine americane, in una vasca colma di fango, di un putrido e maleodorante miscuglio di melma senza neppure accorgersi che veniamo inghiottiti inesorabilmente dal vortice della miseria e della guerra civile. Una guerra fra poveri fatta di miserie e soprusi, di ricatti ed egoismi.


Corporativismi e lobby, corporazioni e strutture politico- sindacali irrigidiscono il sistema Italia, impedendole di uscire definitivamente dal pantano. Un ambiente, che solo con l’avvento del libero mercato, si è reso evidente più che mai. Come appunto diceva alla TV, nella trasmissione di “che tempo che fa “ condotta da Fazio, il nostro carissimo ex Ministro dell’economia Tremonti, al quale il caro ex Premier ha dedicato un cactus, tanto ne era contorta la forma. Ha inneggiato, in un certo senso, al Marxismo, considerando come un comune mortale, il capitalismo odierno una forma errata di politica economica. Proprio lui che sembrerebbe abbia aiutato a trasferire all’estero, lecitamente si spera, ingenti fortune, mentre il deficit della nazione balzava nell’ hit-parade dei paesi più indebitati in Europa. Secondi dopo la Bulgaria, mi pare, o forse primi; e secondi in corruzione, non ricordo.


E già, perché c’è un legame stretto fra le cose, fra gli scioperi selvaggi e la conduzione politica, fra le associazioni di categoria protette dalle molteplici organizzazioni sindacali e lo sbilanciamento evidente e drammatico nella distribuzione del benessere. A nulla vale il ricorso alla giustizia, malata anch’essa più che mai. Un paese senza più regole il nostro, destinato a piegarsi su sé stesso, proprio come i nostri trenta e più partiti politici che si stanno accapigliando fra loro, mentre l’agonia del sistema si fa più evidente. Tutto ciò è ignorato dalle trasmissioni televisive, ma anche dal massmedia cartaceo, i quotidiani appunto, anch’essi mungitori dell’unica vacca, che tanto ricorda quella che mio suocero, Gigi Suris, mungeva traendo ogni giorno sempre meno latte dalle sue rinsecchite mammelle.


Certo ecco l’esempio calzante, l’Italia la potremmo rappresentare come una vacca in tutti i sensi, senza offesa per la patria s’intende, anche se, come ho sempre sostenuto, esiste la Patria con la P maiuscola, semprechè sussistano condivisione, imparzialità e giustizia; non certo corporativismo ed egoismo. Siamo arrivati al collasso e certo gli scioperi non finiranno, continueranno anche se si dovesse usare la forza. Il mancato precetto degli autotrasportatori lo dimostra.
La forza non vince la paura né la fame, né paga i debiti o restituisce il lavoro che non c’è più e neppure la vita persa in un’acciaieria o in un cantiere edile. La distanza fra il popolo e i politici aumenta, il divario si fa sempre maggiore e pericolosamente il vuoto avanza, lasciando spazio a poteri diversi e pericolosi, alle menti raffinate delle disciolte organizzazioni massonico-mafiose che non conoscono minimamente il diritto di libertà di espressione. Domani continueremo a dialogare in internet, perché, come ho detto all’inizio, c’è tanto da dire ancora su questo paese così sfortunato.


Buona notte




Italo Suris









mercoledì 12 dicembre 2007

amore e psiche



12 dicembre 2007

In mancanza dell'amore, anche l'odio profondo è più accettabile dell'indifferenza assoluta. Almeno, anche se sentimento negativo, è sempre segno di estremo interesse.

meditate gente

Italo surìs

scarpe in cuoio e metallurgia



12 dicembre 2007




norme antinfortunistiche

Da due o tre giorni, agli operai che lavorono nelle fonderie, parrebbe sia stata data, per sicurezza, disposizione di entrare in fabbrica con le pantofole. E sapete il perché?, non certo per paura di sporcare il pavimento. La maggior preoccupazione della direzione, sembrerebbe invece quella di non rovinare le scarpe degli operai in caso di incidente sul lavoro. Non vogliono correre il rischio di risarcire eventuali danni. E ci credo, con quel che costa la pelle!, quella delle scarpe s’intende!



Italo Suris

sotto il fuoco amico

12 dicembre 2007

Un cartello diceva: la bandiera di quest’istituto è listata a lutto. Già ora si piangono i morti in silenzio, continuando a lavorare, sommessamente. Forse è un problema che non tocca più di tanto. Si sa nella vita si muore e la morte stessa, fa parte della vita. Si muore di malattia, di vecchiaia, d’incidenti, per le strade, ma negli anni tremila si muore vergognosamente sul lavoro. Vergognosamente e dignitosamente. Due parole che abbinate danno il senso della realtà quotidiana, vergogna per i responsabili dignità di coloro che sanno di rischiare la pelle per sopravvivere giornalmente.
Sì, la vita è questa, forse ce lo siamo dimenticati ma la stessa è, fatica e sudore, è pazzia e sofferenza, tutto, ma la morte no!, Essa, la donna vestita di nero, non può giungere stupidamente dagli alti forni di una fabbrica, con un nome tristemente famoso. Non si può pensare che esistano ancora manager e proprietari che parlano una lingua gutturale d’oltralpe, ricordata da pochi superstiti dell’ultima guerra con terrore, che si comportino cinicamente come gli attori dell’immane sciagura che coinvolse il mondo nel 45. A quanto pare, siamo ancora in guerra, pensavamo che fosse finita per sempre, ma si riaffaccia con alterigia e alternativamente, nelle vie di Algeri e nei moderni campi della Todt Italiana, nel souk di Bagdad e nelle case di Perugia.
Qual è stato il luogo di martirio degli ultimi combattenti?; le acciaierie fantasma di Torino, l’inferno metallurgico della città delle olimpiadi invernali, la città amministrata da un sindaco di sinistra. Un amministratore distratto da altre cose più importanti , da progetti faraonici, tanto che forse non si è accorto di quanto avessero bisogno del suo operato gli appartenenti ad una classe dimenticata; gli operai . Un altro tipo di gente, persone messe nelle condizioni di lasciare o perdere definitivamente in quel gioco d’azzardo che è diventato il lavoro.
Molti hanno abbandonato l’inferno del ferro in fusione. Le taglienti lame di acciaio, per loro sono forse ormai un triste ricordo. Qualcuno ha preferito il non lavoro sicuro ad un’altrettanto sicuro pericolo di non farcela, di non tornare più in famiglia. Altri, sostenuti dal bisogno e dalla disperazione, hanno continuato, stringendo i denti e incrociando le dita. Lo hanno fatto, nonostante la gabbia in cui erano costretti ad operare, fra fumi infernali e vapori Danteschi, si stringesse sempre più attorno ai loro corpi come un’anaconda impazzita e vorace. Un animale ferito, morente e delirante in cerca di vittime da immolare alla necessità della moderna imprenditoria, alle esigenze di una ’economia globale.
Una bestia impazzita, un mostro fremente che ha costantemente cercato di stritolare fra le sue spire, quelli che fino poco tempo addietro hanno rappresentato la sussistenza. Movimenti lenti e ambigui per costringere, altre potenziali vittime, a fuggire impaurite, a mollare, a lasciare la morte virtuale o scegliere quella reale. Un inferno al posto di un altro. Mi par di vedere i giovani operai alla mattina, alle prime luci dell’alba, fumarsi l’ultima sigaretta della giornata e inspirare a pieni polmoni nell’aria fresca e con il bavero del giaccone sollevato, il fumo piacevole della stessa. Una voluta di fumo paradossalmente salubre e rilassante, se confrontato a quell’altro, quello che sale dalle fiamme incandescenti delle vasche colme di micidiali misture, composti chimici necessari a temperare il materiale e a distruggere invece gli animi.
Già l’ultima sigaretta, un sospiro, uno sguardo alla luna che ammicca ancora nel cielo, tristemente, come sapesse già tutto, tutto quello che sanno anche loro; la fatica, il sudore, le imprecazioni, la stanchezza, ma soprattutto la paura. Quel triste presentimento che pervade il loro essere, il timore che possa essere l’ultimo giorno della loro esistenza. Ecco perché, prima di entrare nell’inferno dei vivi, avranno sicuramente guardato verso il cielo alla ricerca disperata del sorriso delle mogli e dei figli, un aiuto insperato che calasse dall’alto, uno sguardo benevolo e di speranza, che desse loro la forza di dirigersi verso i moderni forni crematori.
In fondo il tiranno chiamato capitale esige anch’esso i suoi caduti. Le regole del mercato, le sue vittime. la frenesia moderna , i suoi morti. Le ideologie i loro caduti. Solo le madri e le sorelle restano poi, quando i loro corpi si sono liquefatti nel magma incandescente, a piangere dolorosamente i propri cari con appuntata sul petto una medaglia, e stringendo nelle mani sottili, un rotolo di valuta pregiata da abbracciare sotto le coltri del letto nuziale nel freddo e nel silenzio della solitudine. Ma con il dolore avranno l l’onore d' essere la vedova di un combattente moderno, un metallurgico o un operaio edile, “deceduti in una modernissima città occidentale, cercando di contrastare valorosamente il fuoco nemico”.
Eppure tutto era prevedibile, oppure potrebbe addirittura essere stato messo in conto. In fondo alla fine si chiude, si sbaracca e la ditta disloca nei nuovi paesi emergenti, quelli asiatici o quelli indiani, dove la vita è pagata ancor meno, in cerca di nuovi eroi, forse anche più giovani. Contemporaneamente il governo Italiano sopperirà ai doveri e agli impegni di quello che fu “il vecchio e fedele alleato di un tempo” Heil!!.

