martedì 6 marzo 2007

i tentacoli che tentano














07 marzo 2007








Oggi non ho cucinato il piatto che vi propongo, ma ne voglio accennare per restare in tema con l'argomento del precedente post, in cui parlavo della pizza e di Napoli. Infatti..............................................................






foto dal sito:www.capriweb.com.

Vorrei farvi rivivere i momenti della mia gioventù, farvi assaggiare mentalmente il gusto dei cibi più genuini, farvi assaporare momenti di serenità fra le strade di una grandissima città come Napoli, nei tempi d’oro............Gli anni di Totò, Tina Pica, Edoardo e Peppino De Filippo, di Carosone di Mario Merola, Gegè, Peppino di Capri.
…..E ancora di Piedigrotta ( il carnevale Napoletano lungo via Chiaia e Mergellina) con i fuochi a mare, le tarantelle, e idolciumi ormai famosi in tuttoil mondo come: la sfogliatella, i babà al rum, la pastiera, La Santa Rosa, I Roccocò, tarallucci al pepe.

Ma prima vorrei parlarvi di una particolare ricetta, un piatto di cui ho già accennato: "il polipo alla Luciana". Si vendeva fuori alle trattorie e lo si gustava in piedi, assaggiandone il contenuto e bevendone il delizioso brodo, il quale emanava un invitante profumo di mare e di scoglio, ma anche di aglio fresco e delizioso pomodoro. “O purp “, Il polipo in dialetto lo si pescava facilmente nei fondali rocciosi, anche vicino al bagnasciuga o fra gli scogli frangiflutto che caratterizzano il golfo della città partenopea. Non era difficile afferrarlo con le mani, prima che si rifugiasse fra le rocce. Un morso sul capo, poneva fine alla sua agonia, i pescatori erano soliti sbatterlo violentemente sulle rocce per ammorbidirne le fibre e renderlo più digestivo. Cosa che ancor oggi, un bravo cuoco, dovrebbe fare. La ricetta che prende il nome dal quartiere dove più facilmente poteva essere gustato, non è complicata, anzi. Ve la propongo di seguito.


Ingredienti per 4 persone:

1 kg. polipo possibilmente di roccia ( a due file di ventose per tentacolo).

350 gr. pomodorini maturi.

1 ciuffetto di prezzemolo.

1 spicchio d'aglio.

1 pezzetto di peperoncino piccante.

1 bicchiere di o.e.o.

Sale fino.


Procedura

Pulire accuratamente i polipi lasciati precedentemente a frollare in frigo, levando occhi, bocca ed eventualmente la pelle. LAVARLI SOTTO ACQUA CORRENTE. In un recipiente possibilmente di coccio, versare un trito di prezzemolo e aglio, adagiare il o i polipi ancora bagnati. Ricoprirli con i pomodorini lavati e spezzati con le mani, ricoprire con un bicchiere d'olio extravergine d'oliva, mettere il peperoncino o in sostituzione del pepe nero; non dimenticarsi del sale!. A questo punto sigillare l'apertura del recipiente con doppio strato di carta da macellaio, legata con spago, per renderla ermetica. Chiudere con il suo coperchio e far sobbollire dolcemente a fuoco bassissimo, meglio con sottopentola, per due ore , scuotendo di tanto in tanto il recipiente, per far si che il cibo non attacchi al fondo. Spegnere, far riposare ancora un'ora e poi gustare tagliando a pezzi il polipo. Lo si può gustare in tazza come zuppa, se il liquido è fluido o come sugo per vermicelli, se più ristretto! Le ricette tradizionali, hanno sempre tempi di cottura molto elevati, su fiaamme basse. Vedi per esempio un classico sugo dicarne della tradizione campana di cui vi parlerò. Tempi di cui dovremmo riappropriarci per sconfiggere lo stress ed iniziare l'era dello slow-life e quindi slow-food. Che alla fine significa :vita tranquilla! In ogni caso per chi lo desiderasse ritengo sia possibile adoperare la famigerata pentola a pressione. OPS!!!

Per restare in tema con luoghi e prodotti, la prossima volta a pranzo proporrò: Cozze!!!



Ciao

Italo Sùris


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