venerdì 16 marzo 2007

" Papillon"



16 marzo 2007


Papillon e l’isola del diavolo

Ho tante cose da dire, il blog va bene, quindi piace e se piace, significa che il regalo che cerco costantemente di fare agli amici che leggono questo post, è ben accetto. Ci parliamo senza vederci, non sappiamo nulla di noi stessi, non conosciamo il sesso, né l’età, né la provenienza, né il colore della pelle. Questa signori rappresenta la famosa la prova del nove!. E’ la dimostrazione tangibile che il dialogo si può creare, anzi che fra noi esiste di già. Chi ci divide, è qualcuno o qualcosa che si intromette a forza nella nostra esistenza, perché?, per cosa? Per trarne dei benefici, ovvio!.
Ma noi non abbiamo gli stessi interessi, o perlomeno ognuno ha i suoi. In genere piace lavorare in serenità, crescere, non essere continuamente in conflitto con il resto della società. Non amiamo strapparci dalle mani quel tozzo di pane che con fatica ci guadagnamo.

Non siamo nelle colonie Francesi delle Cayenne, isole dell'Atlantico in cui erano ubicate le prigioni per i criminali politici e comuni. Ve le immaginate?. Ecco di seguito una breve descrizione di Ester Memoli trovata nel suo sito. Alcune informazioni interessanti anche sul sito di wikipedia: http://wikipedia.org

“Circa 200 km a nord di Cayenna (Guyana fr, Sudamerica) a St Laurent du Maroni, sorgono i resti di una delle più famigerate prigioni della storia. Dal 1848 al 1945 qui erano condotti, dopo un durissimo viaggio per mare, i condannati francesi ai lavori forzati. Ai detenuti politici invece era riservata l'Isola del Diavolo, 30 km al largo della costa della Guyana. Dal 1894 al 1899 sull'isola fu confinato anche Alfred Dreyfus, ingiustamente accusato di spionaggio. La storia di Henri Charriere, riuscito ad evadere dall'isola dopo una serie di tentativi, ha ispirato invece il film del 1973 Papillon, con Steve McQueen e Dustin Hoffman.”
Papillon: " la farfalla!"



Bene, io ho un discreto lavoro, sono soddisfatto, non mi manca quasi nulla, ma alcune volte sogno.
Immagino di essere anch’io prigioniero nella stessa isola.!
Esagerato, mi direte. Non ci sono sbarre, né secondini, neppure punizioni corporee, o compagni di cella che ti stuprano, i pasti non sono rancidi, i secondini non ti scippano gli oggetti, non muori di malaria né di tifo, né per percosse!, in questa società.




Sicuri?, ma siete veramente sicuri di ciò?Non sentite sul collo il lezzo intollerabile dell’alito di un sistema che incatena il vostro desiderio di libertà e , di crescita,?
Certo il secondino non ha più un nome francese, che sò “ Maurice le Montpellierì “, gli amici di cella, non hanno tatuaggi incisi sulla pelle???, il danaro non lo si cela più nelle viscere, in un involucro d'ottone. No! Non c’è più bisogno di tutto ciò, perché il danaro viene preservato in altri luoghi , forse meno sicuri! Il cibo; la brodaglia che veniva versata nelle ciotole che fungevano alle volte, in quell’ isola maledetta e in situazioni d’isolamento, da cacatoio, è stata sostituita da cibo più raffinato certo, più variegato, ma a quanti è accessibile? Il medico accorre, la sanità funziona, paghi il tichet, ma in quanti rinviano le visite perché non hanno danaro a sufficienza? Quanti non si curano e di conseguenza si trascurano, consci di non poter vivere più a lungo dell’aguzzino, o del direttore del carcere, o ancora del governatore dell’isola, oppure di chi cavolo ti pare? e si lasciano lentamente morire nella rassegnazione?. La cella non è buia, né angusta, i pagliericci non sono adagiati sul pavimento in pietra. Siamo liberi di viaggiare, esiste l'elettrodomestico per pulir le case. quelle case che il mutuo trentennale, ergastolo di cambiali, ci permette di trasferire ai posteri.... forse! Allora è roba nostra o appare nostra, siamo liberi o condizionati da eventi da noi non gestibili, come il lavoro( inteso come opportunità), precario, instabile,.......e quindi inesistente?




Finti lavori, finta proprietà,.................. come: finta libertà.







........................L’isola del diavolo è molto più vicina di quanto pensiate !!! Ha,haa,haha,ha...haaaaaaaa.....!

Italo Sùris
Caro padre, ti scrivo piangendo…Buio e pochi metri, verso i tre smeraldi opachi presi ed appoggiati sul grigio azzurro dell’oceano.



Novanta grammi di carne malandata, e cinque anni di sopravvivenza, oppure l’evasione disperata per finire in bocca ai pescicani, o nella giungla rimpiangendo la Cajenna e i suoi lavori sovrumani.



Perché bisogna separare la gramigna e il grano, tener lontani i cittadini del contatto con pregiudicati e recidivi agli argomenti del sovrano.



Venti giorni dallo scalo di Saint-Joseph, detta "la Cattiva", perché l’Isola del Diavolo ha un nome già magniloquente, Je m’appelle Dreyfus, e sono il capitano dell’esercito francesee sono un po’ costretto in questa scatola di paglia in cui mi han messo per godermi un po’ di oceano, aspettando che, mentre muoiono migliaia di pezzenti su quest’isola, un intellettuale salga al pulpito di Francia e faccia luce in quest’imbroglio.



Et si tu es le roi,



je suis la reine,



si tu es le ciel,



je suis le soleil,



Et si tu es le roi,



je suis la reine,



si tu es le ciel,



je suis le soleil.






Quattro anni dalla casa di Montpellier,dove il nuovo secolo mi aspetta silenzioso,armato di grandi speranze…[Centosette sarete chiamato,e Rodolfo Foscati mai più.




(inviata da Riccardo Venturi)

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