venerdì 12 ottobre 2007

L'orata in bocca

Il ballo delle debuttanti foto da archivio



12 ottobre 2007


Mio padre , ha preso da me!!? Era un appassionato di arte e di cucina, infatti lo avevano scelto nell'esercito, come gestore della mensa ufficiali. Ricordo ancora in che allegria si svolgessero i pranzi di gala e come venivano preparate le pietanze, presentate ai commensali, dalla fila di camerieri che sfilavano fra i tavoli con grandi vassoi di argento, come d'argento era tutta la posateria che mano mano nel tempo diminuiva di numero. Nei vassoi, era adagiato quasi fosse ancora in vita epazientemente accovaciato sulle quattro zampe, il maialino cotto al forno. Il colore della pelle dorato ed un limone intero, per l'occasione infilatogli in bocca, dimostravano a tutti che non era lì per giocare.



E come in una fattoria, altri animali perlopiù fagiani maschi dalle penne variopinte, si muovevano fra i tavoli, non in modo autonomo, ma trasportati dalle mani, fasciate da candidi guanti, di piccoli camerieri meridionali. Un folto numero di militari chiamati in rinforzo per l'occasione. I camerieri servivano il vino di qualità superiore direttamente dalla bottiglia nei bicchieri, badando bene a scegliere quello adatto allo scopo. I bicchieri erano di cristallo per ogni tipo di bevanda, uno per il vino, uno per l'acqua l'altro per lo spumante e formavano sulla tavola bandita un corollario di cristallo luminiscente. Immancabilmente ogni domenica quasi tutte le famiglie degli ufficiali venivano in mensa al completo.


Colonnelli, generali, capitani o maggiori, ognuno con la tribù al seguito e qualche volta anche con degli amici. Infondo si mangiava divinamente e si pagava pochissimo. Ciò nonostante qualche ufficiale si lamentava. L'ambiente assomigliava più al salone di un ristorante rinomato che ad una mensa. Arazzi alle pareti, arredo antico e sedie imbottite e tapezzate in seta, lo rendevano unico.I clienti si facevano versare per degustarlo, una certa quantità di vino nei robusti bicchieri di waroski, poi da veri intenditori, lo facevano roteare nei calici osservandone attentamente il colore e la trasparenza. Con l'olfatto ne percepivano l'odore delicato e con un piccolo sorso, seguito da un impercettibile schiocco della lingua sul palato, lo gustavano giudicandone il sapore.



Colore rosso rubino, con venatura carica e sapore leggermente zuccherino, oppure colore ambrato, gusto secco dal leggero sapore di mandorla dolce e vellutato Probabilmente questi erano gli aggettivi dati dai provetti somelliè in divisa grigioverde. In fondo non avevano molto altro da fare a quei tempi, di guerra non se ne parlava e la noia si vinceva passando il tempo fra il tavolo verde, del gioco di carte, a quello più pesante di panno, scagliando variopinte boccette con un numero inciso su uno sfondo di colore diverso. Ricordo che se la bottiglia di vino portata a tavola era senza etichetta, visto che papà per risparmiare lo acquistava anche sfuso imbottigliandolo successivamente, dopo aver dimostrato la loro grande perizia di intenditori assaggiandolo come poc'anzi descritto, la respingevano ordinando al cameriere di portarne una di qualità superiore e più adatta alla pietanza.



Un tipo di vino più consono al pranzo che stavano per degustare. Pranzi non da poco signori. Nella cucina adiacente al salone del circolo, lavoravano cuochi provetti, i cui piatti della settimana, non avevano nulla a che invidiare a quelli che si potevano gustare nei migliori ristoranti locali. Tantè vero che fu offerto a papà di diventare socio nell'apertura di un ristorante nel paese in cui sono nato. Furono anni d'oro per l'Italia, gli anni dello sviluppo industriale, ma anni di probabili sperperi. Durante feste importanti che venivano organizzate in parecchie occasioni, ci si avvaleva perfino di organizzazioni esterne. Ristoratori e gestori che coadiuvati dai camerieri e dai cuochi militari, organizzavano imponenti banchetti.



Un ristoratore di questi è un attuale mio compaesano e da lui ho imparato un piatto che più avanti vi insegnerò : i rigatoni alla Renè. Un piatto semplice e molto gustoso. Ma torniamo alla protervia di alcuni giovani e meno giovani ufficiali. Il vino che veniva acquistato, seppur in damigiane, era molto buono, per cui non avrebbero nemmeno dovuto, a parer mio, lamentarsene. Eppure in certo senso il maresciallo li aveva abituati male. Per risolvere il problema che si faceva sempre più frequente, aveva escogitato un trucco. Si era premurato di conservare un certo numero di bottiglie di marca, ancora con l'etichetta originale. Bottiglie di barolo, bordout, cabernet franc, Merlot , Verduzzo, Sauvignon, prosecco, dolcetto di Verona, Amarone.. etc. etc., e ogniqualvolta il cameriere tornava con la bottiglia rifiutata, travasava il contenuto di quest'ultima in un'altra bottiglia già etticchettata. Il cameriere rientrava in sala con la bottiglia già aperta, ma con il collo della stessa avvolto in un candido tovagliolo bianco.



