mercoledì 17 ottobre 2007

L'arca di Noè del 2033

Gustave Dorè il rilascio della colomba

17 ottobre 2007

Lo cercate nella casa del Signore e non lo scorgete! Camminate veloci per le città, senza sentire il suo passo, ascoltate nel silenzio più assoluto e non udite il suo respiro né il grido angosciato che esce dal profondo del suo petto dilaniato dalle lance moderne. Lunghi aculei di orgoglioso ed inutile cinismo, che trafiggono il cuore più che il costato.



Scambiate le gocce che scivolano dai suoi occhi rattristati e delusi, come semplici rivoli di sudore, risultato più di fatica fisica che del suo vero amore. Camminate nel sangue senza riconoscerne neppure il colore né ne sentite il vomitevole odore, odore che ovunque ormai la terra da esso incrostata, emana come palude malsana.


Terra di melma e di fango nell’anima di un cuore indurito, abitato da mostri e da insetti voraci. Mentre la malaria riscalda le fronti e le meningi pulsano forte e danno febbre e dolore. Non lo vedete , né lo sentite, Esso è con voi, cammina vicino, a destra o a sinistra, ma sempre al vostro fianco, vi guarda dall’alto, da sopra e da sotto pur anche di fianco. Non sentite i suoi occhi così scuri e melanconici scrutare nel buio del vostro cuore?


Non udite battere all’unisono come unica cosa il suo muscolo cardiaco che stringe in un abbraccio perenne e caloroso anche il vostro?Sordi, siete diventati vecchi o giovani sordi, non c’è più sordo di chi non vuol sentire né più cieco di chi non vuol vedere. Entrate nella casa di Cristo da cui lui è fuggito; aspetta seduto sullo sporco selciato da vecchio mendicante travestito, e voi no lo volete vedere, avete paura di guardarlo negli occhi di sprofondare nel tunnel di un atto pietoso di un rimorso che avete nel tempo accantonato.


Ma lui è lì che stende la mano coperta da un misero guanto incrostato di sporco terreno, non certo per chiedere, ma solo per dare, come nel tempo ha cercato di fare. Nessuno ascolta, passa la gente indaffarata e distratta con passo veloce e felpato girando la faccia e abbassando anche il capo. Ma non crediate di sfuggire al suo amore esso è lì sempre con voi.


Cristo è dovunque, dietro le spalle, in cielo ed in terra, in ciò che ci circonda. Camminate vi prego scalzi nei campi, non correte e siate leggeri, potreste calpestare il suo volto. Non agitate le vostre braccia, potreste ferirne nuovamente il costato. Non urlate con voce acuta e non imprecate il suo nome, potreste ferire le sue deboli orecchie. Non gonfiate il petto né impiastricciate con unguenti il vostro corpo, perché potreste rovinare ciò che già di bello egli ha fatto nell’uomo. Non ricoprite con ori e gioielli, anelli e diamanti collane o pendenti i vostri arti, accechereste il suo sguardo di già sofferente.


E non pensiate di sfuggire al suo sguardo al suo tatto o al suo udito perché esso è dovunque, è con noi, anzi è in noi , lo è sempre stato e ci seguirà in ogni passo della nostra esistenza futura. Dio è seme che dona la vita, ma anche ovaie, che accoglie una nuova esistenza. Paradossalmente è vagina che si apre con dolore per faci vedere la luce, la stessa che egli stesso ha creato a suo tempo. Ed è egli alla fine che ci nutre e ci allatta nei primi mesi della nostra esistenza, chi altro? E si presenta sotto forma di pianta, di cibo di ortaggio di cielo pulito e di acqua che sgorga dalle sorgenti più pure nelle alte vette delle nostre montagne, che dovremmo sorseggiare e non sprecare perché dono di una entità soprannaturale.


Ma il signore è anche violento, sfoga la sua rabbia con il vento e gli uragani, con la siccità ed i terremoti, ira che se interpretata dall’uomo non accecato dall’ingordigia, diventa monito, segnale di attenzione. Un avviso a cambiare oppure, in caso contrario, a tagliare fusti di alberi non più per fare bellissimi mobili da salotto, ma una nuova grandissima arca di Noè per salvare l'animale chiamato Uomo!


Italo Surìs

Nessun commento:

pub-9734653329526511