giovedì 22 febbraio 2007

un motivo per amarsi

22 febbraio 2007

L'argomento è sempre quello, ma oggi alla fermata dell'autobus, ho incontrato una ragazza che ha cercato d'ingannare me, ma sopratutto se stessa. A lei dedico questo post!

Un buon motivo per volersi bene


Vedo, vicino al distributore delle bevande una ragazzina. E’ triste perché il giorno di San Valentino non ha avuto accanto a se un amichetto con cui condividere effusioni d’affetto.
E’ mai possibile mi chiedo che la felicità sia sempre legata alla presenza o alla mancanza di qualcosa o di qualcuno? E che i sentimenti, anche se molto forti, possano incidere in maniera determinante sul nostro umore? Capita ovviamente anche a me!

Dopo aver letto il post da me scritto e pubblicato sul blog, il giorno di San Valentino per l’occasione, e colpita dal contenuto esistenziale del successivo, la malinconia che incombeva su quelle poche righe l’ha spaventata, l’ha avvilita. Lungi da lei i problemi, gli scritti malinconici, l’infelicità.

Mi ha guardato amareggiata, come se avesse voluto gridare giustamente a pieni polmoni: “io sono qui!, sono giovane, cerco la vita, non la morte, cerco la luce, non l’oscurità, l’amore non la solitudine”.

E’ forse questo l’annoso dilemma? L’amore è vissuto dai più come vita e la sua mancanza equivale alla morte. Una morte subdola, una fine orrida?

Ricordo mia madre, mentre stava morendo, la malattia e le medicine non avevano intaccato la sua profonda bellezza. I lineamenti del suo volto erano ancora dolci. Solo i suoi occhi trasmettevano un messaggio di profonda tristezza. Forse ciò era dovuto alla percezione di una fine imminente, o forse inconsciamente si stava spegnendo la luce nel suo cuore. Non vi era più spazio, per altri, nella dimora della sua grande generosità.

Aveva capito che doveva rassegnarsi a morire senza quell’affetto che se pur esistente attorno a se, non era riuscita a percepire, a far suo, sempre in una costante e compulsiva ricerca di sazietà affettiva. Eppure le sarebbe bastato fermarsi, cullarsi fra le proprie braccia, accudire sè stessa, allontanandosi dalla necessità di bere dall’altrui fonte. Forse è questo l’unico vero segreto per potersi inerpicare serenamente lungo gli argini della vita. Portare ogni giorno un San Valentino con sé stessi, l' amante che mai ti abbandona: il proprio piccolo, che di tanto in tanto fa capolino, reclamando tutto ciò che gli viene negato anche da noi stessi.

Ecco il vero miracolo, il quale si avvera ,solo allontanando gli spettri della nostalgia, dimenticando il passato, non pensando al futuro ma sorridendo invece costantemente al presente.


In poche parole : Vivendo l’attimo fuggente!



Italo Suris
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