giovedì 2 agosto 2007

le spiagge che emigrano




02 agosto 2007

Fra le immagini che di tanto in tanto trovo fra i miei libri o nelle riviste specializzate, che passano fra le mie mani, ho scelto di pubblicare sul post odierno, questo scorcio di spiaggia. E’un luogo incantato delle Marche, uno dei magnifici panorami che l’Italia ancora riesce ad offrire ai suoi visitatori.

Non conosco molti luoghi della nostra bella nazione e, come molte persone, mi riprometto di andarli a scovare. Purtroppo per visitare paesi e paesini, che si sviluppano con una continuità quasi unica rispetto al resto del pianeta, lungo le coste o inerpicati fra le impervie catene montuose delle alpi o degli apennini, mi ci vorrebbero non una, ma due vite. E non solo, anche due stipendi!

Non sono foto fatte da me ma immagini trafugate. Le foto come ogni creazione della fantasia umana, sono soggette in molti casi al copirygt. Io come disegnatore ho sempre difeso il principio di possesso. Che sia esso di un’invenzione o di un’idea. Ma in Italia non vi sono leggi abbastanza severe che tutelino. E se ci dovessero essere l’iter per farlo è talmente farraginoso che in genere vi si rinuncia.

Ma se l'idea può scaturire dall'immaginazione di uno o più individui, la natura invece è di tutti!. I monti sono dell’intera comunità, così come l’acqua, il cielo e la terra. Sono beni messi a disposizione da parte del Creato. Anche le spiagge lo sono. Ma di spiagge libere non se ne trovano più. Sono diventate tutte o lidi privati o appartengono agli alberghi che si affacciano sul mare.
E’ tutto così strano in questa Nazione, ove con la complicità della classe dirigente, il nostro territorio ed i beni comuni finiscono nelle mani di pochi o tanti eletti. Più politici ci sono, più gente può usufruire delle leggi da essi ideate. Ormai non abbiamo più solo la finanza creativa di Tremonti; tutto è creativo politicamente parlando nel nostro dannato paese.

Dalla morale, alle leggi ad personam; il lavoro diventa creativo, la vita stessa si è modificata, abbandonando quelle sicurezze che una normale democrazia dovrebbe garantire alla sua gente. Le uniche garanzie ormai, le si ottengono solo con il possesso di ingenti capitali o con le conoscenze personali.
Troppo poco per rimanere ancora in questa nazione. I nostri giovani, quelli senza speranza anche se bravi, lo hanno capito ed emigrano con la laurea in tasca e tanta speranza. Sanno che l’immagine che inserisco in questo mio post, al loro ritorno, sarà cancellata per sempre. Ma non dal clic del mio mouse sull’icona, cancella o delete che sia, in base alla lingua del programma installato, no! Saranno cancellati definitivamente dall’ingordigia, dall'incuria e dalla stupidità umana.

Italo Surìs

Descrizione: Una riga molto ordinata di un numero imprecisato di ombrelloni colorati, divide come un filo spinato, un lembo incantevole di spiaggia composto dai finissima e candida sabbia. Un arco di terra che fugge dalle rocce sovrastanti per si dirigersi di corsa, come una fanciulla ancora verginee timorosa, fra le braccia accoglienti di un’estesa superficie marina, color del topazio.

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