mercoledì 6 febbraio 2008

Abbiamo fatto Bingo!

Pordenone 06 febbraio 2008


Ho sempre pensato chela massima espressione di una democrazia fosse il parlamento, mi sbagliavo, forse mi riferivo alla politica dei saggi, all’amministrazione della cosa pubblica fatta ai tempi dei greci o dei Romani.

Purtroppo e con rammarico sono costretto a ricredermi, non lo avrei mai pensato nella mia ingenuità di uomo della strada, di comune operaio, di lavoratore responsabile e limitato. Abbiamo scoperto che chi ci governa è in gran parte una massa di narcisisti, di persone amanti più della loro stessa figura e dell’immagine di sé stessi riflessa nello specchio distorto di una realtà virtuale che del loro compito istituzionale. Vivono come extraterrestri in un mondo in cui lo spazio è come fosse protetto da spessi strati di ovatta o da materiale fonoassorbente, ambienti dorati e laccati, in cui farsi la barba ed i capelli è diventato quasi una cerimonia a cui non si può mancare, l’unico momento veramente sublimale oltre ovviamente quello della colazione presso la bouvette.

Una brioche calda alla marmellata e un cappuccino con schiuma abbondante e polvere di cacao amaro. Gli stessi ingredienti della nostra quotidianità. Il cornetto, che come tutti sanno, i napoletani veraci portano nei posti più impensati per scaramanzia, il latte caldo che è in fondo quello che costantemente ci viene munto con le tasse e con i disservizi e la corruzione. Mali endemici di una nazione alla Francischiello. La barba e i capelli vengono costantemente tenuti a misura dagli aumenti sconsiderati e controllati dei grossi gruppi di distribuzione. E su tutto sovrasta il dolce amaro di una dura realtà.


E poi pensate come dovrebbe essere bello appoggiare un culo quasi regale su comode poltrone dorate ed imbottite con prezioso velluto rosso, ma solo per il tempo sufficiente ad infilare ambedue le mani in un’apposita fessura, per votare il proprio aumento d’indennità di presenza. Spesso e non solo presso la propria posizione, ma in più fessure adiacenti, controllate elettronicamente, votando in sostituzione del collega assente temporaneamente perché non ha digerito la colazione del mattino. Bello il nostro caro , anzi carissimo parlamento. Lo si può paragonare ad un teatro per la sua imponenza, alla Scala di Milano per la sua bellezza e per il silenzio che regna austero fra i banchi, mai una lite, mai una voce fuori del coro, solo lo scampanellio del presidente del Senato o della camera. E in questo caso sarebbe meglio usare la sveglia, e il più volte neppure quella visto che l’aula si presenta deserta o quasi e alcune volte la telecamera inquadra il volto di qualche senatore appisolato.


Mi viene un dubbio atroce, da quel poco che ho potuto vedere in un ambiente simile, che credevo fosse il nostro parlamento, ho assistito a baruffe, offese, comportamenti da stadio, imprecazioni, lanci di oggetti, sputi, offese, minacce tafferugli, sventolio di striscioni e cose simili. Ho pensato per un attimo di essere sintonizzato su san Siro, poi ho guardato attentamente i partecipanti, erano tutti anziani, anzi alcuni molto vecchi. Eh si mi sono detto, meno male, per errore stanno trasmettendo l’interno di una sala di un Bingo a Napoli.

Italo Suris

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