giovedì 9 agosto 2007

Pigalle meglio della Gioconda?



09 agosto 2007


Forse è il più bello, fra i miei disegni di occhiali. l'ho chiamato Parigi e Come spunto ho preso ovviamente la torre Eiffel, il simbolo della capitale europea dell'arte contemporanea. Bella Parigi, ci andai in gita nel 1974, ben trentatre anni fa. Mi ricordo come se fosse oggi. quando partii pensavo che i soldi che avevo, mi potesero bastare per tutto il periodo del week end. quattro giorni prenotati dalla ditta che, oltre al viaggio, aveva offerto anche l'alloggio. Il vitto no, quello non era compreso nel pacchetto. Devo ringraziare per questa affascinante esperienza, un datore di lavoro generoso e di larghe vedute. Un giovane ragazzo che poi ha intrapreso, dopo la divisione della società di telefonia in cui operavo dal 1972, un'attività per suo conto. Bravo e coraggioso.



La Telca, così si chiamava la ditta, poi fallì. Mancava a chi è subentrato, quella visione più vasta e l'empatia, che avrebbero sicuramente permesso di affontare tutte le difficoltà in cui si è trovata della ditta. Solo le sinergie ed un buon rapporto fra operai, impiegati e datori di lavoro, avrebbe permesso di risolvere i molteplici problemi tecnici ed economici. Già perchè allorchè andammo a Parigi lavoravamo bene tutti assieme, quasi fosse una famiglia. Ma si sa quei tempi finirono presto. Il rapporto fra le persone venne velocemente sostituito con quello con le banche ed i poteri, quelli politici, anche se questi ultimi non hanno mai lavorato di pala e piccone e la produzione diminuiva di giorno in giorno. Si sa gli scavi non si fanno con la lingua. Forse i soldi sì, questo è più facile, ma alla fine vi è sempre per il mercato la resa dei conti. Fu una bella gita, vissuta intensamente. Di notte i colleghi di sesso diverso, liberi o no da impegni familiari diventavano amanti, anche solo per una notte, in una Parigi incantata dove si sa la trasgressione e l'amore erano d'obbligo.


Come era necessario andare a vedere lo spogliarello o il can- can, al molin rouge. Mentre non poteva mancare la visita a Monmatre, la via degli artisti. Una strada ed una piazza che ancora ricordo e che mi ha fatto tornare in dietro nei secoli. Sembrava di essere nel caffe' de Paris, ai tempi di Monèt o di Rembrandt. Colori, trasgressione, cene a base di etrecote o di escargot alla borgogne, tutto ciò allitò quel breve periodo. Preferimmo, piuttosto che andare a visitare il Lovre, scendere fra le vie malfamate di Rue Saint Denis e le Pigalle. Luoghi su cui si affacciavano sexi shop e locali di peep show, ritrovo anche dei consumatori del sesso veloce fra le quattro mura di tenutarie o di prostitute mestieranti. Che alcune volte non erano del mestiere, ma amanti improvvisate; casalinghe o studentesse. E' una città che come tutte si è modificata nel tempo. Sapori e colori non ci sono più e che con nostalgia rivivo nel mio pensiero. Chissà se forse chi indosserà questi occhiali, potrà rivedere le immagini di un passato nostalgico, impresse in modo indelebile nelle sue lenti.

Breve Descrizione tecnica:


Le stanghette, nemmeno a dirlo, hanno la forma della torre in ferro più alta d'Europa. Questa fu, se non erro, costruita quasi per scommessa dall'ingegnere dal quale ne ha preso il nome. Anche il nasello ricorda Parigi, se osservate bene rappresenta infatti l'arco di trionfo.


Alcuni dati e foto presi da Wikipedia:

La Torre Eiffel (in lingua francese Tour Eiffel) è il monumento più famoso di Parigi ed è conosciuta in tutto il mondo come simbolo della Francia. Fu chiamata così dal nome del suo progettista, l'ingegnere Gustave Eiffel. È visitata mediamente ogni anno da cinque milioni e mezzo di turisti.






Italo Surìs

Nessun commento:

pub-9734653329526511