Italo Suris



























































martedì 11 dicembre 2007

ricominciamo da zero

11 dicembre 2007


Ciao ragazzi, sentivo tanto la vostra mancanza. Sono ormai quasi quindici giorni che il mio Blog è stato reso inaccessibile, e sapete perché?, perché come al solito ho voluto strafare. Se vi ricordate, nella precedente versione, avevo inserito molti banner.
Per me era come fare una collezione di bolli, francobolli che nella mia intenzione avrebbero potuto servire anche a qualcun altro, a qualche blogger interessato a migliorare il proprio blog oppure a trarne ispirazione. Ma li ho inseriti anche perché i colori fanno parte della vita, ed io se ben ricordate, amo circondarmi di molteplici colori. I colori alla fine trasmettono idee, emozioni, pensieri; dolci, tristi, eccitanti , allegri e teneri, ma anche minacciosi.
Sono proprio come i sentimenti. E come ogni cosa che faccio, in essa, trasmetto i miei di sentimenti, molteplici e confusi, emozionanti o deludenti. Ecco questa era l’idea, che all’inizio di questa avventura, avevo nel voler creare qualcosa di diverso, un blog indirizzato a tutti , alle donne e agli uomini, ai bambini, come agli anziani. E’ per questo che ho mescolato come si fa con una pietanza più ingredienti diversi, dalla cucina alla politica, dalle opinioni, alle poesie, dai disegni e dalla tecnica, alle foto e ancora, ancora altro avrei voluto offrire a chi mi legge.
Tecnica e romanticismo, che in fondo se vogliamo, come sempre ho sostenuto, sono due facce dell’identica cosa, due elementi indissolubili dll'uomo ambedue forme di pensiero e di logica , ma anche di passione e di coraggio. Peccato ho dovuto levare i francobolli, per riappropriarmi del mio sito, delle mie idee, di me stesso.
Certo è così, è proprio così, qualcuno, mi è stato scritto, poteva essere , anzi era, un cavallo di Troia, un conduttore di pop, ma non di arte, solo di mera pubblicità indesiderata. Li ho tolti ed è forse anche meglio, non tutti fanno le cose per passione, anzi, ormai sono talmente poche le persone, che rappresentano quasi una classe in estinzione, un piccolo manipolo di illusi e fantasiosi poeti.
Ma sono ancora con voi e rincomincerò a scrivere, cercando se posso di toccare nell’anima, affinché da essa sgorghino i sentimenti migliori, quelli di cui la nostra bella Italia ha più bisogno in questo momento così difficile per tutti. E adesso ricominciamo. Certo che questa volta mi guarderò bene dal scrivere strafalcioni.




Italo Surìs












venerdì 30 novembre 2007

comodo essere svitati

30 novembre 2007

Ho parlato di perline e di come queste possono essere applicate su supporti in legno, detti listelli, con semplici chiodini. Ma non sempre è conveniente o duraturo come sistema di fissaggio. I chiodi si sa si possono anche schiodare o arruginire. Se è possibile è più sicuro e conveniente usare delle viti per legno adeguate, badando invero che siano celate a sguardi critici e intrasigenti dei molteplici professionisti in circolazione. Si possono usare viti picolisssime e con esse anche un buon avvitatore a batteria, come quello proposto dalla Blak& Decker. E' un avvitatore che funge ovviamente da trapano, pratico maneggevole e sufficientemente potente. Si piò usare per molteplici lavori, per avvitare cerniere di antine, per forare nel legno o nel muro e con adattatori appositi, anche raggiungere posti inacessibili e lavorare con celerità e precisione. Vi sono ovviamente diverse marche in commercio ma nel settore, a meno che uno non sia professionista è sempre meglio verificare il rapporto qualità prezzo, nei negozi di fiducia. Per l'acquisto on line, su certi siti si posssono fare buoni affari, anche nell'usato, si tratta solo di muniorsi di pazienza rispettando le disposizioni di pagamento. Molti prodotti infatti in Italia non sono reperibili o costano parecchio, quindi fare due conti ed affidarsi ad amici esperti potrebbe essere una buona soluzione per ottenere un prodotto con un buon rapporto qualità prezzo.
Italo Surìs
Date un'occhiata se volete a questo link

giovedì 29 novembre 2007

bruschette con fagioli piccanti

29 novembre 2007


Per 4 persone affamate:


4 fette di pane tipo pugliese

3 pomodori maturi

1 piccolo peperoncino rosso piccante

200 gr di fagioli rossi lessati

2 spicchi di aglio

150 gr di olio extravergine d'oliva

sale e pepe


Preparazione:


In una ciotola mescolate il peperoncino calabrese piccante tagliato a rondelle, i fagioli già cotti, i pomodori tagliati a cubetti e privati dei semi e mescolate. Quindi condite con l'olio, con il sale e con il pepe, lasciando insaporire per una decina di minuti. Strofinate con l'aglio le fette di pane tipo pugliese o calabrese e distribuiteci sopra i fagioli ed il resto del condimento, poi se proprio volete servite.

Italo Surìs

casereccio con lcrema di fave


29 novembre 2007


Ingredienti sempre per 4 persone:


800 gr di fave fresche

8 fette di pane casereccio tipo pugliese

150 gr di olio extravergine d'oliva

1 spicchio d'aglio

1 cucchiaino di pasta d'acciughe

menta

sale e pepe


Preparazione:


Sgranate le fave fresche, lessatele in acqua salata bollente per una ventina di minuti. Passatele al setaccio e raccogliete il composto ottenuto in una ciotola. Pestate in un mortaio la menta e l'aglio precedentementa lavati e asciugati, pestate fino ad ottenere una poltiglia omogenea; incorporate la opasta d'acciughe, aggiungete un pizzico di pepe e l'olio emulsionato, girando con cura. Aggiungete ora questa salsina alla crema di fave e spalmatela sul pane casereccio.

