giovedì 8 marzo 2007

un sorriso disarmante

08 marzo 2007

Alla televisione questa sera, nuove allarmanti notizie di guerra. Un giornalista del quotidiano la repubblica, è stato rapito. Sicuramente verrà chiesto uno scambio di prigionieri; è tutto così ingarbugliato, è difficile capire quale sia la verità in una guerra non dichiarata.

Com'è strana la vita, si finisce per combattere colui che è simile a te, ma pensandoci bene è ovvio che sia così.
I poli opposti si attraggono in fisica, solo quelli dello stesso segno si respingono. Giammai vorrei esser preso per difensore dei Talebani o accusare l'america e i paesi dell'Onu di belligeranza. Si sa in guerra si va sempre per portare la civiltà, la democrazia, la pace. Pur a discapito di effeti collaterali quali la morte di civili, di vecchi, donne, bambini.

Ma a tavolino è stato tutto messo in conto, è il prezzo da pagare per la libertà. Quale libertà, poi si vedrà. Per ora rimane quella di piangere i propri morti, e di sperare in un futuro migliore. Non sono qui per giudicare, nè per criticare, non posso permettermelo nè lo voglio. Io osservo, penso e dico la mia, da persona libera e pensante. Almeno finquando sarà possibile. Speriamo che non esistino i corsi e ricorsi storici. I ragazzi di oggi non conoscono la miseria, quelli di mezz'età hanno dimenticato il dopoguerra, quelli che l'hanno combattuta, sono morti. Oggi tutto è vissuto come in gioco anche se le immagini sono reali, come lo è anche il sangue versato ed i brandelli di carne spiaccicata sull'asfalto ed i corpi carbonizzati dei martiri della rivoluzione.

Ogni rivoluzione ha avuto i suoi martiri. Quella francese, quella nostrana, quella americana, quella russa. Quanti cadaveri! quanta miseria umana! Non si sa bene chi tiri le fila, chi strumentalizzi la buona fede della gente, del perchè lo si faccia, sicuramente tutto avviene per ambizione, per potere, per insicurezza , per paura!

Con la forza si è tentato di risolvere un problema nato dalla forza, l'uccisione di un despota, uomo garante di una stabilità di comodo. E' una zona calda quella che si deve controllare, una zona strategica sotto tutti i profili, e la pace, è faticosamente raggiungibile senza il consenso di chi si deve sedere al tavolo delle trattative.

Troppe tribù, troppi interessi, se non fossero l'Iraq, il Libano, o Israele, la Siria e L'Iran, i paesi coinvolti in questo dramma, penserei che si parlasse dell'Italia e delle sue mille regioni. Quella per intenderci, prima di Mazzini e di Garibaldi. Si sa ognuno ha il Bin Laden che può. In ogni modo i nostri soldati, giovani sicuramente coraggiosi, e anche un pò idealisti, sono in terra straniera, forse amati da taluni, ma da altri odiati. Sicuramente certo in pericolo!.

La situazione in Afghanistan non promette nulla di buono, le pedine sul terreno, fanno il loro gioco, alcune volte alla luce del sole, altre nel buio delle stanze del potere. Ed i giochi ed i compromessi, non sempre sono quelli che sembrano.

Speriamo che Daniele Mastrogiacomo torni a casa presto, mi auguro che tornino a casa velocemente anche i nostri soldati, nonostante il Governo attuale,abbia approvato il finanziamento alla missione per un'altro anno. Bene ha fatto D'Alema a non impegnarsi per l'invio di ulteriori truppe. Meno ragazzi esposti all'effetto delle armi, meglio è.

Quando torneranno a casa, spero che la situazione sia tale da poter esser sostituiti da nuovi contingenti come quello della foto. Piccoli militari sì, ma con un grande sorriso di pace!.

Italo Sùris

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