domenica 3 febbraio 2008

referendum strada facendum!

01 febbraio 2008



E’ una babele di contraddizioni, nessuno in apparenza vorrebbe il referendum popolare ma alcuni prima contrari ci sperano, forse per motivazioni politiche di comodo. Certo che la legge elettorale dovrebbe essere fatta dal parlamento, e in questo concordo senza riserve alcune. Sembra che questa sia una via quasi impraticabile viste le diversità di pensiero fra i membri dello stesso. Il nostro caro Silvio Berlusconi sembra che desideri andare alle elezioni anticipate con la legge elettorale che lo stesso promotore ha definito “una porcata”e con lui anche Fini, e Casini. Probabilmente i sondaggi li danno favoriti.

Eppure fino a poco tempo fa i loro rapporti sembravano non idilliaci, anzi tutt’altro, ma si sa l’aria che tira è conciliante e probabilmente le elezioni costituiscono per questi eminenti uomini di potere, una specie di balsamo rigenerante, un toccasana rivitalizzante. Ricominciano ad assaporare il piacere del palazzo, ad immaginare con soddisfazione un compito istituzionale prestigioso e appetibile, un ministero o una presidenza di consiglio che dia ancora lustro alla loro già luminosa personalità. E il referendum e le 850.000= firme raccolte affinché gli elettori diano una loro interpretazione o dettino alcune linee guida a cui eventualmente attenersi, a cosa servono?. Carta straccia, di cui non tenerne conto alcuno.

Già in Italia petizioni popolari, raccolte di firme e anche schede elettorali, sembrano essere diventati strumenti inutili, pezzi di carta con cui pulirsi il cu…bo!, già perché i servi non contano se non quando è necessario il loro voto. Ecco allora che durante il periodo pre elettorale si sprecano fiumi di parole, si promettono mari e monti, si firmano contratti come fossero un bilancio all’italiana per poi mantenere poco o nulla di ciò che è stato promesso! Tutto è sempre stato deciso nel nostro paese fra quattro mura, in tavernette o nei ristoranti di lusso, sugli yacht o negli uffici di multinazionali o costruttori, mai si è voluto ascoltare la voce del popolo che desidera solo partecipare allo sviluppo condiviso di un paese.
Strano paese il nostro. Si può disonorare il tricolore e non è reato, si può mandare a quel paese in termini esplicitamente volgari senza timore, mentre dire “ lei non sa chi sono io oppure, lei è un’azzeccagarbugli, può costare caro. Termini che si pagano in modo salato ma non come l’inosservanza delle leggi a tutela del lavoratore o del libero cittadino, o come una calunnia fatta a fin di bene. E’ questo un reato considerato in Italia meno grave solo dell’omicidio premeditato.

Bene signori cosa posso dirvi?, solo che qualcosa forse si sta muovendo per merito di comitati spontanei di cittadini e grazie anche a magistrati coraggiosi e a giornalisti caparbi e onesti. Ma forse dobbiamo ringraziare Prodi che ha voluto che entrassimo in Europa, la quale ci fa pagare multe da capogiro, altrimenti signori saremmo veramente un paese del terzo mondo. E poi vi è un’ulteriore novità che trapela fra le righe dei quotidiani. Sembrerebbe che l’America inizi a pensare che anche in Italia si debba incominciare a combattere seriamente le strutture mafiose, utili prima e durante la seconda guerra mondiale,ma pericolosissima ora per la loro politica antiliberale, illegale ed intimidatoria che potrebbe provocare anche a breve una recessione economica e un rigurgito anticapitalista a favore dei comunisti, quelli veri si intende!

Italo Surìs

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