Italo Surìs

crema di fagioli

29 novembre 2007

Ingredienti per 4 persone:

400 gr di fagioli borlotti secchi
1 carota
1 cipolla
2 pomodori maturi
1 costola di sedano
100 gr di lardo
3 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
4 fettine di pane casereccio
sale pepe

Preparazione:

Ponete i fagioli a bagno per un'intera notte, scolateli e cucinateli in un tegame con dell'olio aggiungendo la carota, il sedano e la cipolla tagliati a pezzetti, i pomodori pelati, privati dei semi e tritati in piccoli pezzi, pepate e salate e nel caso versate un mestolo o due di brodo di verdura, preparato precedentemente. Incoperchiate e attendete che siano pronti.

Appena i legumi saranno ben cotti, scolateli e passateli con il passaverdure, poi aggiungete altro brodo vegetale fino ad ottenere un composto cremoso. Tagliate il lardo a listarelle e fatelo rosolare in una padella, fate abbrustolire nel forno le fette di pane, versate la crema nei piatti ben caldi , aggiungendo il lardo croccante e le fette di pane dorate nel forno.


Buon appetito

Italo Surìs



29 novembre 2007
Per sconfiggere un acerrimo nemico, devi imparare a combattere contro te stesso.

meditate gente

Italo Surìs

la dentiera partenopea

29 novembre 2007


Forse starò cambiando, il mio carattere si starà smussando oppure sto incominciando più a pensare a me stesso, il fatto è che molte notizie non mi scuotono più di tanto e anzi le valuto in maniera più serena, in modo distaccato, più maturo e il sistema in cui vengono trasmesse, incomincia ad innervosirmi.

Ho letto uno degli ultimi post di Beppe Grillo, si riferiva ai frequenti moniti del presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, rivolto a tutti i componenti politici. Invito ad abbassare i toni, a prendersi le responsabilità che competono ad una classe dirigente che voglia definirsi tale, esortandoli a dialogare in modo costruttivo per far decollare una legge elettorale degna di tale nome.

Non mi convince in questo caso la stesura del blog, probabilmente anche corretto nel contenuto, come quello di altri suoi post, ma in questo caso irriverente nei confronti di un personaggio degno di estremo rispetto. Indubbiamente Grillo sta diventando schiavo della sua stessa immagine, sta assumendo un ruolo da cui non può più dissociarsi, in cui si è identificato esso stesso come lo stesso narciso, guardandosi allo specchio, ancor prima che i suoi numerosi lettori lo facessero. Sferzate verbali anche talune volte sprezzanti, violente e irriguardose, questo è il linguaggio che lo caratterizza e che fa di lui probabilmente un leader rivoluzionario.

Ho, in questo mio blog, fin’ora appoggiato il suo modo di vedere ed intendere la politica come sistema da modificare affinchè possa essere almeno monitorata dagli elettori. Un cambiamento è impellente e giusto che avvenga in questo paese, e non solo a parole. Ma il rispetto no, su quello sono intransigente il rispetto è sinonimo di civiltà, di serenità di giudizio, di mancanza di emotività distruttiva ed inutile, anche se la persona a cui ci si rivolge, non dovesse apparentemente meritarlo. In questo caso è d’obbligo nei confronti di un vecchio politico che ammonisce e lancia anatemi, apparentemente inutili, ma sorridendo con o senza dentiera come sottolinea il comico.

Certo che è ben cosciente di ciò che abbisogna all’Italia, sarà altrettanto vero che il fenomeno Sarkozy ha contagiato l’intera Europa, e non tanto per il suo proverbiale attivismo e la grinta fin’ora dimostrata, quanto per l’età. Ma non è compito di Giorgio Napolitano scagliarsi contro i corrotti o mandarli a casa assieme ai collusi con la mafia. Le leggi attuali e la costituzione non gli permettono questo lusso e tanto meno, non penso sia sua intenzione, cavalcare le innumerevoli e deplorevoli situazioni spiacevoli, né salire sul palco. Farà parte è vero di un vecchio sistema di governare e d' intendere la politica, ma a quanto pare i sogni nel cassetto di Grillo resteranno tali finché, non si cambierà democraticamente o violentemente il sistema attuale.

Secondo me un primo passo lo stiamo facendo, non si corre certo come dovrebbe un domani fare l’imminente TAV, che il nostro caro comico considera inutile e dispendiosa e che probabilmente anche lo sarà. Certamente il nostro anziano presidente farà pur parte di un sistema anacronistico, ma una cosa è certa, il suo ruolo lo svolge correttamente, pacatamente, intervenendo e controllando il governo ed il parlamento al di sopra delle parti e di ogni eventuale sospetto. Tutto ciò nel rispetto delle vigenti e forse malfatte o migliorabili leggi e nella gestione delle competenze a Lui riservate dall’attuale legislazione.


Italo Surìs

perline ma non per donne

29 novembre 2007-11-29

Abete abete e sempre abete. E’ il legno ormai più usato, lo si usa in edilizia, in arredamento, nell’industria, come imballaggio e come contenitori, ma anche come piattaforma per accatastare i materiali. In schegge, trucioli o compresso, ormai lo si usa come fonte energetica sostitutiva a quelli fossili, idrocarburi e gas. Chi non ha usato l’abete scagli la prima pietra. Se devo dire la verità ha i suoi lati positivi, il costo è relativamente basso visto che esiste in abbondanza, si lavora facilmente e può essere usato come supporto per altre strutture o sostanze.

Nella bioedilizia ormai è parte integrante della struttura abitativa, sia come travi di copertura o come componente di parti divisorie o mescolato a sostanze cementizie, diventa la componente essenziale di pannellature esterne alle abitazioni, con caratteristiche impermeabilizzanti e alta resistenza agli urti.

Ma la sua morte è ancora quella di essere trasformato in tavolame, in prismati di legno di sezione rettangolare o quadrata e di vario spessore, che una volta trasformata o rifinita, prendono l’aspetto di tavolame per l’esecuzione di mobili in arte povera, tinti quasi sempre in noce. Ma abbiamo detto si costruiscono anche perline. Quest’ultime usate per la copertura di tetti o di soffitti, ma anche per l’abbellimento e l’isolamento di pareti e di controsoffitti. Ovviamente con questo tipo di legno si eseguono anche angolari e cornici di rifinitura.

Se devo dire la verità, il rivestimento di pareti in perline, non è il mio preferito. Certo in taluni casi ed in alcune ambientazioni può risultare una soluzione ideale, soprattutto in ambienti montani, ove si sa si fa grande uso di legno. Infatti il mio primo e unico lavoro in tal senso l’ho eseguito presso l’abitazione di mio suocero proprio in Valcellina in località Pinedo, zona che adesso fa parte, del parco delle Dolomiti.

Non è stato un lavoro da poco, ho infatti ricoperto le paretine divisorie delle rampe delle scale per ben tre piani, oltre alle porte in legno grezzo. Ci sono ovviamente perline di vario spessore e di diversa qualità, come ogni cosa vengono scelte considerando la provenienza, la fibra del legno, la sua durezza. Ma soprattutto ciò che distingue la qualità è il numero di nodi presenti nella stesse e il suo spessore. Gli incastri possono essere di diversa fattura e vengono considerati nella misura netta, all'atto dell'acquisto a mq. Gli spessori usati per la posa di abbellimento, in genere sono di 10 mm., per i tetti, le perline a vista hanno uno spessore che va dai 20 mm. ai 25mm. Possono essere già piallate, impregnate e levigate, oppure vendute grezze. In questo caso l’acquirente provvederà al lavoro di rifinitura.

