lunedì 6 agosto 2007

Pierino la peste



06 agosto 2007


Con il caldo agostano, come la psichiatria insegna, l'agressività aumenta. Forse non aumenteranno le stragi di fantomatici serial killer o i drammi fra familiari, ma il nervosismo sì. I media si gettano a capofitto su notizie e scoop da dare in pasto ai loro lettori, nel frattempo sdraiati al caldo torrido dell'estate e dei roghi nostrani, nelle affollate spiagge dei litoranei nazionali. E' stato scoperto che la statistica che indicava, l'esplosione degli omicidi in estate, come un fatto legato a disagi psicologici, è solo un'invenzione.



Dati alla mano, in agosto, i morti non sono aumentati rispetto al resto dell'anno dicono. Si parla di drammi familiari, quelli scaturiti da un'improvvisa esplosione di follia collettiva, non ovviamente dei delitti della criminalità organizzata. Il motivo di una parità di dati fra i mesi è semplice e banale. Il caldo ormai sul pianeta terra c'è in ogni mese dell'anno, ringraziando l'effetto serra, per cui ormai i fatti di cronaca violenta, vengono spalmati nell'arco dei dodici mesi. Ma tralasciando questa osservazione, fatta per dovere di cronaca , si può tranquillamente sottolineare quanto in Italia l'effetto caldo, possa incidere sugli umori della collettività.


Non considerando le polemiche e le liti fra politici, ormai all'ordine del giorno, quelle fra i vari rappresentanti delle categorie, anch'esse ormai molto frequenti, mi volevo soffermare sugli attuali attriti fra esponenti del clero e i magistrati. Avrete capito che mi riferisco al caso, da alcuni giorni presente sui quotidiani nazionali, della denuncia presentata alla Procura di Terni, di don Pierino Gelmini. Il prelato è stato accusato di molestie sessuali, da cinque ospiti della comunità "Incontro". Un'istituzione specializzata nel il recupero dei tossicodipendenti.


Non è la prima volta e non sarà certo l'ultima che i preti vengono denunciati per atti di libidine, o addirittura di pedofilia. L'America insegna, come insegna quanto la giustizia d'oltreoceano abbia fatto pagar cara all'istituzione ecclesiastica, il comportamento di alcuni suoi alti rappresentanti.
Ovviamente si è creato un precedente che potrebbe essere anche emulato. Alla fine, che la Chiesa abbia pagato, nonostante che lo stesso don Gelmini abbia considerato il risarcimento da imputare esclusivamente ai singoli responsabili, è stata una scelta obbligata. Le norme giuridiche parlano chiaro in tal senso!. Il datore di lavoro è responsabile civilmente dell'operato dei suoi dipendenti. E nel caso dei prelati americani, costoro potevano a tutti gli effetti essere considerati, appunto, dipendenti del Vaticano. Sta all'organizzazione ecclesiastica verificare a monte l'idoneità psicofisica dei suoi rappresentanti. Cosa che se non erro, hanno incominciato in parte a fare, proprio dopo lo scandalo sopra citato.


Non voglio pensare che la Chiesa sia un covo di omosessuali o pedofili. Penso piuttosto che in passato questo aspetto, fosse sempre stato accantonato, coperto, sminuito d'importanza e sottovalutato un pò da tutti. Gli aneddoti e le storie di sesso fra persone che hanno scelto la castità come impegno di vita, hanno suscitato nel popolino sempre morbosa attenzione. E questo lo sanno tutti e da sempre, nulla eccita di più che trasgredire le regole. Per le donne poi la figura del prelato corrisponde ad una immagine protettiva e tranquillizante. In fondo i preti sono colti e gentili se non affabili, e hanno il potere della divisa, anche se è quella di Cristo. Ma la Chiesa rappresenta anche, come diceva Enzo Biagi in un suo libro, il terzo potere, la terza cupola. Quella di San Pietro.
Quale onore per una donna servire il vangelo e il suo rappresentante in terra. Alcune volte però hanno esagerato in generosità, come ha esagerato la monaca di Monza. Perchè non dovrebbe quindi esserci anche una devianza comportamentale fra i rappresentanti della nostra religione?Sarebbe un fatto normale se normale lo si può considerare nella società. Il problema nasce dall'ipocrisia, dalla negazione che ciò possa avvenire, mentre è umanamente possibile che succedano situazioni di questo tipo. Non è amissibile invece che un responsabile di una comunità, si lasci tentare dal vizietto. Penso che in un prossimo futuro ci saranno volenti o dolenti anche preti gay, oltre che a prelati coniugati. E' a parer mio una scelta quasi obbligata visto che la società è in continua evoluzione. Se non dovesse farlo la chiesa cattolica, in altre dottrine di fede, sicuramente succederà.

