venerdì 4 luglio 2008

un cero alla Madonna


03 luglio 2008


Ho provato a leggere in questi giorni i quotidiani, anzi il quotidiano che di solito acquisto, ma vi assicuro che non scorro più le righe dello stesso, con convinzione e curiosità. Mi fa tanta tristezza leggere ciò che i media sono costretti, per motivi di tiratura ma anche per mancanza di una reale libertà d’informazione, a pubblicare. Ci sono le solite notizie politiche che non trasmettono di certo all’italiano medio un senso di tranquillità e rasserenamento, ma che anzi iniettano nell’animo dello stesso, ulteriori angosce e preoccupanti dubbi sul proprio futuro economico e anche politico.

La diatriba nata recentemente fra il capo dello stato e il primo ministro, concernente la correttezza delle variazioni proposte nel disegno di legge sulle intercettazioni richieste dalla maggioranza, lascia presagire per il nostro martoriato paese, una guida della nazione a dir poco personalizzata o condotta, come nella precedente legislatura di destra, a colpi di maggioranza. Imposta, in altre parole, senza quel dialogo costruttivo che apparentemente le due forze contrastanti avevano promesso di attuare per il bene della comunità. Un progetto che avrebbe dovuto avere come premessa, lo smorzamento dei toni e un’opposizione compatta ma nel contempo ferma e dialogante, allo scopo di approvare congiuntamente quelle leggi che avrebbero permesso al paese di riprendersi dalla stagnazione economica.

La legge che si potrebbe a quanto sembra trasformare in decreto, se alcune premesse non venissero approvate, potrebbe, come tutti immaginano, provocare danni enormi all’intera collettività, oltre naturalmente al potere della Magistratura che tutto è tranne che politico. E’ la prima volta che in questo paese osserviamo una presa di posizione da parte della maggioranza così dura ed intransigente e sicuramente non sarà certo l’ultima. E’ impensabile che gli elettori non si attendessero questo comportamento da parte della maggioranza, vista la chiarezza degli intenti del vicepremier, su argomenti ben noti: l’intercettazioni e lo strapotere della Magistratura delle toghe rosse, oltre ovviamente l’impunità per determinati reati, almeno per le prime cariche dello stato, come se ancora ce ne fosse bisogno.

Come si è ben capito la minoranza è allo sfacelo, divisa com’è da continue lotte intestine, da correnti, da partiti e partitini, da interessi personali o di casta e l’unico che è consapevole che questo è il momento per agire indisturbato, è proprio Berlusconi. Il Pd non esiste se non sulla carta. E’ l’ embrione di una mantide, quell’insetto che dopo aver copulato, divora il compagno. Ed è proprio ciò che è successo all’Ulivo e che probabilmente accadrà ad altri partiti della sinistra, in una lotta fratricida o forse rigenerante.

Il giorno 8 luglio vi sarà a Roma, una dimostrazione promossa da Micromega, organizzata da Furio Colombo e benedetta da Umberto Eco e dalla maggioranza delle persone che non vedono più rispettati i principi di democrazia e di costituzionalità. Io ovviamente, per molteplici motivi, non ci sarò. Come non starò più a “chiacchierare” di politica, una parola che per me non ha più senso d’essere, anzi che abolirei dai dizionari nazionali, assieme a giustizia e democrazia, sviluppo e meritocrazia, ricerca ed imprenditoria, conscio che ciò comporterebbe il rischio di trasformare i vocabolari in piccoli bignami dei “contrari”.

Siamo finalmente riusciti a fare quello che non riuscì a fare Attila. Allora fu bloccato alle porte di Roma. Qualcuno ebbe il coraggio di fermarlo sollevando la croce. E forse è ancora la croce che ci può aiutare, rappresentata però dall’unione di persone impegnate sotto il segno di un credo etico e morale oltre che religioso, dedicandosi al prossimo disinteressatamente , per un senso di responsabilità e di giustizia. La vera costituzione è già stata scritta a caratteri cubitali duemila anni fa e sono le tavole con i dieci comandamenti, che alla fine se analizziamo bene sono i principi fondamentali del vivere in armonia.

Non dovrebbe essere difficile in questo modo far politica. Basterebbe assecondare i propri pensieri positivi, facendo seguire al pensiero i fatti dettati dalle parole dei saggi ed dal verbo di Dio. Non serve essere cattolici o protestanti o islamici per farlo, basta essere dei giusti, degli onesti, degli umili e buon lavoratori.

Allora consiglierei a coloro che saranno presenti a Roma, in piazza Navona o in qualunque luogo in cui si svolga la manifestazione, di vestirsi semplicemente con una tunica bianca, un saio della saggezza e della responsabilità, camminando lentamente e con serenità nel silenzio più assoluto. Un mutismo che rappresenterebbe, in modo originale e controcorrente, quell’urlo di rabbia che ogni cittadino onesto e consapevole, riesce ancora a trattenere. Un solo simbolo potrebbe accomunare i partecipanti: un cero o una fiaccola tricolore. Simboli di unità nazionale e di speranza che qualcuno dall’alto si accorga di noi.

Italo Suris

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