mercoledì 7 novembre 2007

Una strada in salita



07 novembre 2007


Vi giuro che è l'ultima, poi fino al prossimo anno non vi farò più veder tombe. A dir la verità spero proprio che non ce ne sia bisogno e intanto mi gratto i cicisbei. Il fatto è che quando se ne andò anche papà, ho pensato come avevo fatto con mamma, di disegnare qualcosa anche per onorare la sua, o forse la mia memoria. Ed ecco un disegno che non si è tramutato, come il precedente, in realtà. Infatti nella scelta della lapide sono intervenute le sorelle e forse anche la moglie per via dei costi. Capirete che una la si può anche gestire, ma quattro.....




Ma al di là di tutto vale la pena valutare l'idea e il design della mia realizzazione. Avrete capito che per fare le cose, parto da emozioni e dal vissuto di ognuno di noi. Per mia madre ho considerato la parabola della sua vita come se fosse un'arena in cui per sopravvivere ha dovuto lottare tenacemente, per mio padre il concetto non è cambiato di molto. Ho però considerato la sua proveninza, il paese, anzi la città che gli ha dato i natali, Napoli e partendo da lì ho sviluppato un percorso di vita che ho immaginato in salita.




A guardar bene infatti il piano del monumento funebre è inclinato e dalle pendici del vesuvio, rappresentato da quella piramide addossata alla parabola, una scanalatura centrale, il binario in cui si è costretti a vivere, conduce in un punto ben determinato alla fine di un percorso tutto in salita. Qui in questa conca, la sfera si ferma definitivamente. Ovvio che la sfera come avrete capito non è altro che la vita stessa, se vogliamo l'individuo stesso che partorito alle falde del monte partenopeo, si è definitivamente bloccato molto lontano dal luogo in cui è stato concepito.





La parabola non rappresenta altro che il sole che sorge dietro il vesuvio e i colori, i colori dello stesso, quelli del mare e dell'alba al mattino quando sorge il sole sulle onde del golfo, vista da posillipo. Bellissimi i colori che rendono l'idea del mondo in cui ha vissuto e più ancora di quello in cui è volato. Un posto di pace e di serenità, per cui sarebbe sciocco piangere egoisticamente per un caro che sicuramente ora soffre di meno di quanto abbia fatto nella sua tribolata esistenza. I materiali per realizzare tale progetto sarebbero stati molto costosi, infatti il rosa lo si trova come granito e proviene dalla Sardegna, il marmo dal Cile. Il verde da paesi sudamericani o Italiani e la parabola potrebbe essere stata fatta con marmo di Carrara o Travertino oppure in pietra d'Istraia. Qullo che sarebbe venuto a costare di più è ovviamente la manodopera. Peccato penso che ne sarebbe venuto fuori un bel prodotto.


ciao papà ti voglio bene


Italo Surìs

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