Non vuole, questa, sembrare un giudizio o un verdetto nei confronti di don Pierino, è solo una stesura sul blog di una mia personale idea. C'è anche da dire che la magistratura, in presenza di accuse circostanziate, ha il dovere di indagare. Facendolo certo nel modo più corretto e senza alimentare, prima del dovuto, polveroni mediatici inutili e dannosi. A maggior ragione nei confronti di un personaggio così impegnato socialmente, da essere considerato un eroe nazionale. Ma si sa, se uno è indagato non è detto che sia anche colpevole e questo finquando una eventuale colpevolezza non venga dimostrata. Quindi, si lasci che la magistratura svolga il proprio compito con coscienza e professionalità.
E' ormai risaputo che ad indagare su casi che riguardano i potenti, c'è la certezza che scoppi un pandemonio. Si pensi a Previti, Dell'Utri, Mastella, Di Gregorio, Bassolino, Cesa, Cuffaro, De Michelis, Storace etc. etc. Povero don Gelmini, la politica di destra e non solo, si è impossessata, strumentalizzandolo, del suo caso giudiziario. L'avvenimento e' stato usato come caso politico, facendo credere che vi sia un piano della sinistra marxista leninista, per indebolire il potere ecclesiastico. Tutto è possibile a questo mondo, ma mi sembra più probabile che esista un prete col vizietto piuttosto che un Governotanto maldestro quanto ingenuo. Certo che con l'attuale riforma sui servizi segreti, che ha ridotto i costi e introdotto controlli più seri sull'attività svolta dagli stessi, bisogna accontentarsi di utilizzare al meglio ciò che il mercato offre sulla piazza. In questo caso cinque sbandati di periferia!


Don Pierino, ha avuto parole di solidarietà da parte di quasi tutti i politici che però, stranamente , sono stati in alcuni casi o inquisiti o oggetto di verifica da parte dei P.M. L'unico che non si è espresso sul caso è stato Prodi, anch'esso se non erro, entrato a qualche titolo in un'indagine su sospettati interessi privati in atti d'ufficio. E' stato insinuato come al solito di un maldestro tentativo da parte dei giudici per accrescere la propria popolarità, compiendo essi stessi, delle illegalità. Proprio come ha fatto Corona. Speriamo che vada bene anche a loro come bene è andata alla star del momento. Potranno almeno scrivere libri in galera, sfilare per le case di moda o incidere dischi. Oltre, come si usa oggigiorno, aprirsi un sito web personale. In fondo tutto ciò è stato sottolineato proprio da don Pierino, che si reputa unico martire della giustizia Italiana, vittima di intrighi pluto-giudaico-massonici.


Si era mosso bene all'inizio il responsabile della comunità, adottando un atteggiamento improntato sulla sicurezza e apparente serenità. Aveva asserito, fra l'altro, d'essere cosciente dei rischi che il il suo operato comporta. Erano state da lui sottolineate, la sua capacità e la pluriennale esperienza, nel trattamento di ragazzi dipendenti da sostanze stupefacenti. Egli stesso ha portato ad esempio il caso di Muccioli, sospettato negli anni passati, della morte di un frequentatore della comunità di San Patrignano. Ha con sè tutti i suoi ragazzi, è contornato dal loro affetto e ritengo che sia un grande uomo. Peccato che abbia poi dimostrato sfiducia nei confronti dei magistrati e dei politici, accusando il sistema giudiziario ( di sinistra?) di aver ordito un piano anticattolico e persecutorio nei suoi confronti.
E questo perchè a suo dire, ritenuto dai partiti estremisti a torto, un prete vicino alla destra. Mah!, il suo atteggiamento mi ricorda quello di altre vittime del sistema giudiziario, vittime che alla fine si son rivelate invece carnefici. Staremo a vedere. Certo che Berlusconi, e company proprio per l'interesse del prelato, avrebbero fatto meglio a stare alla larga e a non esprimersi in pubblico in suo favore. Nella vita non si sa mai. Ora tutto è più difficile ed ingarbugliato, i sospetti si spandono a macchia d'olio in tutte le direzioni, il gioco si fa pesante. Prima era solo un caso giudiziario da verificare con estrema serenità, ora diventa volutamente un caso politico. Cosa che di certo non giova a nessuno, nè a don Pierino Gelmini, nè alla politica, nè alla Chiesa e tantomeno al popolo Italiano e alla giustizia.


Italo Surìs

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