sabato 24 marzo 2007

Una poesia di Pasqua


24 marzo2007




vevo promesso diparlarvi ancora di cucina, proponendovi una ricetta già molto conosciuta, ma che io vi consiglierei di provare a fare. Non c'è nulla di più soddisfacente che riuscire a creare qualcosa di piacevole ed inquesto caso, anche impegnativo. Cercherò di mantenere la mia promessa anche se a metà, nel senso che non tutti i piatti che propongo, riesco materialmente a farli. Sia per mancanza di tempo, sia perchè impegnato in questo blog. Certo, siccome ci tengo che qualcuno che legge questo mio, inizi a fare qualche cosetta a lui non conosciuta, vi propongo di dare un occhiata alla ricetta che ho scovato in internet.









ciao






Italo Sùris



Non ho in questi giorni, per motivi di tempo e di dieta fatto la pastiera, che sempre a casa mia, si faceva in prossimità delle feste Pasquali. Ma avendovi promesso la ricetta, ho di sana pianta copiato quella di un sito specializzato, che ho trovato molto interessante. Eccolo:
http://www.pastiera.it/calorie.htm




Argomenti del sito
Di seguito, divisi per argomenti, si sviluppa la storia di questo dolce napoletano, ormai diventato famoso in tutto il mondo. Alla pari forse del panettone o della colomba e di alcuni dolci della più tradizionale cucina siciliana, come il cannolo e la cassata. Non a caso ormai gli ingredienti di tale dolce, vengono diffusi nei negozi e nei supermarket di tutt'Italia.
Anche in italia settrentrionale, incomincia ad essere apprezzata dai buongustai e la sua preparazione, viene trasmessa fra famiglie, in segno di regalo, ma anche di pace.




COME SI CUOCE IL GRANO
Il grano è un elemento basilare per la creazione di questo dolce. Esso veniva messo a mollo tre giorni prima della preparazione. Ora viene acquistato già pronto in vasetti di vetro da gr. 250 o più. Si possono trovare nei negozi specializzati o nei supermercati più forniti.




Prima di tutto procuratevi del grano a chicchi, preferibilmente tenero, va bene anche quello duro. lasciatelo in una terrina per 3 giorni e ricordatevi di cambiare l'acqua al mattino e alla sera. Poi scolatelo e sciacquatelo con acqua corrente e, quando è ben pulito, mettetelo a cuocere. per 500 gr. di grano è sufficiente una pentola con 5 litri d’acqua, a fiamma alta fino alla bollitura. Abbassate quindi la fiamma e continuate la cottura per circa un’ora e mezza senza mai girarlo. A cottura ultimata salarlo a piacere e scolarlo. Per preparare i dolci di grano, ovviamente, il sale non va aggiunto.Questa cottura è valida per la preparazione di tutte le ricette a base di grano. Il grano cotto può essere conservato in frigorifero per una settimana circa. Al momento di utilizzarlo, per preparare la ricetta desiderata, portate l’acqua in ebollizione, immergetevi il grano e fatelo bollire per circa 5 minuti. ( Si compera in alternativa già pronto presso i supermarket)






POESIA
A napoli è usaza comune decantare in stofa la bellezza di ogni cosa, dalle donne al cielo, al sole al cibo, al mare. In questo caso una poesia allapastiera.





