mercoledì 27 febbraio 2008

La fogna che c'è in noi

27 febbraio 2008

Bene, anzi male, maledettamente male! In genere sono portato ad incominciare un discorso con quest’avverbio, un’affermazione di fiducia e di soddisfazione che trasmette un positivo e ottimista pensiero di vita. Ma non posso più incominciare con la visuale di un mondo edulcorato e visto attraverso lenti rosate, né trasmettere negli altri, fiducia e speranze. Non me la sento, non voglio essere complice incosciente di chi vende arbitrariamente delle illusioni, posiamo i piedi per terra, scendiamo dalle nuvole e guardiamo la realtà in faccia, per quello che è; una vera porcheria, una fogna intasata dai più disgustosi escrementi che la mente umana possa generare.

Guerre, omicidi, truffe, tradimenti, aborti, liti, odio, gelosie, corruzione, avidità, avarizia, invidia, malattie, ossessioni, pazzia e….Vi basta? O ne volete ancora, eppure tutto ciò è partorito dalla nostra mente, nasce da un rapporto incestuoso con il proprio io, da un orgasmo di deliri e passioni nascoste nel più profondo della nostra anima malata, putrescente ectoplasma che si mimetizza astutamente con modi educati ed affabili che non sono altro che ipocriti mezzi di illusoria affettività e di reale manipolazione per un proprio tornaconto, materiale o psicologico che sia, ma pur sempre un tornaconto. “Ma che cavolo Mario, vuoi spaventarci?, è già così difficile vivere in un mondo così duro senza che ti ci metta pure tu a terrorizzarci, e pensi poi che non ce ne siamo accorti, credi d’essere l’unico individuo disgustato da quest’andazzo?”, mi sembra di sentire esclamare da più parti, come risposta alle mie banali constatazioni.

Già avete ragione miei cari amici, non volevo spaventarvi, scusatemi, scusatemi tanto, la vita nonostante tutto è bella, anche se molto difficile. O forse per questo ha un fascino maggiore, perché la comprensione delle sue difficoltà e l’accettazione delle ombre che avvolge l’esistenza di noi tutti, fa sembrare una flebile luce un’accecante lampo, il flash di uno sconosciuto e vicinissimo mondo di luminescente speranza, che incondizionatamente potrebbe capovolgere la situazione ribaltandone le proporzioni. Già poiché come sostiene un moderno e grande psichiatra, fra bene e male, fra luce e buio, fra pazzia e normalità, la distanza è quasi inesistente, ma difficilmente riscontrabile se bendati dal proprio egoismo. L’orgoglio di esseri immaturi che non vogliono vedere, perché vedere potrebbe voler dire essere costretti a cambiare, riconoscere a sé stessi d’aver vissuto in modo superficiale, senza cioè aver mai approfondito i motivi della nostra esistenza, ma soprattutto quelli per cui ci è stata data la vita, senza la cui consapevolezza, il nostro mondo finisce prima ancora d’iniziare.

Bene o male la domanda da farsi è sempre la stessa: “ a cosa serve la mia vita, a chi può giovare la mia esistenza, e la personale sofferenza?. Perché esisto?, e cosa, qualcuno o qualcosa inaccessibile a tutti i sensi e allo scibile, ma non ai sentimenti e alla spiritualità più profonda, ha voluto dirmi senza che io riuscissi a capire. Solo se riuscissimo a comprendere ciò, non sarebbero necessarie le lotte fra gli uomini, né quella schermaglia continua fatta di roboanti proclami e false promesse, che si chiama politica, una forma d’arrogante presunzione da parte di piccoli uomini che pensano che il loro sapere possa alleviare la quotidianità di ognuno di noi. Farebbero meglio a pregare e a meditare i nostri beniamini, etichettatisi con un logo e un nome. Farebbero meglio a non parlare, ad abbandonare e lasciare, anziché voler prendere, ad essere scelti piuttosto che candidarsi, a nascondersi anziché ostentare la loro presenza. Ieri sono stati ritrovati i corpi di due piccoli esseri scomparsi da quasi un anno, e le parole, i bla, bla, bla di milioni di cittadini, me compreso, non sono riuscite a scaldare nemmeno l’ultimo attimo della loro esistenza. Bla, bla, bla e ancora Bla!


Italo Surìs

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