martedì 1 maggio 2007

Due righe alle nuvole VI^



Lettera ad un bambino mai nato. Capitolo 6


E’ come se fossi stato al centro di un mondo incantato, osservando confuso l'universo circostante sospeso nell’aria. I colori si mescolavano in una tavolozza naturale, in cui, il Sommo volere aveva sapientemente distribuito; terre di Siena, rossi scarlatti di frutti maturi, gialli ocra di foglie cadenti, verde smeraldo di piante di monti lontani, l’ azzurro marino dell’acqua che occhio attento poteva scorgere all’orizzonte e che si univa senza una netta separazione al colore celeste del cielo sovrastante. Il bruno e il rosso cardinale e il bianco di nuvole sospese che si rincorrevano gioiosamente nell’aria, ammiccando fra loro in modo provocante e festoso. …Ancora piegato sul ventre con gli indumenti inzuppati di sudore, macchiati da un alone biancastro, le braccia che sapevano di sale, i peli incollati alla pelle, mi asciugavo col dorso della mano destra, la fronte imperlata di gocce di fatica che colando sugli occhi, mi avrebbero impedito di godere di tale splendore. La polvere che si era depositata nelle fosse nasali, rendeva sempre più fastidioso il respiro. La saliva restava sospesa nella trachea, i polmoni si espandevano in modo frenetico in cerca di ossigeno, mentre un dolore insopportabile ai polpacci mi convinse alla fine a cercare ristoro sotto un castagno, non molto lontano, verso cui mi diressi. Il suo tronco enorme indicava la sua età centenaria, era sicuramente un maschio , sì un bel castagno! Io ho sempre pensato che anche le piante avessero un sesso ben definito. Anzi un sesso indefinito, alberi ermafroditi, femmine procaci e allo stesso tempo maschi vigorosi, forzuti, sì proprio come l’uomo che diventa in base alle proprie emozioni, al momento, all’età, al desiderio erotico del momento, allo stato emotivo al pensiero inconfessato ed inconfessabile, o l'uno ol'altro. Quante volte una donna vorrebbe possedere l’organo maschile anziché il proprio, per provare, per possedere a sua volta, con forza, con violenza; per amare un’altra donna incondizionatamente perché sa che la felicità è nella globalità. Ecco in quel momento essa stessa ha subito una metamorfosi non solo mentale , ma anche temporaneamente fisica. Così le piante. Ci sono momenti in cui una pianta deve essere maschio, possente forte, coraggiosa, deve difendere la natura circostante, sfamare, aiutare quelle più fragili, più deboli, le femmine di pianta, donne appunto!. E’ in questo periodo che la pianta è più poderosa, energica, quasi più muscolosa, le sue radici sono ben radicate nel terreno, i suoi rami sono nervosi scattanti, bitorzoluti, il tronco è possente, robusto, nervoso, vitale, pronto a proteggere con un repentino movimento del suo fogliame e dei suoi rami, le piante minute, figlie o amanti che siano, le quali crescono sicure all’ombra della sua chioma possente.


Al prossimo capitolo




Ciao

Italo Surìs

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