martedì 28 agosto 2007

mercenari della nuova politica


28 agosto 2007


Proprio in questi giorni, ho ricevuto un invito da parte di simpatizzanti del costituendo Pd, è la seconda volta che ci sentiamo e già mi sembra di notare nel gruppo, quelle contraddizioni che hanno fin’ora caratterizzato i nostri partiti e la politica italiana in generale. Devo dire la verità, sono in un momento di riflessione, non sono come Bossi, o Prodi o Berlusconi o altri esponenti di partiti politici, tanto sicuri su come debba essere l’assetto di un futuro Governo in Italia. Né conosco bene i meccanismi che possano rendere governabile questo paese.


Due o tre punti ho per la mente, che ritengo di vitale importanza per il futuro, punti in parte affrontati dal presente governo, ma che la disinformazione e l’impossibilità di verifica, non mi permettono di giudicare correttamente. Mi spiego meglio; il Governo ed i partiti della maggioranza affermano che con la lotta all’evasione fiscale, si è creato un nuovo tesoretto da spendere o in alternativa da usare per la diminuzione del debito pubblico. Un articolo di Beppe Grillo e la stessa opposizione invece, fanno capire che il debito pubblico è aumentato e che ci sarà un’ulteriore finanziaria di sangue.


Intanto i prezzi delle pubblicazioni scolastiche aumentano, aumenta anche il costo della benzina e non sembra diminuiscano gli altri. Queste sono le motivazioni pratiche di tanta confusione. Sono l’informazione e la controinformazione a crearli, ma di certo so una cosa, e cioè, che opposizione e maggioranza si metteranno a dialogare, solo se potranno dividersi il piatto che c’è a tavola. Pensavo che questo fosse costituito dall’interesse del paese, dalle sue reali esigenze, dalle priorità e dalle necessità di crescita, divenute ormai impellenti. Probabilmente non è così, ciò che preme è l’appartenenza al gruppo, quello che può, e che si divide il potere e con esso le ricchezze ed i privilegi a cui la loro posizione dà diritto.


Non ci sarà mai pace per nessuno, se al bene pubblico si sostituisce l’interesse privato, qualsiasi esso sia. Ma torniamo all’argomento iniziale, a quelle che sono le mie domande, forse politicamente ingenue e che non trovano per ora risposta. Fra le e- mail ricevute dagli amici di cui vi raccontavo, qualcuno già proponeva di indicare qualche nominativo per una lista da crearsi, altri, i più pratici suggerivano di verificare quali fossero gli obbiettivi comuni al gruppo e decidere eventualmente dopo come muoversi. Io non ho ancora deciso e se andrò, spero di riuscire a star zitto ad ascoltare le proposte che ognuno presenterà. Il fatto è che per un cambiamento radicale della politica italiana, ci dovrebbe essere un turnover di tutti i politici attualmente impegnati. Un cambiamento epocale dei vertici e dei loro sostenitori e funzionari.


In poche parole una vera rivoluzione di pensiero, che trovo difficile venga attuata con un semplice colpo di bacchetta magica, unificando le forze in campo e cambiandone il nome. Come non migliora la qualità di un abito cambiandone l’etichetta, così non migliorerà un prodotto politico senza che venga presa per mano l’intera fase produttiva. Questo ovviamente vale per ambo gli schieramenti. Non serve allora che uno o venti nuovi elementi possano essere eletti in un partito, solo perché appartenenti al popolo, senza per altro verificare la loro reale predisposizione alla gestione e amministrazione della cosa pubblica. Non cambierebbe certo la situazione, ed i poteri occulti che realmente governano il paese, ne trarrebbero maggior forza.


Quello che serve è creare un partito di cittadini, un unico partito, se così lo vogliamo definire o se volete un gruppo di osservatori, con gli stessi interessi di legalità e di principi etici. Un gruppo esteso di persone amanti della politica e intenzionati a dedicare un po’ del loro tempo, che scelgano e controllino il partito, o meglio gli amministratori che dovessero, risultare vincenti alle elezioni. Solo così si potrà ridare dignità alla politica. Essenziale sono quindi l’etica, l’eliminazione della corruzione, la libertà di scelta del candidato, il controllo dell’operato, dei costi della macchina governativa, e dell’avvenuta reale attuazione del programma presentato. Il controllo non può essere demandato agli stessi controllati.


E’ a questo punto è indispensabile come prima cosa moralizzare i partiti, privandoli dei poteri non costituzionalmente riconosciuti, e supportandoli con una classe dirigente di tecnici e professionisti. La nostra costituzione, per quel che se ne dice, è ancora attuale e si fonda su principi sani e socialmente condivisi. E’ in quest’ottica che vedo una reale possibilità di cambiamento, un cambiamento che potrà esserci solo se la l’opportunità di scelta, verrà definitivamente convogliata nelle mani del popolo e degli elettori. La partecipazione dei cittadini è sì importante, ma non deve sostituirsi ai compiti dei politici. I partiti ed i politici devono quindi continuare ad esistere, come continuano ad esserci i ragionieri e gli amministratori condominiali.


Quello che veramente è importante è che il consiglio di condominio, possa controllare e verificare in ogni momento, sia i progetti sia i programmi, prima a preventivo poi consuntivamente. E se ce ne fosse la necessità siano in grado di disdire il contratto chiedendo, in casi estremi, anche il risarcimento dei danni. Con tanti professionisti del settore, non sarebbe difficile trovarne di più preparati. Ma dal basso, non devono solo partire le condanne e le critica, ma anche la proposta e la responsabilità per un continuo controllo e monitoraggio della situazione. Ciò comporta ovviamente impegno continuo e la presa di distanza dalla classe dirigente, che alla fine vuol dire negazione di favoritismi e nepotismi. Ciò, per essere liberi da ricatti o compromessi, che possano in un futuro prossimo, impedire l’attuazione di spiacevoli ed impopolari prese di posizione. Per finire, ho sempre guardato con sospetto chi si propone come candidato, nessuno ama fare il martire e si sa al giorno d’oggi in politica o ci si adegua o ti fanno…..martire, appunto!



Italo Surìs

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