mercoledì 20 febbraio 2008

L'Italia se desta?

20 febbraio 2008



Non so se è una personale sensazione, so solo che sento nell’aria qualcosa di nuovo, come un fermento Mazziniano. Sembra quasi che la gente si sia resa conto tutto d' un colpo che l’unità e la condivisione d’obbiettivi comuni, purché non siano la prevaricazione dei diritti degli altri e anzi un’equa suddivisione delle ricchezze materiali e morali, non potrebbero altro che condurre ad un giovamento per questa terra martoriata.

Sta morendo la vecchia maniera di far politica il, o meglio, i nostrani Fidel Castro, accomunati dalla stessa ambizione di potere tuttora ancora in mano loro, senza che ne abbiano alcun merito, come invece il leggendario eroe cubano ancora vivente, bene o male si è guadagnato in cinquant’anni di convinta e strenua battaglia contro, quello che lui considera erroneamente il male di tutti i mali, il capitalismo.

Il suo popolo ha pagato e sta ancora pagando le sue scelte egoistiche e imperialiste, ciò non toglie però che come qualche nostro simbolo del passato, e mi riferisco al Duce, ciò che ha fatto non sia stato dettato da convinzioni, considerando i tempi storici in cui alcune scelte sono state fatte , anche logiche conseguenze del momento. E’ un corso e ricorso storico quello a cui stiamo assistendo attivamente.

Il popolo tutto si è fatto pacificamente protagonista del proprio futuro, ha deciso di provare a dettare le proprie condizioni, prendendo la vita nelle proprie mani e obbligando gli attuali politici e i futuri amministratori a tener conto delle esigenze dei cittadini che rappresentano. Non è Veltroni che sta trascinando, come un moderno Napoleone, la massa dei suoi soldati verso una incerta vittoria o forse in una sofferta battaglia. Tutt’altro è il popolino costituito da operai, impiegati, massaie, dottori statali e non, che sta riscoprendo il gusto di combattere, di guadagnarsi con il sudore e, attraverso le proprie capacità, un futuro forse non ricco economicamente, ma sicuramente più soddisfacente sotto il profilo esistenziale. E’ ritornato il gusto di vivere, di sentirsi vivi, importanti, decisivi per la crescita di tutto il paese.

Abbiamo dinnanzi a noi grosse sfide che dobbiamo a tutti i costi affrontare con serenità e con fiducia. Grosse potenze più avvantaggiate dal punto energetico, stanno crescendo a vista d’occhio giorno dopo giorno, mentre l’Italia è ancora il fanalino di coda di un’Europa che non si stima e che non si ama. Ma io ho fiducia la passione è qualcosa che coinvolge emotivamente, come ogni sentimento che dia gratificazione. La passione è sostenuta dalla speranza e forse è questo sentimento che milioni di persone stanno incominciando ad intravedere. La stessa era stata soffocata dagli egoismi di talune categorie irresponsabili che non voglio nemmeno nominare per non far polemica. Certo, l’inversione di tendenza che si sta notando da parte dei giovani nella scelta dell’indirizzo scolastico per il proprio futuro, sta a dimostrare quanto ormai si stia dando più importanza al “ fare “ più che al “ sembrare”.

Finalmente stiamo capendo che sporcarsi le mani non è un disonore, anzi, come non lo è partecipare collettivamente a progetti importanti suddividendo i compiti in base alle proprie capacità ed esperienze e che il non sapere non è una colpa personale ma una manchevolezza del sistema parassitario. Chi fa e sa concretizzare, non soffocherà il vicino, anzi con il suo esempio e le sue conoscenze darà l’opportunità, per chi ne ha le possibilità psicofisiche, d’imparare e d’essere umilmente utile per la realizzazione ed il compimento di un grande progetto chiamato Italia Democratica e moderna.


Italo Surìs

Nessun commento:

pub-9734653329526511