In genere le perline, vengono vendute già impregnate e lucidate, ricoperte cioè con vernice trasparente, oppure vengono lucidate con il semplice passaggio di carta vetrata sempre più fine e di paglietta. In alcuni casi sporadici, se poste all'esterno, sono ricoperte con impregnante contenente sostanze cerose contro i raggi U.V. In genere non vengono poste a contatto diretto con la parete da ricoprire. Si inchiodano direttamente con chiodini posizionati lungo il profilo ad incastro inseriti in appositi supporti a scomparsa. Vengono ancorati su listelli in legno sempre di abete, posti trasversalmente alle stesse e distaccati alle volte di qualche centimetro, per il passaggio dell’aria di ventilazione.

Fra i listelli alcune volte vengono posti pannelli isolanti di spessore adeguato, in tal modo si potrà ottenere anche un ottimo isolamento termico o acustico, ciò in base al materiale usato. E’ ovvio che, se le perline dovessero essere messe in verticale per ricoprire una parete, verranno tagliate alla misura più idonea. Si vendono infatti della lunghezza di circa 3000 mm., per cui l'altezza potrà essere ridotta, come si usa in genere per abbellimento, a metà circa dell'altezza originale.


Il primo listello orizzontale verrà posto a pochi millimetri dalla testa delle perline tagliate a misura , così quella verso il pavimento. Fra le due si inseriranno le altre, in base alle distanze necessarie all’irrigidimento del rivestimento, o alla posa dei pannelli sottostanti. La larghezza delle perline è di circa 10 cm, ma ne esistono anche di altre misure come di altro materiale. Quelle laccate o in multistrato e in mediodensiti, vengono usate per isolare o abbellire i soffitti e vengono forate con apposite seghe a tazza o frese idonee, per l’inserimento di luci o il passaggio dei fili elettrici. La procedura di posa sarà pressoché identica a quella per le pareti.

Le parti in vista delle teste rifilate delle perline poste verticalmente o orizzontalmente, e i raccordi fra parete e soffitto, verranno ricoperte a finire con il profilo più idoneo, il quale si acquisterà sempre dallo stesso produttore. Inserirò non appena andrò in montagna la foto del lavoro eseguito a suo tempo, quando cioè ancora avevo ancora voglia di lavorare.

Italo Surìs

A Gravina, la morte che cammina

29 novembre 2007

Sono due gli argomenti di cronaca nera che in questo periodo sono oggetto di particolare attenzione da parte dei media. Uno vecchissimo e che oggi ha preso una svolta forse definitiva, e quello del primo novembre relativo all’uccisione di Meredith, la studentessa inglese trovata morta nel suo appartamento a Perugia. Ma accenniamo alla novità di oggi, poi nel post successivo parleremo delle novità sull’omicidio a sfondo sessuale, che tanto intriga alla gente.


Ieri è stato condotto in carcere, in custodia cautelare, il padre dei due bambini scomparsi mesi addietro a Gravina in Puglia. E’ accusato di gravissimi reati; duplice omicidio, occultamento di cadavere, sequestro di persona. Prove ? per ora nessuna, solo indizi, e la testimonianza di un ragazzo che lo ha visto in piazza il giorno dell’omicidio mentre caricava in auto i figli???, Salvatore e Francesco tracce e sospetti che parrebbe bastino ad inchiodarlo alle proprie responsabilità.

Esistono fra l’altro intercettazioni telefoniche, che seppur non esplicitamente , fanno intuire cosa, come sia successo e chi possa essere a conoscenza diretta dell’ormai sicura uccisione dei suoi figlioli. Unico importante elemento da scoprire è il luogo della loro sparizione o dell’occultamento dei loro corpicini. Figli che il sospettato non riusciva a gestire, che controllava solo con la violenza, una violenza dettata da un sentimento di onnipotenza mista a falso orgoglio e ad un’ immensa immaturità di uomo e di padre.


Una violenza che ogni tanto compare d’incanto in questo mondo impazzito, che si nasconde sorniona fra le pieghe e le curve dei lobi del nostro cervello sempre più malato e indecifrabile. Chi conosce gli uomini profondamente sa che il bacio può essere avvelenato e una carezza tagliente mentre un sorriso potrebbe in realtà camuffare un ghigno misterioso e anche mortale, non era il caso dei due bambini, che avevano a loro spese imparato a conoscere il loro boia ed è per questo che si allontanavano dalla casa prigione cercando di starne alla larga il più possibile. Non volevano incontrare lo sguardo di colui che per legge era padre e per calore donava amorevole gelo.

Sono stati puniti e poi eliminati secondo l’accusa, il gip Giuseppe De Benedictis, perché avevano disubbidito alle disposizioni del padre , quelle di non allontanarsi da casa. Uccisi forse perché al ritorno dal lavoro, non erano stati trovati nell’ abitazione ma in piazza, dove lo stesso Giuseppe Pappalardi li aveva prelevati , sapendo di rintracciarli presso la fontana della piazza dove sapeva che andavano a giocare. E avendo notato che i vestiti della festa erano completamente bagnati,si suppone che si sia fatto cogliere da un violento attacco d’ira omicida. Io la conosco quell’ira, la leggi negli occhi, e non solo di chi sai ti odia, ma in parecchie iridi che dovrebbero essere magnifiche e sorridenti. E’ la morte figlia di un cinismo e dell’egoismo più abbietto, i sentimenti che caratterizzano ormai l’intera società, non solo italiana.

Ormai per lui non erano più dei figli, ma solo degli ingombranti esseri, solo cose di carne da tenere con se per indispettire e far soffrire l’ex moglie da cui si era separato. Una donna sicuramente anch’essa sofferente, alla quale non era stato concesso l’affido dei figli, sebbene gli stessi lo desiderassero, come pure chi li ha concepiti. Certo, strumenti di vendetta , come succede spesso nei divorzi in cui le coppie, per smisurato risentimento nei confronti di colui o colei che odiano, vedono nei figli, avuti assieme, l’immagine riflessa a di chi li ha generati in un rapporto che avrebbe dovuto essere d’amore. Semplice il ragionamento: facendo soffrire loro, faccio soffrire te, uccidendo loro, elimino per sempre dalla mia mente e dalla mia vita la tua ingombrante immagine di donna o uomo odioso e orgoglioso. Quanti figli non si trovano ormai più sebbene camminino o studino o lavorino. Ma in realtà non esistono più, vagano impauriti e disorientati in questo mondo; sono spariti silenziosamente nelle viscere di un baratro infernale da cui solo Dio li potrà salvare.

Italo Surìs

Che Di...ni ce la mandi buona

29 novembre 2007

Sembra che sia stata posta la fiducia alla finanziaria nel momento di maggior criticità; l’approvazione del welfare. Dini ha vinto, dice lui, contro gli odiati nemici di sinistra, gli irriducibili conservatori marxisti, comunisti, antiliberali. Quelli cioè che hanno come loro elettori gli operai. Sono questi e il loro dannato bisogno di sicurezza e di vivere degnamente, che impedisce lo sviluppo di questo paese a quanto sembra. E’ una convinzione ormai estesa fra la gran parte della comunità borghese, quella che una volta era l’elite.


La teoria per non modificare la legge? A parer di Dini è perché non vi è la copertura sufficiente per mandare in pensione la stessa gente che egli stesso ha impedito per ben due volte che ci andasse. Non c’è copertura nemmeno per istituire un fondo per i co co co o qui pro quo che si voglia dire, visto che alla fine di confusione si parla. Non è più chiaro infatti se siano dei lavoratori o dei professionisti non pagati, degli ectoplasmi vaganti nel mondo del lavoro. Forse il futuro che ci aspetta, sarà pure così in un prossimo futuro, in cui il mondo non è neppure globalizzato come si diceva una volta, ma addirittura universalizzato. Uno stato interagisce politicamente ed economicamente con gli altri, direttamente o di riflesso, creando contraccolpi sulla stabilità e sul benessere di ognuno di noi.

