sabato 24 maggio 2008

ci vogliono far sputare sangue

23 maggio 2008

Sono giorni ormai che non scrivo su questo blog. Mi sono dedicato in tutto questo tempo più all’altro, quello della fotografia, visto che mi ero prefissato di portarlo ai primi posti della classifica in breve tempo. Ho condotto una sfida contro me stesso, dato che questo sito è stato primo anche in quel contesto, fin quando ho fatto una scelta diversa. Ho pensato, giustamente, che le immagini potessero parlare anche da sole. L’interpretazione, come ha concordato una pittrice che conosco, è soggettiva, salvo che non si inserisca, come di mia abitudine, sotto ogni immagine due righe o una didascalia che ne illustri il pensiero, dando corpo tra l’altro all’emotività interiore, oltre alla capacità di coinvolgere emotivamente anche il lettore.

Questo è l’unico motivo per cui è nato il nuovo blog, dedicato alle immagini, intitolato:” catturando momenti di vita”, il ché, è tutto un programma. Ma non ho intenzione di vantarmi, solo di scusarmi con gli eventuali lettori. Ciò che m’interessa ora prendere in considerazione, sono alcuni aspetti sociali per analizzarli sotto un profilo esclusivamente critico. Intendo parlare delle prime iniziative intraprese dall’attuale Governo e soffermarmi su altri aspetti, uno fra i quali, l’insediamento ed il discorso di Emma Marcegaglia in qualità di primo presidente donna alla guida della Confindustria. Mi complimento con lei, è sicuramente molto brava, anche se personalmente le donne virili, come l’ha definita nell’articolo sulla repubblica di oggi Roberto Mania, non sono il mio forte.

Ma veniamo al sodo, ad alcune affermazioni e analisi estratte dal quotidiano che se corrispondenti al vero, mi lasciano un po’ perplesso. La prima che gli industriali non hanno bisogno di entrare in politica cosa che , si legge , era stata presa seriamente in considerazione da Montezemolo, il presidente uscente di Confindustria. Certo bisogna anche sottolineare come tale affermazione sia stata maggiormente messa in risalto dal manager-socio del gruppo Fiat, in un momento in cui il Governo Prodi era in grave difficoltà e proprio per attacchi da parte di alcuni appartenenti alla linea dura della stessa organizzazione sindacale industriale.

Attacchi che ovviamente hanno parecchio inciso sulla tenuta del Governo, lasciando libero spazio alle manovre politiche nel suo interno che, data la risicata maggioranza, sono servite a riportare alla guida del paese gli stessi rappresentanti politici dell’aquila, il simbolo appunto della stessa Confindustria. E in questo gioco di potere, quale ruolo hanno avuto gli imprenditori?, è difficile pensare che il loro potere economico-mediatico sia coinciso solo casualmente con le idee del massimo rappresentante della loro categoria, quel Silvio Berlusconi che innocentemente e pericolosamente, in qualità di presidente del Consiglio, riafferma la convergenza d’ opinioni con una parte importante dell’economia nazionale, gli industriali appunto.

Eppure anche la Marcegaglia ha parlato politichese, soffermandosi su temi sociali quali le pensioni, il lavoro delle donne, la lotta alla mafia e, per ultima cosa, esprimendo ferma condanna per le morti bianche. E’ un tema che riguarda da vicino la stessa, in prima persona e di cui come massimo rappresentante degli industriali si sente responsabile per il futuro, mentre come imprenditrice ne è responsabile nel presente. Staremo a vedere quali decisioni prenderà la magistratura e quali saranno le conseguenze dal punto di vista di immagine personale. Certo che l’attuale maggioranza, permetterà una migliore governabilità e di questo si sono resi conto anche gli elettori, visti i risultati politici della scorsa primavera.


