mercoledì 28 marzo 2007

Un "pacifico" in fiamme

28 marzo 2007





Pacifico, la parola del titolo, non si riferisce all'oceano o per lo meno, ad esso si ricollega, solo in parte. Vi è fra il nome proprio e l'argomento oggetto di questo post, un nesso molto semplice, un comune denominatore, un fatto di cui un tempo è stato testimone e protagonista: l' Attacco di Pearl Harbor

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



L'attacco di Pearl Harbor fu un'operazione aereonavale che ebbe luogo il 7 dicembre 1941, quando forze navali ed aeree giapponesi attaccarono la base navale statunitense di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L'attacco, portato senza una preventiva dichiarazione di guerra da parte giapponese, causò l'intervento statunitense nella Seconda guerra mondiale.
L'attacco fu concepito e guidato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto, che sperava di distruggere la flotta americana nel Pacifico. Purtroppo per voi questo preambolo è stato necessario poichè, per chi non lo sapesse, e fra questi anch'io, la causa della guerra è stata la necessità dell'accaparramento delle fonti energetiche, e più precisamente del petrolio, dell'ORO NERO!.



Ecco direte voi ci risiamo, quasi settant'anni dopo quell'evento bellico, la stessa scena alle torri gemelle, un attacco dal cielo, improvviso, senza preavviso, senza alcuna dichiarazione di guerra, ma con lo stesso numero di morti, di scomparsi, di feriti!.nghiottiti allora dalle gelide acque
dell'oceano o vittime delle fauci degli squali, scomparsi quelli di New York, nei detriti e fagocitati dai killer delle city. L'unico purtroppo comune denominatore : le fonti energetiche, il petrolio, conteso da due rappresentanti di potenze avverse, con gli stessi obbiettivi, quelli di gestire un patrimonio dell'umanità a proprio uso e consumo. La stessa cosa avviene in Uganda, in Somalia, in Nigeria, nel Tibet, in Cecenia..e in tanti altri martoriati paesi, non per ultimo l'Italia. Sì anche in Italia ogni giorno un'improvvisato Yamamoto, sferra l'attacco a sorpresa contro le navi, non all'ancora in un paradiso Hawaiano, ma sicuramente nella serenità del quotidiano. Un paragone azzardato?, direi proprio di no, gli zero, nei nostri cieli sono perennemente a caccia di obbiettivi di rilevante importanza per l'economie di determinate aziende, il profitto è la loro sopravvivenza, il danaro la fonte energetica senza la quale soccomberebbero. Nemici, altre multinazionali. E' in questo quadro che si svolge la battaglia sotterranea giornaliera, silenziosa, ma altrettanto pericolosa e distruttiva, condotta senza esclusione di colpi, con mezzi sofisticati, elettronici e non, con l'ausilio di apparati spionistici e parabole satellitari che spiano ininterrottamente le ditte farmaceutiche , quelle produttrici di apparecchiature sofisticate, le fabbriche d'armi, ma anche quelle imprese tecnologicamente meno avanzate. Fotocamere e potenti videocamere, impressionano su supporti magnetici di continuo, le figure di chi entra e di
chi esce dalle stesse, quanti operai ci lavorano. Cimici occultate nei posti più disparati, registrano ogni conversazione, ogni rumore, mentre apparecchiature sofisticate, riposte nei più disparati luoghi, captano i pacchetti di dati che si susseguono interrottamente percorrendo, criptati, o no, milioni di chilometri di cavi sotterranei ed aerei o distanze stratosferiche di spazi nell' etere. E in questo intricato sistema, nascono di continuo nuove opportunità di lavoro, spie e loschi individui fiutando l'affare del secolo si prestano a controllare, registrare, captare suoni, decifrare toni gutturali, fotocopiare documenti, clonare apparecchiature telefoniche. E' in questo oceano che si svolge e si perpetua di continuo la battaglia navale più cruenta, più ingiusta, meno rispettosa della vita umana. Una battaglia voluta per motivi esclusivamente economici, e non tanto per nobili ideali quali la libertà o l'onore, no!, solo per il
ferro o il petrolio. Quale sarà il petrolio del futuro, alcune volte mi domando, e per cosa si spezzeranno altre giovani vite? Saranno l'acqua che beviamo, che è già nostra, come già nostro era il petrolio e l'oro, i diamanti, il legno e ancora le banane, la canna da zucchero, il caffè, il carbone, i marmi, la stessa terra agricola, i monti, i fiumi gli animali , a due a tre a quattro a cinque zampe??Ci chiuderanno i rubinetti del gas, ce lo infileranno nel naso oppure nel......, aprendo o chiudendo i rubinetti a piacimento finquando non supplicheremo pietà?. Sarà così forse anche per l'aria?, oppure per il lavoro?, si per il lavoro, ma forse che non sia già così, che non lo stiano già facendo, con il tiramolla dell'articolo diciotto? o con la flessibilità, o con il precariato?. Non è forse questo, un modo per estrarre energia???...già, mi ripeto piano,.... mi è venuto casualmente,... ripeto, ripeto,...non è forse un modo per estrarci energia?.energia?,ener..en...e...MA, MA, SI', CASSO!... IL PETROLIO SIAMO NOI!!!.
Ora sì che mi son veramente surriscaldato!, Ora m'infiammo!!.. e pensare che credevo d'essere un tipo ......." PACIFICO!."


Ysoroku Yamamoto


Ultima cosa. I comandanti giapponesi, quando sbagliavano, in buonafede le loro previsioni, consci del compito che la nazione aveva loro designato e della stima e fiducia in essi riposta, applicavano il rituale del Seppuku. Lo stesso consisteva nell'infliggersi la morte con il Karakiri e nel contempo farsi decapitare dall'amico più fidato. Vi risulta che qualche nostro menager, privato o pubblico o qualche amministratore dello Stato, si sia per caso o per sbaglio involontariamente tagliato un
dito?, almeno sbucciando le carote?, a me No!

Gli ultimi Samurai.



ciao-ciao


Italo Sùris
































































































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