Certo quello che se dovessimo paragonare Dini ad un animale, come Fassino è stato paragonato ad una cicogna, allora come è già stato detto il rigido presidente di un nuovo filone politico dovrebbe aver le fattezze di rospo, che il rospo lo fa ingoiare purtroppo ai suoi diretti avversari e agli operai da essi rappresentati. E’ un animale politico, seduto in Parlamento o al Governo, da quando è entrato in politica Andreotti, o giù di lì. Ciò nonostante le casse dello Stato non hanno sofferto e nemmeno soffriranno per il suo sfrenato liberismo, e per il senso di risparmio e di rigore un po’ atipico e che dà addito a sospetti, perché caratterizza l’economia nazionale e meno quella personale.

Certo si sta muovendo come se volesse rimanere in eterno sugli scranni del potere e a questo punto mi viene un dubbio: “che sia una talpa anziché un rospo?”. Me lo chiedo da parecchio, vista la sua amicizia con i potenti dell’economia nazionale, è alla fine un vero uomo di sinistra una ruota dentata a forma di volano, sbilanciata probabilmente più verso la pro-pecunia che lo sviluppo del paese basato sulla produttività equamente retribuita. Ha ragione Giordano a dire che l’attuale Governo è prigioniero della Confindustria. E con esso forse Prodi. Ma fra i mali si sceglie sempre il minore , sempre che lo si possa poi fare.

Italo Surìs

mercoledì 28 novembre 2007

viagra e cappelle


28 novembre 2007



Sembra che a Napoli abbiano scoperto che, con la complicità di alcuni necrofori, una cappella cimiteriale sia stata trasformata in una casa di appuntamento. Grande , pensate, al posto dei lumini di remota memoria, le luci rosse  e invece del rigor mortis, il rigor penis



saluti.

martedì 27 novembre 2007

tortelli di zucca

27 novembre 2007


Per fare la pasta vedi il link sottostante:

pasta all'uovo, niente di più semplice


Siamo ancora in tempo per gustare la zucca e la pasta fatta in casa. Abbiniamo le due cose e facciamo venir fuori qualcosa di molto gustoso.

Ingredienti per la pasta:

300 gr di farina "00"

3 uova

Ingredienti per il ripieno:

2 kg di zucca gialla circa
300 gr di mostarda di frutta
200 gr di amaretti
1 limone
150 gr di parmigiano grattuggiato
noce moscata
pepe e sale

12o gr di burro per condire

e altrettanto formaggio grana

Preparazione:

Preferibilmente preparate il ripieno, uno o due giorni prima, affinché gli ingredienti si amalgamino meglio. Allora, tagliate la zucca senza aver tolto la scorza, a pezzi abbastanza grossi, levate i semi e cuocete i pezzi nel forno a 180°C. Tritate intanto la mostarda e sbriciolate gli amaretti.

Quando la zucca sarà cotta, dopo aver levato la buccia, la passatela al setaccio, raccogliendo la crema in un recipiente, unite al passato la mostarda, gli amaretti sbriciolati, un pizzico di sale e uno di pepe, mezza scorza di limone grattugiata , qualche goccia dello stesso, spremuto, il grana e poi mescolate il tutto amalgamando molto bene gli ingredienti.

Se il composto non dovesse essere della consistenza necessaria per farcire la pasta, rendetelo meno acquoso aggiungendo del pangrattato e anche del formaggio grana. Come detto all’inizio, fate riposare il composto incoperchiato o protetto con un film di domopak per due o tre giorni almeno

Preparate la pasta come indicato dal link riportato all’inizio del post, distribuite una sfoglia sul piano e posate a 4 cm di distanza uno dall’altro dei mucchietti di composto grossi come la noce moscata. Ricoprite con l’altra sfoglia e poi con le dita chiudete tutt’attorno formando dei ravioli che taglierete a forma quadra, con tagli verticali ed orizzontali, con l’apposita rotellina dentata.

Dopo mezz’ora fate bollire abbondante acqua salata, versatevi un cucchiaino di olio e gettatevi i ravioli un po’ alla volta, lasciandoli cucinare per circa due minuti e levandoli con una paletta forata. Lasciateli asciugare su un telo.
Intanto fate sciogliere in un tegame del burro che verserete sui primi ravioli posti nella terrina, aggiungete il formaggio, altri ravioli, altro formaggio e alla fine, ponete a scaldare sul vapore della pentola contenente acqua in ebollizione, facendo riscaldare la pietanza e ben amalgamare il tutto. Servite in piatti preriscaldati guarnendo con fette di zucca cotte al forno e lasciate da parte senza levar la buccia. Due foglie di salvia non ci stanno poi male.

Buon appetito

Italo surìs




Caramelle alla ricotta romana

27 novembre 2007

Facciamo la pasta come sempre, cambiando solo le dosi. Vedi link sottostante:
Fare la pasta all’uovo : pasta all'uovo, niente di più semplice




Dosi per 4/6 persone:



400 gr di farina “00”
4 uova
Ripieno:
500 gr di spinaci
300 gr di ricotta romana
100 gr di formaggio grattugiato
2 uova
Noce moscata
Sale
Condimento:
150 burro
200 gr di grana grattugiato.



Preparazione:



Pulire gli spinaci, lessarli nell’acqua residua dal lavaggio, scolateli e strizzateli e sminuzzateli finemente. In una terrina, passate al setaccio la ricotta romana, unite gli spinaci, la noce moscata due uova, il grana grattugiato, sale, mescolando bene gli ingredienti.
Intanto per la pasta, impastate farina e uova come da descrizione, stendete la pasta in una sfoglia sottile e distribuite sulla stessa alla distanza di 5-6 cm una pallottolina di composto asciutto. Ripiegate la pasta coprendo il composto e facendola aderire alla sottostante con pressione delle dita.
Con la rotellina, tagliate attorno al composto, lasciando lo spazio per ripiegare i lati a mò di caramella. Lessateli quindi in abbondante acqua salata in ebollizione, scolatele e conditele con burro fuso e grana. Gustatele calde. Il ripieno potrà variare aVs. Piacimento.

buon appetito

Italo suris

una guerra continua



27 novembre 2007

Sembrerebbe un’utopia pensare di vivere in un mondo senza più guerre, non lo è invece se si lavora assieme affinché ciò avvenga.

Meditate gente


Italo Surìs

lunedì 26 novembre 2007

Parliamo di elettricitàIII^


26 novembre 2007

Parliamo di elettricità III^

Parliamo di elettricitàII^

In cucina le prese a muro sono state collocate in abbondanza, quasi 15 punti luce e questo mi pare utile. Nel mio concetto di cucina pratica, ogni attrezzo per cucinare dovrebbe essere sempre disponibile e costantemente collegato. Le prese per il frigo, la lavastoviglie e il forno, sono state collocate su una stessa parete senza badare a distanze e spese. Non si sa mai dove potrà cadere il lavello o la lavastoviglie, nello sviluppi dei mobili necessari, a meno che non si acquisti prima l’intero arredo e poi la casa. Come arredatore per hobby, ho sempre sostenuto che, sia l’illuminazione, sia la posizione dei singoli elementi d’arredo, debba essere studiata attentamente nella fase di realizzazione progettuale. Le pareti della casa devono essere costruite attorno ai mobili, e non l’inverso.


Ultimamente mi è capitato, e lo inserirò nel mio blog prossimamente, di acquistare per la camera superiore due aplique a muro a parer mio molto originali. Avevo prudentemente già predisposto i cavi necessari, durante la demolizione di una fascia di parete, necessaria al posizionamento dei tubi per i due condizionatori al piano superiore. Nella stessa traccia ho predisposto anche le cannette per il passaggio dei fili necessari all’accensione di ognuna delle aplique. E’ un esempio di come si debba approfittare dei lavori allo scopo di prevenire successive operazioni e ampliamenti di impianti, senza dopo rimpiangere le opportunità perse.

