martedì 21 agosto 2007

La volpe magnagati!!


21 agosto 2007

Oggi finalmente ho visto una volpe!. Era parecchio che non ne vedevo da queste parti, una volta mi attraversò la strada un bell'esemplare dal pelo fulvo, sul rossiccio ed una bella coda rivolta verso il cielo. Fuggì veloce, nascondendosi nell'erba alta , fra i cespugli dei campi vicini, quelli che affiancano la strada principale che porta verso Pordenone. Bell'animale, pensai in un primo momento, bello sì ma pericoloso, è sempre a caccia ed è sceso sicuramente dalle colline per avvicinarsi alle proprietà dei contadini a razziare le galline o i piccoli animali da cortile.


Così in silenzio, annusando con il suo olfatto infallibile nell'aria della notte e al chiaro di luna, l'odore delle prede più ambite. In genere galinnelle impaurite, protette soltanto da una fragile rete metallica , che facilmente la volpe riesce a scardinare. Anche se qualche volta c'è l'aiuto della mano dell'uomo stesso, che lascia imprudentemente aperto, qualche varco nella recinzione. Fà razzie la volpe, si gonfia a dismisura lo stomaco, lo riempie fino allo spasmo di tenera carne avicola. Fra le sue fauci, fra i denti aguzzi, rimangono incastrate minuscole penne del volatile appena divorato. Mentre il sangue in parte rappreso, cola ancora caldo dalla vorace mascella.


Ha trovato un nuovo habitat ora, questo animale, è la periferia delle città e Cerca il cibo fra le immondizie. Si ciba di rimasugli, ha perso la dignità di un tempo e come un tempo non è più bella. Il suo pelo si fa rado, non più luminoso, mentre gli aguzzi denti, quelli canini sono ora ricoperti da una patina giallastra provocata dal calcare presente nell'acqua inquinata, che fuoriesce dalle tubazioni interrate delle fabbriche delle zone industriali. Povera bestia, ora penso fra me e me, come si è ridotta, per sopravvivere. Non si ciba più di animali da cortile, ma di ciò che l'uomo elargisce forse con un calcolato e ambiguo interesse; un ritorno. Il piacere di avere una bellissima bestia canidae in cortile. Un animale una volta definito furbo, un cacciatore infallibile, preparato ed intelligente, che amava il rischio e con il rischio, si guadagnava la sopravvivenza quotidiana.


Sì era bella la volpe di una volta, ora ne rimangono poche di buone, quelle belle sono impagliate, sono messe lì in formalina, in mostra, stanno ad indicare che c'era in Italia una razza fiera e orgogliosa ,ora in via di estinzione. In fondo la sua opera, il suo modo di vivere, facevano parte di un ciclo naturale. Serviva la sua presenza a compensare gli squilibri della natura, l'eccesso di animali selvatici, lepri o fagiani, galli cedroni o ricci o ratti. Questo era il compito che l'animale stesso era tenuto, dalla società e dal suo istinto, a soddisfare. Oggi dopo tanti anni ho rivisto una volpe, un pò spelacchiata, in un'immagine in terza pagina della repubblica. Era in una foto, a sinistra di quella di Montezemolo. Un animale, se così vogliamo dire, essendo noi tutti considerati tali, un tantino più nobile, se dovessimo fare un assioma con quello al suo fianco.


Già ho visto una volpe con gli occhiali, ho cercato di capire a che varietà appartenesse, se fosse del luogo o provenisse dalle praterie del sudamerica o de Messico. Mi sono accorto subito dell'errore, in Messico ed in Texas, ci sono soltanto cojote. Beh! pazienza, era allora una volpe nostrana, una volpe di nome,.. di nome , ...di nome?, ah sì; Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica e degli industriali Vicentini. Ecco perchè ho pensato ad una volpe prima di scrivere questo mio post!. I vicentini, si sa, una volta venivano scherzosamente chiamati: "magnagati", Sì proprio mangia gatti. Dicevano che fosse loro abitudine uccidere i gatti randagi per cibarsene, cucinandoli come si fa con le le lepri; così alla cacciatora!. Non ci credevo, poi un giorno su un libretto ho letto la ricetta originale.