Quindi lo faceva riassaggire alla stessa persona che aveva respinto il precedente. " Ah, questo sì è un vino degno del pranzo di oggi, non quella porcheria che avete portato poc'anzi". Questi erano i commenti!. Non vi racconto le risate che i militari si facevano fra le grandi cucine dalle piastre in ghisa o appoggiati agli enormi frighi. Ma questo che sembra un racconto divertente, non è altro che la parodia della vita stessa ed insegna una cosa sola: alla gente non interessa ciò che dai e ciò che consigli anche se di ottima qualità. Essa ama soddisfare il proprio ego , le proprie convinzioni, continuando a vivere di illusioni. Sarebbe stato duro per loro ammettere di aver fatto una magra figura, ma si sa così va il mondo ed i commercianti lo hanno capito.



Costoro, appena trovano un un punto debole o un varco rappresentato dalla nostra ignoranza ed insicurezza, allora danno l'affondo finale, propagandoti ciò che tu più desideri, anche se di scarsa qualità. Mi capitò a Parigi, allorchè andai ad acquistare in uno dei più grandi ed importanti centri commerciali del mondo, un profumo per la fidanzata. Desideravo farle un regalo, un profumo francese. Ma costavano tutti parecchio ed ero rimasto agli sgoccioli con le finanze. La commessa allora me ne propose uno marcato " Schiapparelli",( senza accento sulla i finale ovviamente!). Costava meno degli altri e lo comprai. Parlavano in francese, lingua che allora non capivo ancora bene e quando me ne andai, le vidi sorridere.



Sciocche, pensavano che non avessi capito che il profumo era italiano, ma tantè quelli erano i soldi, e poi, proveniva sempre da uno dei maggiori centri commerciali di Parigi! Non c'è paragone, tornando a noi, fra il comportamento di quegli eccellenti buongustai che conobbi in una caserma delle più note di questa regione e quello del generale Roberto Speciale. I nostri non hanno certo usato aerei per rifornirsi di spigole fresche provenienti da Pratica e da trasportare fino a Bolzano. Ma qualche campagnola è andata a Vicenza, presso il comando Americano della caserma Ederle per rifornirsi di liquori e sigarette. Il generale Speciale, di nome e di fatto, chiede milioni di euro di risarcimento per l'orgoglio ferito o perchè vuole aprire una pescheria è un dubbio che risolveremo al più presto.



Non si sa certo come andrà a finire la storia, ma penso che di scheletri nell'armadio ne abbia qualcun altro. Aspettiamo ora il casino che ne verrà fuori. Tutti buoni motivi per fare una valutazione delle nostre istituzioni, del loro operato e dei rapporti fra queste ed i mestieranti e ruffiani da strapazzo. Oramai assaliti da follia collettiva, i nostri cari politici si stanno da soli dando la zappa sui piedi. E come bambini sorpresi a rubare in un supermercato, si accusano a vicenda, nella trasmissione di ballarò dell'altro ieri, se ne è visto un classico esempio.



Rutelli contro tutti. Destra e sinistra si rinfacciavano il fallimento della politica italiana degli ultimi dieci anni, annaspavano e inveivano l'uno contro l'altro, investiti da una forma d'isterismo collettivo, assumendo il comportamento di una coppia di coniugi baruffante, che grida in piena piazza, pestandosi di santa ragione. Non c'è giorno che un articolo, un commento e una trasmissione, non lascino negli spettatori perplessi un senso di disgusto profondo. S' incomincia forse finalmente a capire cosa sia la stima, l'onestà, l'etica, ma anche la loro paura di venire giudicati dal popolo per il proprio operato. Penso che sarà dura rimediare al passato. Il malaffare in italia è talmente radicato che è quasi impossibile eliminarlo senza svuotare l'italia dai suoi stessi abitanti.



Le giovani generazioni infatti saranno formate dai figli del malcostume, atteggiamento che non percepiranno come tale, abituati come sono a conviverci giornalmente in famiglia. Solo coloro che sono esclusi da un sistema distorto, possono se vogliono rappresentare l'ultima speranza per un paese in declino. Il loro voto è molto importante, ma per votare bisogna conoscere e per conoscere è necessario sì informarsi, ma anche non giustificare un operato scorretto. Altrimenti signori i pochi che si battono per migliorare questo paese verranno isolati dai poteri forti, proprio come De Magistris. E vi assicuro, nulla è peggio dell'amaro che resta in bocca, sapendo di battersi per gente ingrata e indifferente.




Italo Surìs

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