venerdì 9 novembre 2007

La morte dietro l'angolo

09 novembre 2007


Inquietante, l'amore è diventato un gioco pericoloso. Un gioco lo è sempre stato, un modo per gioire della propria felicità, per imparare a conoscere, attraverso molteplici ed intense emozioni, le reazioni del proprio corpo e di quello del partner. Anzi per meglio dire, del o dei partner, visto che non è detto che il gioco debba a tutti i costi essere di coppia e non di gruppo. Ormai siamo abituati, dopo la rivoluzione che negli anni 70' ha sancito la parità fra i sessi sopratutto sotto l'aspetto sessuale e la volontà di riappropriarsi della propria identità da parte delle donne, a sentirne e vederne di tutti i colori.


I tabù sono caduti e le donne si sono fatte più intraprendenti, mentre all'inverso, il sesso così detto forte ha ceduto il passo ed è arretrato dinnanzi alle avances dell'altra metà dell'universo. Ma quando si gioca ci si dovrebbe divertire, si dovrebbe saltare, ridere, assaporare il piacere del contatto fisico delle mani e dei corpi esprimendosi liberamente senza inibizioni e blocchi mentali. E' un gioco che si impara dalla primissima infanzia, già quando si è allattati al seno e si gode delle carezze e dei baci della propria madre, un'esplorazione costante e continua della sensibilità del nostro essere fisico e mentale.


Piano piano si esce dal mondo familiare, un mondo sotto certi aspetti sicuro e rassicurante per avventurarsi in conoscenze sempre più approfondite con persone dell'altro sesso al fine di esplorare nuove forme di piacere in una continua ed insaziabile necessità di piacere e di felicità. Allora ogni cosa diventa fattibile, cadono i tabù aiutati in questo dall'assunzione di droghe o alcool. Si separa nettamente ed egoisticamente il sesso dall'amore, l'affetto dal gioco per cui ci si riduce a soddisfare solo la parte fisica e non quella psicologica ed esistenziale di noi stessi.


Ed è per questo che il gioco si fa sempre più spinto e alle volte anche pericoloso, perchè il richiamo fisico è troppo intenso per poter dire di no se scoppia improvvisa ed esigente la libido, il desiderio di gioco, la ricerca di sazietà del corpo. Si dice che per potersi appagare nel gioco dell'amore è necessario non aver paura di morire, che bisogna ciecamente fidarsi del proprio partner, perchè l'orgasmo è come la morte una perdita di sè, una caduta in una voragine senza fine che leva il fiato inebriando il cervello.


Sì lo dicono i sessuologi ed è il motivo per cui bisogna essere affiatati e conoscersi a fondo per potersi concedere all'altro senza timore. Solo in questo caso ci si può spingere oltre, varcando soglie mai conosciute e solo per questo motivo la sessualità può essere pienamente appagata in una coppia consolidata, in cui ciascun partner a turno diventi schiavo o padrone in un gioco anche perverso ma mai pericoloso. Sebbene abbia letto che nei rapporti, per raggiungere il massimo dell'appagamento, si debba essere egoisti cercando di ottenere il massimo per sè, è anche vero che si debba anche essere disponibili e rispettosi delle altrui esigenze, altrimenti il gioco finirebbe di essere tale se si considerasse il partner solo come proprietà personale. Un oggetteo di cui disporre a proprio esclusivo piacimento, come cosa appunto da usare e gettare una volta consumata. Ma è la società odierna che va in questa direzione, facendo dimenticare che l'essere umano non è un oggetto, un limone da spremere e poi da gettare.


Questo è alla fine il pericolo maggiore per chi si presta facilmente a condividere il proprio corpo con persone che non si conoscono sufficientemente bene. Proprio in questi giorni si parla di un orribile delitto a fondo sessuale, un omicidio a parer mio premeditato e le ultime dichiarazioni lo stanno confermando. Parlo del delitto di Perugia, e di Meredith una bella studentessa universitaria che pensava di divertirsi trovando invece la morte. A Perugia la gente immagina già cosa possa essere successo la sera del primo novembre, e ci scommetto come loro lo immaginano parecchie persone.


Personalmente, e non vorrei sbagliarmi, ritengo che i limiti del gioco siano stati superati nella ricerca sconsiderata di sensazioni sempre più forti, come se la sessualità da sola non bastasse ad appagare esigenze più mentali che fisiche. Ma non vorrei fare un processo mediatico accusando in modo specifico o l'uno o l'altro, certo è che le notizie che volutamente trapelano come gocce danno al delitto una luce inquietante che abbiamo purtroppo già conosciuto nel recente passato. Spero solo che Raffaele sollecito non abbia desiderato provare volutamente nuove e più fori esperienze al pari del suo ex compagno di collegio.


Italo Surìs

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