sabato 9 ottobre 2010

la guerra è in casa

La guerra è un evento sociale e politico generalmente di vaste dimensioni che consiste nel confronto armato fra due o più soggetti collettivi significativi. Ho trovato questa breve descrizione di guerra, in wikipedia. Non cercavo minimamente un riferimento alle guerre combattute nel passato, come quella raffigurata nell'immagine, questo concetto mi è venuto in mente ascoltando la radio e leggendo i giornali di questi giorni. Cercherò di scrivere in modo imparziale, senza farmi prendere da preconcetti, ma attenendomi ai fatti e cercando di dare agli avvenimenti una corretta interpretazione. Probabilmente avrete già intuito quale sia l'argomento a cui mi riferisca, parlo, anzi scrivo della guerra fra potenti dell'imprenditoria fra la confindustria e il gruppo che fa capo al nostro presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Oggi ho telefonato ad un amico che pare sia molto vicino alla Marcegaglia, per lavoro o per legami interpersonali, non so, di certo mi ha lasciato a bocca aperta sentendolo dire che non sussiste alcuna rottura fra il presidente della confindustria ed il primo ministro in carica, e che il tutto si possa semplicemente catalogare come un semplice e confidenziale scambio di battute fra il vicedirettore del giornale Porro e l'addetto stampa della confindustria al quale Porro ha telefonato. Ovviamente sarebbe perlomeno riduttivo pensare ad una cosa del genere, stiamo assistendo ad una rottura fra i principali sostenitori del nostro premier e il governo da lui presieduto. E' un dato di fatto. L'intervento della magistratura, le intercettazioni non sono altro che fatti dovuti. Ma al di là dei fatti le parole intercettate fanno capire come la politica italiana sia basata ormai su questioni futili e di interesse personale piuttosto che di effettiva responsabilità sociale. " non si può in questo momento così delicato innescare una guerra mediatica e legale fra poteri forti di un paese che forse nonostante le rassicurazioni del ministro dell'economia, non è ancora uscito dal tunnel di una crisi economica. D'altronde è questa l'accusa mossa dal presidente della confindustria al governo attuale, accusa che ha scatenato l'ira dei giornali vicini a Berlusconi ed alla sua famiglia. " O con me o contro di me, non ammetto critiche né osservazioni" sembra sia il messaggio lanciato dal Premier in questi ultimi tempi. Certo questo atteggiamento lo ha portato a scontrarsi oltre che con altre forze politiche della maggioranza, UDC, e AN, anche con altri poteri forti, quali la Chiesa e ora gli industriali. Non è certo il massimo in questo momento e questo braccio di ferro che in apparenza dovrebbe rafforzare la sua figura nei confronti dell'elettorato, in realtà lo rende sempre più ostaggio degli alleati di sempre, quelli che in questa situazione ci sguazzano e ci guadagnano: la Lega e forse anche quei poteri occulti di cui tanto si parla, che della situazione di incertezza politica, ne fanno profitto. Non è quello che mi aspettavo dalla politica, mi attendevo dagli amministratori responsabilità e non smisurato orgoglio, pacatezza e non turpiloquio, realismo e non negazione. Purtroppo tutto iniziò con l'elezione dell'attuale ministro del consiglio il quale si sente autorizzato, in forza di un consenso avuto dalle precedenti elezioni, ad eliminare eventuali " voci di dissenso " e possibili concorrenti politici. Ricordiamoci alcune parole dette dalla Marcegaglia ed indirettamente sottolineate da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari" ora basta dal 1994 questa maggioranza ha guidato il paese senza alcun risultato, siamo stanchi e scenderemo direttamente in campo". Penso che più di altre queste dichiarazioni, e soprattutto nella parte finale della frase, indichino in maniera lampante quale sia il problema reale che ha provocato la reazione dei giornali killer di proprietà del presidente del consiglio che vede allontanarsi sempre più la sua corsa al Quirinale.

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