Currite, giuvinò! Ce stà 'a pastiera!" correte,giovanotti, c’è la pastiera
E' nu sciore ca sboccia a primmavera, E’ un fiore che sboccia in primavera
e con inimitabile fragranza e con inimitabile fragranza
soddisfa primm 'o naso,e dopp'a panza. Soddisfa prima il naso e poi la pancia
Pasqua senza pastiera niente vale: Pasqua senza pastiera non vale niente
è 'a Vigilia senz'albero 'e Natale, è la vigilia senza albero di natale
è comm 'o Ferragosto senza sole. È come il ferragosto senza sole
Guagliò,chest'è 'a pastiera.Chi ne vuole? Ragazzi questa è la pastiera chi ne vuole?
Ll' ingrediente so' buone e genuine: Gli ingredienti sono buoni e genuini
ova,ricotta,zucchero e farina uova, ricotta,zucchero e farina
(e' o ggrano ca mmiscato all'acqua e' fiori è il grano che mischiato all’acqua di fiori
arricchisce e moltiplica i sapori). Arricchisce e moltiplica i sapori
'E ttruove facilmente a tutte parte: Li trovi facilmente da tutte le parti
ma quanno i' à fà l'imposto,ce vò ll'arte! Ma quando si fa l’impasto rivuole arte
A Napule Partenope,'a sirena, A Napoli, Partenope, la sirena
c'a pastiera faceva pranzo e cena. Che con la pastiera faceva pranzo e cena
Il suo grande segreto 'o ssai qual'è? Il suo grande segreto sai qual è?
Stu dolce pò ghì pure annanz' o Rre. Questo dolce può andare pure davanti ad un re
E difatti ce jette. Alludo a quando E infatti ci andò. Alludo a quando
O'Rre Borbone Ferdinando il grande Re Ferdinando di Borbone
fece nu' monumento alla pastiera, fece un monumento alla pastiera
perchè facette ridere 'a mugliera. Perché fece ridere la moglie
Mò tiene voglia e ne pruvà na' fetta? Adesso ti vien voglia di provarne una fetta?
Fattèlla: ccà ce stà pur' a ricetta. Falla che ci sta pure la ricetta
A può truvà muovendo un solo dito: La puoi trovare muovendo un solo dito
te serve pe cliccà ncopp ' a stu sito. Ti serve per ciccare su questo sito
Màngiat sta pastiera,e ncopp' a posta mangia questa pastiera e via e-mail
Rimmell cumm'è , aspiett' a risposta Dimmi com’era: aspetto la risposta
Che sarà certamente"Oj mamma mia! Che sarà certamente “ Oj mamma mia!
Chest nunn'è nu dolce: è na' poesia!" questo non è un dolce ma una poesia


ORIGINI DELLA PASTIERA






La pastiera, forse, sia pure in forma rudimentale, accompagnò le feste pagane celebranti il ritorno della primavera, durante le quali le sacerdotesse di Cerere portavano in processione l'uovo, simbolo di vita nascente. Per il grano o il farro, misto alla morbida crema di ricotta, potrebbe derivare dal pane di farro delle nozze romane, dette appunto " confarratio ". Un'altra ipotesi la fa risalire alle focacce rituali che si diffusero all'epoca di Costantino il Grande, derivate dall'offerta di latte e miele, che i catecumeni ricevevano nella sacra notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale. Nell'attuale versione, fu inventata probabilmente nella pace segreta di un monastero dimenticato napoletano. Un'ignota suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell'arancio del giardino conventuale. Alla bianca ricotta mescolò una manciata di grano, che, sepolto nella bruna terra, germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, l'acqua di mille fiori odorosa come la prima vera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall'Asia. È certo che le suore dell'antichissimo convento di San Gregorio Armeno erano reputate maestre nella complessa manipolazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in gran numero per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia. Ogni brava massaia napoletana si ritiene detentrice dell'autentica, o della migliore, ricetta della pastiera. Ci sono, diciamo, due scuole: la più antica insegna a mescolare alla ricotta semplici uova sbattute; la seconda, decisamente innovatrice, raccomanda di mescolarvi una densa crema pasticciera che la rende più leggera e morbida, innovazione dovuta al dolciere-lattaio Starace con bottega in un angolo della Piazza Municipio non più esistente. La pastiera va confezionata con un certo anticipo, non oltre il Giovedì o il Venerdì Santo, per dare agio a tutti gli aromi di cui è intrisa di bene amaIgamarsi in un unico e inconfondibile sapore. Appositi "ruoti" di ferro stagnato sono destinati a contenere la pastiera, che in essi viene venduta e anche servita, poiché è assai fragile e a sformarla si rischia di spappolarla irrimediabilmente.





LA LEGGENDA DELLA PASTIERA
Come per tutte le cose attorno a quelle più conosciute si creano delle leggende, che hanno alla fine sempre un fondo di verità.






Ancora più leggendaria e mitologica la storia della sirena Partenope che incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero. Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo. La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.





PREPARAZIONE!!!!!!!!!!!!!!!
Di seguito la descrizione della preparazione classica della pastiera. Sempre in campania, si usano delle variazioni usando al posto del grano per esempio degli spaghetti.









