mercoledì 24 ottobre 2007

La via del lammellare IV^

foirail a laval


24 ottobre 2007-10-24

Viaggio nella foresta nera n°4

Diciamo che la volta successiva che andai in Francia a Cernay, vicino Mholouse scelsi, come mi pare di aver già accennato, di entrare in Austria, passare per la Svizzera e alla fine attraverso la Germania raggiungere la Francia. Molta attenzione ho dovuto averla nel correre per le autostrade, sia in Svizzera che in Austria, paesi in cui la polizia era già allora molto severa soprattutto con gli stranieri. Mi ricordo che al ritorno da uno dei viaggi, fatto conducendo con la mia macchina alcuni rappresentanti politici assessori e sindaco per mostrare la tecnologia francese del lamellare, perlopiù sconosciuta in Italia, ebbi un incidente d'auto con un italiano.


Non ero abituato ai loro semafori e al passaggio ultraveloce fra il giallo e rosso. Quindi ebbi un incidente, senza peraltro danneggiare il mezzo dell’italiano con il quale ho colluso. Gli offrii dei soldi per lasciar perdere, visto che avevamo fretta e non volevo far attendere i miei ospiti già stanchi. Non mi diede retta e da ruffiano per aggraziarsi le autorità svizzere, chiamò la polizia. Ci portarono presso il comando, fui interrogato ed accusato di essere ubriaco pur chiedendo con insistenza di telefonare al mio avvocato, cosa che non mi concessero di fare. Desideravano che confessassi di essere alticcio a tutti i costi.


Ma ero come sono sempre stato astemio, per cui dopo tutta una notte, passata presso il loro comando, mi fecero pagare una multa salata e ci lasciarono andare, non ebbi ricevuta della stessa!. Quell’ idiota d’italiano ovviamente non ebbe alcun risarcimento, non avendo subito alcun danno né all’automezzo né alla persona( purtroppo)! Vatti a fidare dei paesani! E’ proprio vero quando cambiano paese si identificano nei loro costumi, senza rendersi conto che per tutta la loro vita resteranno degli stranieri in patria straniera e per quel che mi riguarda anche in madrepatria! Ho sempre pensato che ci si dovesse dare una mano, almeno fra noi, ma fu una delle prime illusioni. In ogni modo riuscii a creare i presupposti per una visita dei tecnici francesi in Friuli, che poi sfociò nell’offerta di un palazzetto dello sport chiavi in mano!


E qui bisogna precisare cosa significava il chiavi in mano già negli anni 90 per i Francesi. Bisogna sapere che già da allora il sindaco aveva la possibilità di scegliere il progetto che riteneva più interessante, sia dal punto di vista estetico ma anche per le soluzioni tecnologiche e infine per i tempi di realizzazione ed i singoli costi. Proprio ieri si è parlato dei tempi di realizzazione da parte dei francesi della loro parte di galleria che sbuca in Val di Susa. Sono riusciti a farla in ben due anni, mentre i nostri 2 mc. di progetti sono là che ammuffiscono.

Sembrerebbe che quasi quasi, più progetti e consulenze tecniche ci siano in Italia , meglio è per qualcuno. Più crescono i tempi di realizzazione, più lievitano i costi, mentre i progetti si susseguono all’infinito e pagati anche nell’ordine dall’1,5% al 5 %/10%. Capirete su un progetto di massima ed uno esecutivo di 2000 MLD di vecchie lire, quanto possano incidere i costi di progettazione. Poi se il progetto non dovesse essere fatto, la progettazione probabilmente passerebbe ad altri progettisti, forse più bravi o forse più esosi. Un chiavi in mano eviterebbe tutti questi costi supplementari, visto che la progettazione stessa, farebbe parte dei costi di realizzazione e chi si dovesse prendere l’incarico, avrebbe dei tempi da rispettare dopodichè pagherebbe delle penalità.




Italo Surìs

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