I gatti, diceva questa antica ricetta, dovevano frollare una volta uccisi, sotto la neve per un certo periodo di tempo. Una settimana o poco di più, in modo che la loro carne divenisse soffice e tenera. Poi li si cucinava alla maniera dei conigli o delle lepri, con l'accortezza di aggiungere spezie e condimenti in abbondanza. Nessuno avrebbe mai capito di che animale si tratasse e sarebbe stato un piatto apprezzato, anche da ingenui ospiti. Ecco uno dei fantasiosi motivi che ha creato nella mia immaginazione un parallelo, fra quel fiero animale, e il presidente. Ma oltre a questo aneddoto, ciò che mi ha colpito è la sua furbizia , la sua intelligenza di imprenditore meneghino, o Vicentino che si voglia. E poi l'immagine, come quella della volpe, di un instancabile lavoratore; unico elemento che, sulle sue spalle e su quelle dei suoi amici orafi, mantengonol'intero popolo Italiano.


Ma lasciamo stare questo penoso argomento, quello di una persona che dovrebbe nella sua posizione, in certi versi, essere anche educativa. E che, all'inverso, appoggia platealmente una proposta rivoluzionaria, disfattista e impensabile in ogni altro paese di questo mondo. Non si è mai sentita una cosa del genere nemmeno in Africa. Ma si sa la Padania sta diventando come il Darfur. Territorio di scontri verbali, per adesso , ma che se si dovesse continuare su questa strada, diverrebbero sicuramente più pericolosi. Andiamo intanto a controllare quanto paga allo Stato realmente, il sig Calearo, quanto fattura e come fattura!. Un controllo, non fa mai male e non offende nessuno, se fatto con discrezionalità. Un vecchio manager mi ha insegnato che una verifica, deve essere fatta di frequente e non deve mai considerarsi un atto di sfiducia, ma solo un'offerta di cooperazione per l'intero sistema produttivo!.


Sono stato io, ricordo, a chiedere se era il caso di controllare la produttività degli operai che gestivo. E non per una ditta meridionale, ma per una o due ditte Venete, una delle quali, quasi quasi imparentata coi Marzotto! Hanno sempre prodotto, gli operai e più dei loro padroni. Gente questa, in genere abituata solo a chiaccherare, a pretendere senza sporcarsi le mani. Incapaci pure di fare i loro stessi interessi, mettendo mano al portafoglio. E si badi bene, non per pagare di più chi rende, premiandone la produttività. Non sganciano neppure una lira per acquistare gli attrezzi necessari ad operare nella migliore maniera possibile, ed aumentare quindi la produttività.



E, per i conti e il bilancio delle ditte, propongo che sia un uomo della finanza a farli, lì in ditta! Inserendone qualcuno preparato a rotazione, in ogni fabbrica; un elemento capace e incorruttibile. Tanto per far vedere che lo Stato non li abbandona a sè stessi. Ultima proposta, " una volta scoperta la ditta di cui è titolare il nostro caro presidente, che direbbe il presidente dei metalmeccanici di Vicenza se convincessi i signori improduttivi, a non pagare più le antennne che produce e i prodotti ad esse correlati??. Un invito così sarebbe del tutto giustificato, perchè come dice lui, se è necessario bisogna anche addottare un atteggiamento adeguato, per dare un segnale forte all'economia stagnante. Ma anche e questo lo dico io, per far diminuire i prezzi italiani che sono fra i più alti d'Europa." E se cane non morde cane, come dice un proverbio famoso, probabilmente neppure volpe mangerà più volpe!

A proposito; da wikipedia:

La volpe rossa (Vulpes vulpes) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Canidae.




Un cordiale saluto a tutti i magnagati!




Italo Surìs

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