Tornando agli impianti di civile abitazione, un professionista saprà fare un ottimo progetto preliminare ed esecutivo , suddividendo le zone in base alle varie esigenze e valutando la tecnica migliore da usare. La demotica sta cambiando completamente il concetto di utilizzo e progettazione di impianti.

Esistono già pareti che si illuminano completamente, come luci che si accendono al solo passaggio dell’inquilino e esiste, come ben sapete, anche la possibilità di far funzionare telecamere, allarmi, elettrodomestici etc., attraverso l’utilizzo dell’informatica o della telefonia digitale. In un prossimo futuro sarà sempre più facile utilizzare questo nuovo mix di tecnologie per risolvere problemi fin’ora considerati difficili da ottenere. Si pensi al telesoccorso, alle porte che si aprono con l’avvicinarsi della persona e poi si chiudono al suo passaggio, al risparmio energetico, al riscaldamento gestito da lontano, attraverso centraline intelligenti, a robot che fanno da assistenti o da camerieri o da colf.

Ecco perché è indispensabile investire qualcosa di più nella progettazione, predisponendo il massimo, in base al capitale che si può utilizzare. Questa è sempre stata la filosofia che ha permesso che la mia abitazione, pur essendo stata progettata ben 25 anni fa, sia a tutt’oggi considerata tecnologicamente all’avanguardia. Unico cruccio, non aver eseguito materialmente l’impianto di riscaldamento fatto progettare, per mancanza di soldi è vero, ma soprattutto perché concepito in anticipo per i tempi.


Ho fatto, partendo dalla descrizione della posa di una scatola di derivazione, una panoramica più vasta dell’utilizzo dell’elettricità. Si sa, sono abituato ad accennare ad un semplice argomento e poi mi viene da scrivere un libro intero. Sono alla fine, se vogliamo cercare un termine adatto, un ” incontinente e un logorroico?”. Ma affronteremo di volta in volta il problema del giorno in questo affascinante settore definito :”elettricità”.

Italo Surìs

sabato 24 novembre 2007

Parliamo di elettricitàII^


Ma torniamo al foro rettangolare da eseguire per inserire la scatola elettrica. Dovrà essere superiore come misure in ogni direzione a quelle del supporto plastico da collocare. Come larghezza e altezza, ma anche come profondità. Ciò allo scopo di poter poi stuccare con il materiale, per fissarlo ai lati ed al fondo della piccola nicchia. Materiale che è in genere malta, la quale si trova già pronta nei negozi del far da sé, in scatole di 5 o più kg. E’ altresì possibile usare anche lo schiumafix, come materiale bloccante. La malta entrerà negli interstizi presenti nella scatola, bloccandola definitivamente.

E’ preferibile forare la stessa per l’inserimento delle cannette, levando le parti rimovibili già predisposte, dopo che la scatola sarà sufficientemente bloccata a muro. I tubi infatti se inseriti prima, tendono a spostare verso l’esterno o lateralmente la stessa, creando molteplici difficoltà per la posa stessa e anche un eventualmente mancato parallelismo rispetto al pavimento. A proposito, se inserite nuove scatole, ricordatevi di rispettare le misure che le norme prevedono, in quanto a distanze da tenersi dalle superfici. Quelle per le prese basse, non devono distare dallo stesso meno di 20 cm per ovvi motivi di sicurezza, mentre gli interruttori a parete, dovranno essere collocati ad un’altezza di cm. 120. Misura che corrisponde all'altezza di una mano di una persona normolinea, nell’atto di premere l’interruttore.

Bene, inseriti i tubi se nuovi e la scatola si lascerà che la malta ai bordi della stessa sia qualche millimetro più bassa del livello ultimato, in modo da poter poi livellare il divario con malta fina. Si provvederà poi al collocamento e alla giunzione dei fili interessati. Questi potranno passare direttamente entro la scatola, oppure collegarsi a prese di diversa natura o a meccanismi denominati frutti in gergo tecnico. Anche questi dovranno essere scelti in base alle esigenze, rispettando sempre le norme, il voltaggio e quello che più interessa l’amperaggio. Esistono in commercio senza che si usino due o più frutti diversi in una stessa scatola, unici frutti a doppio foro.

In genere dove ho potuto ho sempre, nella mia abitazione, collocato più frutti. Si sa, in una casa le prese non sono mai troppe e nella mia ritengo ci siano più di 200 punti luce o poco ci manca. Suggerisco per non posare una volta ammobiliato il locale , antiestetici fili esterni di prolunga , di collocare una scatola di derivazione in ogni angolo, ma anche a metà parete. In tal modo, ogni punto dell'abitazione sarà coperto per ogni eventuale necessità.
Italo Surìs

Un figon di un robot

24 novembre 2007

Proprio ieri mi sono recato da Trony. Per me andare in quei grossi ipermercati di materiale elettrico è un pò come andare al luna park. Cercavo un robot da cucina da regalare per natale a mia moglie, quello che abbiamo sta per andare. Non ho trovato quello che desideravo, sono tutti o quasi di plastica ad eccezione di uno che costa quasi 600€. E non è quello che ho visto in un negozio specializzato, che sa molto di retrò, ma che tecnologicamente è superacessoriato. il chitcken AId. l'ho trovato su Amazon e mi son guardato un piccolo film seduto comodamente davanti al Pc, questo:http://www.amazon.com/gp/mpd/permalink/m12A0LQ2QIQYKB:m32YSWSE5DL3FX

saluti

Italo Surìs

venerdì 23 novembre 2007

pasta all'uovo, niente di più semplice

23 novembre 2007

Ho parlato tanto di pasta fatta in casa, ma non sono mai riuscito a spiegare, per chi non lo sapesse, come si fa. Non è che la faccia ogni giorno, ci mancherebbe altro, con il tempo che mi rimane a disposizione, fra moglie , figlio, casa , lavoro, blog etc., preferisco buttare giù due spaghettini alle alici, olio e con un contorno, il pranzo è pronto. Ma gli impegni presi rimangono tali per cui, con l'aiuto di alcune immagini trafugate, giuro per la prima e l'ultima volta, cercherò di darvi la ricetta, inserendo anche alcune foto interessanti, le prime delle quali può riguardare le attrezzature come per esempio questa,http://www.amazon.com/KitchenAid-KSM150PSER-Artisan-5-Quart-Empire/dp/B00005UP2P/ref=sr_1_1?ie=UTF8&s=kitchen&qid=1195860528&sr=1-1, che possono rendere più veloce l'esecuzione del composto. Pensate prioprio stasera a mi manda rai 3 ho scoperto che un aspirapolvere tuttofare è venduto in Italia al prezzo di ben 3. 000,00 € , contro i 380 in America. sarà meglio dare un'occhiata oltre l'oceano. Nel caso la distanza potrà sembrarvi eccessiva, niente di meglio che usare il vecchio mattarello, che a me più della pasta è servito per farmi rigar dritto. In ogni modo è quasi impossibile che non abbiate lamacchinetta a manovella per stendere la sfoglia e tagliare i formati di pasta desiderata. La macchina elettrica, sopra menzionata può essere anche completata con gli accessori adatti per fare ogni tipo di pasta desiderabile. Nel caso voleste usare il mattarello , procedete come di seguito


Italo Suris



quantità dei prodotti da usare.




In genere 1 uovo per 100 gr di farina. Farina da usare; 400 gr per pasta asciutta, 300 per pasta da condire con un sugo consistente, 200 gr per pasta in brodo.


