giovedì 13 dicembre 2007

Sguazzando nella me..lma

12 dicembre 200

Certo non si può affermare che l’Italia sia un paese tranquillo, ogni giorno c’è né una. Prima lo sciopero dei farmacisti, poi quello degli statali, infine gli artigiani ed i commercianti, i tassisti, poi gli operai ed infine ieri si sono fermati anche i camionisti. A dir la verità non bisogna dimenticare i medici e i qualcun altro. Gli unici a non scioperare, stranamente, sono stati i militari ed i politici. Chissà forse questi ultimi o non avranno interesse, oppure potrebbero conoscere l’assenteismo fin troppo bene per sentirne la nostalgia.


Ma veniamo al dunque. Il nostro si sa è un paese che galleggia da lungo tempo in un lago di m..da, un immenso e acquitrinoso spazio, in cui ognuno nuota a piacere e liberamente. Area che si vorrebbe chiamare spazio liberal- democratico. Insomma una vera schifezza. Sì signori siamo apparentemente liberi di sguazzare come le donnine americane, in una vasca colma di fango, di un putrido e maleodorante miscuglio di melma senza neppure accorgersi che veniamo inghiottiti inesorabilmente dal vortice della miseria e della guerra civile. Una guerra fra poveri fatta di miserie e soprusi, di ricatti ed egoismi.


Corporativismi e lobby, corporazioni e strutture politico- sindacali irrigidiscono il sistema Italia, impedendole di uscire definitivamente dal pantano. Un ambiente, che solo con l’avvento del libero mercato, si è reso evidente più che mai. Come appunto diceva alla TV, nella trasmissione di “che tempo che fa “ condotta da Fazio, il nostro carissimo ex Ministro dell’economia Tremonti, al quale il caro ex Premier ha dedicato un cactus, tanto ne era contorta la forma. Ha inneggiato, in un certo senso, al Marxismo, considerando come un comune mortale, il capitalismo odierno una forma errata di politica economica. Proprio lui che sembrerebbe abbia aiutato a trasferire all’estero, lecitamente si spera, ingenti fortune, mentre il deficit della nazione balzava nell’ hit-parade dei paesi più indebitati in Europa. Secondi dopo la Bulgaria, mi pare, o forse primi; e secondi in corruzione, non ricordo.


E già, perché c’è un legame stretto fra le cose, fra gli scioperi selvaggi e la conduzione politica, fra le associazioni di categoria protette dalle molteplici organizzazioni sindacali e lo sbilanciamento evidente e drammatico nella distribuzione del benessere. A nulla vale il ricorso alla giustizia, malata anch’essa più che mai. Un paese senza più regole il nostro, destinato a piegarsi su sé stesso, proprio come i nostri trenta e più partiti politici che si stanno accapigliando fra loro, mentre l’agonia del sistema si fa più evidente. Tutto ciò è ignorato dalle trasmissioni televisive, ma anche dal massmedia cartaceo, i quotidiani appunto, anch’essi mungitori dell’unica vacca, che tanto ricorda quella che mio suocero, Gigi Suris, mungeva traendo ogni giorno sempre meno latte dalle sue rinsecchite mammelle.


Certo ecco l’esempio calzante, l’Italia la potremmo rappresentare come una vacca in tutti i sensi, senza offesa per la patria s’intende, anche se, come ho sempre sostenuto, esiste la Patria con la P maiuscola, semprechè sussistano condivisione, imparzialità e giustizia; non certo corporativismo ed egoismo. Siamo arrivati al collasso e certo gli scioperi non finiranno, continueranno anche se si dovesse usare la forza. Il mancato precetto degli autotrasportatori lo dimostra.
La forza non vince la paura né la fame, né paga i debiti o restituisce il lavoro che non c’è più e neppure la vita persa in un’acciaieria o in un cantiere edile. La distanza fra il popolo e i politici aumenta, il divario si fa sempre maggiore e pericolosamente il vuoto avanza, lasciando spazio a poteri diversi e pericolosi, alle menti raffinate delle disciolte organizzazioni massonico-mafiose che non conoscono minimamente il diritto di libertà di espressione. Domani continueremo a dialogare in internet, perché, come ho detto all’inizio, c’è tanto da dire ancora su questo paese così sfortunato.


Buona notte




Italo Suris









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