venerdì 31 agosto 2007

la chiesa albergo


31 agosto 2007

Argomento del giorno, anzi di quello di ieri: la UE chiede chiarimenti per le agevolazioni fiscali accordate alla Chiesa. Barroso ha dovuto difendersi a quanto pare dall'attacco di politici Italiani che accusavano Bruxelles di anticlericalismo. Mi sembra che la Chiesa italiana sia stata negli ultimi tempi interessata, suo malgrado, da molteplici avvenimenti. Ultimo l'invito di Prodi ad esortare i fedeli a non evadere le tasse. A quanto sembra è come se avesse affidato una pecora al lupo. Vero è che il compito dei parroci è di ricondurre le pecorelle smarrite all'ovile, ma in questo caso visti gli avvenimenti attuali, mi sembra un controsenso!

Probabilmente l'argomento è più complicato di quel che si pensi, ma un fatto è certo, se vi sono delle attività di lucro e un conseguente guadagno, è giusto che si paghi il dovuto allo Stato, che poi diventa un ritorno per la comunità. Non è una novità che il Clero possiede beni immobili di prestigio e di immenso valore e che ne ottiene nei lasciti, sempre di nuovi. Certo di opere pie ne fa e ne ha sempre fatte, ma i missionari in genere, hanno solo avuto la benedizione del Vaticano, ma pochi centesimi per portare a termine le opere nel terzomondo. La storia di padre Pio e San Francesco insegnano. Non sempre il loro modo di fare è stato approvato incondizionatamente dalle alte sfere del Clero.


Dimostrino gli appartenenti agli ordini ecclesiastici di essere dei buoni cristiani, e paghino anch'essi le tasse. Sempre che non dimostrino, nelle sedi appropriate, di essere in regola con il Fisco e con la coscienza. Ci sono è vero alcuni prelati ricchi, la Chiesa non vieta di diventarlo nè di fare affari. In fondo aprire una pizzeria non è peccato, lo diventa come ipocrisia , solo se si predica la carità e pur potendo non la si fa. Vi è un proverbio che dice: lasciate a Dio quel che è di Dio e al Re quel che è del Re, Il Papa è anche un capo di stato, il Vaticano, che ha le sue regole ed il suo pur piccolo esercito di mercenari. Ma fuori dai confini dello stato della Chiesa, tutto ciò che non è attinente al culto e alla fede, ma diventa puro commercio, deve seguire le regole economiche di uno stato moderno e democratico.


Forse che la richiesta dei membri della UE, la vogliamo considerare veramente come attacco alla Chiesa?, o pittosto una tirata d'orecchie allo Stato italiano, per innosservanza di regole comunitarie. O forse gli accordi fatti dai nostri Governi, in cambio di voti, ed i patti lateranensi valgono per tutti i paesi d'Europa? Non credo, come son quasi sicuro che il cattolicesimo e i luoghi di culto non siano solo nel nostro bel paese. Come si comporta dunque il resto d'Europa? Mi pare chiaro che fra le righe, si legga che il modo di vedere e di procedere sia leggermente diverso. E' una mia impressione o è la realtà?; Aspettiamo e staremo a vedere, certo che il rischio che cada il governo si farà molto più concreto se lo stesso di botto decidesse di cambiare le carte in tavola.


Non è facile far smettere suor Angela di scrivere libri di cucina, come vendere l'amaro dei benedettini o i biscotti di Sant'Agnese, se esistessero. Nè, visto che è difficile sostenere il mantenimento di comunità e luoghi di culto, provvedere in maniera imprenditoriale ad incrementare le entrate affittando stanze o sale per convegni. Questo lo trovo corretto, non trovo corretto denunciarlo al fisco, a meno che tutto ciò che si fa sul terreno e fra le mura dei beni della Chiesa, non sia considerato di pertinenza esclusiva del Vaticano. Ma ciò creerebbe nel caso del turismo spirituale e di altre. Si creerebbero cioè i presupposti per una concorrenza sleale verso i commercianti e gli artigiani stessi. Meglio sarebbe aumentare la donazione dell'otto per mille, lasciando ai professatori di fede il solo compito di alleviare le sofferenze e accrescere la fede dei molti peccatori esistenti su quaesta terra. Altrimenti detassiamo tutti coloro che prestano attività per il benne del prossimo, iniziando dai psicologi e dai medici e terminando con i calzolai ed i netturbini.

Italo Surìs

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