1) mettere la farina a fontana e rompetevi al centro le uova e il sale


2) impastare bene , incorporando fra loro gli elementi



3 ) impastate facendo forza sui polsi per ottenere una pasta morbida e ben amalgamata, Allungandola e ripiegandola su sè stessa.



4) Stendete la pasta con il mattarello dopo aver predisposto un cerchio con una mano.


5 Stendete definitivamente la sfoglia prima di inserirla nella macchinetta oppure tagliarla con l'attrezzo adatto, una rotella alle volte dentata, nelle dimensioni volute. Pappardelle, lasagne, quadrati triangoli, in base a cosa si desidera fare.


Italo Surìs





Aria nuova in famiglia


23 novembre 2007

Un amico mi ferma lungo il corridoio dell'istituto e mi domanda: “ dove stai andando?” a cambiar aria in bagno, rispondo io serafico. Sai, continuo, per noi con i tempi che corrono è l’unico modo che ci viene concesso , di respirare un po’ d’aria nuova.

Italo Surìs

ali di pollo al profumo di spezie orientali

23 novembre 2007

E’ tempo di quaresima, non in senso stretto e religioso ma di fatto e per dirla in dialetto romanesco” nun c’è stà manco nà lira”. Indi per fare una cosa intelligente è necessario inserire nel blog , ricette semplici e possibilmente di basso costo. Ma per far ciò oltre ad essere un appassionato di cucina, è necessario anche diventare un buon massaio o casalingo se così vogliamo dire. Conoscere i prezzi e la qualità dei prodotti, non è molto difficile, visto che si è costretti a risparmiare. In questo caso ho scelto di riportare una ricetta a base di alette di pollo, che con le coscette, sono le più abbordabili, economicamente parlando.

Ali di pollo alla griglia al profumo di spezie:

Sempre per quattro persone:

8 ali di pollo + per la marinatura;

Alcuni spicchi di aglio
150 gr di olio d’oliva e.v.
Il succo di mezzo limone
Sale, noce moscata, pochissima cannella e curry ( come spezie per la marinatura) .Troppo? Allora salvia e rosmarino

Procedimento :

Dopo aver lavato ed asciugato il pollo, quelle per intenderci che hanno preso il volo dal resto del corpo, fatele marinare in un recipiente in cui avrete versato olio, il succo filtrato del limone, e le spezie preferite e il sale. Fate marinare per più di un’ora mescolandole e rigirandole spesso dopodichè avete due possibilità per cucinarle. Se piove, al forno a circa 180 °C rigirandole e controllandole ogni tanto e nel caso pennellandole con la marinatura per non farle seccare. ( E’ sempre pericoloso far seccare qualcuno!) Oppure alla griglia all’aperto perché mia moglie odia l’odore di cucina in cucina.

Buon appetito

Italo Surìs

petto di pollo e coscia di maiale

23 novembre 2007

Letta, provata ed approvata, questa semplicissima ricetta da gustare con un buon sughetto, che per far rima si dice tocio in dialetto. Da sbafare con una polentina calda calda, come caldo può essere solo l’amore. Ma non facciamo tanto i poeti né gli spiritosi, lasciamo le polentine calde per altre occasioni e immergiamoci nel regno della cucina casalinga.

Nome e cognome: Pollo con prosciutto e funghi

Provenienza: imprecisata

Dati anagrafici: ex ruspante ora in filetti

Impronta: sta a voi dargliela!

Ingredienti per 4 persone:

500 gr di petto di pollo
1 bicchiere di vino bianco secco
150 gr di prosciutto crudo da tagliare a dadini, in unico pezzo.
1 bustina di funghi porcini secchi o in alternativa 200 gr di congelati
1 spicchio d’aglio
Prezzemolo q.b.
200 gr di olio extravergine d’oliva
Sale pepe
Pelati o 4 cucchiai salsa di pomodoro pronta

Preparazione:

Mettetevi a vostro agio spogliandovi completamente. Si sa la cucina è un’arte ma anche una forma sublimale di alta meditazione. cercate solo di non meditare troppo e di stare attenti agli schizzi bollenti per il resto lasciatevi andare. Certo che l’idea di fare un blog di ricette con video di belle cuoche nude, non è poi tanto male, sarebbe come unire l’utile al dilettevole. E lo so, per le donne potremmo inserire figure maschili. Direi che chi volesse potrebbe anche iniziare, ricordandosi però di colui ha lanciato l’idea e cioè il sottoscritto. Per ora usiamo la prassi normale.

Ripreparazione:

Mettete i porcini a bagno in un recipiente con acqua tiepida per circa mezz’ora, strizzateli e triturateli grossolanamente. Tagliate il prosciutto crudo a dadini versatelo in un recipiente. Intanto triturate il prezzemolo assieme allo spicchio d’aglio, pepate e salate fino allo sfinimento del corpo e dell’anima, versate il tutto in una padella ponendola sul fuoco con una noce di burro aggiungete i funghi e fate rosolare per circa ½ ora, allungando se necessario con un cucchiaio di brodo vegetale. A metà cottura unitevi pure il prosciutto, intanto nell’olio fate rosolare i petti di pollo, passandoli anche velocemente nella farina, bagnate con il vino, badando che non l’abbiano nel frattempo bevuto e lasciate evaporare, aggiungete nel contempo anche il composto di funghi e prezzemolo, i tre cucchiai di salsa di pomodoro o due di concentrato disciolto in un bicchiere e continuate a cucinare per altri venti minuti, aggiustate di sale e di pepe.

Buon appetito



Italo Surìs

parliamo di elettricità I^



22 novembre 2007

Parliamo di elettricitàIII^


posa di una scatola da incasso

Scrivo la data in rosso, perchè per me il rosso è sempre stato un colore abbinato al pericolo. Ma non nel caso dell'elettricità, dove è il nero che dovrebbe portare la fase, mentre il giallo e verde rappresenta il filo di terra ed il blu, il ritorno. Come un bambino ho fatto un disegnino, seduto compostamente al banco, mentre la maestra spiegava come incassare una scatola elettrica. A dir la verità non è proprio così, il disegno l'ho fatto perchè non ho nessuna intenzione di eseguire ulteriori buchi nel muro, all’ unico scopo di fotografare o filmare con la videocamera digitale Sony ,le varie fasi procedurali di un lavoro richiesto da un lettore del blog. Con un pò di pazienza e tirando molto gli occhi, vedrete che riuscirete a venirne fuori. Nel caso non riusciste a leggere le note in calce, cliccate sul disegno per ingrandirlo.Ciò che scrivo non l'ho letto sul libro di seguito Delmar's Standard Textbook of Electricity , ma l'ho imparato anche a mie spese. Ma ora veniamo al dunque.

Per iniziare, bisogna innanzitutto fornirsi di una scatola da incasso di buona qualità. Nel disegno è stata colorata i blu, in giallo la potrete vedere nella foto inclusa. Queste scatole hanno dei fori predisposti su ogni lato e anche sul fondo. Servono per il passaggio dei tubi corrugati che conducono i fili elettrici. Le stesse servono sia come scatole di derivazione, sia per inserirvi interruttori o prese di qualsiasi forma e utilizzo, anche i frutti per i collegamenti telefonici di ultima generazione.

