mercoledì 21 marzo 2007

con un sorriso sulle labbra

21 marzo 2007

Questa sera non so proprio da dove incominciare! Avrei tante cose già pronte, ma mi manca qualcosa, di diverso di originale, l’idea brillante. Lo sapete ragazzi, a me non piace il discorso piatto, freddo, tecnico, professionale.
Se così fosse, non sarei qui a parlarvi, sì a parlarvi e non a scrivervi. Io sto parlando a voi, nel salotto di casa, e con persone virtualmente presenti, ma che io percepisco dietro al mio schermo, a voi tutti dico che vi sono grato!
Si non sono mai riuscito a legare con la gente, per il mio caratteraccio, ma vorrei che mi comprendeste, che mi accettaste per quello che sono, che non aveste timore di me, dei miei modi, delle mie paure, come io rispetto le vostre! La mia sensibilità, mi permette di sentire nei vostri cuori, di leggere nei vostri pensieri,di percepire il vostro disprezzo!; quanti sentimenti diversi uno dall’altro, tutti umani, tutti consentiti, tutti giusti. Non sono nostri, ci vengono spontanei, sono come riflessi incondizionati a segnali reali o percepiti di ciò che si pensa pericoloso.
Una persona può esser ritenuta tale, pur sforzandosi di essere più accettabile, anzi forse è questo a renderla così lontana dal pensiero comune. Ma si sa ognuno è quel che è, come mi hanno insegnato, anzi come mi accennato una persona a me molto cara. Ha trovato al mattino, suo figlio riverso nel letto, con un rivolo di sangue che fluiva dalle labbra ridenti. Era felice , la morte per lui è stata una liberazione, soffriva da lunghi anni di grave depressione e aveva deciso di trovare la pace. Tanto rispetto e tanto amore per queste persone lasciate da sole, nella loro disperazione che è anche quella della società, una società che perde i suoi figli per strada, nelle auto che si schiantano sui guardrail, o vengono inghiottiti dai ghetti di città come Milano o Napoli o Palermo. Lo so non è un argomento leggero, non potrò a questo post aggiungere una figura animata, o forse sì, ma ora mi viene di scrivere di ciò. All’improvviso le mie dita sin sono messe a girare vorticosamente, come eliche impazzite sulla tastiera del computer e questo è il risultato. Voglio anch’io contribuire nel mio piccolo ad aiutare questa società, ho cercato di farlo pensando in grande, forse ho sbagliato, forse sarebbe stato sufficiente fare quello che sto facendo, scrivere, scrivere, e ancora scrivere, per capire, per farmi capire. Dovevo cercare la mia strada, non è questa oppure si, solo Dio lo sa! ed io sono nelle sue mani, a sua disposizione.La vita non mi appartiene, la vostra vita non vi appartiene, nasciamo e moriamo per un progetto ben definito, non da noi , si badi bene, ma dalla natura. Il ragazzo di cui parlavo prima, ha perso la vita a ventitre anni, era di casa: un cugino di sangue! E per lui ora che scrivo questa lettera, la sua morte è servita a qualcosa, a far capire, a fare in modo che i genitori, adottassero altri figli, virtuali, attraverso l’impegno sociale, la politica seria, la comunione e l’impegno religioso. Hanno perso un figlio, ne hanno trovati a decine. Per cui dico:
Grazie Fabio, ti vogliamo bene!!!

Fabio , il nome di mio figlio,
Le sue stesse speranze, le sue stesse esigenze,
ma non la gioia dei vent’anni!
Il tarlo continuo, il buio completo, il vuoto nell’anima , sorreggevano futilmente la speranza;
del cambiamento, di un vero amore, di una sposa che hai alla fine avuto!
Una sposa che non sorride mai che non ama! ,
una donna in attesa paziente.... che tu decida.
e tu ragazzo ,..hai trovato la strada per andare veloce da lei.
Hai scelto tranquillo il momento , il mezzo , il luogo;
lasciando alle spalle il dolore per volare sereno fra le sue braccia.
Hai trovato finalmente la sposa, Fabio,
Hai lasciato per sempre una madre , che aspetta paziente, il suo turno! E intanto aiuta felice, colui che non chiede!

Ciao Fabio a presto!!!

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