lunedì 4 febbraio 2008

un feto da intubare

04 febbraio 2008

Il fatto che oggi mi ha fatto più pensare leggendo i quotidiani, non è come qualcuno potrebbe credere la complessa situazione politica attuale, quanto le differenti idee ed interpretazioni fra alcuni ginecologi romani, l’affermazione di Benedetto XVI rispetto alla preservazione della vita dei nascituri e le dichiarazioni dell’On. Turco e di altri eminenti scienziati e studiosi di medicina.

Qual è in pratica il motivo in discussione? è la proposta di cercare di rianimare un feto nato morto un esserino che non abbia superato i 24 mesi di età. Alcuni lo considerano accanimento terapeutico, visto che se anche si riprendesse, alcune parti del corpo potrebbero rimanere lese, quelle soprattutto riguardanti il complesso neurovegetativo. Sembra che in Italia non si possa morire se non per il volere della Santa Chiesa che ritiene la vita, anche artificiale un esplicito dovere cristiano.

Non sta a noi decidere quando morire, ma al creatore. Bene, di questo ne sono pienamente convinto come sono convinto che di morte naturale si è sempre mancati sulla nostra beneamata terra. Quanti bambini e donne sono morti per i più svariati motivi nei tempi passati? alcuni per la difterite, un male fino a poco tempo fa difficilmente curabile e vi assicuro che il sottoscritto sa a proprie spese cosa vuol dire essere sopravissuto a placche purulente che man mano ti soffocano. Sono stato salvato in extremis grazie alla caparbietà dei miei genitori e ad un esperimento di un ottimo medico.

E poi ci sono state nei tempi malattie come il vaiolo e la lebbra oppure il tifo o il tetano di cui è deceduta la moglie di un mio zio. E ancora quanto si muore per stupide appendiciti o malattie come il tumore? L’uomo con lo studio ha fatto passi da giganti, scoprendo studiando i geni anche metodiche che in futuro potranno prevenire o guarire determinate malattie ora incurabili e/o invalidanti. E’ questo un successo della scienza e dell’uomo per il bene dell’umanità. Un successo però che è accettato solo in parte, la fecondazione artificiale non è permessa, come l’interruzione della gravidanza.

Così se dovesse nascere un figlio deforme o malato, essendo un essere vivente da amare e voluto da Dio, è giusto che nasca e venga amato e accudito. So che sarebbe egoistico e vergognoso avere il diritto di vita e di morte sui nascituri, ma capisco anche i timori e le preoccupazioni di una madre che debba accudire senza alcun appoggio da parte della società un figlio diversamente abile. E’ giusto amare e accettare ciò che la natura dona, anche se apparentemente potrebbe comportare rinunce e sofferenza, ma una creatura anche se ammalata sicuramente sarebbe proprio per questo amata di vero e disinteressato amore. Ma mi chiedo, se dovessimo accettare la volontà divina nel caso sopra citato, perché mai dovremmo accanirci contro la morte voluta dalla natura stessa? Perché dovremmo tenere in vita un essere solo per sperimentare nuovi farmaci sperimentali tecniche terapeutiche? Ciò vale soprattutto in casi in cui l’individuo è tenuto in vita solo con macchinari, certo tutto deriva dalla volontà del creatore, visto che ci ha donato l’intelligenza per poter scoprire e sperimentare nuovi macchinari e nuove tecniche, ma allora si dovrebbero mettere a disposizione tutte le tecniche sinora scoperte , compresa la clonazione e la manipolazione genetica. Nel caso contrario lasciamo che la natura decida quando nascere come vivere e quando e come morire.

Italo Suris

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