domenica 4 marzo 2007

...e quando dico,......DICO!




Si sa la mia mente è sempre in attività. Penso ad altro, anche quando lavoro, riparo i computer,o viaggio.


Oggi in particolare, mentre cucinavo, la mia mente ha incominciato a vagare da sola. Quasi all’improvviso mi è parso chiaro il contrapposto dilemma che ha arroventato le cronache politiche di questi ultimi giorni.
Il riconoscimento delle coppie di fatto! Non nego che in un primo momento il problema mi è parso di non semplice soluzione.

Ammetto d’esser stato positivamente influenzato sia dalla Chiesa che dai suoi rappresentanti politici; senza sottolineare il potere, che quest’ultima ha nella nostra società e l’influsso nei rapporti con le istituzioni , vorrei raccontare una storia di vita vissuta.

Un vecchio zio di mia madre, che ho conosciuto e venerato, perché giovane combattente nella grande guerra, era diventato durante gli anni della seconda guerra mondiale, ultraricco.
Si serviva, in una Napoli abbandonata dagli uomini durante il periodo della seconda guerra, di donne, le quali lavoravano nella sua impresa edile, come muratrici.
Le donne venivano utilizzate per ricostruire gli edifici distrutti dai bombardamenti angloamericani.
In questa maniera, diventò proprietario in centro città, di un numero considerevole di vecchi palazzi d’epoca.
Non aveva avuto figli dall’unione con la moglie, adottò, prima di separarsi e come si usava a quei tempi, due figliocce: mia madre e sua cugina.
L’una da parte della sorella, mia madre, l’altra da parte della moglie, la cugina.
Ecco nella realtà il ripetersi di quelle situazioni che la fantasia di scrittori, traducono in romanzi.
Maddalena, seppur ancora bambina, sei anni o tuttalpiù sette, accudiva tutta la famiglia, cucinava, puliva, stirava, non usciva e veniva anche ruvidamente ripresa. La cugina, Anna invece, con la benedizione della matrigna, usciva, studiava, e ben si vestiva.
Nel tempo Anna si è laureata al conservatorio di Napoli e ha sposato un dipendente dell’impresa edile del patrigno. Zio Gennaro e la moglie , non andando d’accordo, si separarono consensualmente, per i ricchi si sa non esiste il dovere morale , anzi rimane il rispetto della gente!. All’ex moglie che chiameremo Assunta, è stato donato un intero palazzo di sei piani.
Ricordo come fosse oggi, quando durante le vacanze estive, inconsapevole della situazione familiare, andavo a trovarla, salendo le ampie e vecchie scalinate dagli alti gradini in pietra lavica di quell’immenso edificio in stile asburgico, fino all’ultimo piano.
Vestiva in nero, ed aveva i capelli bianchi raccolti , dietro la nuca. La sera, quasi fosse un gioco, dormivo con altri cugini, su pagliericci adagiati sul soppalco in legno, in un sottotetto senza finestre, raggiungibile solo per mezzo di una scala pioli.
Lo zio viveva ormai da lungo tempo in un altro suo palazzo, con una ex sua dipendente, divenuta nel frattempo, sua amante. Bisogna dire che Geretella ( così la chiamerò), lo accudì per il resto dei suoi anni e restò con lui fino alla morte. Sarà stato vero amore??????
O ZI’, portava all’anulare della mano sinistra, un anello gigantesco d’oro, che tutti baciavano inchinandosi, in segno di rispetto.
Alcune volte succedeva che restassimo a pranzo a casa loro. Era una vera festa! Mangiavamo infatti i dolci ed i gustosissimi piatti della tradizione partenopea. Pregusto ancora il sapore della parmigiana di melanzane al forno, dei crocchè di patate fritti, della provola affumicata, del provolone piccante e del pane cotto con il forno a legna che assieme al vino, veniva dalle campagne attorno a Napoli.
Mia madre restò presso lo zio, fino all’età di vent’anni. La sorella era morta durante i bombardamenti delle quattro giornate. Era uscita di corsa da casa durante un’incursione d’aerei inglesi, alla ricerca di suo Padre, che con carretto e buoi, svolgeva attività di trasporto delle macerie, in discarica.
Morì sul colpo. Mio padre , che l’aveva sposata per procura durante la guerra d’africa, non lo venne a sapere finquando non tornò dalla prigionia, dieci anni dopo, sull’ultima nave.
Fedele al suo credo politico e ancora convinto sergente della milizia fascista, preferì una prigionia dura ad una libertà disonorevole.
Trovò ad attenderlo al porto di Napoli, mia madre, sorella della sposa sua.
Con lei formò una famiglia nel 48 e, poiché lo stato, per riconoscenza, al suo ritorno non gli fece più trovare il lavoro d’ esattore, che aveva, dovette pregare che lo tenessero nell’esercito.
Non fu molto difficile, visto che era stato proposto dai superiori per una medaglia d’argento al valor militare e segnalato dai tedeschi per la croce di guerra. Quest'ultimi avevano apprezzato in lui, il coraggio, la generosità e la professionalità nel condurre gli uomini in battaglia. Salvò infatti volontariamente alcuni feriti, sotto le trincee nemiche. Fu trasferito in Friuli a difendere i confini da una possibile invasione dell’esercito di Tito!

Lo zio intanto, invecchiava sempre condividendo l’esistenza con l’amante, la quale lo accudiva amorevolmente, anche a costo di reprimere le naturali passioni. Il giovane shauffer, assunto come autista personale dello zio, l’accompagnava a far la spesa, destreggiandosi per le strade fra la folla, con la fiammante balilla nera. Alla morte di Don Gennaro, l’autista, come per magia divenne il marito di Geretella. Ovviamente all’apertura dell’atto notarile la maggior parte degli averi andarono a lei. Niente di nuovo sotto il sole!.
Alla mamma, quattro tuguri, che vendette per una manciata di milioni, alla cugina, gli ori,i gioielli e appartamenti.
L’ex moglie, morì prima dello zio, quasi ottantenne, il palazzo dove viveva, passò ai nipoti diretti. Dicono che quando morì, si agitò nel letto di morte perchè le apparì la figura di mefistofele, il quale le promise che di lì a poco il marito l’avrebbe raggiunta!
Leggende metropolitane, che fanno venire i brividi, ma che nel contempo, fanno capire com’è triste una vita in mancanza di qualcuno che ti stia accanto.
Si comprende anche, che da che mondo e mondo, l’uomo con le leggi o senza le stesse, riesce in qualche modo a colmare il vuoto della solitudine. Con un'altra donna o con un compagno, i quali il più delle volte, oltre delle loro personali bellezze, si appropriano anche delle reali ricchezze!!!


E quando io dico,….. DICO!.

Bye - bye !

Italo Sùris

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