Gli operai, fatto per me molto grave, sono rimasti senza rappresentanza politica, o meglio qualcuno ha occupato o lo sta facendo, gli spazi di quella parte politica definita marxista dall’attuale presidente del Consiglio. Un ripulisti totale, come si fa nelle fabbriche, della gente che dà fastidio e che rema contro quelli che, apparentemente sembrano, “gli interessi della comunità”. Ma chi è la comunità?, non sono mai riuscito a capirlo. Tutto ciò è avvenuto con la complicità, se così si può dire, della sinistra moderata. “L’Italia può rinascere, abbiamo uno scenario irripetibile”, ha esclamato la signora Emma”.

Sì, non ci sono dubbi, l’Italia può ripartire, ma chi farà la parte del carburante?la compattezza degli imprenditori o la massa degli operai?. Mi sembra che ancora una volta non ci siano dubbi su chi dovrà pagare per intero lo scotto del nuovo sviluppo. Un ri-rinascimento, visto che chi prima ha disfatto, ora dice di essere rinsavito. Già perché da che mondo e mondo politica ed imprenditoria sono sempre andate a braccetto, quindi ciò che è veramente mancata è stata la lungimiranza di chi ci ha guidato, aquila compresa.

Ora, come al solito, si cerca il capro espiatorio da dare in pasto al popolino, la colpa dell’inefficienza dello Stato sta tutta nel comportamento dei dipendenti pubblici, nelle loro paghe e nell’assenteismo di quelli che si allontanano durante le ore lavorative. “Persone che rappresentano un’offesa nei confronti dell’operaio serio e produttivo”, sono le testuali parole della lady di ferro, la nuova Tacher italiana. Non si dice quanti siano, né dove siano e si colpisce per scelta politica indiscriminatamente tutti, per dare l’esempio ed un contentino all’opinione pubblica.

Come? escludendo semplicemente gli stessi dall’incentivazione per la produttività, con la mancata riduzione al 10% sulla tassazione degli straordinari. Un controsenso, se veramente si desidera che siano produttivi. E’ una scelta opinabile, che personalmente ritengo ingiusta, discriminatoria e anticostituzionale, anche se i dipendenti pubblici dovessero essere in sovra numero, il che è tutto da provare. E visto che ci siamo, senza voler rincarare la dose, mi pare corretto ricordare per par condicio, che un comportamento immorale sta anche nell’eludere le tasse che alla fine è alla pari dell’assenteismo, vero furto a discapito dello Stato.

Ma si sa, di costituzione ormai non se ne parlerà più per un pezzo, nonostante la stessa sia stata, proprio come la stella polare, un riferimento per la conduzione corretta della politica nazionale. Certo che ora si dovrà finire il lavoro iniziato rivedendo e riscrivendo, in chiave moderna, la stessa. Non si lasciano i lavori a mezza strada, concordo. Ma vengano pure i cambiamenti, sgorghino anche se in ritardo le lacrime di coccodrillo, l’importante è che veramente si faccia sul serio. Ritengo che questo sia un obbiettivo raggiungibile, ma non tanto per la schiacciante sconfitta della sinistra, quanto per il fatto che la barca, appesantita dalla burocrazia imprenditopolitica, stia a tutti gli effetti facendo acqua.

Allora la scelta che apparentemente sembra politica, a tutti gli effetti diventa economica. Si è scoperto, anche se non ammesso che l’imprenditoria italiana, non ha scommesso sul fattore umano, sul sistema impresa dipendente, sulle risorse umane scarsamente retribuite e frustrate da comportamenti tipici di questa nazione e delle sue caste, lobby difficilmente intaccabili, visto che il denaro ed il guadagno sono collanti troppo resistenti. Ci vorranno vent’anni per risalire la china, si prospetta già una finanziaria di sangue, altro sangue dopo quello versato o meglio sputato, sotto il Governo Prodi. Sono diventato persino tubercolotico e tisico a forza di scatarrare rosso, chiaramente sugli abiti griffati “Prada”.


Italo suris

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