mercoledì 14 novembre 2007

un bollino per la scrofa

La lupa di Roma

14 novembre 2007

Mi è bastata una letta alle prime righe del giornale quotidiano o se vogliamo dire del quotidiano giornaliero, per scoppiare in una risata che non so se definire ilare o di amarezza oppure di scherno. L'inizio di un articolo a pagina tredici della repubblica, titolava in grassetto a caratteri cubitali: Bucarest, bollino giallo per l’Italia “ paese a rischio per i romeni”. Buffo, mi son detto, non c’è che dire, si sono invertiti i ruoli oppure il nostro paese viene realmente percepito come un paese ostile dalla maggior parte della popolazione Romena.


A quanto pare non basta da solo il decreto emanato urgentemente dal Governo sotto la spinta emotiva della popolazione, peraltro condivisa da molti, a giustificare una tale presa di posizione. Non sembra fra l’altro che la visita del ministro di quel paese e il relativo incontro con Prodi, abbia al di là delle operazioni di routine, ricucito un rapporto ormai incrinato, una reciproca fiducia e tolleranza fra popoli diversi, ma bisognosi l’uno dell’altro. Il vaso si è rotto come d’incanto come altri ultimamente in questo paese, ma si sa c’è chi fra i cocci ci vive bene, sono quelli che calzano scarponi dalla suola spessa e protetta, quelli che alla fine seminano chiodi a tre punte sulla via della riconciliazione.


I partiti, per capirci, quelli stessi che cavalcano la paura dell’uomo per poter comandare e gestire gli affari o peggio farli gestire da organizzazioni senza scrupolo alcuno. Quella che una volta era una provincia romana, guarda ormai altrove, il filling si è rotto e ciò che tiene unite le due realtà politiche è solo la convenienza economica, ma non so per quanto ancora. I nostri imprenditori e non solo, ma anche l’ambasciata italiana in Romania temono ritorsioni, il blocco degli appalti, la possibilità che i propri contatti vengano scavalcati a favore di altre realtà imprenditoriali, di ditte di altri paesi che si sa, come in tutte le cose, si stanno strofinando giulive le mani.


L’immagine dell’Italia è a pezzi, ma non per colpa dell’attuale governo, no, la responsabilità è del cittadino, della sua mancata capacità di ragionare politicamente , di valutare attentamente ogni gesto, e soprattutto di ragionare autonomamente senza l’ausilio di papà partito e di mamma paura. E’ la paura di perdere i propri privilegi la mamma della xenofobia e del razzismo, un germe che si è incuneato nel nostro cervello come una maledizione, una sottile e subdola forma endemica virulenta e strisciante che ha fatto sì che il nemico sia dappertutto, lo si veda in ogni persona che non appartenga al gruppo.


Al club di interisti o milanisti, alla casta, ai gruppi illuminati a quelli italoamericani o di colore, ai meridionali ai baroni o agli avvocati, alla elitè formata da medici o notabili vari. Già tutto contro tutti ed ognuno contro sé stesso in una frenetica ricerca di onnipotenza e di potere. L’Albania, ci ha già voltato le spalle, all’inizio ci chiamavano, forse per loro interesse , fratelli, speravano di venire in Italia e trovare la soluzione ai loro problemi, ne hanno trovati di altri e di più gravi. Lo stesso per gli altri extracomunitari, che con la scusa di non volersi integrare, vengono offesi e dileggiati continuamente da forme di intollerante xenofobia.


Ultima e stupida dimostrazione da parte dei leghisti, l’aver portato un maiale ad urinare sul luogo ove dovrebbe sorgere un edificio di culto islamico. Come se i problemi che ci sono non fossero già sufficienti, non mi stupirei se scoppiasse una portaerei a Cordenons o a Caivano. Certo molti alzeranno, nella loro tracotanza le spalle e irrideranno di scherno il Governo romeno, fatto è che il nome del nostro paese è abbinato al Costa Rica, al Messico, alla Bulgaria e all’Iran. Bene forse oggi cadrà il Governo, soffriremo ancora un po’ e poi lo psiconano, come lo soprannomina Beppe Grillo, provvederà finalmente a renderci agli occhi della comunità internazionale più credibili, raccontando barzellette o facendo i complimenti ai vari ministri donna e perché no palpandole anche il culo ad un summit internazionale.

Italo Surìs

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