Rivediamo il disegno. Come si vede è indispensabile eseguire nel muro, dopo aver collocato in fresature predisposte nella parete, i tubi con un foro proporzionale al numero e al diametro dei di fili che dovranno essere contenuti in essi. Se le cannette dovessero essere poste orizzontalmente, sarebbe meglio valutare la possibilità di farle scorrere nei fori delle foratine in cotto che il più delle volte servono da intercapedine. In questo caso si romperà esclusivamente il punto in cui le foratine sono collegate fra loro tramite malta, continuando così con il passaggio nella successiva. In genere la larghezza delle stesse sono di circa 40-45 cm, per cui è facile risalire al punto di congiunzione successivo, una volta trovato il primo.

giovedì 22 novembre 2007

Peggio che al casinò

22 novembre 2007



Facciamoci un'altra risata , l'Italia si sa è un paese molto strano, accoglie gli ex monarchi, i Savoia, che hanno promesso pubblicamente fedeltà alla repubblica Italiana. Ma poi ci ripensano e per ringraziare per il fatto di non essere ancora finiti in galera, per quelli che normalmente vengono definiti reati, pretendono dal nostro Governo un cospicuo risarcimento danni , proprio come sta facendo Gheddafi. Ma non chiedono come fa lui una nuova autostrada, vogliono carta frusciante e si impegnano di fare meglio del governo attuale, come se fosse difficile, costruendo case e asili per tutti con il risarcimento eventualmente ottenuto. una bella pubblicità, non c'è che dire.
Una piccola cifra equivalente ad appena 260 milioni di €, più i beni ed i gioielli di famiglia. Una richiesta inconsistente, sotto il punto di vista giuridico e procedurale, almeno si spera. Se così non fosse, signori, mi riprometto di ospitare tutta la famiglia reale presso la mia piccola ma confortevole abitazione. Chissà che alla fine non mi risparmi quel pò di pensione che mi resta dopo gli importi a me già sottratti. Ma si sa sbellichiamoci pure dalle risate, tanto non resta altro da fare in un paese di ladri e di approfittatori, di furbi e di corrotti.
In fondo il riso fa buon sangue e il resto passa in second'ordine. Questo almeno finquando non torni al governo il cavaliere, visto che sotto di lui è tornata in Italia, con borse e valige, la ex, nuova?, famiglia reale. E' mansueta, non può far più nulla, solo portar voti a tutta la destra e probabilmente per qualche ritorno. Lui sì, da vero gentiluomo, saprebbe concretizzare, per un senso d'orgoglio e di dignità personale, la possibile illusione dell'impallinatore di culi altrui.
Che fosse per caso una promessa data e che non si è potuto rispettare, o all'incontrario potrebbe per caso definirsi una fantasiosa ipotesi futura da realizzare a cavallo delle prosssime votazioni? Insomma propaganda politica o un colpo di sole?. Mi sorge un dubbio, che i reali non siano qui come turisti e giocatori di casinò, ma in incognito, per aiutare a creare con il loro apporto regale, il nuovo e grande partito del popolo.


Italo Surìs

Il canone per Mediaset

22 novembre 2007





Evviva il nuovo partito del popolo di Berlusconi e la libertà che gli sarà garantita. Non vorrei parlare di politica, ma lo costringono le notizie che si susseguono in modo incalzante. Ieri lo scoop della costituzione del nuovo partito con la Brambilla, oggi su repubblica si legge che il nostro carissimo primo ministro, già dal 2002 aveva creato i presupposti, collocando alla Rai persone a lui ideologicamente affini, per controllare anche la rete pubblica. E pensare che i liberi cittadini di libertà d'informazione ne hanno avuta ben poca in questi anni, e ci scommetto che ne vorranno aver ancora meno per il futuro.
Già perchè cosa importa sapere come vanno le cose veramente. L'importante è quello che ci vogliono far credere. Del Noce, la Bergamini, lo stesso Vespa e poi ancora Crippa e Nardello, Mimum e Rossella, con i big di Mediaset si scambiavano sistematicamente informazioni su come modificare i palinsesti. Concordavano tranquillamente su come dare le notizie che potessero, in qualche modo, nuocere alla causa politica del commendatore. Un caso fra tutti la morte del Papa e il pericolo che i cattolici potessero disertare, in questo frangente le urne, ma anche la sconfitta elettorale e le statistiche sono state parzialmente addomesticate.
Tutto ciò è venuto alla luce grazie a quelle intercettazioni che si vuole impedire. La Finanza per ordine del p.m. di Milano, Laura Pedio e allegate all'inchiesta del fallimento fraudolento della HDC, la holding dell'ex sondaggista del Cavaliere " sig. Crespi". E pensare che l'editto bulgaro è stato lanciato dal piccoletto, solo perchè dei giornalisti e dei comici, si sono permessi di far satira sul grande capo, sfruttando i soldi pubblici, il canone Rai. Una nuova legge ad personam del nostro eclettico ed eccentrico ex presidente del Consiglio.


Italo Surìs

Un occhio di riguardo


La nuova Canon Eos 40 D

21 novembre 2007


Nuove reflex dalla Canon. In una spasmodica rincorsa fra le principali società di produzione di fotocamere digitali, la Canon ha presentato due gioielli per i l livello professionale. La canon 1DsMarkIII, la nuova ammiraglia e la Canon eos 40d che sostituisce la Eos 30D. I costi si dovrebbero aggirare nel mercato italiano sui 8.490,00€ per la prima e 1.300.,00 per la Eos 40D,
i costi saranno ovviamente inferiori potendo acquistare in dollari.
Mi sembra una buona offerta, considerando le caratteristiche altamente professionali della stessa. Monta infatti un sensore Cmos di terza generazione da 10 megapixel, un processore Digic II che consente la possibilità di effettuare scatti continui fino a 6,5 fotogrammi al secondo con massimo raffiche di 75 immagini in formatojpeg e 17 in formato Raw, mentre la sensibilità si attesta a iso 1660 espandibili a 3200.

I classici 9 punti permettono una messa a fuoco ottimale, ed essendo a croce la messa a fuoco sarà possibile sia sul piano verticale che su quello orrizzontale. Un corpo macchina metallico la rende robusta, mentre è presente un sistema integrato del sensore e un display LCD da 3 pollici con Live Wiew.



alla prossima novità su Amazon


Italo Surìs

mercoledì 21 novembre 2007

La sacra Sindona

21 novembre 2007



In una pubblicità di una banca italiana, di cui ovviamente non faccio il nome, si vede un prete con in mano una vecchia immagine di quando era un Hippy. La didascalia sotto l’immagine dice: In trent’anni ho cambiato tutti i valori nella mia vita, ma non la mia banca perché i suoi valori in fondo sono anche i miei”

A questo punto non riesco a capire se pensa ancora d’avere un deposito nel vecchio Banco Ambrosiano o se invece non è mai venuto a conoscenza della sua esistenza, e di quella di Sindona e di Marcinkus.


L'ascesa di Roberto Calvi [modifica]
Entrato come semplice impiegato alla fine degli anni '50 del Novecento, Roberto Calvi emerge nel settore degli affari esteri della banca, facendosi notare per gli importanti risultati raggiunti. A seguito delle dimissioni dell'allora presidente in carica Canesi nel 1971, Calvi viene nominato amministratore delegato (figura creata ad hoc). Di qui in poi assumerà tecnicamente (prima) e formalmente (poi) il controllo della banca, diventando presidente della suddetta nel 1975. Nel corso della sua presidenza Calvi crea un impero, costruendo decine di società finanziarie in paradisi fiscali ed entrando in un pericoloso gioco di finanziamenti internazionali a realtà politiche ed economiche al limite della legalità. Durante la conduzione di Calvi si intrecciano le vicende della mafia, della Loggia P2, delitti e truffe finanziarie, fino alla morte dello stesso Calvi, avvenuta in circostanze misteriose il 17 giugno 1982.Già nel 1978 il capo della Vigilanza della Banca d'Italia Giulio Padalino aveva eseguito un'ispezione sui conti della banca, facendo luce sulla "parte occulta" della contabilità: secondo Padalino dietro alle varie società estere che acquistavano cospicui pacchetti di azioni Ambrosiano c'erano lo stesso gruppo di Calvi e lo IOR, l'Istituto del Vaticano guidato allora da Paul Marcinkus


Italo Surìs
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