Ingredienti per la pasta: per 12 persone
· una confezioni da 1 kg. di pasta frolla surgelata
· (se la vuoi fare in casa clicca qui)
· gr. 700 di ricotta
· gr. 600 di zucchero
· gr. 400 di grano cotto (si trova in scatola anche nei supermercati, se non lo trovi clicca su grano cotto per cuocerlo da te)
· gr. 80 di cedro candito
· gr. 80 di arancia candita
· gr. 50 di zucca candita (si chiama"cucuzzata")
· un pizzico di cannella
· gr. 100 di latte
· gr. 30 di burro o strutto
· 5 uova intere + 2 tuorli
· una bustina di vaniglia
· un cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
· 1 limone






Procedura





-Fate scongelare la pasta frolla a temperatura ambiente.
-Versate in una casseruola il grano cotto, il latte, il burro e la scorza grattugiata di 1 limone; lasciate cuocere per 10 minuti mescolando spesso finchè diventi crema.
-Frullate a parte la ricotta, lo zucchero, 5 uova intere più 2 tuorli, una bustina di vaniglia, un cucchiaio di acqua di fiori d'arancio e un pizzico di cannella.
-Lavorare il tutto fino a rendere l'impasto molto sottile. Aggiungere una grattata di buccia di un limone e i canditi tagliati a dadi. Amalgamare il tutto con il grano.
-Prendete la pasta frolla scongelata, o quella fatta da voi e distendete l'impasto allo spessore di circa 1/2 cm con il mattarello e rivestite la teglia (c.a. 30 cm. di diametro) precedentemente imburrata, ritagliate la parte eccedente, ristendetela e ricavatene delle strisce.
-Versate il composto di ricotta nella teglia, livellatelo, ripiegate verso l'interno i bordi della pasta e decorate con strisce formando una grata che pennellerete con un tuorlo sbattuto.
-Infornate a 180 gradi per un'ora e mezzo finch'è la pastiera non avrà preso un colore ambrato; lasciate raffreddare e, prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo.











E' un dolce tipico della tradizione gastronomica napoletana. Gustato sopratutto nel periodo pasquale. Contiene numerosi ingredienti ed è caratteristico per la presenza di ricotta. Inoltre troviamo: farina, zucchero, latte, uova, burro, cedro candito, scorza d'arancia, canditi, sale. Mediamente l'apporto calorico per 100 gr. di pastiera si aggira tra 360-400 calorie.










Calcolo e descrizione energetica del dolce in oggetto. E' chiaro che come tutti i dolci, bisogna che si consumino con moderazione. L'apporto energetico infatti è consistente. Ma vale la pena privarsi di qualc'osaltro per bilanciare durante la giornata o la settimana la quantità di chilocalorie assorbite dall'organismo.!







Calorie per 100 gr. di pastiera:





lipidi 15-20 gr.
glucidi 45-50 gr.
protidi 15-20 gr
calorie 360-400 Kcal




Vediamo quali sono i prodotti tipici campani.
OVVIAMENTE LA CAMPANIA OFFRE UNA QUANTITA' ELEVATA DI PRODOTTI TIPICI, LA POSIZIONE CLIMATICA, E LA VASTITA' DELLE ZONE COLTIVATE AD AGRICOLTURA, PERMETTONO INFATTI D'AVERE UNA MIRIADE DI PRODOTTI D'OTTIMA QUALITA'. SI VA DALLA PASTA , QUELLA DI GRAGNANO E' FAMOSISSIMA, AI LIMONI DI SORRENTO, ALLA PIZZA E QUINDI AI POMODORI, ALLE MOZZARELLE DI BUFALA, AI VINI COME L'ASPRIGNO, AL FALERNO, AI SALUMI COME LE SALSICCE PICCANTI AI FORMAGGI COME LE PROVOLE, AI PRODOTTI ITTICI ETC,...








Piantina delle zone di produzione.











Descrizione di alcuni prodotti:
Ecco scannarizzata la copia di una bella guida del Touring, in cui succintamente vengono descritti quali siano i prodotti più conosciuti ed in largo uso nella zona della Campania.
Ovviamente non sono tutti!












Penso che per oggi possa bastare, avete tanto da leggere e da provare.

Ciao-ciao!
Italo Sùris












































































































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