martedì 13 novembre 2007

rimuovere per cambiare





13 novembre 2007

Per demolire il rivestimento in piastrelle di una parete o di un pavimento, necessita attrezzarsi di alcuni attrezzi di uso comune. Una mazzetta di circa 300 gr e uno o più scalpelli di misura media. Come misura media intendo quelli adatti allo scopo. Io ne ho usati due, uno piccolo a punta piatta di circa cm 1, l’altro largo la metà ed infine uno a punta, anch’esso abbastanza maneggiabile. In genere li uso quando devo cambiare le scatole ad incasso dell’impianto elettrico esistente. Succede infatti che si rompano. Direi che a casa non ce ne sono rimaste parecchie da cambiare, visto che su 200 punti luce esistenti nella mia piccola dimora, ho dovuto metter mano a parecchie scatole incassate a muro.


Capitava sovente che le alette di metallo, annegate nella plastica di scarsa qualità, si staccassero dalla scatola stessa, impedendo la chiusura tramite viti idonee del supporto portafrutti. Ma degli impianti elettrici discuteremo più avanti. Ho accennato al problema, visto che per sostituire una cassetta elettrica di derivazione incassata a muro, sono stato costretto a cambiare una piastrella completa nel bagno, e visto che ero in ballo, ne ho sostituita un’altra non xerigrafata. Ecco come ho fatto. Con scalpello e mazzetta, ho provveduto, dopo aver demolito la cassetta ad incasso esistente ad intaccare la piastrella, iniziando a scalpellare dal centro verso l’esterno, tenendo sempre la punta dello scalpello inclinata verso l’interno del singolo rivestimento.


Vi è un motivo ben preciso per cui si esegue questo tipo di procedura. Infatti arrivando ai bordi della piastrella, nella vicinanza della fuga che separa una piastrella dall’altra, vi è il rischio che il contraccolpo sullo scalpello possa provocare danni alle piastrelle contigue di volta in volta interessate, creando delle antiestetiche sfaldature o screpolature nei bordi delle piastrelle non interessate direttamente alla demolizione. Ciò avverrebbe se appunto lo scalpello fosse riviìolto verso la piastrella adiacente anzichè verso l'interno di quella da demolire, perché il contraccolpo si trasmetterebbe con le conseguenze sopra descritte.

Ecco perché la punta dello scalpello va rivolta, una volta arrivati al bordo, dalla fuga verso l'interno della piastrella già in parte rimossa. Un sistema alternativo è quello di forare con un trapano in più punti la piastrella, dopo averla punzonata affinché la punta del trapano stesso non scivoli sullo smalto. Ciò permette di demolire la piastrella interessata rompendo la stessa battendo fra le parti interessate dai fori, fino a raggiungere la parte più esterna. Parte in cui la lama piatta dello scalpello, verrà appoggiata lungo il perimetro della fuga che lo separa da quelle adiacenti e sempre battendo con la mazzetta, dopo aver inclinato lo scalpello e la punta piatta, verso il centro del pezzo da demolire, si procederà con cautela a ripulire i bordi presso la fuga attorno al riquadro vetrificato.


Nella fase successiva si provvederà alla pulizia della base sottostante con piccoli colpi di uno scalpello dalla punta piatta di misura maggiore rendendola uniforme e liscia oltre che leggermente più profonda della base adiacente, in modo da ottenere uno spessore sufficiente per collocare un piccolo strato di colla per piastrelle.

Italo Surìs

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